| Porca di quella zozza,ci ho messo un casino di tempo a scrivere questo post,Polymetis,se non sarai sintetico nella prossima replica ti mandero' mille maledizioni.
Dunque,iniziamo.
Evidentemente non sai la differenza tra vero, falso e intepretazione.
A questa affermazione gratuita rispondo altrettanto gratuitamente con l'asserire che tu evidentemente confondi la realta' con il pensiero,idealismo allo stato puro,mitizzazione della logica portata all'ennesima potenza.
Ho detto infatti che dire che “tutto è interpretazione” non rende falso quest'assunto,.
Parlare di vero e falso non e' solo una mera questione di logica,per te invece e' solo una quetione logica che a mio parere si risolve in pura illusione razionale (oltre che in negazionismo ermeneutico).
bensì rende quest'assunto a sua volta un'interpretazione, dunque qualcosa non falso, ma qualcosa che può essere vero o falso. Asserire che tutto è interpretazione, e che questa è una mia interpretazione, non rende la frase falsa, ma neppure vera, io infatti non sto dicendo che posso provare che sia vera .
Non possono esistere interpretazioni senza fatti,per il semplice fatto che non puoi desumere una verita' o falsita' creata solo dalle asserzioni,e' questo il punto che io ribadisco,altrimenti io mi permetto di dire che Babbo Natale esiste e' vero senza avere la presunzione di una verifica fattuale.Come vedi,ti confuti da solo.
Proponi che tutto sia interpretazione e che il valore di verita' e falsita' sia solo una mera espressione formalistica,cosa che io ti contesto decisamente,in quanto sostenere che alcune asserzioni siano indecidibili non dimostra in alcun modo che il fatto di per se' non esista,altrimenti significherebbe confondere realta' e pensiero,confondere l'indecidibilita' (una posizione semplicemente logica) con la fattualita'.
E chi ha mai affermato che tu avresti affermato che tutto è falso? Ho solo cercato di spiegarti, facendo vedere la differenza tra due tipi di frasi, che mentre “tutto è falso” si confuta da solo, “tutto è interpretazione” porta solo a dire che anche quest'ultima è un'interpretazione, e il valore di verità non viene negato bensì solo dichiarato indecidibile, per la realtà stessa.
Al di la' del fatto che di una simile distinzione non me ne puo' importare nulla,dato che parlavamo solo di una precisa asserzione,l'indecidibilita' che tu poni alla base porta dritto dritto alla negazione di se' stessa se non pone come criterio di base la fattualita',infatti,l'indecidibilita',se non si pone come tale,diventa essa stessa inesistente,annulla se' stessa,e ti diro' che l'indecidibilita' come viene concepita nei sistemi matematici non ha alcun senso se non all'interno di sistemi complessi in cui convivono enunciati decidibili assieme ad altri indecidibili,l'indecidibilita' e' il prodotto di un preciso grado di dedidibilita' (a meno che io non abbia preso un'abbaglio nella comprensione delle teorie di Godel).Ora,dire che solo l'interpetazione esiste,significa guarda caso porre una fattualita',questa asserzione con cio' e' tutta una contraddizione,non solo logica,ma anche di natura ontologica.
Il fatto che io creda che sia vero che tutto è interpretazione, e cioè che nulla è dimostrabile, è diverso dal credere che tutto sia falso. Un conto è dire “tutto è intepretazione”, altro è dire “tutto è falso”, perché possono esistere interpretazioni vere o fals (anche se non sapremo mai quali sono quelle vere), mentre non esiste un falso vero.
Di nuovo,se credi che sia vero che tutto e' interpretazione,allora devi per forza di cose porre un minimi criterio di fattualita',dato che le asserzioni non potrebbero mai essere dette vero o false senza fattualita', se avessero mera valenza logica, si autoannullano oppure sono insignificanti,non hanno alcun valore,(altrimenti potrei dire che Babbo Natale esiste e' vero senza colpo ferire).Anche l'indecidibilita',come dicevo prima,e' inprescindibile dalla fattualita'.
Io sono realista, il mondo esterno esiste, il problema è nel soggetto. Questo mondo esterno non si dà mai come dato neutro al soggetto.
E che c'entra questo con il problema della negazione della fattualita'?
Ma infatti io non ho detto che la mia posizione è un fatto, cioè che sia incontestabile, è anch'essa una mia intepretazione.
Una interpretazione che si autoannulla dato che non gode di alcuna fattualita' (visto che l'indecidibilita' non ha alcun valore se non sul piano meramente logico e cioe' nullo
Sì ma perché le strutture nervose sarebbero indispensabili a definire una persona? Evidentemente per quello che fanno, cioè produrre la coscienza, ergo quello che conta è la coscienza.
Il cervello strutturalmente parlando non e' subordinato alla coscienza,se la coscienza smettesse di agire (come nei casi di certi stati di coma temporaneo) non significa che il cervello smetta di funzionare,non e' che il cervello abbia come unica funzione l'espletamento delle attivita' cognitive.Anche qui,se certe funzioni cessano e' perche' certe strutture nervose sono danneggiate.
Ma se esse non funzionano, come fai nell'intermezzo a salvaguardare la personalità di quest'individuo?
Se le analisi mostrano un notevole grado di distruzione delle strutture nervose,tali da non consentirne piu' in alcun modo un ripristino delle attivita' cerebrali generali,ovvio che non puo' essere piu' tutelato in alcun modo,altrimenti dovremmo tenere in vita tutti quegli infartuati la cui carenza prolungata di ossigeno al cervello determina devastazioni importanti.
Il fatto che le abbia, e che dunque in futuro potrebbe recuperare la coscienza, non toglie il fatto che non ce l'abbia in quell'istante. Allo stesso modo potrei replicare che anche un'embrione, pur non avendo queste strutture, è destinato ad acquisire quella coscienza. Ergo che differenza c'è tra l'averle non funzionanti e il non averle se in tutti e due i casi non c'è coscienza?
Nel caso dell'embrione la differenza non e' funzionale (che razza di differenza potresti porre se non ha nessuna struttura in grado di espletare funzioni cognitive?) ma bensi' qualitativa,una funzione cognitiva non e' presente in alcun modo in un'embrione privo di strutture nervose,come fai a parlare di differenza funzionale? Mancano completamente le basi organiche (ossia,biochimiche e nervose).Di per se' e' improponibile la differenza che poni. Invece,nel caso di un'organismo in stato di coma vegetativo permanente,la differenza potrebbe essere limitatamente funzionale,dipende dalle condizioni delle lesioni,ovviamente, ti ricordo che il cervello di un comatoso vegetativo permanente ha gia' tutte le basi e le condizioni predisposte,non che devono ancora formarsi come nell'embrione,questo perche' quei fasci nervosi in alcuni rari casi tendono a ricostituirsi grazie alla presenza di interazioni preesistenti che non sono andate completamente distrutte e che in qualche maniera hanno ripreso a funzionare,ma nei casi in cui tali interazioni biochimiche alterate dalle lesioni scompaiano del tutto allora la ricostituzione di simili fasci e' impossibile a meno che la medicina del futuro non sara' in grado di farlo (forse grazie alle staminali del futuro,se non dico una stronzata).
Siccome io non baso il mio presupposto di cosa sia persona sul funzionalismo, cioè su cosa un organismo possa fare, la presenza di qualsivoglia pensiero nella testa di quell'individuo è irrilevante.
E toppi alla grande,perche' la presenza essenziale di strutture nervose sono basilari,confondi funzione e struttura.Di per se' e' molto discutibile proporre il concetto di persona ad un'organismo acefalo,dato che non puo' esprimere assolutamente nulla venendo a mancare le basi nervose.Visto che a te non te ne importa nulla,allora perche' non vai a proporre la nozione di persona anche per le feci o per i liquidi seminali?
Sì ma perché nel tuo paradigma sono ineludibile? Perché sono proprio quelle a dare la coscienza.
Il sistema nervoso che si sviluppa al solo scopo di produrre coscienza? Ma ti sei ammattito? Il cervello non e' soggiogato ad un simile scopo,e' la coscienza che deve soggiogarsi , non viceversa,e' la coscienza che ha lo scopo primario di garantire la sopravvivenza del cervello,non che il cervello non sopravviva senza coscienza.
E dunque, se tale coscienza non c'è, sulla base di che cosa in quell'istante quell'individuo sarebbe una persona?
Sulla base del fatto che alcune zone sono ancora intatte,e non irrimediabilmente danneggiate,e dunque alcune strutture si possono ricostituire.
Si ma perché l'avere una cosa in potenza, dovrebbe farci concludere che deve avere la stessa dignità di chi quella facoltà in atto? Si potrebbe replicare che anche l'embrione ha inscritto in sé tutto il progetto di sviluppo che lo porterà ad acquisire le strutture nervose, anche lui ha la base per sviluppare il tutto, e la madre gli fornisce solo l'ambiente per svilupparsi, esattamente come per noi il pianeta Terra.
Ritenere che qualcosa sia in potenza e' una banalizzazione dei processi,dimentichi che il processo di sviluppo non e' qualcosa di banale o di semplificato ma intervengono molti fattori , si sviluppano sempre NUOVE interazioni biochimiche,e' solo ad un certo punto della fase di sviluppo che si puo' ritenere la presenza di certe strutture nervose,non prima,le fasi anteriori non hanno nulla di cosi' peculiare dal punto di vista biochimico,pensare che questi processi abbiano uno scopo,non risolve il problema delle differenze qualitative.
Ma perché queste strutture nervose sono importanti? Non in sé stesse, ma per quello che fanno.
Il cervello non e' che abbia come scopo principale quello di soggiogarsi alla coscienza,dal punto di vista scientifico e' una banalizzazione,semmai,sara' la coscienza un'escamotage evolutiva atta a garantire meglio la sopravvivenza e il funzionamento del cervello.Se per autoproteggersi,per sopravvivere ha bisogno di sviluppare talune funzioni,non e' detto che farne senza significhi la sua distruzione completa,il cervello sarebbe in grado di sopravvivere anche senza ricorrere necessariamente a talune funzioni,altrimenti,tutti coloro che entrano in stato di come temporaneo morirebbero all'istante.
E se mancano l'obiettivo, e sono cioè come un giradischi rotto che non può più produrre musica, diventa impossibile nel tuo paradigma dirmi perché durante la fase di rottura quell'individuo sarebbe ancora una persona. Le strutture fisiche che tu invochi come contitio sine qua non sono selezionate solo in base al fatto che la coscienza dipende da esse, è dunque questo il punto focale del tuo paradigma. Non riesci a spiegarmi in base a che cosa la materia non funzionante, e senza coscienza di sé, sarebbe ancora persona.
Te l'ho gia' spiegato,se un cervello e' danneggiato in modo irrimediabile,e' inutile considerare persona quell'organismo,continuerebbe ad essere un cervello,ma nulla di piu',non una persona,perche' ormai le strutture non ci sono piu'.
Ma perché avere le base perché si ripristini qualcosa implicherebbe che si sia persona prima di questo ripristino?
Perche' senza quelle basi necessarie,certe funzioni non potrebbero nemmeno avere luogo,ma perche' insisti tanto nel confondere funzione e struttura?La struttura,le interazioni biochimiche sono assolutamente indispensabili,altrimenti,te l'ho gia' detto,se non lo fossero,allora potrei considerare persona anche le feci e i liquidi seminali.
Perché la potenzialità dovrebbe essere garanzia di uno statuto ontologico? Il concetto di persona non ha nulla di scientifico,perche' mai si dovrebbe confondere ontologia con funzione e struttura?
Dunque vedi tu stesso che la tua definizione di persona non si basa sull'avere quella struttura nervosa ma sul fatto che essa funzioni, perché come tu stesso dici, se non potesse recuperare, non lo considereresti persona. Ma dunque questo porta ad ammettere che un individuo in coma sia persona solo in potenza, finché non recupera le sue funzionalità.
No,sbagli il senso del mio discorso,di nuovo confondi struttura e funzione,devi tenere conto della specificita' di simili strutture che consentono certe funzioni,per me persona e' tale non solo perche' ha le funzioni di coscienza e di pensiero ma anche perche' esse sono strettamente dipendenti dalle sue strutture,infatti,se mancassero simili strutture,vengono a mancare anche quelle funzioni,sono due elementi che non possono essere confusi nel concetto di persona,tu invece mi attribuisci il concetto di persona essenzialmenmte legato all'espletamento delle funzioni,sbagliato,hai toppato,io vado ancora piu' oltre,e affermo che e' la struttura il fucro di tutto.Un'acefalo,percio',non e' Persona,non solo perche' non puo' espletare funzioni cognitive e di coscienza ma anche perche' non ha nessuna struttura nervosa adatta ad espletarle,ci sono percio' due elementi che concorrono,ma quello funzionale e' soggiogato da quello strutturale.Strutturale e funzionale concorrono percio' alla definizione,congiuntamente,non separatamente.
Edited by pcerini - 14/10/2008, 20:19
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