Per Spener
CITAZIONE
“Innanzitutto concordo con la posizione equilibrata di Serveto quando dice che per i TdG non si tratta di una questione dogmatica e che nulla vieta che in futuro si possa cambiare nuovamente idea.”
L'argomentazione è capziosa. Per i TdG niente è dogma, nel senso che questa parola non viene applicata, ma tutto va trattato come dogma. Nel cattolicesimo i punti su cui un cattolico deve necessariamente essere d'accordo con la posizione del magistero si contano sulle dita di due mani, e per il resto c'è libertà di dibattito. Un TdG invece, sebbene non chiami nulla dogma, non può mettere in discussione pubblicamente alcun intendimento della WTS, di qualsiasi argomento si tratti. Motivo per cui, il fatto che per i tdG questa dottrina potrà cambiare, non toglie il fatto che in modo assai schizofrenico essi sono tenuti a considerarla sicura.
CITAZIONE
“Se Gesù portò solo il patibulum, perchè molte Bibbie affermano che Gesù portò la “croce”? Se fosse veramente stato il patibulum, non sarebbe più appropriata la traduzione “palo” così come rende la TNM?”
Su questo sono d'accordo, tradurre in un certo modo può alimentare degli equivoci.
CITAZIONE
“abbia utilizzato “stauros” nel cap. 15 verso 21 per indicare il “patibulum” e nel medesimo contesto, immediatamente dopo, al verso 30, abbia utilizzato sempre la stessa parola per indicare invece lo strumento completo della croce a due bracci del Golgota. “
E' del tutto ovvio che così avvenga né potrebbe avvenire diversamente, visto che sia ciascuna delle due parti della croce, sia la croce intera, in greco si dicono sempre stauros. Il fatto che sia usato lo stesso termine sia per il legno portato sia per quello cui si è appesi non indica alcunché. Artemidoro fa un'operazione identica perché scrive “chi è appeso allo stauros, prima se lo porta”, ma sappiamo dal resto del testo che non ha affatto in mente una crux simplex perché parla di “legni” della croce al plurale. In effetti si è appesi per le braccia proprio al legno che si è portato sulle spalle, il patibulum, da qui l'equivoco sematico su cui giocano i TdG.
CITAZIONE
“Del resto, possiamo davvero pensare che, se GC proferì veramente le parole riportate in Marco 8:34 “Ora chiamata a sé la folla con i suoi discepoli, disse loro: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda il suo stauros e mi segua di continuo”, avesse in mente lo strumento a due bracci? Come se avesse saputo in anticipo con quale mezzo sarebbe morto e quale precisa forma esso avrebbe avuto?”
Problema inesistente. Se sei un cristiano fondamentalista puoi ammettere che Cristo avesse consapevolezza del suo destino futuro in quanto Figli di Dio, se invece accetti il metodo-storico critico puoi parlare di allusioni post-eventum messe in bocca a Cristo dalla comunità primitiva. E, da ultimo, se anche la tua ipotesi fosse corretta e Gesù parlasse in questo contesto di tronchi portati al mare, non cambierebbe nulla, perché nessuno ha mai negato che stauros possa indicare un palo, ma il fatto che abbia questo significato nel contesto che tu suggerisci non implica che ce l'abbia altrove, nel contesto di un'esecuzione capitale romana.
CITAZIONE
“I TdG, e io concordo ovviamente, sostengono che i soli vangeli non sono in grado di fornire elementi utili a precisare la forma, e che gli “indizi” propendono casomai verso una scelta paliforme. “
Gli indizi pro-palo sarebbero?
CITAZIONE
“Per quanto riguarda le prove “archeologiche” o eventuali “rappresentazioni iconografiche”, non mi risulta che ve ne siano di riconducibili a tesimonianze dirette dell'avvenimento sul Golgota”
Questo non è di nessuna rilevanza. Per la maggior parte della critica moderna non è riconducibile a testimonianze dirette della vita di Cristo nulla che sia scritto nel Nuovo Testamento. Curiosamente però i TdG accettano che, ad esempio il IV Vangelo sia scritto da Giovanni, testimonianza tarda riportata per la prima volta da Ireneo, mentre rigettano la consapevolezza della comunità cristiana primitiva sulla forma della croce che è attestata non solo in Ireneo, ma anche prima di lui. In storia antica non si va avanti col criterio delle sole testimonianze oculari, solo un dilettante potrebbe porsi problemi simili, perché evidentemente ignora che dovrebbe stralciare 3\4 di qualsiasi manuale di storia antica.
CITAZIONE
“Del resto le protocomunità, con un riconosciuto retaggio giudaico, ereditarono il divieto di fare immagini. “
Oltre al fatto che non esiste nel I secolo la sola comunità primitiva di matrice giudaica, ma anche i gentili convertiti, il divieto di fare immagini sacre non è un divieto anche per i simboli stilizzati o per la descrizione letteraria di qualcosa, come vediamo nello pseudo-Barnaba, in Ignazio, in Giustino, in Ireneo, o Tertulliano: gente proveniente dalle più diverse regioni dell'impero eppure massicciamente concorde non solo nel mettere in rilievo la croce, ma nel descrivercene la forma.
CITAZIONE
“I TdG affermano che la forma a due bracci sia ben attestata a partire dal secondo secolo “
E dove lo affermerebbero visto che ho citato appena pochi post fa una pubblicazione ufficiale in cui si sosteneva che soltanto nel IV secolo alcuni avrebbero iniziato a pensare che Cristo fosse morto in croce?
CITAZIONE
“quando questo retaggio giudaico era ormai perso, e che essa sia da attribuirsi non tanto a testimonianze certe, quanto alla concezione dominante nel tempo. Ed è indubbio che, essendo la crocifissione su uno strumento a due braccia molto diffusa fra i romani, le prime rappresentazioni si orientarono in tal senso.”
Orbene, se era così diffusa, al punto da far dimenticare qual era la forma originaria della croce del messia, perché ipotizzare che con Cristo sia andata diversamente, e che i cristiani siano stati così incapaci da perdersi per strada la forma della croce del loro redentore? Ma sopratutto, che prove ci sono a sostegno di questa tua ipotesi di uno dimenticanza della forma originare? E' l'ennesima ipotesi ad hoc gratuita fatta per far restare in piedi il teorema della WTS? Inconfutabile in quanto basato sul nulla e dunque con nulla che possa essere confutato?
CITAZIONE
“Tutte le ipotesi su quanto lungo fosse il palo, su quale fosse il suo diametro, ecc.. rimangono tali. Tanto ci basta, al momento, per rimanere al significato basilare di “trave/palo”. “
Il fatto che, nella tua ipotesi, i cristiani si siano dimenticati della forma del palo a favore di quella della croce, presuppone che la crocifissione fosse più frequente, anzi molto più frequente, perché solo in questo caso si spiega che, dinnanzi ad un bombardamento di crocifissioni, i cristiani si siano dimenticati la forma dello stauros di Cristo. Ma, se così è, e poiché siamo anche nei Vangeli in contesto di esecuzione capitale romana, perché non ritenere anche questa volta che, esattamente come negli anni successivi dove la crocifissione era così frequente da far dimenticare il palo, anche qui debba essere stata usata la stessa pratica con molta più probabilità del palo. Inoltre, dove sarebbe questa fase di transizione tra una primitiva credenza in Gesù Cristo messo al palo e un successivo oblio che vede Cristo messo in croce? Le fonti parlano da subito di oggetti cruciformi, sin da fine I secolo con Ignazio e la sua menzione dei rami della croce: la tua idea di una perdita di memoria e di uno stadio intermedio dove i cristiani avrebbero saputo che Cristo era morto sul palo non è in alcun modo documentabile, è cioè una pura ipotesi ad hoc, e come tale l'unico commento è un:
quod gratis adfirmatur, gratis negatur.
Per di più se i romani affiancavano alla crocifissione la sospensione al palo seppure in una misura ridotta, al fine che sia possibile dire che i cristiani dimenticarono il palo a favore della croce ma che tuttavia non è impossibile che Cristo sia stato messo al palo, allora perché nelle testimonianze patristiche non troviamo un misto di attestazioni paliformi e cruciformi ma sempre e solo cruciformi? Possibile che un processo di oblio graduale non lasci tracce ed invece attesti massicciamente e solo una lettura?
Ad maiora