CITAZIONE (Hannah1 @ 5/6/2008, 09:59)
Non è anomalo: i protestanti sono in maggioranza sostenitori del concepimento verginale ma non del parto verginale. Il che è sicuramente contraddittorio, come se Dio facesse le cose a metà
Sì, probabilmente definirlo "anomalo" in relazione al protestantesimo tout court, è eccessivo e sbagliato.
Credo però che lo si possa forse definire tale in relazione alla teologia protestante del Novecento.
Per carità, di teologia e di teologi protestanti ne so proprio poco (magari ElijahSix ci può aiutare!), però sono certo che Pannenberg è assolutamente contrario al concepimento verginale ("
Nel suo contenuto, la leggenda della nascita verginale di Gesù sta in una contraddizione inconciliabile con la cristologia dell'incarnazione del Figlio di Dio preesistente quale si trova in Paolo e Giovanni", tradotto da
Jesus - God and Man, SCM Press, London, 2002), e si oppone apertamente alle affermazioni di Barth.
Moltmann da parte sua afferma che "
la nascita verginale non è un elemento portante della fede neotestamentaria in Cristo", e ch, dal punto di vista storico, le "
storie della nascita" sono delle "
leggende", "
proiezioni secondarie che i testimoni pasquali hanno fatto del Cristo risuscitato e presente nello Spirito, dato che esse trasformano in un inizio prenatale di Cristo esattamente ciò che si è reso manifesto nel Risorto e presente nello Spirito".
Dopodichè, dal punto di vista teologico fa notare come "
si dovrà mettere in risalto la nascita vera e reale di Cristo. Oggi i discorsi che si fanno sulla 'nascita verginale' da Maria restringono pericolosamente l'umanità di Cristo, quando al posto di un processo umano-naturale ci delineano uno di tipo umano-sovrannaturale" e cita Pannenberg secondo cui "
così non si capisce più per quale motivo Gesù, in quanto Figlio di Dio, doveva venire al mondo in una maniera diversa da quella di tutti gli altri uomini". Infine, propone di sostituire il concetto di "
nascita verginale" con quello di "
nascita dallo Spirito" (tutte le citazioni si riferiscono alle pagine 98-106 di La via di Gesù Cristo, Queriniana, Brescia, 1991).
Infine mi pare che anche Paul Tillich si sia sbarazzato senza mezzi termini del concepimento/nascita verginale, ma non so addurre riferimenti precisi (ricordo di averlo letto in un libro di Renè Girard e altrove).
Probabilmente le cose stanno così: molti fedeli all'interno delle varie chiese protestanti (ma di certo non tutti) accolgono volentieri il discorso del concepimento/nascita verginale. Magari le cose stanno diversamente laddove il fedele è teologicamente di tendenza liberale.
Sul piano invece del panorama teologico, oso supporre (ma non ne ho affatto le prove!), la maggioranza (o comunque una buona parte) sia propensa piuttosto ad interpretare la nascita di Gesù in modo "non miracoloso" ossia mediante il normale concorso biologico del padre umano. Del resto anche all'interno del cattolicesimo ci sono diversi teologi che pensano lo stesso (benchè, in questo caso, non siano in alcun modo una maggioranza e forse nemmeo una "buona parte").
Ma su tutto questo penso che ElijahSix possa chiarirmi di molto le idee.
P.S. faccio notare che nelle citazioni di Pannenberg e Moltmann si parla di "nascita verginale": ciò non deve indurre a pensare che essi, con tale negazione, si stiano riferendo a quella che noi cattolici chiamiamo "virginitas in partu", come se invece accogliessero il "concepimento verginale". Ciò è invece da ricondurre al fatto che molti autori impiegano l'espressione più familiare "nascita verginale" là dove sarebbe opportuno ricorrere a quella più precisa di "concepimento verginale". Ma ciò a cui i vari Pannenberg, Moltmann e (credo) Tillich si oppongono (contro Barth) è il "concepimento verginale", ossia una modalità miracolosa di concepimento, senza il concorso biologico del padre umano.
Poi mi sembra ovvio che chi non accetta il "concepimento verginale" nemmeno accetti il "parto verginale", la "virginitas in partu".
Anzi, magari quest'ultima non l'accettava nemmeno Barth ...non lo so!...il punto è che non è vero che sia contraddittorio sostenere il "concepimento verginale" e negare il "parto verginale". Dire che Gesù è stato concepito solo per virtù della potenza dello Spirito Santo e senza il concorso biologico paterno, è qualcosa di molto diverso dal dire che il parto sia avvenuto in modo miracoloso, tale da preservare la verginità strettamente FISICA di Maria, sulla quale Karl Rahner osserva che l'affermazione della tradizione circa la
virginitas in partu non offre la possibilità di "
dedurre, in maniera sicura e obbligante per tutti, delle asserzioni circa particolarità concrete di questo evento" (K. Rahner, "Virginitas in partu", in
Saggi di cristologia e mariologia, Paoline, Roma 1967, 411) e infatti abbiamo anche teologi cattolici conservatori, come Jean Galot (
Maria. La donna nell'opera della salvezza, Pont.Univ.Gregoriana, Roma, 1991 p.170-172), che non accettano di interpretare la "virginitas in partu" in modo letteralmente fisico ("integrità della carne"), come modalità di parto miracoloso e diverso rispetto al parto di tutte le altre donne: "
Se lo scopo della verginità non è di chiudersi a tutto ma di aprirsi a Dio, l'apertura del seno materno per il passaggio di Dio stesso, nno è il supremo coronamento della verginità corporale di Maria?").