Studi sul Cristianesimo Primitivo

Giancarlo Tranfo - La croce di spine

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view post Posted on 24/10/2008, 14:13     +1   -1
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www.ufoforum.it/viewtopic.php?f=44&t=18168

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Il leggendario Giovanni , figlio del Grande Giuda di Gamla , difficile da definire,
in ogni caso su la figura di Giovanni propongo quato documento notevole.

http://it.youtube.com/watch?v=Bwo9za2bTTU



zio ot
 
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G. Tranfo
view post Posted on 4/11/2008, 15:46     +1   -1




Dopo tanto tempo mi riaffaccio...
Lo faccio salutando e rassicurando soprattutto i miei amici Hard Rain e Frances: non sono stato inghiottito da una voragine ma soltanto da terribili accadimenti che hanno segnato profondamente la mia vita privata.
Non mi era più possibile, inoltre, accedere al forum dalla mia postazione lavorativa e solo oggi mi accorgo che c'è di nuovo questa possibilità.
Che bello e quale onore: una discussione aperta sul mio libro!
Vorrei subito dire qualcosa affinchè il mio lavoro non venga inquadrato o catalogato in una scuola di pensiero definita.
Grazie all'intuizione di Emilio Salsi (da me sviluppata attraverso l'analisi di un passo di Guerra Giudaica nel V capitolo), credo di aver dimostrato che Giovanni figlio di Giuda il galileo è esistito e che "morì tra atroci tormenti" almeno... ufficialmente.
Il resto passa attraverso una lettura comparata dei canoni, delle opere di G. Flavio e degli Annales di Tacito. E' grazie a questo lavoro che nel capitolo 9 emerge l'evidente stralcio e/o posposizione di intere parti della narrazione di G. Flavio. L'intreccio di indizi (al limite dell'evidenza probatoria) lascia supporre che tutto accadde nell'anno 36 d.c.: tentativo di presa di Gerusalemme, arresto, processo (dinnanzi all'autorità civile) e crocifissione (forse non di Giovanni ma di un capro espiatorio... leggi Simone di Cirene).
La differenza tra me e Cascioli, Salsi e molti altri passa attraverso l'idea (mia) che dietro alla crocifissione si nasconda un autentico complotto che potrebbe aver portato Giovanni... molto lontano dal Golgota, nonchè attraverso l'individuazione (da parte mia) di una seconda figura ispiratrice del mito gesuano: Yeshua (Gesù) figlio del soldato romano Panthera.
Fonti: la letteratura rabbinica (con tutti i suoi limiti di trasparenza e credibilità) e Celso.
Non è una novità (ce ne rendono testimonianza i rotoli di Qumran) il fatto che le attese messianiche del popolo giudaico del tempo passassero attraverso due messia, uno dei quali condottiero di stirpe davidica e l'altro sacerdote...
Qualcuno osserva che una fonte scritta risalente come minimo al IV secolo (talmud) non può testimoniare attendibilmente fatti e personaggi del I.
Si può rispondere con Celso: già nel II secolo (discorso veritiero), lontano dai luoghi d'origine, era vivo e nitido il ricordo di un "impostore" che si era improvvisato mago e figlio di Dio (Mortom Smith ha scaricato l'inchiostro di molte penne sull'argomento).
La narrazione del romano Celso coincide in pieno con i flashes emergenti dalla confusa letteratura rabbinica di due secoli dopo: non può essere un caso!
Riscontri in Giuseppe? Certo: l'egiziano e la sua sfortunata adunata sul Monte degli Ulivi con tanto di sfoggio di poteri magici (il crollo delle mura).
D'altra parte in Atti non è forse presente sia il richiamo all'egiziano che la riferita convinzione di Paolo che in quegli anni (intorno al 60 d.c.) Gesù fosse ancora in vita?
L'evangelica fuga in Egitto del bambino Gesù servì verosimilmente a depistare dal viaggio di Yeshua nella stessa terra.
Giovanni e Yeshua, secondo me, furono mescolati in una sola individualità soltanto un secolo dopo dei fatti.
Ciò fu conseguenza
1) della confusione della memoria storica a causa dello sterminio generazionale conseguente a due guerre disastrose e ad un esodo forzato;
2) della necessità (altrove avvertita) di... uso un neologismo... carnificare l'avvento messianico affinche non prevalesse l'immaterialità docetistica e, soprattutto, la visione marcionita.
Al Soter fatto nascere retroattivamente fu poi fatta indossare la veste ellenistico- misterica dell'universalità. All'escatologia rivendicativa e rivoluzioanria del messianismo ebraico si sostituì l'indefinita attesa di una fine dei tempi di tutti e per tutti... ecc. ecc.
Questo tanto per precisare la mia visione (che in questa pagina non può ovviamente avere lo spazio sufficiente per essere illustrata appieno).
Un caro saluto di vera amicizia, nella speranza di poter rispondere (ma non posso garantirlo...) ad eventuali richieste di chiarimenti.

Giancarlo Tranfo
 
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Frances Admin
view post Posted on 4/11/2008, 19:54     +1   -1




Ciao Giancarlo, bentornato nel forum. :)
Sono sicura che gli utenti del forum desiderano porti molte domande. Inizio io con una domanda relativa alla variante testuale che ho intuito costituisca il perno teorico della tua tesi.
Avendo una certa dimestichezza che la tradizione manoscritta delle opere di Giuseppe Flavio (che ho ripreso circa un anno fa per la compilazione del documento sul "Testimonium Slavorum"), posso affermare che la ricostruzione del testo flaviano è fermo al secolo scorso. Sappiamo che l'editore del textus receptus di Giuseppe Flavio, B. Niese, prediligeva una certa tradizione manoscritta rispetto ad altri gruppi testuali. La variante che consegna il nome geografico "Gamala" che è associato a "Giovanni di Giscala" appartiene a una tradizione testuale qualitativamente inferiore. La tradizione testuale di Giuseppe Flavio può essere approssimativamente divisa in tre gruppi: il primo gruppo, sul quale si basa l'edizione critica tutt'ora in vigore, un secondo gruppo, le cui varianti testuali sono preziose per la ricostruzione del testo e un terzo gruppo, al quale appartiene anche la variante relativa a Giovanni di Giscala. Questo gruppo comprende manoscritti imparentati, il cui testo in una certa misura è affine a quello del Testimonium Slavorum. Non è stato accertata completamente la provenienza geografica di questo testo, ma è da tutti considerato inferiore, giudizio al quale mi associo. Inoltre, questa è l'unica variante su "Giovanni di Giscala" della tradizione manoscritta. In nessun altro passo delle opere di Giuseppe in cui è nominato Giovanni di Giscala c'è un manoscritto che riporta la dicitura "Gamala". Ciò significa che si tratta di una variante isolata, e questa tipologia di lezioni testuali generalmente si interpreta ricorrendo all'errore scribale, di casistica molto ampia, o resta senza soluzione.
Mi chiedevo se nel libro avevi riportato tali considerazioni che pertengono ai principi e all'esercizio della critica testuale.
 
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G. Tranfo
view post Posted on 6/11/2008, 16:20     +1   -1




CITAZIONE
Ciao Giancarlo, bentornato nel forum. :)
Sono sicura che gli utenti del forum desiderano porti molte domande. Inizio io con una domanda relativa alla variante testuale che ho intuito costituisca il perno teorico della tua tesi.

Ciao Frances, felicissimo di ritrovarti! ^_^

E' incredibile come abbia preso corpo la notizia secondo la quale la mia tesi si fonderebbe sulla variante testuale alla quale da più parti si fa cenno.
Posso decisamente smentire tale informazione sia con riguardo ai miei scritti che a quelli di Emilio Salsi che conosco bene (La Croce di Spine propone approfondimenti di più intuizioni allo stesso ascrivibili. La sua pubblicazione in anticipo sul libro di Salsi è puramente casuale).
A questo punto sono io che, ignorando l'esistenza dell'accennata variante, chiedo lumi in merito. Ritengo infatti che, sebbene meno forte dal punto di vista probatorio rispetto alle argomentazioni da me e da Salsi sostenute, detta variante possa costituire un ulteriore interessante indizio a sostegno dell'originaria presenza dell'irrequieto rampollo (Giovanni) nelle pagine di Giuseppe (a meno di non ritenere che la stessa, come da te ipotizzato, sia frutto di un mero ed isolato errore scribale nel contesto di una tradizione testuale secondaria e di limitata attendibilità).
Ma se invece la variante in questione testimoniasse in realtà la "sopravvivenza testuale" di una dicitura emendata da tutte le tradizioni più note, ritenute maggiormente attendibili?
D'altra parte anche la rilettura di Guerra Giudaica, VII, 252- 274 (sulla quale, stavolta si, è fondata la tesi da me sostenuta), presenta una "sopravvivenza testuale" che, unitamente ad altri abbondanti e pesanti indizi disseminati nel succitato passo, denuncia l'evidente superficialità degli stessi antichi "censori" che per primi, ritenendo erroneamente la narrazione riferita a Giovanni di Giscala, si sono limitati a sostituire l'appellativo di "barjona" appartenuto al fratello di Giovanni, con il patronimico (bar Ghiora) di un ben diverso Simone contemporaneo e rivale, appunto, di Giovanni di Giscala.
Per motivi pratici (economia di spazi) e non certo per incrementare la curiosità e di conseguenza le vendite, non posso, almeno in questa sede, ripoporre l'intero lungo paragrafo del cap. V (I due messia) nel quale, seguendo una ragionata esegesi del passo, si arriva alla conclusione che il personaggio trattato non può materialmente essere Giovanni di Giscala mentre sembra essere senza ombra di dubbio un discendente (verosimilmente un figlio) di Giuda il Galileo di nome Giovanni.
Comunque è su detta lettura che si fonda la tesi sostenuta sia da me che da Salsi.
Di nuovo un caro saluto a tutti, nella speranza di poter intervenire nell'eventuale sviluppo del dibattito.

Giancarlo Tranfo
 
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Santos88
view post Posted on 24/11/2017, 09:12     +1   -1




Buongiorno, a 9 anni dall'uscita de La Croce di spine di G. Tranfo, volevo sapere se le sue tesi hanno avuto uno sviluppo e se qualche membro di questo forum le ha analizzate e cosa ne pensi. Sono tesi sostenibili?
Grazie
 
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view post Posted on 27/11/2017, 14:43     +1   -1
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Celebrità

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CITAZIONE (Santos88 @ 24/11/2017, 09:12) 
Buongiorno, a 9 anni dall'uscita de La Croce di spine di G. Tranfo, volevo sapere se le sue tesi hanno avuto uno sviluppo e se qualche membro di questo forum le ha analizzate e cosa ne pensi. Sono tesi sostenibili?
Grazie

A nove anni come a nove minuti la risposta è: ovviamente no.
 
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20 replies since 21/5/2008, 17:27   1534 views
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