Studi sul Cristianesimo Primitivo

Vangelo segreto di Marco, Un discusso ritrovamento

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Hard-Rain
view post Posted on 26/8/2008, 12:13     +1   -1




Il testo dell'epistola di Clemente era stato copiato a mano nella pagine conclusive di un libro stampato contenente le lettere di Ignazio di Antiochia. Si trattava dell'edizione Voss del 1646, per cui chi copiò il testo lo fece dopo questa data.

Guy Stroumsa ha raccontato che nel 1976 si recò con David Flusser, Shlomo Pines e l'archimandrita Melitone del patriarcato greco di Gerusalemme presso il monastero dove Morton Smith aveva scoperto il libro con il testo copiato a mano.

I quattro trovarono il libro e videro il testo copiato a mano là dove doveva essere. Convinsero i monaci a consegnare loro il libro che portarono alla Bibiloteca del patriarcato greco di Gerusalemme dove però non trovarono nessuno in grado di eseguire le analisi e le perizie necessarie. Si trattava di portare il libro al dipartimento della polizia israeliana dove esisteva personale qualificato e strumentazione, ma i monaci non vollero.

Stroumsa, Flusser, Pines e Melitone riconsegnarono allora il documento al monastero (non ho ben capito dalle varie testimonianze se poi in realtà il libro rimase alla Biblioteca del Patriarcato o se tornò a Mar Saba) e alcuni anni dopo si diffuse la voce che le pagine su cui era stata copiata la lettera erano state tagliate dal libro. E infatti quelle pagine sono state asportate come sa ad esempio C. Heidrick che alla fine degli anni '90 si recò al monastero ma non trovò la lettera di Clemente.

Stroumsa ha dichiarato anche che quando si diffuse la voce che la lettera era sparita telefonò alla Biblioteca del Patriarcato greco di Gerusalemme e il bibliotecario gli disse che aveva tolto le pagine dal libro per conervarle meglio e metterle al sicuro ma le aveva perse!

Queste dichiarazioni di Stroumsa sono note per iscritto in quanto riportate in una rivista di cui ora non ricordo il nome, inoltre Ehrman, che conosce di persona Stroumsa, riporta quello che da lui apprese su questa storia nel libro "I Cristianesimi perduti" (pag. 112 dell'edizione italiana edita da Carocci).

La lettera è stata fotografata in bianco e nero dallo stesso Morton Smith ma non solo, proprio il citato C. Heidrick riuscì almeno a farsi dare dai monaci delle fotografie a colori della lettera ormai scomparsa.

CITAZIONE
Tra l'altro, M. Smith non era certo un burlone che giocava con la sua carriera accademica. Se ha falsificato il manoscritto non era certo per prendersi il gioco del mondo accademico, tanto meno per divertimento personale.

Onestamente, anche io credo poco a questa tesi di Smith falsario. Anche perchè può darsi che il falso sia più antico.


Edited by Hard-Rain - 26/8/2008, 16:50
 
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view post Posted on 26/8/2008, 13:27     +1   -1
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....... torno a ririripeterlo, leggendo i 2 ultimi post di Rain e Frances , :

possiamo baciarci i gomiti per avere 2 studiosi così preparati e con una visione così aperta, ad un semplice click

:00060031.gif: :00060031.gif:



zio ot :rolleyes:
 
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Hard-Rain
view post Posted on 26/8/2008, 15:49     +1   -1




Supposta la buona fede di Morton Smith e Guy Stroumsa che ha detto di aver visto assieme ad altri tre testimoni quel manoscritto copiato nel libro, secondo voi perchè è stato fatto sparire?

Io inizio a ipotizzare tre soluzioni:

(i) I monaci davvero volevano custodire meglio la lettera e l'hanno persa davvero tagliandola dal libro. Sembra assurdo. Che monaci pasticcioni...

(ii) I monaci hanno venduto per una ingente somma di denaro quel manoscritto a qualcuno, forse al mercato antiquario oppure qualcuno ha pagato per averlo e disfarsene, qualcuno che non voleva che quella lettera fosse scoperta.

(iii) I monaci hanno distrutto di loro inziativa il manoscritto per paura che quel testo divulgasse chissà quali notizie contrarie alla dottrina cristiana, una specie di "Nome della rosa" dei tempi moderni.

Resta poi un mistero il motivo per cui Morton Smith, che conosceva il manoscritto dal 1958 (sic!), in tanti anni non abbia mai chiesto di fare delle analisi approfondite o non abbia mai chiamato qualcun altro assieme a lui per studiare dal vivo il documento o almeno io non sono a conoscenza che lo abbia fatto (potrei sbagliarmi). Se ho ben compreso, la notizia fu divulgata ufficialmente negli anni '70, i due testi che Smith scrisse per sostenere la propria scoperta furono pubblicati nel 1973, ciò significa che ci lavorò sopra per ben quindici anni.

Infine volevo approfondire un aspetto citato da Frances:

CITAZIONE
Anzi, il fatto che abbia sempre ambito ad una cattedra accademica stabile (obbiettivo raggiunto in età piuttosto matura), mette il luce il suo desiderio di essere preso sul serio dai colleghi.

Ma nel 1958 Morton Smith non era già professore di storia antica alla Columbia University, così almeno leggo nel libro di Ehrman? Wikipedia afferma che divenne professore nel '57. Non so però se si possa considerare che avesse già una cattedra da "ordinario" come la intendiamo noi in Italia. Sempre wikipedia afferma che divenne "professor emeritus" nel 1985. Chi si intende di titoli accademici anglosassoni?
 
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Frances Admin
view post Posted on 26/8/2008, 16:42     +1   -1




CITAZIONE
Resta poi un mistero il motivo per cui Morton Smith, che conosceva il manoscritto dal 1958 (sic!), in tanti anni non abbia mai chiesto di fare delle analisi approfondite o non abbia mai chiamato qualcun altro assieme a lui per studiare dal vivo il documento o almeno io non sono a conoscenza che lo abbia fatto (potrei sbagliarmi). Se ho ben compreso, la notizia fu divulgata ufficialmente negli anni '70, i due testi che Smith scrisse per sostenere la propria scoperta furono pubblicati nel 1973, ciò significa che ci lavorò sopra per ben quindici anni.

Veramente Smith annunciò questo scoperta a Scholem e ad altri ben prima della pubblicazione. A costoro non restava altro che recarsi di persona nel monastero e prendere visione materiale del manoscritto. Inoltre prima che il manoscritto scomparisse dalla circolazione passarono un bel po' di anni, quindi sono coloro che contestavano Smith che si devono rodere il fegato per non essersi recati di persona al monastero e non aver prodotto le prove materiali che trattasi di un falso. Infatti anche i contestatori di Smith basarono le loro ipotesi di contraffazione sulle fotografie scattate da Smith. Se erano tanto convinti del falso perché non hanno organizzato un spedizione in pompa magna al monastero? Bene hanno fatto Hedricks, Stroumsa e Flusser, che invece di sperperare fiato hanno organizzato un viaggio programmato e hanno preso visione materiale del manoscritto.

CITAZIONE
Ma nel 1958 Morton Smith non era già professore di storia antica alla Columbia University, così almeno leggo nel libro di Ehrman? Wikipedia afferma che divenne professore nel '57. Non so però se si possa considerare che avesse già una cattedra da "ordinario" come la intendiamo noi in Italia. Sempre wikipedia afferma che divenne "professor emeritus" nel 1985. Chi si intende di titoli accademici anglosassoni?

Smith nel '58 era già professore associato della Columbia University, una delle più prestigiose del panorama mondiale, cattedra di cui andava molto fiero. Un cattedratico che ha conquistato un posto così prestigioso in una delle università più ambite del globo dopo una vita da ricercatore e da ramingo non era così stupido da mettere in gioco carriera e credibilità giocando con rebus e cruciverba, inserendo tracce burlesche per prendersi il gioco dei suoi colleghi. Nelle università americane non scherzano con queste spavalderie: per una cosa del genere Smith sarebbe stato radiato e nessuna Università lo avrebbe più accolto. Se ha falsificato il manoscritto ha fatto un lavoro a regola d'arte, non per gabbare i suoi colleghi, quanto per farsi accreditare come scopritore di ritrovamenti sensazionali.

Edited by Frances Admin - 26/8/2008, 19:53
 
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Hard-Rain
view post Posted on 26/8/2008, 16:59     +1   -1




CITAZIONE
Veramente Smith annunciò questo scoperta a Scholem e ad altri ben prima della pubblicazione. A costoro non restava altro che recarsi di persona nel monastero e prendere visione materiale del manoscritto. Inoltre prima che il manoscritto scomparisse dalla circolazione passarono un bel po' di anni, quindi sono coloro che contestavano Smith che si devono rodere il fegato per non essersi recati di persona al monastero e non aver prodotto le prove materiali che trattasi di un falso. Infatti anche i contestatori di Smith basarono le loro ipotesi di contraffazione sulle fotografie scattate da Smith. Se erano tanto convinti del falso perché non hanno organizzato un spedizione in pompa magna al monastero? Bene hanno fatto Hedricks, Stroumsa e Flusser, che invece di sperperare fiato hanno organizzato un viaggio programmato e hanno preso visione materiale del manoscritto.

D'accordo, è strano però che chi pubblica un manoscritto, tanto più se così importante, non abbia fatto fare delle indagini paleografiche, in quindici anni di tempo ne aveva. Non voglio dire di organizzare un carrozzone mediatico come quello del vangelo copto di Giuda pubblicato un paio di anni fa (sic!), ma mi pare che Smith si sia concentrato troppo sul testo, sulle proprietà letterarie e poco su quelle fisiche. Nei suoi due libri, che tu sappia, non affronta questi argomenti?

Aggiunta al mio post precedente. Penso che dopo la scoperta e l'identificazione di Smith, il libro con le pagine manoscritte sia stato a un certo punto trasferito dal Monastero di Mar Saba alla Biblioteca del Patriarcato. Ehrman scrive infatti che i libri più antichi e preziosi del monastero di Mar Saba venivano solitamente portati alla Biblioteca del Patriarcato. Questo spiegherebbe la telefonata di Stroumsa non a Mar Saba ma alla Biblioteca del Patriarcato. D'altra parte Ehrman afferma che la visita di Stroumsa, Flusser, ecc..., avvenne nel 1976 e fu a Mar Saba, quindi il libro sarà stato portato alla Biblioteca del Patriarcato qualche tempo dopo. L'apsortazione delle pagine manoscritte della lettera avvenne, dunque, presso la Biblioteca e non nel monastero.

Edited by Hard-Rain - 26/8/2008, 18:31
 
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Frances Admin
view post Posted on 26/8/2008, 18:50     +1   -1




CITAZIONE
D'accordo, è strano però che chi pubblica un manoscritto, tanto più se così importante, non abbia fatto fare delle indagini paleografiche, in quindici anni di tempo ne aveva. Non voglio dire di organizzare un carrozzone mediatico come quello del vangelo copto di Giuda pubblicato un paio di anni fa (sic!), ma mi pare che Smith si sia concentrato troppo sul testo, sulle proprietà letterarie e poco su quelle fisiche. Nei suoi due libri, che tu sappia, non affronta questi argomenti?

Si, Smith ha mandato le fotografie del manoscritto ad alcuni paleografi di fama mondiale, i quali si sono espressi a favore dell'autenticità del reperto. Il risultato dell'indagine paleografica, con il parere degli esperti, è consultabile nel libro di Smith sul vangelo segreto Inoltre ha sempre sollecitato i paleografi ad esaminare il documento fisico, ma questi ultimi, per una ragione incomprensibile, non si sono mai degnati di farlo. Non è colpa di Smith se in dieci anni di disponibilità fisica del manoscritto nessuno si è mai degnato di eseguire un'indagine paleografica. Sotto questo profilo non ho niente da rimproverare a Smith. Il manoscritto esisteva, era disponibile per la consultazione, ma gli studiosi hanno oziato, anche loro basando l' indagine sulle fotografie monocromatiche.

Addenda al mio precedente post.

Come ho avuto modo di esplicitare in più di un occasione, secondo gli esiti dell'indagine lessicale e letteraria che ho eseguito in uno studio inedito, non sussistono prove concrete che la lettera non sia di stampo clementino. Il fatto che il testo sia esplicitamente clementino non depone a favore dell'autenticità del documento, così come non permette di affermare in modo disinvolto né la storicità di un vangelo segreto attribuito ai Carpocraziani, né l'esistenza di un vangelo mistico attribuito all'evangelista Marco. Ecco perché dal mio punto di vista, qualora il documento fosse realmente autentico, non dovrebbe essere annoverato tra le fonti di studio del cristianesimo primitivo.
Sul piano dell'ipotesi del falso, mi riservo la possibilità che Smith ne sia l'autore, ma a differenza dei suoi detrattori, che hanno puntato tutto su elementi fantasiosi che definirei ignobili per chi si occupa di filologia (c'è stato chi ha sostenuto che Smith era omosessuale!) e focalizzato l'attenzione sulla natura burlesca dell'affaire Smith, ritengo che, se di falso si tratta, l'autore non intendeva canzonare chicchessia, ma farsi accreditare come esimio scopritore di reperti sensazionali, per incrementare il suo prestigio accademico.
 
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view post Posted on 26/8/2008, 19:26     +1   -1
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Cit da Rain

) I monaci davvero volevano custodire meglio la lettera e l'hanno persa davvero tagliandola dal libro. Sembra assurdo. Che monaci pasticcioni...

(ii) I monaci hanno venduto per una ingente somma di denaro quel manoscritto a qualcuno, forse al mercato antiquario oppure qualcuno ha pagato per averlo e disfarsene, qualcuno che non voleva che quella lettera fosse scoperta.

(iii) I monaci hanno distrutto di loro inziativa il manoscritto per paura che quel testo divulgasse chissà quali notizie contrarie alla dottrina cristiana, una specie di "Nome della rosa" dei tempi moderni.



.... speriamo che Baigent o D. Brown non leggano questo post di Rain !!!!!!! :00002027.gif:



...certo che questa " sparizione " è strana .....



.... al di la degli scherzi, la faccenda è veramente spinosa , forse perchè l'indagine di Smith tocca un nervo scoperto, , ; la cosa più sorprendenre è che lo stesso Metzger, ne " il Canone del N.T. " fa delle considerzioni su Smith da scivolata maldestra , ovvero non sono assolutamente all'altezza del grande esegeta che conosciamo.

Per la storia gay, poi , siamo sul grottesco.


zio ot
 
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Hard-Rain
view post Posted on 26/8/2008, 19:45     +1   -1




CITAZIONE
Si, Smith ha mandato le fotografie del manoscritto ad alcuni paleografi di fama mondiale, i quali si sono espressi a favore dell'autenticità del reperto. Il risultato dell'indagine paleografica, con il parere degli esperti, è consultabile nel libro di Smith sul vangelo segreto Inoltre ha sempre sollecitato i paleografi ad esaminare il documento fisico, ma questi ultimi, per una ragione incomprensibile, non si sono mai degnati di farlo.

Carlson nel suo libro si occupa anche di una perizia calligrafica o sbaglio? Mi pare sia proprio lui. Ma allora mi chiedo: chi è questo Carlson da avanzare simili ipotesi se già dei paleografi professionisti hanno almeno esaminato le fotografie?

CITAZIONE
Sul piano dell'ipotesi del falso, mi riservo la possibilità che Smith ne sia l'autore, ma a differenza dei suoi detrattori, che hanno puntato tutto su elementi fantasiosi che definirei ignobili per chi si occupa di filologia (c'è stato chi ha sostenuto che Smith era omosessuale!) e focalizzato l'attenzione sulla natura burlesca dell'affaire Smith, ritengo che, se di falso si tratta, l'autore non intendeva canzonare chicchessia, ma farsi accreditare come esimio scopritore di reperti sensazionali, per incrementare il suo prestigio accademico.

Però Frances non avevi anche detto che soprattutto negli USA è molto rischioso fare un giochetto del genere, c'è da perdere il posto e da fare una figuraccia terribile. Oltretutto pare che Morton Smith non abbia occultato mai il documento vero e proprio, ricordiamoci che nel 1976 Stroumsa con studiosi del calibro di Pines e Flusser lo videro materialmente, quindi è esistito e chiunque poteva esaminare e studiare l'inchiostro, un bel rischio per Morton Smith. A meno di non supporre che i quattro studiosi e Stroumsa in particolare che ha rilasciato le dichiarazioni non fossero d'accordo con Morton Smith, ma l'ipotesi è assurda. Infatti si recarono a vedere il documento proprio perchè Flusser diceva che era un falso, egli non avrebbe mai "coperto" Morton Smith così tanto per fargli un favore. Intendiamoci, abbiamo un esempio di caso del genere, si tratta di Paul Coleman-Norton, professore universitario di lettere classiche che fu maestro addirittura di Bruce Metzger. Ebbene, Coleman-Norton disse che nel 1943 aveva intercettato un manoscritto che non gli fu permesso di tenere e del quale copiò soltanto il testo, che era un detto di Gesù scherzoso, pubblicò il risultato sette anni dopo in una autorevole rivista, come è raccontato da Ehrman. Ma si trattava di un falso, di un gioco che lo stesso Metzger riconobbe (1). Coleman-Norton col cavolo che si arrrischiò a produrre un manoscritto falso e a lasciarlo in circolazione col rischio che qualcuno lo vedesse realmente e potesse fare delle analisi chimico-fisiche.

CITAZIONE
Come ho avuto modo di esplicitare in più di un occasione, secondo gli esiti dell'indagine lessicale e letteraria che ho eseguito in uno studio inedito, non sussistono prove concrete che la lettera non sia di stampo clementino.

Nel mio piccolo, per quel poco di cose che so, posso parimenti dire che i frammenti attributi a Marco sono sostanzialmente in perfetto stile marciano e oltretutto citati come avrebbe potuto fare un "padre" come Clemente, cioè non si è aperto un manuale del NT e scopiazzato il testo (vedi l'esempio della nu mobile). L'unica cosa che mi lascia dubbioso è l'abbondanza di parti di frasi sovrapponibili con altre frasi del vangelo di Marco, che compaiono in altri punti. Posto che sia un falso, l'ipotetico falsario per riprodurre lo stile di Marco evitando di commettere errori avrebbe cucito qui è là pezzi di frasi di Marco che compaiono in altre parti per costruire nuove frasi, questa tendenza un po' effettivamente si nota.

NOTE.

(1) L'aneddoto è divertente. In Mt. 24:51 è scritto che colui che sarà gettato nell'oscurità subirà pianto e stridore di denti. Il frammento pubblicato da Coleman-Norton continuava dicendo che uno dei discepoli allora chiese cosa sarebbe potuto accadere per quelli che non avevano più i denti e Gesù rispose: "Oh uomo di poca fede! Se uno non ha i denti, questi gli verranno dati." Bruce Metzger ricorda che il suo professore, l'autore di questo falso, proprio a lezione ogni tanto faceva questa battuta, dicendo che nell'aldilà anche gli sdentati avrebbero avuto le dentiere per poter stridere i denti come dice il vangelo.

Edited by Hard-Rain - 26/8/2008, 22:34
 
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Frances Admin
view post Posted on 26/8/2008, 19:58     +1   -1




CITAZIONE
.... al di la degli scherzi, la faccenda è veramente spinosa , forse perchè l'indagine di Smith tocca un nervo scoperto, , ; la cosa più sorprendenre è che lo stesso Metzger, ne " il Canone del N.T. " fa delle considerzioni su Smith da scivolata maldestra , ovvero non sono assolutamente all'altezza del grande esegeta che conosciamo.

Per la storia gay, poi , siamo sul grottesco.

Si, se non ricordo male Metzger aveva riportato l'aneddoto relativo a due dei più ostici detrattori di Smith (vado a memoria, Fitzmeyer e un altro il cui cognome terminava in -er), che Smith aveva ribattezzato in "lier" (bugiardo), che faceva rima col loro cognome. Metzger per correttezza avrebbe dovuto riportare anche qualche delle cattiverie di questi due studiosi e di qualcun altro indirizzate alla persona di smith. E ci credo, vorrei vedere la reazione di un uomo che si vede apostrofato come "omosessuale"! Non è certo un argomento di carattere filologico! :lol:

CITAZIONE
Però Frances non avevi anche detto che soprattutto negli USA è molto rischioso fare un giochetto del genere, c'è da perdere il posto e da fare una figuraccia terribile.

Appunto perché è pericoloso avventurarsi nella produzione di falsi, se lui è l'autore del falso, ha eseguito un lavoro di rifinitura preciso, tale da confondere anche il più attento studioso. Infatti, sempre nell'ipotesi che si tratti di un falso, tale è la precisione del lavoro e dal momento che i detrattori non sono riusciti a spuntarla sul piano tecnico, hanno dovuto per forza scadere in speculazioni che investivano la persona di Smith. L'unico che ha prodotto qualcosa di serio è stato Criddle. Infatti quest'ultimo, a differenza degli altri che lo hanno preceduto, ha lavorato proprio sulla sconcertante perfezione di stile clementino esibito dalla lettera, che dovrebbe dare adito a poderosi dubbi di autenticità.

 
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Hard-Rain
view post Posted on 26/8/2008, 20:00     +1   -1




CITAZIONE
speriamo che Baigent o D. Brown non leggano questo post di Rain !!!!!!!

E' veramente assurdo e incredibile che questo documento sia stato perso nel XX secolo in assoluta buona fede. O qualcuno lo ha rubato o lo hanno venduto per soldi, questo non so! Escludo la responsabilità di Smith a motivo di quanto scritto nell'altro post.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 26/8/2008, 21:46     +1   -1




Tra i vari pareri abbiamo dunque A.H. Criddle, On the Mar Saba Letter Attributed to Clement of Alexandria, Journal of Early Christian Studies, vol. 3, 1995, pp. 215-220. Secondo questo autore la lettera sarebbe troppo clementina per essere stata scritta da Clemente di Alessandria, per così dire.

Un altro che si è occupato della lettera è Charles Murgia, Secret Mark: Real or Fake?, in Reginald Fuller (ed.), Longer Mark: Forgery, Interpolation, or Old Tradition?, Center for Hermeneutical Studies, Berkeley, 1976, pp. 35-40. Murgia nota come la lettera sia priva di errori tecnici di copiatura significativi e questo è piuttosto singolare per un documento copiato attraverso i secoli il cui originale fu composto all'inizio del III secolo da Clemente di Alessandria.

Nel libro di Ehrman ho poi trovato scritto che Morton Smith non era un esperto nel campo della paleografia (questo, almeno, è quel che scrive Ehrman) ma aveva solo una vaga idea della datazione della grafia (nota 9 al cap. IV, a pag. 330). Mi domando, dunque, come avrebbe potuto da solo fabbricare un manoscritto così perfetto da trarre in inganno tante persone. Non solo la grafia è ancora visibile oggi, sebbene solo nelle fotografie, ma come ho sottolineato più volte il documento era liberamente consultabile fino ad almeno il 1976, Morton Smith non si preoccupò di farlo sparire per timore che qualcuno eseguisse delle perizie fisiche, dunque non temeva nulla dal suo punto di vista. Personalmente devo dire che l'ipotesi che sia un falso, ma non prodotto da Morton Smith bensì da qualcuno prima di lui, mi affascina parecchio ed è la tesi sostenuta ad esempio da Eric F. Osborn e dal già citato A.H. Criddle. Ehrman definisce A. Darby Nock, che fu maestro di Morton Smith e fu con lui che si consultò durante la fase di studio della lettera, come "uno dei più grandi studiosi di antichità cristiane del XX secolo" e "uno dei pochi di quell'ambito che poteva probabilmente vantare una superiorità su Smith in alcune discipline da lui padroneggiate". Ebbene, A. Darby Nock pensava che la lettera non fosse autentica, ma non pensava che Smith o un qualunque altro falsario del XX secolo fosse l'autore fraudolento, ma pensava a un falsario del XVII o XIX secolo. L'ostacolo principale a questa ipotesi è la domanda: chi mai ha interesse a fare un lavoro del genere senza rendere nota la propria opera ma affidandola casualmente ai posteri? Tra le altre perplessità della tesi del falsario antico vi sono la mancanza di lessici e strumenti che aiutano enormemente nella costruzione di un testo falso. Aggiungo anche che quel libro è stato per anni e anni proprietà del monastero di Mar Saba,chissà come finì lì, se fu acquistato dai monaci quando era nuovo e appena uscito, in tal caso dovremmo postulare che il falsario sia stato qualcuno che viveva nel monastero o vi aveva avuto accesso, non so se a parte Smith nel corso della storia di quel convento siano mai passati di lì persone con capacità così grandi da produrre un simile falso. Noto poi ancora un'altra cosa: come è possibile che dopo il 1646 chi disponeva del testo della lettera di Clemente e lo ha copiato nel libro non abbia appunto pubblicizzato la sua scoperta? Nel XVII o XVIII secolo o anche oltre non siamo più nel medioevo o in un'epoca buia e barbara, vi era già una certa attenzione ai problemi filologici, la stessa edizione di Voss nel quale era copiata quella lettera è addirittura la prima edizione a stampa delle lettere di Ignazio di Antiochia depurate da quelle considerate spurie (per chi ha presente tutto il problema filologico dell'epistolario di Ignazio). Mi risulta difficile credere che ancora nel XVIII secolo qualcuno ebbe davanti un manoscritto di Clemente di Alessandria incompleto ma neppure troppo rovinato (tanto è vero che, come nota lo studio di C. Murgia, non vi sono errori di copiatura e/o lacune significative) e lo abbia trascritto buttandolo via, così, senza dire nulla a nessuno, tanto per fare. L'unica ipotesi che si potrebbe avanzare è che sia stato un monaco che riteneva compromettente quel testo, che ci parla comunque di un vangelo di Marco composto per l'elite spirituale (che poi i carpocraziani a loro volta falsificarono) per cui egli non divulgò la notizia, volendo comunque conservare la testimonianza, per non compromettere la dottrina, la Chiesa o non so che (ma quei monaci sono ortodossi quindi è anacronistico parlare di cattolicesimo).

CITAZIONE
Per la storia gay, poi , siamo sul grottesco.

Infine volevo segnalare che della questione omosessualità presunta di Morton Smith collegata ai frammenti marciani nella lettera ne parla Donald Harman Akenson, Saint Saul: A Skeleton Key to the Historical Jesus, Oxford University Press, New York, 2000, pp. 83-89.

Edited by Hard-Rain - 27/8/2008, 19:32
 
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view post Posted on 27/8/2008, 00:54     +1   -1
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Torno a ripetere che di elementi che si possono indicare come di un possibile pensieo gay legato a Smith su Gesù nel libro

NON VI E' LA MINIMA TRACCIA

.... stavo pensando, vista l 'importanza del testo ,

, ci si potrebbe organizzare per una dettagliata esegesi e commento,
capitolo per capitolo, con calma , ovviamente .


zio ot
 
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Hard-Rain
view post Posted on 27/8/2008, 07:20     +1   -1




CITAZIONE
, ci si potrebbe organizzare per una dettagliata esegesi e commento,
capitolo per capitolo, con calma , ovviamente .

Come dicevo avevo messo in rete quella piccola analisi sul lessico, limitata ai frammenti di Marco.

So che Frances stava lavorando a tutta l'epistola ma non ha ancora finito, il testo difatti è molto più lungo e complesso.

Edited by Hard-Rain - 27/8/2008, 11:22
 
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Hard-Rain
view post Posted on 7/9/2008, 21:22     +1   -1




Un aggiornamento.

Nel recentissimo libro di C. Augias - R. Cacitti, Inchiesta sul Cristianesimo, Mondadori, Milano,

a pag. 136 il professor Cacitti afferma che, secondo lui, non solo il cosiddetto vangelo "segreto" nella versione attestata dai due frammenti di Clemente è esistito davvero e deve considerarsi autentico, ma anche che il vangelo apocrifo di Pietro debba essere identificato proprio col vangelo segreto, non con il frammento di Akhmim. Cacitti rigetta l'interpretazione "omofila" dell'episodio del giovane, dicendo che al massimo può averla intravista Carpocrate, il testo avrebbe un altro senso di tipo battesimale e iniziatico.

Edited by Hard-Rain - 7/9/2008, 23:11
 
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pcerini
view post Posted on 7/9/2008, 22:43     +1   -1




CITAZIONE (Hard-Rain @ 7/9/2008, 22:22)
Un aggiornamento.

Nel recentissimo libro di C. Augias - R. Cacitti, Inchiesta sul Cristianesimo, Mondadori, Milano,

a pag. 136 il professor Cacitti afferma che, secondo lui, non solo il cosiddetto vangelo "segreto" nella versione attestata dai due frammenti di Clemente è esistito davvero e deve considerarsi autentico, ma anche che il vangelo apocrifo di Pietro debba essere identificato proprio col vangelo segreto, non con il frammento di Akhmim. Cacitti rigetta l'interpretazione "omofila" dell'episodio del giovane, dicendo che al massimo può averla intravista Carpocrate, il testo avrebbe un altro senso di tipo battesimale e iniziatico.

Sulla base di cosa il professore afferma queste cose in merito al vangelo segreto?
 
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