Studi sul Cristianesimo Primitivo

Mc 16,15-20

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_viandante_
view post Posted on 2/3/2010, 19:39     +1   -1




buonaser.

qual'è l'esatta traduzione di Mc 16,15-20 ?

cari saluti.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 2/3/2010, 22:23     +1   -1




Traduciamo verso per verso. Esorto a tenere ben presente che siamo nel contesto del cosiddetto "finale spurio" del vangelo secondo Marco, irto di insidie e pieno di dubbi sulla compatibilità con il resto del vangelo.

Inizio da Mc. 16,15

και ειπεν αυτοις πορευθεντες εις το κοσμον απαντα κηρυξατε το ευαγγελιον πασῃ τῃ κτισει

E (Gesù) disse loro (ai discepoli): “Partite (1) per tutto il mondo, annunciate il vangelo (2) ad ogni creatura (3).”

Note:

(1) L’aor. participio (passivo) πορευθεντες può essere interpretato come participio congiunto, che verrebbe tradotto “[dopo] essere partiti”, o, più letteralmente: “[Dopo] esservi incamminati”, denota una azione antecedente a quella del verbo (finito) della sovraordinata (l’imperativo κηρυξατε), sempre che vogliamo conferirgli un valore "temporale". Oppure come participio con senso di comando, come fosse un imperativo: “Partite”. Sono sfumature in quanto è chiaro che Gesù sta esortando i discepoli a partire per predicare. Ma questo uso del participio con senso di comando non è mai altrove attestato in Marco, mi sembra: il caso di Mc. 6:11 (εκπορευομενοι) viene inteso in genere come participio congiunto.

(2) κοσμος in diversi autori, anche del periodo del Nuovo Testamento, denota l’intero universo, tutto il “cosmo”, ma qui è evidente che si intende la “terra” come peraltro è anche possibile in greco.

(3) Il vocabolo κτισις mi sembra sospetto. Da un lato dobbiamo ammettere che è proprio Marco l’unico evangelista ad impiegarlo, tuttavia lo fa solamente in due casi (a parte 16:15), in cui compare sempre la formula stereotipata απο αρχης κτισεως, che significa “dall’inizio della creazione” (Mc. 10:6 e 13:19). Bisogna ammettere che questo termine è caratteristico del lessico paolino, usato più volte in Romani, nella 2 Corinzi, Galati, Colossesi, Ebrei. Altrove nel Nuovo Testamento è citato solo nelle 1&2 Pietro e in Apocalisse, mai nei vangeli. Mi sono accorto della interessante affinità testuale tra questa frase di Mc. 16:15 e Col. 1:23 (leggere per verificare).
 
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Hard-Rain
view post Posted on 3/3/2010, 18:18     +1   -1




Mc. 16,16

ο πιστευσας και βαπτισθεις σωθησεται, ο δε απιστησας κατακριθησεται

chi avrà creduto e sarà stato battezzato si salverà, ma chi non avrà creduto, sarà condannato.

Edited by Hard-Rain - 4/3/2010, 00:02
 
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_viandante_
view post Posted on 4/3/2010, 13:50     +1   -1




grazie!
sempre molto gentile, disponibile e competente.

cari saluti.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 4/3/2010, 23:37     +1   -1




Mc. 16,17

σημεια δε τοις πιστευασιν ταυτα παρακολουθησει, εν τῳ ονοματι μου δαιμονια εκβαλουσιν, γλωσσαις λαλησουσιν καιναις

"e questi segni accompagneranno coloro che credono: per mezzo del mio nome (lett. "nel mio nome") scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove"

Nota il dimostrativo ταυτα con funzione "cataforica", rarissimo in Marco (credo mai usato in questo modo), frequente in altri testi (es. Epitteto), notare anche l'anticipazione sia di σημεια risp. a ταυτα e di γλωσσαις risp. al suo aggettivo καιναις (dat. pl.), modi di scrivere assolutamente inediti in Marco, credo mai usati nei vangeli, rarissimi nel Nuovo Testamento se non in qualche peraltro discusso passaggio paolino (ne abbiamo discusso in https://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=42916141) e in altri autori (es. Epitteto).

I verbi sono dei futuri indicativi, παρακολουθησει è una terza singolare in quanto il suo soggetto è un neutro plurale (σημεια ... ταυτα) che richiede che il verbo sia appunto espresso al singolare (schema atticum).

A me questa faccenda delle "lingue nuove" ha sempre incuriosito parecchio e non l'ho mai approfondita. In prima istanza sembra una esagerazione della portata dei miracoli nella comunità cristiana primitiva. Poi, però, leggi le lettere di Paolo e scopri che si parla anche del dono delle lingue. Da approfondire cosa significasse esattamente, ammesso che sia possibile: sono reduce da un seminario su Paolo nel quale ancora una volta si evidenziava la difficoltà di comprendere esattamente il senso delle parole usate da Paolo in certe occasioni. Una delle difficoltà delle traduzioni, forse la più grande, è proprio che spesso non sono noti esattamente i significati delle parole o, meglio, non sappiamo esattamente con che sfumatura Paolo (o un altro autore) li usava.

Edited by Hard-Rain - 5/3/2010, 11:55
 
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4 replies since 2/3/2010, 19:39   467 views
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