| Giovanni Dalla Teva |
| | CITAZIONE Sig. Deicida A me sembra operanuova,che nel nome di un’ideale armonizzazione teologica,si voglia far passare la descrizione letterale per simbolica e viceversa.Lc 4,29 parla chiaramente di Gesù che sta per essere gettato dal precipizio ove sorgeva la sua patria:secondo il suo non meglio definito “metodo”(che metto tra virgolette perché non ho ancora capito che metodo è,sempre che tale possa denominarsi),Gesù si sarebbe fatto catturare solo all’ultima ora,e magari per compiere il volere del Padre che è nei cieli. Io nel suo “metodo” ravviso solo un tentativo mal riuscito di amalgamare storia e teologia. Perfettamente d'accordo. L'analisi di Lc 4,29 riguardava esclusimamente una osservazione di tipo geografico/storico che il Sig. Operanuova ha voluto liberamente e leggittimamente annacquare con il verso successivo Lc 4,30 e con Gv 7,30; Gv 8,59 e Gv 10,39, Gv 18,6. in modo teologico come da duemila anni la chiesa insegna fare, addottando una delle tante strategie per affrontare un problema per Lei assai complesso. CITAZIONE Sig. operanuova ... si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò. Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora. Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio. Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Appena disse «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Non le pare, allora, che i testi (sul piano della lettera, non della teologia) indichino che Gesù era in grado di sfuggire agli assalitori come e quando voleva, e che quindi la cattura della “ultima ora” - di là dell’esplicita ammissione che si trova in altri passi - sia da attribuirsi alla sua volontà? Lei può liberamente e giustamente vedere in questa serie storica di eventi una volontà di disegno divino, io semplicemente e altrettanto liberamente una chiara espressione di sapienza popolare quando si recita "tanto va la gatta al lardo che prima o poi ci lascia lo zampino", senza scomodare oscuri disegni gnostici e nel massimo rispetto di tutti i personaggi, ma semplicemente osservando una semplice legge statistica. La probabilità che si verifichi un evento, è tanto più elevata, quanto più alto è il numero dei casi che rendono possibile il verificarsi dell'evento. Volendo a Lei dar ragione, davanti a una così ben strutturata programmazione divina, non posso non notare che attraverso una successiva analisi degli scostamenti, l'organizzatore Divino dovette ricorrere all'intervento di un certo Paolo di Tarso o chi per Lui, richiamandolo in cielo e stabilendo con il tale un filo diretto una volta ridisceso in terra, subito dopo che il figlio prediletto di Dio era asceso a sua volta in cielo. Questa non è statistica ma pura gnosi cioè fantasia del genio umano.CITAZIONE Sig. opera nuova Questo perché il pre-giudizio, anziché essere il corridoio verso la comprensione, è il disimpegno che dà sulla porta di uscita dall'opera. Non è certo il mio caso, sto cercando un Gesù Nazareno e mi ritrovo con un Cristo gnostico di derivazione paolina, storicamente ricalcato su un certo Giovanni di Gamala, successivamente censurato, ma ben documentato in questa pagina web (ringrazio vivamente tutti quelli che hanno contribuito alla sua stesura) http://www.storiacristianesimo.it/giovanni%20di%20gamala.htmnecessario a materializzare, attraverso un processo di sincretismo gnostico, la costruzione di un Messia Dio già realizzato fisicamente, usando, la profezia nella quale Isaia, sette secoli prima, aveva previsto, che il Messia sarebbe passato tra gli uomini senza essere riconosciuto: "Egli (il Messia), dopo essere passato tra gli uomini in maniera così umile e modesta nelle parvenze da non essere rimarcato da alcuno, seguirà i suoi carnefici silenzioso e docile come un agnello che viene condotto al mattatoio" (Isaia 53,1 e seguenti).Un caro saluto.
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