Studi sul Cristianesimo Primitivo

Dialogo con il dott. G. Tranfo, Giancarlo Tranfo ospite del forum

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G. Tranfo
view post Posted on 5/12/2007, 14:59 by: G. Tranfo     +1   -1




CITAZIONE (Hard-Rain @ 5/12/2007, 10:56)
Alcuni estratti da:

http://www.spazioforum.it/forums/religioni-about444-105.html


In realtà, come abbiamo detto più volte, sono proprio i testi cristiani ad avere i frammenti più antichi vicini alle date di presunta stesura degli originali, per non parlare del numero assoluto di frammenti. Inoltre, qui si parla soltanto di P52 e 7Q5, i frammenti di Oxyrhynchus sono stati per caso dimenticati? Ne esistono un paio databili al II secolo (P.Oxy. L 3523 e P.Oxy. LXIV 4405). E il P98, frammento dell'Apocalisse, datato al II secolo, che fine ha fatto? E il papiro di Magdalen P64, dimenticato anche quello? Tutta una congiura di studiosi assoldati dalla Chiesa cattolica che hanno proposto datazioni fasulle? E P.Oxy. LXIV 4403 con P.Oxy. LXIV 4404 dove sono finiti (II-III sec. d.C.), nel dimenticatoio pure loro?

Egr. Hard Rain, la mia stima nei suoi confronti (in termini di preparazione) è così elevata che (come credo di averle già anticipato) ho citato (caso unico) un suo studio nella blbiografia del mio libro come se fosse una pubblicazione cartacea e non web.
Tutto ciò premesso, preciso innanzitutto 1) che non sono uno studioso di paleografia nè di critica testuale ma un "curioso" della vicenda cristiana "delle prime ore"; 2) che scrivendo in un forum, pur volendo non avrei potuto disquisire su tutti i reperti da lei citati se non esternando giudizi complessivi e lapidari che (a quel punto si...) sarebbero stati giudicati a ragione faziosi ed approssimativi.
Mi sono limitato, pertanto, a parlare di P52 e ad accennare a 7Q5.
In questa sede posso fare poco di più e lo faccio con semplice considerazione dattata da buonsenso: come mai in P52 appaiono Gv. 18:31-33; 37 (mi sembra...) mentre solo in P90 (che è successivo) appare anche Gv. 18:36?
Non è forse questo un indizio riguardo alla tardiva "celestizzazione" (neologismo) di quel messia che in P52 è ancora semplicemente un imputato di lesa maestà per essersi proclamato re dei giudei? Vogliamo per forza pensare che sia un caso?
Come vede sto dando per scontato 1) che p52 è anteriore a p90; 2) che realmente corrisponde a Gv. 18:31-33; 37 (cosa tutta da dimostrare, vista la pochezza dei caratteri "certi" per via della quale non si può essere sicuri nemmeno sul nome di Pilato). Dire, poi, che P90 è successivo a P52 non significa certo datare questo al 125... per esigenze di coerenza con la datazione ufficiale del vangelo di Giovanni!
Lei mi parla del frammento di Magdalen ma ne conosce bene la storia che finge di dimenticare (anche perchè non ci giurerei ma mi sembra che ne ha parlato nel suo scritto): datato nel 1901 al III- IV secolo dal papirologo A.S. Hunt, successivamente, nel 1953, al II secolo da C. H. Roberts e infine da C. P. Thiede, nel 1995, addirittura al I secolo. Queste "certezze" le sembrano prove da far valere a suo favore?
Insomma Hard Rain, io credo che studiosi preparati come lei debbano essere meno "tifosi" di una certa parte (lei mi dirà che io lo sono dell'altra, ma posso assicurarle che non è così).
Io credo che il "vizio metodologico" insito in molti vostri scritti (con il "vostri" intendo riferirmi agli studiosi di una certa parte) sia quello di dire che un certo frammento (poniamo P52) debba essere datato per forza , per rimanere all'esempio, al 125 d.c. (prima inaccettabile approssimazione) e che questa è una prova che già in un tempo così remoto erano stati scritti quantomeno cinque versi integralmente corrispondenti agli stessi a noi noti (seconda inaccettabile forzatura- n.b. nel confronto con le versioni a noi note dei versi in questione sono riconoscibili meno del 16% dei caratteri ) e che, dunque, l’intero corpus neotestamentario che conosciamo corrisponde globalmente a quello scritto nei decenni successivi a quelli delle vicende di Cristo che sono, dunque, ben testimoniate dagli attuali vangeli canonici (affermazione fraudolenta, mistificante e meramente apologistica).
Su quante approssimazioni si basa questa logica? Tante Hard Rain, troppe e lei è troppo intelligente per credere che il ragionamento "non faccia una piega".

CITAZIONE
Ma dai?!? Non sarà perchè nel frattempo si era andata definendo la questione del canone? Oppure perchè i testi iniziarono a essere copiati su codici in cuoio e pergamena e conservati accuratamente, in virtù dello status di canonicità? Tranfo ci dica quale deve essere il numero minimo di frammenti del II secolo che dobbiamo accettare per stabilire che un testo cristiano è antico oppure no.

Considerando lo straordinario rumore provocato
1) da un Dio incarnato che fa prodigi straordinari strabiliando le folle, muore facendo tremare la terra e resuscitare i morti, resuscita egli stesso ed appare pubblicamente prima di volare in cielo;
2) dalla evangelizzazione a macchia d'olio per opera di Paolo di Tarso;
3) dal fiorire delle chiese cristiane e dal moltiplicarsi delle persecuzioni (già dopo l'incendio neroniano abbiamo cristiani arsi come torce...)

... considerando tutte queste e molte altre cose (che non posso menzionare per brevità) posso dirle che nel II secolo (ma già nel primo) mi aspetto di incontrare una valanga di reperti e che resto stupito nell'imbattermi in 3 o 4 "francobolli" per la datazione dei quali non si può nemmeno essere così certi.



CITAZIONE
Certo, perchè questo è dimostrato da Tranfo, contro l'opinione di biblisti di fama mondiale (da ultimo cito il prof. M. Pesce, un "laico", tra l'altro recentemente criticato pesantemente dalla Chiesa cattolica) che collocano la stesura di tutti e quattro i canonici tra il 60-70 d.C. e la fine del I secolo (o al massimo inizio del II). La verità è che tutte le scoperte papirologiche ci hanno portato sempre più indietro nel tempo, arricchendo le nostre conoscenze di testi che, per via filologica, si possono ritenere scritti ben prima di quanto preteso da Tranfo et. al.

Su base filologica? Le sembra sufficiente? Si rende conto che per la datazione ufficiale dei canoni non resta altro che affidarsi agli scritti di quei "Padri della Chiesa" che, diciamolo chiaramente, non erano poi stinchi di santo?

Si rende conto che il reperto più antico che ha a disposizione non è anteriore al 125 (se ha ragione lei) o al 150 (se ce l'ho io)?

Ma come si fa a costruire certezze solo su base deduttiva e in assenza di evidenze documentali?

Con stima

G. Tranfo

Edited by G. Tranfo - 5/12/2007, 15:23
 
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