Caro Teodoro,
CITAZIONE
Notare che come profetIzzato, il barna ricorre alla consueta strategia di far sembrare che i lessici gli diano ragione, salvo non fornirne le coordinate quando qualcuno gliele chiede.
"
Gesù è per eccellenza il rivelatore divino, Logos preesistente, creatore del tutto, che assume forma umana e si presentò come "uomo divino" [...] Il Padre lo ha inviato compiendo un atto d'amore. In lui Dio ha manifestato la sua doxa. In quanto rivelatore perfetto di Dio, Gesù stesso è theos (1,1b; 20,28). In questo titolo di Gesù, che si presenta nella prima volta nel N.T., traspare il significato predicativo più antico di theos. Ma il Padre e il Figlio sono una cosa sola (10,30.38; 14,7 ss; 17,11.21ss) in ciò che costituisce l'essenza della divinità: nella agape. Poiché Dio è agape, Gesù, essendo colui che lo rappresenta tanto perfettamente è theos".
H.D. Betz, in H. Balz-G. Scheider,
Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, Paideia, 1995 (2004), p. 1618.
Ti bastano le coordinate o devo ribadire la brutta figura che hai fatto citando in modo parziale (per usare un eufemismo) la voce?
CITAZIONE
Se dobbiamo ragionare in questa maniera dilettantesca allora i passi "certi" sono zero, perché la categoria "certo" negli studi umanistici semplicemente non esiste
Devo risponderti? Quali sono i mss antichi che mettono in dubbio il testo di Giovanni 1,1 e Giovanni 20,28?
CITAZIONE
Questi sono citazioni dalla LXX, dunque non un testo di Giovanni
Per la precisione c'è
una citazione della LXX mentre l'altra
è l'applicazione che Giovanni fa del termine a Gesù per chiarirne la posizione rispetto all'accusa dei farisei.
CITAZIONE
sono sempre i relitti preesilici che non dimostrano affatto che nel lessico giovanneo θεος volevve indicare qualcosa di diverso dal vero Dio o da falsi dèi
ll termine "relitti preesilici" è privo di senso, dato che il testo della LXX è ovviamente
post-esilico e qualunque cosa si intendesse con
'elohim prima dell'esilo qui tanto i traduttori della LXX (al più tardi nel III secolo a.C.) che Giovanni stesso
gli attribuiscono un senso molto chiaro che non ha nulla a che fare con YHWH né con i falsi "dei e dee", questo è d'altronde quello che attesta il BDAG (e non Paperino): "
J 1:1b (w. ὁ θεός 1:1a, which refers to God in the monotheistic context of Israel's tradition. On the problem raised by such attribution s. J 10:34 [cp. Ex 7:1; Ps 81:6]" che
risolve il problema del contesto monoteistico citando proprio Giovanni 10,34. Immagino che il Bauer fosse avvertito rispetto al problema, da te sollevato, dei "relitti preesilici" eppure scrive: "of humans θεοί (as אֱלֹהִים) J 10:34f (Ps 81:6; humans are called θ. in the OT also Ex 7:1; 22:27; cp. Philo, Det. Pot. Insid. 161f, Somn. 1, 229, Mut. Nom. 128, Omn. Prob. Lib. 43, Mos. 1, 158, Decal. 120, Leg. All. 1, 40, Migr. Abr. 84)".
Per altro l'uso di "theos" per indicare esseri portatori di un
particolare ufficio divino è attestata altrove nel NT, nella LXX e in Filone (Det. Pot. Insid. 161f, Somn. 1, 229, Mut. Nom. 128, Omn. Prob. Lib. 43, Mos. 1, 158, Decal. 120, Leg. All. 1, 40, Migr. Abr. 84 oltre che laddove parla del Logos) nonché, come abbiamo visto, in Giustino. Giovanni, la LXX e Filone non fanno altro che attualizzare il significato di theos alla loro epoca. Che sia un uso poco diffuso è assolutamente indifferente rispetto alla lettura del testo, dato che
Giovanni 1,1c rientra proprio in quei rari casi in cui "theos" (senza articolo) è attribuito ad esseri diversi da YHWH.
CITAZIONE
di questo non ce ne importa niente, visto che non fa alcun problema che il Figlio non sia il Padre.
In che senso non fa alcun problema? Perché non provi ad uscire dalla tua logica dottrinale? Per quanto ci interessa in questa discussione sull'uso di "theos" il Figlio resta un essere diverso da YHWH e dunque l'uso di "theos" senza articolo per Gesù è assolutamente coerente con quello consueto per altri esseri diversi da YHWH e detti "theos".
CITAZIONE
possiamo piuttosto affermare con certezza che o ci fai o ci sei, ma io propendo per la prima, a questo punto la disonestà intellettuale ha il sopravvento sulla (di per sé giustificabile) ignoranza
Sei
nervosetto sento... vedi, il fatto che tu ti rivolga a me in modo maleducato non vedo come possa aggiungere anche uno
iota al dibattito, al massimo dimostra che sei
id-iota. Dai... non prendeterla per la battuta, era per stemperare un pò la discussione davanti alla tua evidente
resa intelettuale.
CITAZIONE
E in che cosa questo cambierebbe il senso di ciò che ho detto? Se l'autore della voce del DENT ha dei voli poetici e teologici in cui vuole dire che l'essenza divina è l'αγαπη (molto agostiniano), chissenefrega, resta che afferma che il senso che emerge dalla lettura di Gv è l'unità di essenza tra Padre e Figlio, niente di diverso da ciò che dice il tuo odiatissimo Atanasio
Scusami, ma allora non ci siamo. L'autore non fa alcun vole poetico o teologico, né sta ragionando in termoni agostiniani, a te sfugge che:
1. Quella frase
non è riferita al passo di Giovanni 1,1c: 20,28 e non indica alcuna essenza in senso trinitario poiché specifica: "Poiché Dio è agape, Gesù, essendo colui che lo rappresenta tanto perfettamente (3,16-21; 4,34; 5,36; 17,4.23; 19,28.30) è theos". Dunque l'essere "theos" di Gesù è riferito non alla natura o all'unità ontologica tra Dio e Gesù ma al ruolo
di rappresentante (questo termine elequente usa il Betz) perfetto di Dio.
2. Riguardo a Giovanni 1,1c il Betz dice: "
In quanto rivelatore perfetto di Dio, Gesù stesso è theos (1,1b; 20,28). In questo titolo di Gesù, che si presenta nella prima volta nel N.T., traspare il significato predicativo più antico di theos". Di nuovo "theos" è inteso esattamente come in Giovanno 10,34 riferito al ruolo di rappresentante, di rivelatore, di "ho theos".
Non aggiungo altro perché se non capisci cosa intendono questi passi è preoccupante.
CITAZIONE
Questo giusto per far vedere al mondo quanto il Kittel sostiene le assurdità di barnabino
Mi pare che tu il Kittel non abbia neppure provato ad aprirlo, se non per postare quello che più ti fa comodo. Vediamo come esordisce lo Stauffer (theos, C,2,g) te lo cito dall'edizione maggiore in inglese, che è la sola che ho in formato elettronico:
"Jesus then shows them from the θεοί ἐστε of Ps. 82:6 that to use this term of men is not inconsistent with biblical thinking, so that a title which seems to be applied to men in Ps. 82 (→ 96) cannot be denied in principle to the Holy One who is sent by God. But the only title which He himself claims, of course, is that of υἱὸς τοῦ θεοῦ. In Hb. 1:8 f. the way which is entered here is trodden to the very end, and an OT Theos predication is applied typologically to the υἱός—the twofold ὁ θεός of Ps. 45:7 f., which in
the psalm is addressed to the divinely anointed king (→ 96): ὁ θρόνος σου, ὁ θεός, εἱς τὸν αἰῶνα, and διὰ τοῦτο ἔχρισέν σε, ὁ θεός, ὁ θεός σου.
Thus the supreme OT designation of office is transferred to Christ, and Christ is exalted to be the only legitimate bearer of this title. Moreover, Christ is also called θεός quite independently of OT sayings and concepts"
Ti ho evidenziato i passi in cui viene mostrata l'attualizzazione e l'applicazione che dei passi dove, in origine, theos non era riferito ad YHWH, ma ad esseri umani:
tali passi sono ora applicati alla figura di Gesù.
Poi rispetto a Giovanni 1,1c (ed è il passo che hai citato tu, che io cito per intero) dice:
"The lack of article, which is grammatically necessary in 1:1, is striking here, and reminds us of Philonic usage (→ n. 114). The Logos who became flesh and revealed the invisible God was a divine being, God by nature". Secondo lo Stauffer l'assenza dell'articolo rimanda all'uso filoniano di theos. Certo, per Stauffer Gesù è Dio in natura, ma dobbiamo capire in quale ottica dobbiamo leggere il senso di "essere divino" dato che Filone poteva pensare al Logos come "theos" senza identificarlo ontologicamente con "ho theos".
Infine dopo aver a lungo esaminato la questione lo Stauffer conclude:
"Thus the basic christological ideas of Paul and John are faithfully preserved.
Christ is the Representative of God. But the Christology of the NT is carried to its logical conclusion with the thorough-going designation of Christ as θεός. He is not merely a Representative of God.
He is the Representative of God in the world and in history. For He is instituted and equipped by God the Father. He is Himself the Bearer of the divine office".
Come vedi il Kittel è molto ricco di idee, e non è affatto dogmatico come tu pretendi, specialmente non nega affatto che l'usodi "theos" possa avere come antecedente quello biblico di un essere portatore id un ufficio divino.
Shalom