CITAZIONE
Orìgene, nel III secolo, in due sue opere (Commentarium in Matthaeum X,17 e Contra Celsum 1,47), riferendosi a questo episodio dichiara, candidamente sorpreso, e nello stesso tempo dispiaciuto, che Giuseppe Flavio, non conosceva Gesù come Cristo.
Ma questo cosa proverebbe? L'unica cosa che da queste citazioni di Origene si evince è la probabile assenza della frase "Egli era il Cristo" nel
testimonium flavianum, assenza peraltro deducibile sulla base di altre considerazioni interne al testo (altrove Giuseppe Flavio afferma che il messia delle profezie antiche era da identificarsi in Vespasiano).
Nel
Contra Celsum Origene scrive (riporto la traduzione da greco a inglese di Philip Schaff,
Ante-Nicene Fathers, vol. IV):
Contra Celsum, libro 1, Cap. 1, par. XLVII, “
Now this writer, although not believing in Jesus as the Christ” (fonte: ANF04).
Qui dice che Giuseppe (che è lo scrittore di cui sta parlando) non credeva in Gesù
come Cristo, καίτοι γε ἀπιστῶν τῷ Ἰησοῦ ὡς Χριστῷ nel testo greco del Migne (Patrologia Graeca, 00502). Cioè per G. Flavio Gesù non era il Messia ma questo non significa che G. Flavio non sapesse che qualcuno (i cristiani) lo chiamavano Cristo e non lo abbia scritto sotto forma di appellativo, oppure che qui intendesse riferirsi a un altro Gesù (quale, visto che non lo dice, se togliamo "Cristo")?. Di conseguenza c'è già qualcosa che non torna nella sua versione poichè lei dice "Giuseppe non conosceva Gesù come Cristo" ma il testo dice "Giuseppe non credeva a Gesù come Cristo", il verbo è
apistew, opposto privativo di
pistew che non mi pare possa avere il senso di non conoscere qualcosa, essere oggettivamente all'oscuro di qualcosa, cioè non sapere oggettivamente che Gesù era chiamato Cristo (dai cristiani e da chi voleva identificarlo). Qui a mio avviso si ravvisa solo la incredulità di Giuseppe Flavio nella messianicità di Gesù, affermazione che fa Origene.
D'altra parte, proviamo a ragionare per assurdo. Supponiamo che con questa frase Origene abbia detto che davvero secondo lui Giuseppe Flavio non sapeva che quel Gesù di cui sta parlando e di cui Origene cita i passi era chiamato Cristo, cioè nel testo di Antichità Giudaiche che leggeva Origene non c'era scritto "Cristo". Ma allora Origene come faceva a mettere in relazione quel passo dove si parla - come appunto dice lei - di un Giacomo fratello di un Gesù qualunque, non altrimenti definito? Da dove lo deduce, tenuto appunto conto che nel testimonium poi mancava la frase "Egli (Gesù) era il Cristo"? Origene come minimo avrebbe dovuto dirci che secondo lui il passo in questione andava riferito a Gesù Cristo. Ma non insiste su questo perchè mi pare evidente che intenda dire che Giuseppe F. non credeva nella messianicità di Gesù Cristo (e siamo d'accordo, penso, su questo) non nel fatto che qualcuno chiamava questo personaggio "Cristo".
Infatti, subito dopo il sopracitato passaggio, Origene annota: “
these disasters happened to the Jews as a punishment for the death of James the Just, who was a brother of Jesus called Christ.” (traduzione di P. Schaff).
Ebbene, questa non è che la citazione del passo di G. Flavio, nel testo greco del Migne abbiamo proprio: Ἰακώβου τοῦ δικαίου, ὃς ἦν ἀδελφὸς Ἰησοῦ τοῦ λεγοµένου Χριστοῦ = "Giacomo il giusto che era il fratello di Gesù il cosiddetto (o chiamato, ecc...) Cristo.
Proseguendo oltre, nel libro 2 del Contra Celsum notiamo il passaggio:
Contra Celsum, libro 2, Cap. 1, par. XIII. “
For the siege began in the reign of Nero, and lasted till the government of Vespasian, whose son Titus destroyed Jerusalem, on account, as Josephus says, of James the Just, the brother of Jesus who was called Christ, but in reality, as the truth makes clear, on account of Jesus Christ the Son of God.” (trad. di P. Schaff)
Di nuovo Origene di fatto cita ancora da Giuseppe Flavio (
as Josephus says), nel testo greco del Migne abbiamo: Ἰάκωβον τὸν δίκαιον, τὸν ἀδελφὸν Ἰησοῦ τοῦ λεγοµένου Χριστοῦ, ma soprattutto qui apprendiamo il motivo per cui Origene era indignato nei cfr. di Giuseppe Flavio, perchè secondo lo scrittore giudeo l'assedio di Gerusalemme fu a causa di Giacomo (διὰ Ἰάκωβον τὸν δίκαιον, τὸν ἀδελφὸν Ἰησοῦ τοῦ λεγοµένου Χριστοῦ) mentre in verità, secondo Origene, avrebbe dovuto dire che fu a causa di Gesù Cristo (διὰ Ἰησοῦν τὸν Χριστὸν τοῦ θεοῦ).
Origene scrive che Giuseppe Flavio non credeva che Gesù fosse il Cristo e così in effetti è se, come si ritiene, nel cap. XVIII delle Antichità Giudaiche mancava quella frase incriminata "Egli era il Cristo". Si noti che per Origene Gesù è "Il Cristo, figlio di Dio", per lui è inconcepibile e irriverente che Giuseppe lo abbia chiamato soltanto "Il cosiddetto (o chiamato,
legomenos nel testo greco) Cristo".
Il fatto che il racconto della morte di Giacomo secondo Giuseppe Flavio e le sue modalità sia diverso rispetto a quanto raccontato negli Atti rende a mio avviso improbabile che il testo sia stato alterato da uno scriba cristiano che avrebbe, ritengo, cercato di conformarlo a quanto ci è noto attraverso il Nuovo Testamento (idem per il racconto della morte di Giovanni Battista).
CITAZIONE
Una volta creato il personaggio Giacomo il Giusto o il minore
Origene cita i passi di Giuseppe Flavio appunto con l'appellativo "il Giusto" dopo "Giacomo". Si colloca dunque a questo stadio della (postulata) manomissione del testo di Ant. Giud. Mi pare, pertanto, ancora più improbabile che non ci fosse scritto "Cristo" nel passo su Giacomo.
CITAZIONE
quei falsari erano dei geniacci e non è facile dimostrare le loro opere d'ingegno.
A me pare al contrario che fossero degli sprovveduti, si veda il testimonium flavianum. Questo, almeno, quando un certo consenso si forma attorno a una presunta interpolazione.
Shalom.
Edited by Hard-Rain - 29/11/2008, 20:39