CITAZIONE
Ciao Giancarlo, bentornato nel forum.
Sono sicura che gli utenti del forum desiderano porti molte domande. Inizio io con una domanda relativa alla variante testuale che ho intuito costituisca il perno teorico della tua tesi.
Ciao Frances, felicissimo di ritrovarti!
E' incredibile come abbia preso corpo la notizia secondo la quale la mia tesi si fonderebbe sulla variante testuale alla quale da più parti si fa cenno.
Posso decisamente smentire tale informazione sia con riguardo ai miei scritti che a quelli di Emilio Salsi che conosco bene (La Croce di Spine propone approfondimenti di più intuizioni allo stesso ascrivibili. La sua pubblicazione in anticipo sul libro di Salsi è puramente casuale).
A questo punto sono io che, ignorando l'esistenza dell'accennata variante, chiedo lumi in merito. Ritengo infatti che, sebbene meno forte dal punto di vista probatorio rispetto alle argomentazioni da me e da Salsi sostenute, detta variante possa costituire un ulteriore interessante indizio a sostegno dell'originaria presenza dell'irrequieto rampollo (Giovanni) nelle pagine di Giuseppe (a meno di non ritenere che la stessa, come da te ipotizzato, sia frutto di un mero ed isolato errore scribale nel contesto di una tradizione testuale secondaria e di limitata attendibilità).
Ma se invece la variante in questione testimoniasse in realtà la "sopravvivenza testuale" di una dicitura emendata da tutte le tradizioni più note, ritenute maggiormente attendibili?
D'altra parte anche la rilettura di Guerra Giudaica, VII, 252- 274 (sulla quale, stavolta si, è fondata la tesi da me sostenuta), presenta una "sopravvivenza testuale" che, unitamente ad altri abbondanti e pesanti indizi disseminati nel succitato passo, denuncia l'evidente superficialità degli stessi antichi "censori" che per primi, ritenendo erroneamente la narrazione riferita a Giovanni di Giscala, si sono limitati a sostituire l'appellativo di "barjona" appartenuto al fratello di Giovanni, con il patronimico (bar Ghiora) di un ben diverso Simone contemporaneo e rivale, appunto, di Giovanni di Giscala.
Per motivi pratici (economia di spazi) e non certo per incrementare la curiosità e di conseguenza le vendite, non posso, almeno in questa sede, ripoporre l'intero lungo paragrafo del cap. V (I due messia) nel quale, seguendo una ragionata esegesi del passo, si arriva alla conclusione che il personaggio trattato non può materialmente essere Giovanni di Giscala mentre sembra essere senza ombra di dubbio un discendente (verosimilmente un figlio) di Giuda il Galileo di nome Giovanni.
Comunque è su detta lettura che si fonda la tesi sostenuta sia da me che da Salsi.
Di nuovo un caro saluto a tutti, nella speranza di poter intervenire nell'eventuale sviluppo del dibattito.
Giancarlo Tranfo