| Mi dissocio da qualsiasi proposta di condanna dell'articolo del coraggiosissimo Paolo Barnard. Quantunque non apprezzi né il linguaggio eccessivamente polemico né l'uso disionvolto di espressioni crude e colorite di cui é infarcito l'articolo (che, ahimé, purtroppo celano una realtà misconosciuta da molti), non posso che condividere gli assunti d fondo del giornalista, tranne, ovviamente, quando lo stesso taccia gli israeliani di neonazismo ( come se la condizione necessaria per essere bollati criminali di guerra debba essere l'appartenenza al nazismo...). So che corro il rischio di essere accusata di antisemitismo, un'accusa che ultimamente va molto in voga nel forum, ma sento il dovere morale di esprimere la mia visione sulla questione israelo-palestinese, la quale corrisponde grosso modo a quella espressa dal giornalista incriminato, sebbene quest'ultimo tenda a generalizzare, facendo di tutti gli israeliani un fascio unico e indistinto. In realtà di criminali, di attentatori della vita e dei basilari diritti umani é pieno sia il mondo palestinese sia la società israeliana. L'unica discriminante valida e anche l'unica chiave di lettura proponibile é che in quel contesto, in questo preciso momento storico, gli israeliani rappresentano il gruppo dominante, mentre i palestinesi quello assogettato. Pe ragioni ovvie, quindi, sono i palestinesi a subire, a essere discriminati e segregati in Medio Oriente. Qualsiasi analisi seria e disinteressata del conflitto mediorentale dovrebbe partire da questo dato, e non da simpatie e atteggiamenti pregiudizievoli verso l'uno l'altro gruppo.
Non sopporto la disonestà intellettuale e nemmeno la faziosità interessata. Francamente non simpatizzo né per l'uno né per l'altro gruppo in particolare. La mia vicinanza emotiva e la mia solidarietà, tuttavia, non possono che andare a quel gruppo che oggi sta soffrendo di più a causa del conflitto, in particolare alle giovani generazioni palestinesi oppresse a causa di un conflitto che non hanno voluto, di cui non sono responsabili. I bambini dovrebbero sempre essere e comunque preservati. Lo sono in Medio Oriente? Ovviamente la risposta é no. La mia sensibilità cristiana mi impone di riflettere su questo dato e di trarne le dovute inferenze. Chi fa soffrire ingiustamente delle creature innocenti, anche per motivi di difesa nazionale, é un criminale. Punto. Non lo é di sicuro il popolo israeliano. Non lo sono gli ebrei sparsi per il mondo. Non lo é la classe girigente israeliana per intero. Lo sono, questo é bene sottolineralo a scanso di equivoci, solo quei politici e quei militari che legittimano la sofferenza di un popolo intero. Se fossero i palestinesi a opprimere gli israeliani il discorso non cambierebbe, adotterei lo stesso metro di giudizio. Diverse risoluzioni dell'Onu hanno condannato l'operato delle forze armate israeliane. Anche l'Onu é antisemita? E chi si ricorda Sabra e Shatila? Anche quel crimine di guerra é inventato dagli antisemiti? Ma vi ricordate quei corpicini straziati? Marco Travaglio può mettersi il cuore il pace, i suoi figli non subiranno mai quello che hanno dovuto subire i bambini dei campi profughi palestinesi. Il ricco Occidente si permette di sputare sentenze a casa degli altri... La verità é che atei, agnostici e cristiani hanno perso la com-passione, cioè la capacità di comprendere le sofferenza del prossimo. Io non voglio rinunciare alla mia compassione, non l'ho fatto quando ero ancora atea e non lo farò da credente. Se poi devo subire il linciaggio morale per le mie posizioni filopalestinesi, ben venga. Lo staff é libero di prendere tutte le decisioni appropriate al caso e valutare quale sia la più compensativa per le presunte offese agli ebrei, ma la memoria storica non può essere cancellata. L'Olocausto non può essere cancellato. Facciamo che anche altri genocidi, altri crimini non lo siano.
Gnostica
|