Studi sul Cristianesimo Primitivo

Ossario di Giacomo da rivalutare?, Considerazioni su BAR

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Giovanni Dalla Teva
view post Posted on 8/12/2008, 20:51     +1   -1




Ah sì? Anche Talmud e Giuseppe Flavio, in parti che non riguardano interpolazioni cristiane e che nulla hanno a che vedere con la storia del cristianesimo, non combaciano per nulla così come non combaciano certe parti di Tacito con lo stesso Giuseppe Flavio. Tutte le fonti sono affidabili o inaffidabili, come ho detto ritengo che ognuno avesse i suoi interessi, così come primo tra tutti ne aveva Giuseppe Flavio. Quanto alle interpolazioni, io per esempio concedo quella del testimonium flavianum. Di quella che stiamo discutendo, come ho detto, sono meno sicuro che sia stata interpolata quindi non la penso come lei.

Una cosa è non combaciare, un'altra e metterci le mani per farle combaciare, e questo è stato fatto dai padri della chiesa. I falsari, intendo i padri della chiesa, hanno dimostrato sicuramente, di avere degli interessi più impellenti e vitali di gran lunga maggiori a quelli di Giuseppe Flavio.
Già l'avere qualche dubbio su delle aggiunte, s'immagini sui tagli quanti saranno stati.

Le sembra che siano ducumenti probatori perfetti? A me pare proprio di no, spesso divergono. Allora sono stati cattivi interpolatori, altro che ...

Lei sovente in altre risposte ha consigliato di valutare i luoghi e tempi degli eventi in esame.
 
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Giovanni Dalla Teva
view post Posted on 8/12/2008, 21:20     +1   -1




Mancano affermazioni chiare perchè credo sia metodologicamente corretto non farle data l'ambiguità dei dati a disposizione. Considero questo un pregio e sintomo di onestà intellettuale.

Comunque non stia certo a preoccuparsi di rispondermi o divagare seguendo i miei ragionamenti se questo è un problema.

Propongo come amministratore del forum un metodo di lavoro. Proviamo a superare il passo di Ant. 20,200 e andiamo avanti, cioè vediamo fin dove porta la sua ricostruzione storica.

Suppongo, quindi, da questo momento in poi che il Giacomo fratello di Gesù non sia morto nel 62 e quel passo nulla abbia a che fare con le vicende cristiane (se ho ben compreso).

Cosa succede ora? Come si forma il cristianesimo?


La descrizione della morte di Giacomo il Giusto, fatta Eusebio da Cesarea in Storia Ecclesiastica II, 23 pag. 126 -127 - Città Nuova; é ripresa dalla descrizione della morte di Menahem riportata da Giuseppe Flavio in "La guerra giudaica II, 17 ,9".

io ho eseguito una tabella che qui non riesco a riportare!!!
descrittori
racconto della morte di Giacomo il Giusto secondo Eusebio da Cesarea "Storia Ecclesiastica II, 23 pag. 126 -127 - Città Nuova; racconto riguardante la morte di Memahem l'ultimo figlio di Giuda il Galileo nel settembre del 66 d. c. da Giuseppe Flavio in "La guerra giudaica II, 17",
La scena ha inizio all'interno del tempio all'interno del tempio
a causa di una provocazione testimonianza sul figlio dell'uomo che siede in cielo alla destra della somma potenza vi si era recato a pregare in gran pompa, ornato della veste regia
si scagliano su di lui gli scribi, i farisei, i sacerdoti i partigiani di Eleazar figlio del sommo sacerdote Anania e capo dei soldati del tempio
e lo gettarono giù dal tempio dovette fuggire dal tempio
per questo non era ancora morto non era ancora morto
allora le persone presenti lo presero a sassate afferrarono delle pietre e si diedero a colpire il dottore
però uno dei presenti esclamò: "Fermatevi cosa fate? gli uomini di Menahem fecero un po' di resistenza, mo poi fuggirono dove ognuno potè
allora uno di loro, un follatore, preso il legno con cui batteva i panni, colpì sulla testa il Giusto fu preso, tirato fuori e dopo molti supplizi ucciso.

la quale mi conferma che:

Non c'é alcun dubbio che la descrizione della morte di Giacomo il Minore o il Giusto, che fa Eusebio di Cesarea "Storia Ecclesiastica II, 23 pag. 126 -127 - Città Nuova; è la stessa di quella fatta sempre da Giuseppe Flavio in "La guerra giudaica II, 17", riguardante la morte di Memahem l'ultimo figlio di Giuda il Galileo nel settembre del 66 d. c.

E' lo stesso Eusebio di Cesarea che lo dichiara indirettamente, quando termina il suo racconto scrivendo "Subito dopo Vespasiano cinse d'assedio la città". Infatti noi sappiamo che la morte di Menahem avenne nel 66 d.c. subito prima dell'assedio di Gerusalemme, mentre Eusebio da Cesarea costruisce il falso Giacomo il Giusto da un fatto successo nel 62 d. c. e lo collega alla morte di Festo governatore della Giudea.

Si può notare che tutta la descrizione di Eusebio inerente a Giacomo il giusto è un'invenzione, infatti l'autore in Storia Ecclesiastica libro II,23 pag. 126,127,128 ed. Città Nuova, collega l'inizio del falso martirio di Giacomo il giusto alla morte del governatore della giudea Festo nel 62 d.c. e lo fa terminare nel 67 d. c. o successivi con Vespasiano che cinse d'assedio la città di Gerusalemme. Teoricamente i suoi assassini avrebbero impegnato cinque anni o più per ammazzarlo.



 
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Giovanni Dalla Teva
view post Posted on 8/12/2008, 21:38     +1   -1




Il personaggio inventato Giacomo il Giusto doveva coprire l'operato di Menahem figlio di Giuda il Galileo, figura impresentabile per gli evangelisti e i padri della chiesa. I padri della chiesa dovevano riportare nei loro scritti e in particolare negli atti degli apostoli, l'operato di Menahem l'ultimo figlio di Giuda il Galileo ma non il suo nome, perciò si inventarono un personaggio appunto Giacomo il Giusto o il minore. Infatti tutto quello che negli atti degli apostoli si riferisce a Giacomo il Giusto in realtà é il vissuto di Menahem, quella persona che guidò effettivamente il movimento insurrezionale degli Ebioniti o Nazirei o Galilei ereditato dalla sua famiglia (che va da Ezechia nel 47 a. c. fino probabilmente alla morte di Lazzaro nel 73 d. c. a Masada) dopo la morte dei suoi fratelli Simone e Giacomo crocifissi nel 46 d. c. in seguito ad una insurrezione contro il potere di Roma "riportato da Giuseppe Flavio Ant. Giud. 20. 5.2-102" fino alla sua morte nel settembre del 66 d. c..

I falsari per rendere il personaggio Giacomo il Giusto, da loro inventato, più credibile alla gente di allora che forse conservava ancora qualche vago ricordo trasmesso oralmente, gli cucirono addosso la morte capitata al personaggio che doveva nascondere, cioè Menahem ultimo figlio di Giuda il Galileo.

Sempre i falsari dovendo attribuire al falso personaggio Giacomo il Giusto, solo l'operato di Menahem, per il resto gli costruirono le sue caratteristiche e qualità in linea con le loro esigenze. Infatti così lo descrissero:

«Costui Giacomo era santo fin dal grembo materno. Non beveva vino né altre bevande inebrianti e non mangiava assolutamente carne. Mai forbice toccò la sua testa; non si spalmava di olio e non prendeva il bagno. A lui solo era permesso entrare nel santuario: infatti non indossava abiti di lana, ma solo di lino. Era solito recarsi da solo nel Tempio. Lì stava in ginocchio implorando perdono per il popolo talché le sue ginocchia erano diventate callose come quelle di un cammello, perché stava continuamente genuflesso a pregare Dio» (Eusebio di Cesarea, Hist. Eccl., II 23, 4-18).

Quanto riportato da Egesippo e ripreso da Eusebio in Hist: Heccl 2,23,6, secondo cui, a Giacomo fratello di Gesù, era permesso di entrare nel santuario del tempio, dove secondo la legge di Mosè poteva entrare solo il sommo sacerdote una volta l'anno, dimostra la falsità dell'intera descrizione, perchè storicamente impossibile.

Questa descrizione è storicamente impossibile, ma si adatta benissimo all'operato che gli autori degli "atti degli apostoli" fanno fare a Giacomo il Giusto personaggio appunto inventato per nascondere il reale operato di Menahem figlio di Giuda il Galileo.

Come sempre, per avvallare e dar maggior credito alle falsificazioni si inserivano le profezie e anche in questo caso non poteva mancare tale espediente. Infatti é stata inserita una profezia di Isaia, da cui deriva il nome di Giacomo il Giusto."E gridando dissero: "Oh! Oh! Anche il Giusto si è sbagliato!" e compirono così ciò che è scritto in Isaia: Leviamo di qui il giusto, perché ci è molto scomodo; e allora mangeranno i frutti delle loro opere. Quindi salirono e lo gettarono di sotto."

Buona notte a tutti, spero almeno di avervi raccontato qualcosa di interessante.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 9/12/2008, 08:53     +1   -1




CITAZIONE
io ho eseguito una tabella che qui non riesco a riportare!!!

Se vuole può mettere un link alla tabella, caricando quest'ultima in rete.

 
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Giovanni Dalla Teva
view post Posted on 9/12/2008, 10:44     +1   -1




Invio ricostruzione tabella precedente.

Racconto della morte di Giacomo il Giusto secondo Eusebio da Cesarea "Storia Ecclesiastica II, 23 pag. 126 -127 - Città Nuova;

La scena ha inizio: all'interno del tempio;
a causa di una provocazione: testimonianza sul figlio dell'uomo che siede in cielo alla destra della somma potenza;
si scagliano su di lui: gli scribi, i farisei, i sacerdoti;
e: lo gettarono giù dal tempio;
per questo: non era ancora morto;
allora le persone presenti: lo presero a sassate;
però: uno dei presenti esclamò: "Fermatevi cosa fate?;
allora: uno di loro, un follatore, preso il legno con cui batteva i panni, colpì sulla testa il Giusto;


Racconto riguardante la morte di Memahem l'ultimo figlio di Giuda il Galileo nel settembre del 66 d. c. da Giuseppe Flavio in "La guerra giudaica II, 17",

La scena ha inizio: all'interno del tempio;
a causa di una provocazione: vi si era recato a pregare in gran pompa, ornato della veste regia;
si scagliano su di lui: i partigiani di Eleazar figlio del sommo sacerdote Anania e capo dei soldati del tempio;
e: dovette fuggire dal tempio;
per questo: non era ancora morto;
allora le persone presenti: afferrarono delle pietre e si diedero a colpire il dottore;
però: gli uomini di Menahem fecero un po' di resistenza, mo poi fuggirono dove ognuno potè;
allora: fu preso, tirato fuori e dopo molti supplizi ucciso.

Tali mie conclusioni sono il frutto:
- di un metodo di ricerca copiato dal Sig. Davide Donnini;
- di un interrogativo del Sig. Luigi Cascioli su tutti questi Giacomi cosa potevano nascondere. www.luigicascioli.it
- su una suggerimento di approfondimento del Sig. Giancarlo Tranfo, ripreso dal suo libro "la croce di spine" in nota n°102 pag.272 www.yeshua.it/
- Sui contenuti storici del testo del Sig. Emilio Salsi - Giovanni il nazireo detto Gesù Cristo e i suoi fratelli http://www.vangeliestoria.eu/index.php





 
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Hard-Rain
view post Posted on 9/12/2008, 11:02     +1   -1




Se ho ben capito queste considerazioni sono il frutto di sue elaborazioni personali e originali. Attenzione alla pubblicazione qualora lei intenda mantenere il copyright perchè poi potrebbero essere liberamente copiate.
 
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Giovanni Dalla Teva
view post Posted on 9/12/2008, 12:42     +1   -1




Se ho ben capito queste considerazioni sono il frutto di sue elaborazioni personali e originali. Attenzione alla pubblicazione qualora lei intenda mantenere il copyright perchè poi potrebbero essere liberamente copiate.

Egregio Sig Hard Rain l'unica cosa che mi interessa è scambiare delle opinioni con delle persone interessate all'argomento come lei e ringraziarle per il contributo alla mia ricerca e curiosità personale.
Si ricorda quando invitava qualcuno che si volesse divertire, a visitare il mio sito www.storiacristianesimo.it ?
Saluti a presto.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 9/12/2008, 16:01     +1   -1




Ah, ma è lei?

Però avevo segnalato una scorrettezza nei miei confronti che compariva nel suo sito, si ricorda?

Riguardava proprio Nazaret e Gamla, http://www.storiacristianesimo.it/gamala.htm

Non voglio rispolverare la polemica però in pratica mi ha fatto dire cose che .... non sostenevo!

Cioè .... le sostenevo ma per poi cercare di confutarle o ridimensionarle subito dopo! Il piccolo torto verte sul fatto che lei non ha riportato la mia opinione dopo ma solo una parte.

Ha fatto un po' un lavoro di cucitura/ricucitura, come i "padri falsari" con Giuseppe Flavio... (è solo una battuta per stemperare) :lol:
 
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Iron Iko
view post Posted on 9/12/2008, 22:53     +1   -1




CITAZIONE (Giovanni Dalla Teva @ 9/12/2008, 12:42)
l'unica cosa che mi interessa è scambiare delle opinioni con delle persone interessate all'argomento ...

...io per esempio sono interessatissimo e mi sto appassionando a questa discussione come non mai. Esorto entrambi gli attori ad andare avanti, ringraziandoli sinceramente.

Anch'io ero a Mulazzo ma non sono riuscito ad identificarla. Chissà se un giorno potremo riproporre l'evento e avere con noi anche il professor Bastia.
Saluti
Iron Iko
 
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Giovanni Dalla Teva
view post Posted on 10/12/2008, 11:24     +1   -1




CITAZIONE
Però avevo segnalato una scorrettezza nei miei confronti che compariva nel suo sito, si ricorda?

Riguardava proprio Nazaret e Gamla, http://www.storiacristianesimo.it/gamala.htm

Non voglio rispolverare la polemica però in pratica mi ha fatto dire cose che .... non sostenevo!

Cioè .... le sostenevo ma per poi cercare di confutarle o ridimensionarle subito dopo! Il piccolo torto verte sul fatto che lei non ha riportato la mia opinione dopo ma solo una parte.

Ha fatto un po' un lavoro di cucitura/ricucitura, come i "padri falsari" con Giuseppe Flavio... (è solo una battuta per stemperare)

Così successivamente lei scriveva:
Il bello è che tecnicamente non è facile contestare una cosa del genere. Infatti l'autore di quel sito non ha commesso reato: effettivamente ha preso una parte di un mio documento riportando nome e cognome, una informazione. Non ha detto che io penso che la lapide recasse Genesaret, in tal caso sarebbe stato in errore. Ha semplicemente "selezionato" il mio testo, togliendo le prove che si oppongono a questa tesi, facendo un estratto di quel che interessava a lui. Sopra il mio c'è un estratto del libro di Messori in cui parla di quella lapide, sotto c'è il mio scritto, estrapolato in quel modo, in cui si riporta quell'informazione come se fosse una risposta a Messori. Praticamente si usa Hard Rain per rispondere a Messori.

Sig. Hard Rain le propongo una riflessiono sull'episodio del vangelo del Ricco Epulone. Ora, io non mi permetto di paragonarlo al ricco Epulone dal punto di vista economico ma certamente e sicuramente dal punto di vista del possesso di conoscenze e in specifico quelle riguardanti il cristianesimo primitivo. Dove senza ombra di dubbio, io sono il povero Lazzaro.
CITAZIONE
Il signor autore di questo sito: http://www.storiacristianesimo.it/gamala.htm

ha eseguito un collage da vari siti internet e pubblicazioni di sua conoscenza. A un certo punto mi attribuisce una citazione:

Mi scusi, se raccolgo le sue bricciole (di genio), io che giro di porta in porta, le assicuro che la sua mensa è la più ricca, saporita ricercata in assoluto, ci si trova di tutto e anche le ultime novità, é quanto di meglio, un poveraccio come me, possa, di bricciole assaporare. Non è di certo, come quella di un certo Sig. Messori, che ultimamente, sarà per il mio intestino un po' più delicato, le cui bricciole certamente di cibi scaduti, mi fanno male, si pensi se ne mangiassi tante. Anche la mensa di un certo Americano, ultimamente mi sembra sempre abbondante ma con poca sostanza, mentre le mense di certi Italiani che da un po'di tempo, hanno l'usanza di invitare dei giornalisti si caratterizzano per i soliti brodini, ogni tanto ci puoi trovare, ma raramente qualche pezzo di carne, però tutte cose che di bricciole ne fanno ben poche. Per fortuna, in Ottobre, hanno organizzato un gran banchetto presso Arpiola di Mulazzo. Sapessi, là, cadevano certe bricciole, che per me un po' cencioso (di genio) mi sembravano delle vere e proprie tegole. Dovevi vedere come banchettavano, uno poi, mi sembra lo chiamassero Emilio, era spudorato mangiava e beveva senza ritegno, non vorrei essere al posto suo quando arriverà davanti al Barjona. C'era poi un certo Luigi o Luigino che avendo problemi di dentiera, faceva bricciolone giganti ogni volta parlava di un certo Giovanni, mentre un certo Giancarlo anche lui bravo a far bricciole, quando parlava di certi Docetisti ne faceva molte di meno. Anche ai poveri Lazzari come me, dovrebbe venir concesso il permesso di raccoglier qualche bricciola. Ah! Dimenticavo non riesco più a trovare la mensa del Donnini forse sarà ritornato a Gamala o a Qumran.

Edited by Giovanni Dalla Teva - 10/12/2008, 11:58
 
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Hard-Rain
view post Posted on 10/12/2008, 12:12     +1   -1




Innanzitutto lei non è affatto un "poveraccio" ma una persona in gamba.

Certo le è permesso citare il contenuto del mio sito che è completamente gratuito e vuole essere un momento di condivisione col pubblico che si occupa di studi sul cristianesimo primitivo.

Per correttezza sarebbe bastato mettere un link alle pagine di interesse che riporto qui sotto a beneficio dei ns. lettori:

https://digilander.libero.it/Hard_Rain/Nazaret.htm

https://digilander.libero.it/Hard_Rain/Nazaret-Archeo.htm

Queste pagine, tra l'altro, vengono periodicamente aggiornate in funzione di nuovi dati. Mi auguro di avere importanti integrazioni a fronte del mio viaggio in Israele che avverrà nel 2009.

CITAZIONE
C'era poi un certo Luigi o Luigino che avendo problemi di dentiera, faceva bricciolone giganti ogni volta parlava di un certo Giovanni, mentre un certo Giancarlo anche lui bravo a far bricciole, quando parlava di certi Docetisti ne faceva molte di meno

Le è piaciuto di più Cascioli di Tranfo?

Saluti
 
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Giovanni Dalla Teva
view post Posted on 10/12/2008, 16:11     +1   -1




CITAZIONE
...io per esempio sono interessatissimo e mi sto appassionando a questa discussione come non mai. Esorto entrambi gli attori ad andare avanti, ringraziandoli sinceramente.

La ringrazio vivamente, e spero intervenga pure Lei.
Ora, Lei forse mi può domandare perchè i falsari (persone che non dicono o raccontano il vero, non cattivi o buoni a ognuno la responsabilità del proprio giudizio) hanno fatto questa falsificazione cioè inventato Giacomo il Giusto che doveva coprire l'operato di Menahem figlio di Giuda il Galileo, figura impresentabile per gli evangelisti e i padri della chiesa?
Che c'entra Menahem figlio di Giuda il Galileo, con il Gesù di Nazareth il Cristo figlio di Dio? C'entra, c'entra anche troppo.

1°) Infatti,

Giuda il Galileo un dottore (esperto della legge di Mosè e della storia del popolo Ebreo) ebreo, sicuramente con una buona conoscenza dell'Antico Testamento, non avrebbe mai chiamato un proprio figlio con il nome di Menahem. Infatti il nome Menahem coincide con due personaggi biblici estremamente negativi.

a)Menahem o Menachem era uno degli ultimi re d'Israele dal 745 al 736 a.c. circa che permise l'idolatria. Era un usurpatore, che assassinò Sallùm, che aveva ucciso il proprio predecessore un mese prima, e regnò in Samaria per dieci anni. Dopo l'invasione dell'Assiria, pagò una grossa somma di denaro al re per mantenere il potere.

b)Periodo 170 a.c. circa. Il sommo sacerdote Giasone fu deposto dagli ebrei conservatori e gli succedette Menahem , ellenizzato in Menelao. Quest'ultimo fece uccidere il vecchio sommo sacerdote Onia III, depredò il tesoro del tempio, per pagare il debito contratto con il re per comprarsi la sua elezione a sommo sacerdote. Successivamente permise che Antioco saccheggiasse il tempio.

Sicuramente Giuda il Galileo un dottore molto istruito, non poteva aver dato questo nome a uno dei suoi figli, sicuramente é stato cambiato successivamente per nascondere delle verità scomode ai padri della chiesa.

2°)

Di certo il ritratto che ne fa Giuseppe Flavio è di un uomo ricco e potente, meglio ancora, appartenente a una famiglia potente. Ora dai vangeli sappiamo dell'esistenza di un uomo, ricco, potente appartenente ad una famiglia potente che faceva parte del Sinedrio, ed esattmente un discepolo segreto, un ebreo di alto rango (Lc 23,50), ricco (Mt 27,57), e onorevole (Mc 15,34) e che si chiamava Giuseppe e veniva da Arimatea. Una città come Gamala che stranamente, come Gamala si sono perso le tracce. Il Sig. Hard Rain dirà: potrebbe essere e giù tre e quattro nomi, ma questo dimostra solo che non c'è sicurezza.

E poi Giuseppe che vive a Arimatea, quasi sicuramente con tutta la sua famiglia viene a farsi il proprio sepolcro a Gerusalemme!!! (Vangelo Mt 27,57.59) Possibile ma moltro strano.

Inoltre c'è ancora della confusione, per il vangelo di Luca, Giuseppe di Arimatea era "membro del sinedrio, uomo giusto e buono, che non si era associato alla loro deliberazione ed alla loro azione" quidi ufficilamente, senza alcun timore l'opposto di quello che dice il Vangelo di Giovanni "ma segreto per paura dei giudei".

Osservando bene, sempre per il vangelo di Luca, Giuseppe di Arimatea era "membro del sinedrio, uomo giusto e buono, che non si era associato alla loro deliberazione ed alla loro azione"
invece per Matteo 27,1 "Quando si fece, giorno, tutti i sommi sacerdoti e anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire", e altrettanto Marco 14,64 "tutti lo giudicarono reo di morte" l'opposto, qui una posizione esclude l'altra.

Di questo Giuseppe, gli evangelisti sembrano concordare solo sul nome della città di provenienza Arimatea, infatti non potevano dire che era di Gamala e che suo padre era Giuda il Galileo.

Ecco, il vero nome di Menahem figlio di Giuda il Galileo era Giuseppe, e i conti tornano.

Non potevano dire, che Giuseppe, essendo il fratello minore di Giovanni il Galileo, appena crocifisso per insurrezione armata, il futuro Gesù Nazareno figlio di Dio per i Cristiani, era l'unico che poteva richiere il suo corpo per la sepoltura.
Mi sembra che in quei casi il corpo della persona crocifissa, potevano richiederlo per la sepoltura, solo i parenti più vicini. Se così era, Giuseppe da Arimatea non c'entrava niente, c'entrava invece suo fratello Giuseppe figlio di Giuda il Galileo.
Giuseppe, ancora giovane, era l'unico dei figli di Giuda il Galileo non ancora impegnato formalmente nella rivolta armata. Invece tutti gli altri fratelli non potevano presentarsi a Pilato perchè erano ricercati, come guerriglieri attivi nella sommossa appena avvenuta.

Appare così, chiaro e veritiero il contenuto dei vangeli dove vengono elencati i nomi dei fratelli del presunto Messia, Vangelo di Mc 6,3 , Mt 13,55. Non è egli forse il figlio dei carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? (Mt. 13,55)

Giovanni il Galileo, il futuro Gesù Cristo figlio di Dio dei Cristiani crocifisso nel 36 circa " riportato dai Vangeli"
Giuda, Decapitato nel 45 "riportato da Giuseppe Flavio"Ant. Giud. XX, 5.1 -97-99"
Giacomo, crocifisso nel 46 "riportato da Giuseppe Flavio Ant. Giud. 20. 5.2-102
Simone, crocifisso nel 46 "riportato da Giuseppe Flavio" Ant. Giud. 20. 5.2-102"
Giuseppe, fu ucciso durante la guerra giudaica nel 66 d.c. Giuseppe Flavio in "La guerra giudaica II, 17". Così tutti i conti tornano.

Il sottoscritto non vuol convincere nessuno, è solo il risultato di una mia curiosità personale, ognuno può pensare quello che vuole.

Chiedo scusa, per qualche eventuale errore............ di grammatica.
Saluti a tutti www.storiacristianesimo.it

Edited by Giovanni Dalla Teva - 10/12/2008, 19:55
 
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Emilio Salsi
view post Posted on 10/12/2008, 21:03     +1   -1




CITAZIONE
convocò i Giudici del Sinedrio e introdusse davanti a loro un uomo di nome Giacomo, fratello di Gesù,detto Cristo, e certi altri

Ossario di Giacomo il Minore.

Ciao Hard-Rain, ti do del tu, e diamoci del tu, vai, illudiamoci di essere ancora dei ragazzini…
Stavo dicendo, le “fonti” sugli “Scritti sacri” non possono essere che quelle d’epoca sulle quali ragionare con la nostra testa. La documentazione storica pervenutaci delle opere di Giuseppe Flavio non è stata scritta da nessuno di noi, così come i Vangeli, inoltre, per quanto concerne il Talmud non vedo cosa c’entri, tanto più che gli autori di questo Testo non si accorsero che l’eminente sacerdote Gamalièle non poté mai pronunciare quel discorso in difesa degli Apostoli imputati perché Theudas verrà ucciso dopo che Gamalièle aveva dichiarato che era già morto, con le gravi conseguenze per la dottrina cristiana che vedremo più avanti. Lo stesso vale per gli insigni studiosi che ogni tanto citi. La ricerca fatta da loro non preclude che altri la continuino e approfondiscano. Nel forum si è aperto un dibattito incentrato sulla veridicità dei protagonisti del Nuovo Testamento attraverso la comparazione con la storiografia e introdurre nella nostra analisi altri credi serve solo a fare confusione o tergiversare.
L’affermazione fatta dallo storico ebreo che paragona il condottiero Vespasiano al dominatore del mondo, inteso come il salvatore profetato dagli Antichi Padri, un credente è costretto ad irriderla perché dimostra che sino alla morte di Giuseppe non era ancora giunto alcun “Salvatore” di Israele, pur se atteso con ansia dagli Ebrei; peraltro dimostra che quel condottiero messianico era inteso come un Re di vittoria, guerriero sterminatore e vendicativo. Mentre, un osservatore non influenzato da credi si limita a valutare la realtà contingente che per Giuseppe Flavio, in quel momento, era di salvare la pelle e i suoi interessi…e gli andò bene.
Sin dal lontano passato, la Chiesa, al fine di provare l’esistenza del suo “Salvatore” come uomo, ha inteso supportare le verità evangeliche con una documentazione storica inventandosi il “Testimonium Flavianum” e manipolando un episodio totalmente vero riferito ad un tale Giacomo, fratello di Gesù, il Sommo Sacerdote figlio di Damneo, come si evince dallo scritto dello storico.
La dimostrazione dell’alterazione del testo originale segue due percorsi:
1° , la constatazione che la modifica introdotta varia, dai tempi più remoti, da un manoscritto all’altro sempre sullo stesso punto, vitale per la “prova teologica”: la parola “Cristo”.
A comprova di ciò allego fotocopia, tratta dal libro dello storico tradotto dal greco al latino e risalente a cinque secoli addietro, riportante sul frontespizio:
FLAVII IOSEPHII ANTIQVITATVM IVDAICARVM
Per Hier. Frobenium e Nic. Episcopium, Basileae, MDXLVIII (Lib. XX, cap. 8)

clicca sull'immagine per ingrandire
In esso, come già riferito, è riportato “fratello di Gesù Cristo di nome Giacomo”. Poiché queste traduzioni, provenienti da manoscritti “curati” da Episcopi motivati a far risultare vera la dottrina che postulava l’avvento del Messia Gesù, essendo adulterate con modalità diverse in quell’unico punto del brano, si dimostra che quella piccola frase non era originale ma aggiunta posteriormente,
pertanto, se si elimina “Cristo”, rimane un solo Gesù, figlio di Damneo, con un fratello di nome Giacomo; e questo senza pretendere o presumere che Damneo dovesse essere citato in precedenza da Giuseppe Flavio. Peraltro, dalla lettura approfondita dei Vangeli, la presenza di un Giacomo, fratello di Gesù Cristo, in questo Sinedrio è aggravata dalla impossibilità di individuarne il padre, come risulta dalla stessa indagine apologetica fatta dal Pontefice, come stiamo per vedere.

2°, l’analisi critica, peraltro semplice dell’episodio, prova che non vi fu alcuna esecuzione della lapidazione delle persone incriminate dal Sommo Sacerdote ma solo il decreto da lui emesso che viene contestato ed annullato a causa della procedura errata seguita da Anano in contrasto con la normativa voluta da Roma. Tale norma era vigente sin prima dell’epoca di “Gesù” (sotto il Prefetto Coponio), tanto è vero che tu stesso, Hard-Rain (facendoti autogol), lo dichiari con candore, citando i Vangeli, nei quali leggiamo che è pur vero che “Cristo” fu prima consegnato e poi ucciso ma solo grazie alla presenza del legato imperiale Pilato ed il suo intervento nel “processo a Gesù”.
Almeno sotto questo aspetto (l’unico), l’evangelista, prima di inventarsi la sceneggiatura generale, si è informato sulle leggi di Roma.

Un'altra argomentazione che non posso condividere è il deprezzamento delle testimonianze storiografiche in generale e quella di Giuseppe Flavio in particolare. Le vicende che oggi conosciamo ci provengono dagli scrittori di quell’epoca e, soltanto laddove si riscontrano delle contraddizioni, si fa ricerca per chiarire quell’evento.
Per rimanere in tema, riguardo allo scrittore ebreo, riporto cosa ha dichiarato Benedetto XVI nella Udienza Generale tenuta il 28 Giugno 2006 proprio in merito all’Apostolo Giacomo il Minore

“Cari fratelli e sorelle, accanto alla figura di Giacomo “il Maggiore, figlio di Zebedeo”, nei Vangeli compare un altro Giacomo, che viene detto “il Minore”. Anch’egli fa parte delle liste dei dodici Apostoli scelti personalmente da Gesù, e viene sempre specificato come “figlio di Alfeo” (Mt 10,3; Mc 3,18; Lc 5). E’ stato spesso identificato con un altro Giacomo, detto “il Piccolo” (Mc 15,40), figlio di una Maria (ibid) che potrebbe essere la “Maria di Cleofa” presente, secondo il Quarto Vangelo, ai piedi della Croce insieme alla Madre di Gesù (Gv 19,25). Anche lui era originario di Nazaret e probabile parente di Gesù (Mt 13,55; Mc 6,3), del quale alla maniera semitica viene detto “fratello” (Mc 6,3; Gal 1,19).
…Tra gli studiosi si dibatte la questione dell’identificazione di questi due personaggi dallo stesso nome: Giacomo figlio di Alfeo e Giacomo “fratello del Signore”. Le tradizioni evangeliche non ci hanno conservato alcun racconto né sull’uno né sull’altro. La più antica informazione sulla morte di questo Giacomo ci è offerta dallo storico Flavio Giuseppe. Nelle sue “Antichità Giudaiche”
(20, 201 s), redatte a Roma verso la fine del I° secolo, egli ci racconta che la fine di Giacomo fu decisa con iniziativa illegittima dal Sommo Sacerdote Anano, figlio dell’Annas attestato nei Vangeli, il quale approfittò dell’intervallo tra la deposizione di un Procuratore romano (Festo) e l’arrivo del successore (Albino) per decretare la sua lapidazione nell’anno 62.”…

Come i fedeli utenti possono constatare, l’impossibilità di dare un certificato anagrafico è più che evidente allo stesso Papa. Infatti se quel “Giacomo” fosse stato identificato dallo storico con il patronimico, prassi rispettata dall’ebreo per tutti i protagonisti dell’episodio sopra esaminato, in riferimento al Giacomo, fratello di Gesù Cristo, avrebbe dovuto dichiarare che erano entrambi figli di San Giuseppe, il quale, sappiamo tutti, era sposato con Maria, perché la “maniera semitica” riferita da Papa Benedetto non ha rappresentato alcun problema a Giuseppe Flavio per distinguere tra numerosi fratelli, cugini o fratellastri, da lui citati, poiché scrisse le sue opere prima in aramaico (la lingua di Gesù) e poi la tradusse in greco come gli scritti evangelici.
Pertanto si è capito benissimo quale contraddizione si sarebbe palesata per la dottrina cristiana se avessimo trovato scritto “Giacomo figlio di Cleofa”, sposato con “Maria” sorella di “Maria” la Madonna (Gv. 19, 25) - che Benedetto XVI, consapevole del rischio, ha opportunamente evitato di ricordare ai fedeli credenti - a sua volta imparentata , o addirittura sorella di “Maria” moglie di Alfeo; uomini che diverrebbero tutti potenziali padri di “Gesù”, essendo Giacomo loro figlio e nello stesso tempo fratello di Cristo. Ricordiamoci che, da quanto sinora evidenziato dai Sacri Testi e dalla Storia Ecclesiastica, stiamo parlando di un fratello di Cristo, suo Apostolo e Vescovo di Gerusalemme.
In sintesi: le deposizioni di Eusebio di Cesarea e degli evangelisti, già contrastanti e quindi contraddittorie fra loro, diventano incompatibili con la testimonianza di Giuseppe Flavio che si rivela falsificata per fare apparire vera una persona mai esistita. Giacomo il Minore è una figura ideologica creata dai Padri inventori del cristianesimo in modo scoordinato.
Di questo la Chiesa ne è consapevole, infatti, quando fu rinvenuto l’ossario di Giacomo, prima ancora che le autorità di Israele scoprissero l’inganno, senza scomporsi più di tanto ne denunciò la menzogna: gli esegeti ecclesiastici sanno che Giacomo il Minore, o il Piccolo, o il Giusto, furono inventati dai loro predecessori ideologici per non far risultare che Giacomo, uno dei veri fratelli di “Gesù Cristo”, fu ucciso dal Procuratore Tiberio Giulio Alessandro nel 46/48 d.C.
“Gesù” e “Cristo” furono appellativi scelti per designare con due titoli divini “Salvatore” e “Messia” un uomo con un suo nome proprio: Giovanni il Nazireo. Come si può affermare ciò ? Andiamo avanti con l’analisi iniziatasi col falso discorso fatto pronunciare da San Luca a Gamalièle all’interno del Sinedrio prima che morisse Re Erode Agrippa I ...

Edited by Emilio Salsi - 26/12/2008, 17:04
 
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Iron Iko
view post Posted on 11/12/2008, 00:06     +1   -1




CITAZIONE
Sicuramente Giuda il Galileo un dottore molto istruito, non poteva aver dato questo nome a uno dei suoi figli, sicuramente é stato cambiato successivamente per nascondere delle verità scomode ai padri della chiesa.

...
Ecco, il vero nome di Menahem figlio di Giuda il Galileo era Giuseppe, e i conti tornano.

ma il nome di Menahem come figlio di Giuda il Galileo non si legge in G. Flavio? Dobbiamo pensare che fra le tante manomissioni operate dalle "pie mani" sui testi dello storico ebraico ci sia stata anche questa, la sostituzione di Giuseppe con Menahem? Ho capito bene? E allora perchè ci sarebbe stata la necessità di un'ulteriore falsificazione con la creazione del personaggio di Giacomo il Giusto? Solo per sfruttare per propri fini il passaggio flaviano su "Giacomo fratello di Gesù etc"?
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Un cordiale saluto

Iron Iko
 
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Giovanni Dalla Teva
view post Posted on 11/12/2008, 05:11     +1   -1




CITAZIONE
allora perchè ci sarebbe stata la necessità di un'ulteriore falsificazione con la creazione del personaggio di Giacomo il Giusto? Solo per sfruttare per propri fini il passaggio flaviano su "Giacomo fratello di Gesù etc"?

Ciao carissimo e grazie per il tuo intervento, cercherò di risponderti non perchè io sia ispirato dallo spirito santo o perchè io ritenga di possedere la verità ma solo perchè attualmente ora la penso così, dopo aver letto, osservato, constatato, sentito, discusso, ripensato e disposto a rivedere alcune conoscenze e aver ben tenuto in considerazione le convinzioni di quelli che sostengono pareri diversi.
L'errore generale, massimo commesso dai padri della Chiesa rientra tra il proverbio "Chi troppo vuole, nulla stringe". Se loro si accontentavano di scrivere i loro libri del nuovo testamento, e non avessero voluto leggittimare la loro falsificazione attraverso altri scritti "laici", ora noi non saremmo in grado di scoprire la verità storica di quegli eventi. In poche parole se loro avessero elimitato i libri di Giueppe Flavio come hanno fatto con altri autori invece di falsificarli, ora nessuno sarebbe in grado di dimostrare/interpretare la verità storica.


CITAZIONE
ma il nome di Menahem come figlio di Giuda il Galileo non si legge in G. Flavio?

Si legge bene e chiaro, quando avrò più tempo ti segnalerò i punti esatti, ora fra poco dovrò andare al lavoro.


CITAZIONE
Solo per sfruttare per propri fini il passaggio flaviano su "Giacomo fratello di Gesù etc"?

I falsari (persone che non dicono o raccontano il vero, non cattivi o buoni a ognuno la responsabilità del proprio giudizio) avevano la neccessità di eliminare la figura e l'operato di Giuseppe l'ultimo fratello di Giovanni il Nazireo o di Gamala o il Galileo, altrimenti altre persone avrebbero potuto fare delle associazioni e arrivare alle nostre stesse conclusioni in modo chiaro diretto e preciso. Se te hai compreso questo, puoi interpretare gli atti degli apostoli da punti di riferimento molto diversi da quelli insegnati e voluti dalla Chiesa. Prova a sostituire mentalmente immaginare la storia degli atti degli apostoli solo sostituendo a Giacomo il Giusto, il fratello minore di Giovanni di Gamala si dovrebbero aprire nuovi scenari. O sostituire mentalmente a Giuseppe da Arimatea, il Giuseppe fratello minore, allora anche il Gesù Nazareno il Cristo figlio di Dio dei Cristiani diventa Giovanni il Galileo di Gamala figlio non di Giuseppe il falegname ma di Giuda il Galileo il rivoluzionario. Ricordati che ogni tua domanda per me è un piacere che tu mi fai per collaudare i miei ragionamenti e per questo te ne sono grato.
 
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61 replies since 5/11/2008, 21:14   2311 views
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