CITAZIONE
il dato sicuro è che non esistono frammenti in cui sia attestata la mancanza certa del nome sacro applicato a Gesù.
Prendendo a prestito dalle discipline giuridiche l'
onus probandi, si avverte la necessità di capovolgere quest'affermazione affinchè abbia un'efficacia probatoria.
Mi spiego meglio: dovendo dimostrare l'antichità del ricorso alla nomina sacra, chi ne afferma la presenza in uno o più frammenti antichi, non dovrebbe dire che non ci sono prove certe che manchi ma dovrebbe, casomai, individuare il frammento più antico nel quale essa è chiaramente attestata e dire: "a partire dall'epoca in cui questo frammento fu redatto, c'è un sicuro ricorso alla nomina sacra per indicare Gesù, fermo restando che se ne può supporre l'uso anche in periodi precedenti in base a fondati indizi".
Naturalmente, poichè siamo nel suo campo, non mi permetto di insegnarle nulla: è solo il modesto suggerimento finalizzato a dare più fondatezza ad affermazioni altrimenti contestabili, da parte di chi si è sciroppato un piattolosissimo corso di laurea in giurisprudenza (tornassi indietro farei ben altro...).
Ecco perchè, condizionato da questa
forma mentis, le chiedevo quali sono i frammenti più antichi nei quali tale uso appare evidente e incontestabile.
Tutto ciò premesso, io non ho alcun interesse a dimostrare che l'uso della nomina sacra è tardo, anzi, se si riuscisse a dimostrare con certezza che era presente anche in P52, il mio punto di vista ne risulterebbe rafforzato.
Potrei dire, infatti, che il culto messianico ai tempi del frammento in questione (o come lei giustamente dice, ai tempi in cui fu redatto il Vangelo del quale il frammento non è che parte di una copia successiva) era volto più al "divino" che all'"umano", non essendo stato ancora concretamente avviato il processo di "umanizzazione" che portò i cristiani a fare esattamente quello che Celso contestò loro nel 180 d.c.: "
La verità è che tutti questi pretesi fatti non sono che dei miti che voi stessi avete fabbricato senza pertanto riuscire a dare alle vostre menzogne una tinta di credibilità. È noto a tutti che ciò che avete scritto è il risultato di continui rimaneggiamenti fatti in seguito alle critiche che vi venivano portate".
Sarebbe semmai interessante (e là si che mi sento coinvolto) individuare il frammento più antico nel quale appare il nome di Gesù ...
Tempo fa, prendendo a riferimento lo specchietto da lei riportato nel documento in pdf che ho citato a nota nel mio lavoro, iniziai a costruire uno schema (che non trovo più) riportando il contenuto di tutti i passi presenti (integralmente o parzialmente) nei frammenti paleograficamente databili al II, III e IV sec.
Siccome, perchè preso da tante cose, non terminai il lavoro e siccome sono un pigro lo domando a lei che sicuramente ce l'ha in testa: quando appaiono per la prima volta parti riferite alla natività, all'infanzia (es. i dottori nel tempio) a parabole, miracoli e resurrezione?
Ad esempio, come scrissi in precedenza, P52 riferisce un episodio che potrebbe tranquillamente essere ascritto all'interrogatorio di un uomo imputato di lesa maestà contro Roma per essersi proclamato re dei giudei.
Tale episodio potrebbe far parte, quindi, di un'antica biografia di colui che (secondo me e altri) cercò di promuovere un'insurrezione armata.
Allo stesso modo, eventuali episodi connessi all'arresto, al coinvolgimento del sinedrio o di Antipa (solo secondo Luca) alla crocifissione ecc., potrebbero far parte di un antico racconto relativo a quel "re che non regnò" e che fu condannato alla croce.
Diverso sarebbe se i frammenti più antichi certificassero passi inerenti la resurrezione di Lazzaro (Giovanni) e della figlia di Giairo (sinottici)... che per me sono la stessa persona, oppure l'istituzione dell'eucarestia o, ancora, la stella, la voce dal cielo al momento del battesimo, il cammino sulle acque, il sepolcro vuoto e mille altri aspetti annessi alla natura divina.
Ecco perchè trovo determinante la presenza di Gv. 18:36 in P90 e la mancanza (probabilmente casuale come dice lei) dello stesso verso in P52!
Darei un occhio della testa per verificare quello che penso e cioè che P52 è anteriore di almeno 50- 60 anni a P90 e che quest'ultimo è della fine del II o dell'inizio del III secolo... (tornerebbero i conti anche con Celso che denuncia un fenomeno del quale nei suoi anni è testimone).
Si, certo... i frammenti in questione riportano parti di originali più antichi... ma nessuno può dire di quanto.
CITAZIONE
Queste, come lei sa, sono proprio le classiche polemiche che si svilupparono nel corso del II secolo tra docetisti (coloro che pensavano che Gesù Cristo non avesse un corpo) e i cristiani proto-ortodossi.
E' sicuramente una definizione più dotta della mia che avevo comunque ben chiaro il concetto pur ricorrendo alla colorita espressione di "cristiani e cristicoli".
CITAZIONE
La situazione del cristianesimo del II secolo è bene riassunta nel libro, di taglio divulgativo, di Bart D. Ehrman, I Cristianesimi perduti. Cito qui Ehrman dicendo che c'è qualcosa di ancor più diviso e multiforme del cristianesimo attuale: il cristianesimo del II secolo.
E' nella mia bibliografia, in gran parte l'ho letto e l'ho apprezzato soprattutto per l'idea, che appare centrale, che l'eterogeneità del cristianesimo attuale deriva dall'unica "forma" vincitrice dei cristianesimi dell'antichità.
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Nessuno pensa che Ignazio o Policarpo siano gli autori materiali di quei testi, che sono considerati apocrifi. Ma le polemiche che in essi riecheggiano ci portano diritti alla metà del II secolo, quando appunto si svilupparono quelle contese. Nessuno pensa anche che gran parte dei vangeli apocrifi siano realmente stati composti da Tommaso, Filippo, Bartolomeo, ecc... Il vangelo di Tommaso tecnicamente è un falso, ben difficilmente è stato composto dall'apostolo che porta il nome di Tommaso
Certo, ma come lei stesso dice e mi insegna, ciò non diminuisce la preziosità documentale di una simile testimonianza che, aggiungo io, falsa che sia, grazie alla coltre di sabbia che la ricopriva, è giunta fino a noi senza subire alcun "aggiustamento" da parte delle "pie mani".
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oltretutto in alcuni casi si possono avanzare ipotesi di dipendenza dal testo dei vangeli sinottici, in particolare Matteo. Il vangelo di Matteo è kata Matthaion solo nella trasmissione scribale a motivo di alcune tradizioni patristiche, in nessun verso il suo autore afferma di essere stato composto dal discepolo di nome Matteo, al contrario di molta letteratura apocrifa che millanta le credenziali di questo o quel discepolo di Gesù.
Io ho sempre pensato che la vera fonte "Q" fossero proprio i lòghia del Vangelo che ci appare come di Tommaso e non, come alcuni dicono, il misterioso "Matteo" del quale si dicevano in possesso gli ebioniti (e del quale nessuno ha mai visto un piffero...).
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Ora, la letteratura del periodo apostolico non è utile soltanto per stabilire se in essa ricorresse o meno il nome di Gesù. Del resto la conoscenza di Gesù è già attestata in Paolo e dello stesso Paolo parlano in alcuni casi i padri apostolici.
Lasciamo da parte Paolo. Quante sono le lettere certamente e integralmente autentiche?
I circoli Renan (non rabbrividisca...) negli anni 60 proposero un lavoro di "epurazione", dalle lettere ritenute almeno parzialmente autentiche, di tutti i riferimenti a Gesù e al suo martirio: ne uscirono fuori lunghi e coerenti messaggi di pura spiritualità che sembravano non aver subito alcun taglio...
Per me Paolo è poco "individuo" e molto "ideologia", però so di essere lontanissimo dalle sue convinzioni e non voglio stuzzicarla su un argomento dove è impossibile che due visioni antitetiche si incontrino.
Comunque, al di là della "prova di censura" fatta dai circoli Renan, quali sono i frammenti più antichi attestanti parti delle lettere paoline? Non mi sembra che per il II secolo ci sia nulla del genere (forse qualcosa credette di individuarla O'Callaghan nella grotta 4... o sbaglio?)
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Lei ha mai affrontato il problema della dipendenza testuale dai canonici di quei documenti? Se vuole possiamo affrontare assieme l'argomento, io sono un po' avanti nello studio perchè me ne sono già, in parte, occupato.
Gliel'ho detto: la considero un'autorità in materia, io probabilmente non ne sarei all'altezza.
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Sono a disposizione per un confronto. La mia posizione è che 7Q5 è Mc. 6:52-53 oppure (vel) appartiene a un testo ignoto. Non posso essere esaustivo in questa sede in quanto il tema necessita di un lunghissimo dibattito. Nel mio sito si parla a fondo del problema, con dovizia di particolari.
Si, l'avevo letto e ci ritornerò già alla fine di questa mia.
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Lei, giustamente, rimarca alla Chiesa o ai suoi rappresentati un eccessivo fanatismo nei confronti di reperti quali 7Q5, P64 o altro. Però anche lei, occasionalmente, si lascia prendere dalla foga papirologica.
Ah ah... è vero, sempre motivi di "forma mentis"...
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Mi fa piacere in quanto anche io, come lei, sono molto attaccato alla prova papirologica. Tuttavia se dovessimo possedere un frammento antico di ogni opera che utilizziamo nelle nostre ricerche storiche, allora dovremmo buttarne una gran parte.
Lei ha ragione, ma io con le fonti cristiane, per i motivi illustrati nella precedente mia, ci vado molto con i piedi di piombo...
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Giuseppe Flavio, che lei utilizza immagino frequentemente, è attestato da manoscritti medievali. Dovremmo eslcuderlo completamente perchè di esso non abbiamo alcun manoscritto veramente antico?
Mi permette una battuta spiritosa? Ma dai...!... Davvero...? Con quel freddo che faceva nei monasteri in epoca medioevale. Spesso c'era la neve e i frati non potevano uscire a fare la legna e quindi, visto che i ritagli erano tanti... troppi, forse si poteva riscrivere tutto su supporti nuovi e stando al calduccio...
Ho letto, poi, che Francis ha segnalato un frammento del terzo secolo, io ho fatto una ricerca per immagini su google (speravo in una foto) ma ho trovato solo un link, ha già visto anche lei?
http://tertullian.org/rpearse/manuscripts/..._jewish_war.htmCITAZIONE
Io sono dell'opinione che il giudaismo del secondo tempio fosse alquanto variegato e non certo un monolita compatto come ci appare l'ebraismo oggi o immediatamente dopo la distruzione del tempio. Del resto, i miei amici del forum ebraico amano ripetermi spesso che dove ci sono due ebrei ci sono tre partiti. Abbiamo tantissimi testi apocrifi rispetto a quello che oggi è l'Antico Testamento o alla Bibbia ebraica. Dove è sorta tutta questa letteratura? Chi la compose? Penso che il movimento gesuano e Gesù stesso, ivi compreso il movimento di Giovanni Battista, si inseriscano in una tradizione concorrente rispetto al giudaismo tradizionale rappresentato dal tempio e dal culto di YHWH che in esso si praticava.
Nessuno mette in dubbio la straordinaria variegazione dell'universo giudaico degli ultimi anni del secondo tempio. Comunque, guardando l'aspetto predicatorio dal punto di vista delle implicazioni politiche, resta il fatto che un profeta come Gesù di Nazaret non avrebbe certo avuto quel consenso popolare accreditatogli dal Nuovo Testamento, anzi, proprio rivolgendosi al popolo in più di un'occasione se la sarebbe vista brutta...
Non dia retta a Flavio Giuseppe (ora lo dico io...) quando parla di sparute minoranze banditesche che turbavano i sonni della gente dabbene: cade in contraddizione con se stesso (quando lascia intendere il coinvolgimento di grandi masse nelle rivolte che precedettero la guerra) e poi non dimentichiamo l'ideologia politica opportunisticamente sposata quando se la vide brutta... (invece di fare quello che fece Eleazar a Masada...).
Io sono dell'avviso che il messianismo insurrezionale abbia avuto connotazioni di massa, poi è chiaro che non mancavano le famiglie appartenenti alla casta sadducea, i benpensanti conservatori di orientamento farisaico coloro che condividevano interessi con gli occupanti (mercanti, collaboratori ecc.) e molti altri orientamenti ostili al fondamentalismo, ma considerare questi come generalità e i rivoluzionari come "diversi" (al pari delle brigate rosse), secondo me significa rovesciare la storia.
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Mi sembra azzardato sostenere che i canonici sono stati composti dal nulla dopo la metà del II secolo d.C.
Ma questo non lo dice neanche Cascioli. Si parla, piuttosto, di una consistente produzione letteraria iniziata quando acquistano senso compiuto certe "concretizzazioni". E' chiaro che dietro ci fosse un travaglio ideologico che per un certo tempo si sviluppò in seno alla tradizione orale.
Poi è logico che tra chi vede i vangeli acquistare forma compiuta in epoca tarda e chi si dice convinto che già nel 50 d.c. prese corpo il primo... io mi senta più vicino ai primi e lei ai secondi... ma il mondo è bello perchè è vario e solo eventuali nuove clamorose scoperte potrebbero bocciare un orientamento e promuoverne un altro. Però, mi consenta... se vogliamo rimanere alle mere evidenze (ma lei non vuole) e a quell'"onus probandi" al quale mi riferivo in apertura, fino a quando nulla di nuovo esce fuori a vostro favore, siamo noi a rimanere a braccia conserte e a dirvi: "provate concretamente il nostro errore".
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Antichità, non significa certo autenticità, sebbene sia una garanzia di vicinanza ai fatti narrati.
Appunto, vediamo quanto indietro nel tempo possono arrivare certe antiche testimonianze alle quali possiamo ricollegare quanto conosciamo, nei termini in cui lo conosciamo.
Sempre più complimenti per la sua competenza, peccato che non sia dei "nostri".
Cordialità
Giancarlo