CITAZIONE
paolina.roma
Vi sarei grata se qualcuno mi illuminasse su come la Chiesa arrivò a concepire l'eucarestia.
Semplice!! San Paolo la scopiazzò dal Culto dei Misteri. Essendo l’immortalità un requisito riservato soltanto agli dei non rimaneva che trovare il modo di trasferirla da essi all’uomo.
Fu così che i praticanti il Culto dei Misteri attraverso l’elaborazione di primitive convinzioni, per le quali si credeva che mangiando le interiora del nemico ucciso e bevendo il suo sangue si sarebbero assimilate le sue virtù, giunsero alla conclusione che avrebbero incorporato l’immortalità del loro dio bevendo il sangue degli animali che venivano immolati in suo onore, animali che in un eccesso di esaltazione religiosa furono tanto assimilati agli dei da divenire essi stessi delle vere e proprie divinità.
Dopo averli sgozzati, nella convinzione che questi animali fossero la personificazione del dio che rappresentavano, i seguaci ne bevevano il sangue e ne mangiavano le interiora per incorporare attraverso di essi le essenze divine che contenevano, prima fra tutte l’immortalità che avrebbe permesso loro di vivere una seconda vita eterna in seguito alla resurrezione dalla morte.
Questa fonna di teofagia primitiva, cioè di comunione con il proprio dio attraverso la fagocitazione dell’animale che lo rappresenta, è ancora praticata da alcune tribù dell’Africa, della Nuova Zelanda e presso alcuni popoli dell’America del sud.
In seguito, con i cerimoniali che si facevano sempre più raffinati ed elaborati, il sangue che prima veniva bevuto direttamente dal collo dell’animale fu raccolto in coppe che venivano passate ai fedeli i quali se le portavano a turno alla bocca tra canti, preghiere propiziatorie e gesti magici eseguiti da sacerdoti che pontificavano, in abiti sempre più appariscenti e luccicanti di pagliuzze dorate e ricami d’argento.
In una fase di ulteriore raffinatezza, dipendente soprattutto dal fatto che non a tutti era gradito bere del sangue, questo fu sostituito con il vino che dove va esere rosso e dolce perché eguagliasse il più possibile il sangue.
Il primo utilizzo del vino in sostituzione del sangue fu praticato in Egitto 1500 anni prima di Cristo dai sacerdoti della dea Iside.
La cerimonia della transustanziazione del vino nel sangue della divinità viene riportata da graffiti dell’epoca. A un punto stabilito della cerimonia il sacerdote eseguiva la consacrazione dicendo: «Tu sei vino ma non sei vino perché tu sei le interiora di Iside ». Dopo di che, preso il calice lo porgeva ai fede li presenti che inginocchiati se lo passavano a turno ringraziando la divinità quale dispensatrice di grazie e di eternità.
Nel culto di Attis e di Cibele il rito eucaristico assumeva l’importanza di convivi collettivi. Tra canti e suoni si consumavano questi pasti comunitari che venivano chiamati “banchetti eucaristici” esattamente come, dopo tremila anni, vengono ancora oggi chiamate le riunioni dai comunicandi seguaci del cristianesimo.
Luigi Cascioli - La favola di Cristo - pag. 71 Per chi volesse continuare lo sviluppo collegato al cristianesimo:
http://www.storiacristianesimo.it/ultima%2...20di%20Gesù.htmCITAZIONE
paolina.roma
I romani accusavano i primi cristiani di abbandonarsi a delle orge e di praticare l'uccisione di un neonato.
I brani che seguono sono tratti dall’Ottavio di Minucio Felice (cap. IX). Ma il riferimento al « Cirtense » lascia pensare al discorso che il rétore Frontone, nativo appunto di Cirta, nella Numidia, avrebbe tenuto al Senato, sotto Marco Aurelio, contro i cristiani. Si tratta di una vera e propria requisitoria, che denuncia gli avversari come colpevoli di assassinio rituale e di oscenità, con grossolane allusioni al rito eucaristico.« Quel che si racconta sull’iniziazione delle loro reclute è altrettanto ripugnante quanto notorio. Al neofita viene presen tato un bambinello, tutto ricoperto di farina, per meglio trarre in inganno gli incauti. Il piccolo viene trucidato dai colpi inflitti alla cieca dall’iniziato, che crede di trafiggere, senza conseguenze, un mucchio di farina. Poi, orribile a dirsi, ne leccano con avidità il sangue e se ne dividono le membra lacerate. Questa è la vittima sa crificale del loro patto. E la consapevolezza del delitto compiuto garantisce il loro mutuo silenzio.
« Tale cerimonia è più esecrabile dei peggiori sacrilegi.
« Si sa anche della loro’cena. Tutti ne parlano: ce ne fa fede il discorso del nostro Cirtense. In un giorno prescelto, si riuniscono per il loro banchetto, con i figli, le sorelle, le madri, persone di ogni sesso e di ogni età. Sazi di cibo, i convitati in cominciano a scaldarsi: e quando il fuoco dell’ebbrezza ha attizzato la più sfrenata libidine, gettano un’esca a un cane, legato a un candelabro, eccitandolo a spiccare un salto al di là dei limiti impostigli dalla catena. Il lume, testimone delle loro azioni, viene così rovesciato e spento: e con il favore delle tenebre, si abbandonano allora alla lussuria, incerti di quel che può capitare loro sotto mano. E se non di fatto, almeno nell’intenzione, si macchiano tutti egualmente d’incesto, perché ciascuno brucia del desiderio di ciò che può accadere, in pratica, solo a qualcuno di loro ».
Qualcosa di più realistico lo può trovare in:
http://www.storiacristianesimo.it/il%20bacio%20santo.htmTanti saluti.
Edited by Giovanni Dalla Teva - 25/6/2009, 07:35