Studi sul Cristianesimo Primitivo

Yeshu, Yeshua e la censura negli scritti ebraici

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Saulnier
view post Posted on 9/8/2010, 10:45     +1   +1   -1




Mi preme sottolineare un fatto che, a quanto pare, anche tra gli specialisti risulta poco noto.

Nessuno scritto rabbinico avrebbe potuto pervenirci qualora avesse contenuto un riferimento esplicito a Gesù il Nazareno (cioè non ‘traslato cronologicamente’ e non camuffato mediante l’uso di pseudonimi).

I motivi di questi censura, per quanto facilmente intuibili da chiunque sia un pochino addentro lo studio della materia, meritano di essere toccati con mano attraverso esempi esplicativi.

Cosa che conto di fare al più presto.

Mi basti in questo post di apertura citare l’enciclica diramata dal sinodo giudeo tenuto in Polonia nel 1631.

Testo in ebraico con traduzione in francese in De l’harmonie entre l’Eglise et la Synagogue, P.L.B. Drach, tomo I, pag 168, Parigi, 1844.

http://www.archive.org/stream/delharmoniee...e/n206/mode/1up

Ecco perché, noi ordiniamo, sotto pena di scomunicazione maggiore, di non stampare nelle edizioni a venire, sia della Mischna, sia della Ghemara, ciò che abbia relazione, nel bene o nel male agli atti di Gesù il Nazareno...
Noi vi ordiniamo, in conseguenza, di lasciare in bianco, in queste edizioni, i luoghi che riguardano Gesù il Nazareno e di mettere in loro vece un cerchio come questo ‘o’ che avvertirà i rabbini e i maestri di scuola di insegnare alla gioventù questi passaggi solo oralmente. Mediante questa precauzione, gli eruditi tra i Nazareni non avranno più alcun pretesto per attaccarci su questo argomento.


Ecco perché rabbi Lusitano poteva dichiarare senza il timore di una smentita che:

E’ a torto che si dice che il Talmud non contenga la confutazione del Nuovo Testamento, quando tutte le affermazioni, tutti gli insegnamenti, tutte le storie degli Evangelisti sono ampiamente spiegate e vi si dimostra in maniera chiara chi fu il Cristo e quali furono i suoi seguaci, dove egli nacque, da chi e quando, e perché, come e sotto chi egli fu giustiziato.

e ancora

Vi è nei libri integri (cioè non censurati) del Talmud di che confutare pienamente tutta la storia dei Vangeli.

Chiunque abbia intenzione di studiare la figura del Nazareno negli scritti rabbinici non può non tenere conto del contesto storico attraverso il quale questi scritti ci sono pervenuti (questo naturalmente vale ed è importantissimo anche per gli storici romani, ma la censura che ha operato negli scritti talmudici è molto più evidente e incontestabilmente di origine dolosa, in quanto avvenuta in tempi relativamente recenti, quando cioè gli eruditi europei decisero di dedicarsi allo studio delle lingue semitiche).

Le lacune, al contrario di ciò che è stato fatto (molto spesso a torto) per le altre testimonianze riguardanti il cristianesimo non possono essere attribuite al ‘fato’.

Ma iniziamo da quella che io considero una traslazione cronologica.

Yeshu il discepolo di Yeoschuah Ben Perachya.

Il trattato Sanhedrin (107b) riporta il seguente passaggio.

Cosa è accaduto a Yeoschuah Ben Perachya? Poiché il re Ianneo uccideva i rabbini, Rabbi Yeoschuah Ben Perachya scappò ad Alessandria d’Egitto e Yeshu con lui.

Nel XII secolo Rabbi Abraham ibn Daud di Granada scrisse un epitomo dello Josippon. In quest’opera si trova inserito, nel capitolo riguardante Pompeo, intorno all’anno 63 a.C. il seguente passaggio non presente nel testo completo dello Josippon:

bajamim hahem nithphas Jeshu han-nosri.

Quest’opera fu pubblicata nel 1559 con traduzione latina ad opera di Sebastianus Munsterus e testo ebraico in colonne secondo manoscritti collazionati da Sebastianus Lepusculus.

De bello Iudaico. Deinde decem Iudaeorum captiuitates & Decalogus cum eleganti commentariolo Rabbi Aben Esra. / Iosippus. Hisce accesserunt Collectanea aliquot, quae Sebastianus Lepusculus Basiliensis colligebat, de quibus uidere poteris uerso folio.

La traduzione latina di Munsterus porta:

In illis diebus comprehensus est Iesus Nazarenus. Post hae venit Pampius in Damascum : cui Aristobolus misit unam vitem auream.

In quei giorni Gesù il Nazareno fu preso. In seguito venne a Damasco Pompeo, a cui Aristobulo mandò una vite d’oro.

Nella prefazione dell’opera di Lepusculus l’autore scrive:

Id est Iesus Nazarenus…ipsum alium fuisse a Iesu Nazareno salvatore nostro, qui multis annis illum praecesserit. De quo multa sane mala et turpia in Thalmud praedicantur. Ea tamen omnia non de nostro servatore, sed de alio quodam referuntur.

Questo Gesù Nazareno fu una persona differente dal Gesù Nazareno nostro Salvatore e lo precedette di numerosi anni. Su costui il Talmud riporta numerose cose detestabili ed ignobili. Tuttavia queste cose si riferiscono non al nostro Salvatore ma a quest’altro Gesù.

Nella pagina del testo (riprodotta da Eisler, The Messiah Jesus, planche XII) in corrispondenza del passaggio è stampata una nota a margine in cui è scritto:

Hic fuit alius Jesus a Salvatore, multis eum praeveniens annis.

Costui fu un Gesù diverso dal Salvatore, precedendolo di numerosi anni.

Tuttavia sotto la nota a margine è possibile leggere ancora una glossa a mano di padre Casimir Oudin (XVII secolo) che scrive:

Immo idem fuit, sed fallunt in cronologia.

Al contrario si tratta dello stesso Gesù, ma essi [gli ebrei] sono in errore riguardo la sua cronologia.


Fortunatamente i censori che hanno operato sullo Josippon non hanno agito in maniera uniforme.
In effetti Rabbi Abraham ben Mordecai (Farissol, XVI secolo) nel suo trattato polemico in tre libri, Maggers Abraham, al c.70, dice di aver trovato le parole “bajamim hahem...” nel capitolo dello Josippon riguardante Pilato. Giustamente conclude che il Gesù al quale queste parole sono riferite deve aver vissuto ai tempi di Tiberio.

La problematica o l’equivoco creato dall’esistenza di questi due Gesù infiammava le polemiche nel XV secolo.
Sotto papa Alessandro VI nel 1495, il francescano Bernardino de Bustis scrisse un’opera intitolata Rosarium sermonum praedicabilium che doveva essere un resoconto di un Consilium contra Judaeos nel quale l’autore indicava le misure che secondo lui dovevano essere prese contro i Giudei.

Riporto le traduzioni di alcuni passi del trattato (secondo l’articolo di Hubert Elie, Contribution à l’étude du statut des juifs en Italie aux XV et XVI siècles. L’opinion de Bernardin de Busti, 1952)

I difensori dei Giudei dicono che Gesù fu ucciso al tempo del grande sacerdote Giovanni e che quest’ultimo visse più di cento anni prima del Cristo poiché egli esercitò le sue funzioni sotto il regno del re Alessandro (Ianneo) come dice Giuseppe Flavio nel VII libro delle Guerre Giudaiche.
...
Si può aggiungere che a supporre pure che è di Nostro Signore Gesù Cristo che parla il Talmud non è meno vero che vi sono numerosi personaggi che hanno portato il nome di Gesù, tra cui uno, secondo i Giudei, è stato condannato a morte a giusto titolo, per essere stato un malfattore.
...


Tuttavia, afferma Busti

risulta da una antica cronaca ebraica che questo Gesù che il Talmud dice esser vissuto ai tempi del grande sacerdote Giovanni e colui che i Cristiani dicono essere vissuto ai tempi di Erode, sono una sola e stessa persona, poiché il Talmud ha avanzato la data di nascita del Cristo affinché la sua morte non possa essere considerata, come fanno i Cristiani, come la vera causa della distruzione di Gerusalemme. La stessa cronaca afferma ugualmente che Costantino visse trecento anni dopo Gesù di Nazareth. Questo Gesù è dunque proprio lo stesso che noi adoriamo e che i Giudei bestemmiano nel Talmud.
...
Da quanto detto si comprende quanto falsi siano gli argomenti invocati dai Giudei per sostenere che essi proferiscono blasfemie contro un altro Gesù di Nazareth diverso dal nostro. Giacché infatti, nelle loro preghiere, essi pregano Dio e si lamentano del fatto che Gesù di Nazareth ha distrutto la loro setta, queste lamentele non possono avere un senso che se esse si riferiscono allo stesso Gesù nostro, poiché il tempio di Gerusalemme non è stato distrutto da un Gesù diverso da Nostro Signore. E, se pure è vero, che molte persone hanno portato il nome di Gesù, è altrettanto vero che uno solo è stato ucciso dai Giudei e colui che ha dato il nome a coloro che credono in lui è il nostro Gesù.


Insomma l’equivoco permetteva ai Giudei di sfuggire all’accusa di deicidio!!

La follia delle argomentazioni del francescano è rivoltante, ma molto istruttiva.

E’ assurdo, ma che la causa della distruzione di Gerusalemme fosse da attribuire a Gesù Nazareno e alla sua setta trovava d’accordo, ma per motivi ben diversi dal deicidio, anche alcuni rabbi, come rabbi Meir che in un passaggio (censurato) di Sanhedrin 11:

Rabbi Mar disse: “Yeshu fu un impostore, egli ha ingannato Israele e lo ha portato alla sua rovina.”

Lo zelotismo di Gesù Nazareno ed i cristiani aveva portato Gerusalemme alla sua rovina scatenando la reazione romana sotto Tito ed infine sotto Adriano.

Un frammento perduto del libro V delle Historiae di Tacito conservato nella Chronica di Sulpicio Severo (2.30.6-7) cronografo cristiano vissuto a cavallo tra il IV e V secolo ci dice a proposito della distruzione del Tempio di Gerusalemme ad opera di Tito.

Ma altri, al contrario, tra i quali lo stesso Tito discordavano. Essi argomentavano che la distruzione del Tempio era una priorità al fine di distruggere completamente la religione dei Giudei e dei Cristiani, poiché, sebbene tra loro in conflitto, esse nondimeno si sono sviluppate dagli stessi autori. I Cristiani hanno origine dai Giudei: con la radice rimossa, il germoglio viene ucciso facilmente.

Tito, nel frammento di Tacito preservato da Sulpicio Severo, considera i cristiani come i principali promotori della guerra giudaica. Una setta giudaica da estirpare (radice sublata stirpem facile perituram).

La radice (i Giudei ed il Tempio) va rimossa al fine di uccidere il germoglio (i Cristiani-zeloti).

Un' allusione in Tacito a colui che era detto anche Ben Netzer e alla sua setta di Nazareni?

La cosa trovava d’accordo anche l’apostata Giuseppe Flavio che è alla setta fondata da Giuda di Gamala che attribuisce tutti i mali che ebbero a soffrire gli ebrei, culminati nella distruzione di Gerusalemme ad opera di Tito.

Giuseppe Flavio era più esplicito a riguardo in quello che oggi è noto Testimonium Flavianum?

Io credo di sì e Johannes Malalas (Chronografia) al VI secolo leggeva un passaggio ben diverso dal Testimonium a noi noto:

E da quel momento iniziò la rovina dei Giudei, come scrisse queste cose il filosofo ebreo Giuseppe, avendo inoltre detto questo: che da quando i Giudei crocifissero Gesù, che era uomo buono e giusto, se è veramente necessario chiamarlo uomo e non Dio, la sofferenza non abbandonò la Giudea. Lo stesso Giuseppe incluse queste cose contro i Giudei nei suoi scritti giudaici.


 
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MsNifelheim
view post Posted on 9/8/2010, 11:27     +1   -1




Scusami ma nel tuo post ci sono dei punti oscuri

CITAZIONE
Nessuno scritto rabbinico avrebbe potuto pervenirci qualora avesse contenuto un riferimento esplicito a Gesù il Nazareno

E allora tutti i riferimenti che porti dove si chiama in causa direttamente Gesù?

CITAZIONE
e vi si dimostra in maniera chiara chi fu il Cristo e quali furono i suoi seguaci, dove egli nacque, da chi e quando, e perché, come e sotto chi egli fu giustiziato.

Sei sicuro che non ci sia il riferimento ai soliti (e stranoti) ai vari passi talmudici (tipo sanhderin 43a e via dicendo?)

CITAZIONE
Nel XII secolo Rabbi Abraham ibn Daud di Granada scrisse un epitomo dello Josippon

Una fonte recente e attendibile. Solo del XII secolo?

CITAZIONE
In quei giorni Gesù il Nazareno fu preso. In seguito venne a Damasco Pompeo, a cui Aristobulo mandò una vite d’oro.

Stai attento alle fonti che chiami in causa.
Esistevano gli zeloti al tempo di Pompeo? Ti ricordo che precede Giuda il Galileo.... Eppure tu spacci questa fonte per attendibile.
CITAZIONE
Tuttavia sotto la nota a margine è possibile leggere ancora una glossa a mano di padre Casimir Oudin (XVII secolo) che scrive

Tutte fonti recentissime. Una glossa del XVII secolo. Probante, non trovi?

CITAZIONE
I difensori dei Giudei dicono che Gesù fu ucciso al tempo del grande sacerdote Giovanni e che quest’ultimo visse più di cento anni prima del Cristo poiché egli esercitò le sue funzioni sotto il regno del re Alessandro (Ianneo) come dice Giuseppe Flavio nel VII libro delle Guerre Giudaiche.

Ancora una volta: quando nascono gli zeloti?

CITAZIONE
risulta da una antica cronaca ebraica che questo Gesù che il Talmud dice esser vissuto ai tempi del grande sacerdote Giovanni e colui che i Cristiani dicono essere vissuto ai tempi di Erode, sono una sola e stessa persona, poiché il Talmud ha avanzato la data di nascita del Cristo affinché la sua morte non possa essere considerata, come fanno i Cristiani, come la vera causa della distruzione di Gerusalemme

Vedo che hai sottolineato quello che ti interessa, dimenticando che altri particolari non combaciano.
CITAZIONE
Lo zelotismo di Gesù Nazareno ed i cristiani aveva portato Gerusalemme alla sua rovina scatenando la reazione romana sotto Tito ed infine sotto Adriano.

Deciditi: hanno ragione le fonti ebraiche censurate secondo cui i fatti gesuani avvennero 100 anni prima (e quindi non vi è legame con la reazione di Tito) oppure le fonti ebraiche sbagliano e Gesù era uno zelota? In questo secondo caso hai postato dei brani che non ti aiutano a dimostrare l'ipotesi "Gesù=zelota"

CITAZIONE
La radice (i Giudei ed il Tempio) va rimossa al fine di uccidere il germoglio (i Cristiani-zeloti)

A parte che questa sarebbe la tua (personalissima) interpretazione, mi spieghi il legame con "I difensori dei Giudei dicono che Gesù fu ucciso al tempo del grande sacerdote Giovanni e che quest’ultimo visse più di cento anni prima del Cristo poiché egli esercitò le sue funzioni sotto il regno del re Alessandro". Altro che germoglio: sarebbero stati una realtà da quasi due secoli.

 
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view post Posted on 9/8/2010, 14:02     +1   -1
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www.ufoforum.it/viewtopic.php?f=44&t=18168

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Per comodità : qui a inizio pagina i nomi di Gesù in Ebraico

https://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=49092352&st=60

Per quanto riguarda gli zeloti : ormai è una definizione traslata ed estesa per chiamare i combattenti partigiani contro gli okkupanti Romani .

Sicuramente Zeloten

Ζηλωτην

dal Vangelo di Luca VI , 15 è una definizione tarda .

A inizio e.v. si chiamavano beryonym , o beryonyn .

da baryonà


בַּרִיוֹנָא baryonà

בֶּרִיוֹנִים beryonym

בֶּרִיוֹנִין beryonyn


Cambia il nome , ma non la sostanza .

Ricordo che in Matteo XVI, 17 Simon Pietro è chiamato esplicitamente

Σιμων Βαριωνα



Simon barionà : e vuol dire partigiano combattente ,

non altro , : vedi mio post Inviato il: 8/8/2010, 02:26


https://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=49092352&st=90


zio ot

Edited by barionu - 9/8/2010, 15:21
 
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Saulnier
view post Posted on 9/8/2010, 23:43     +1   -1




Ritengo la maniera di argomentazione di MsNifelheim (che non posso esimermi dal ringraziare) assai istruttiva perché consente di comprendere in quale maniera hanno agito nel passato gli apologeti cristiani sugli scritti degli oppositori del cristianesimo.

Con la differenza cruciale che in questo caso abbiamo ancora il testo d’origine, quindi stratagemmi tesi ad un’alterazione (mistificazione) del significato originale di quanto scritto sono facilmente smascherabili.

Sappiamo purtroppo che non è così per quelle opere che conosciamo solo attraverso le confutazioni dei loro avversari.

Lungi da me per il resto paragonarmi arditamente a quelle menti eccelse che furono Celso, Porfirio e soprattutto l’imperatore Giuliano!

La dimostrazione gentilmente fornitaci da MsNifelheim ci serva dunque da monito e ci induca sempre a trattare con estrema cautela queste ‘confutazioni’ tese, non ad un’analisi obiettiva degli scritti ma a mistificarne il senso tentando di mettere in ridicolo le tesi dell’avversario.

E’ questa una questione fondamentale che lo studioso ‘indipendente’ delle origini del cristianesimo primitivo deve tenere sempre a mente.

Tocchiamo adesso la frode con mano...

CITAZIONE
CITAZIONE SAULNIER
Nessuno scritto rabbinico avrebbe potuto pervenirci qualora avesse contenuto un riferimento esplicito a Gesù il Nazareno

CITAZIONE
DOMANDA MSNIFELHEIM
E allora tutti i riferimenti che porti dove si chiama in causa direttamente Gesù?

La domanda sembra legittima.
Saulnier prima scrive che nessuno scritto rabbinico pervenuto contiene riferimenti a Gesù Nazareno e poi nel prosieguo del testo sembra riferire alcuni passaggi del Talmud proprio al Nazareno.
Qualcosa non quadra...

Ma riportiamo la citazione di Saulnier nella sua interezza

CITAZIONE
CITAZIONE SAULNIER INTEGRA
Nessuno scritto rabbinico avrebbe potuto pervenirci qualora avesse contenuto un riferimento esplicito a Gesù il Nazareno (cioè non ‘traslato cronologicamente’ e non camuffato mediante l’uso di pseudonimi).

Insomma MsNifelheim aveva troncato 'sbadatamente' la citazione proprio nel suo punto cruciale…giacché proprio la frase tra parentesi, omessa da MsNifelheim, risolve le sue perplessità.
Può succedere.

CITAZIONE
CITAZIONE SAULNIER
e vi si dimostra in maniera chiara chi fu il Cristo e quali furono i suoi seguaci, dove egli nacque, da chi e quando, e perché, come e sotto chi egli fu giustiziato.

CITAZIONE
DOMANDA MSNIFELHEIM
Sei sicuro che non ci sia il riferimento ai soliti (e stranoti) ai vari passi talmudici (tipo sanhderin 43a e via dicendo?)

La domanda di MsNifelheim sembra legittima. Dopotutto, quello che Saulnier spaccia per chissà quale misterioso Talmud non censurato e contenente chissà quale mistero su Gesù potrebbe essere davvero un riferimento agli ‘arcinoti’ passi talmudici.
Tuttavia...
Ancora una volta MsNifelheim ha troncato ‘sbadatamente’ la citazione.

CITAZIONE
CITAZIONE SAULNIER INTEGRA
E’ a torto che si dice che il Talmud non contenga la confutazione del Nuovo Testamento, quando tutte le affermazioni, tutti gli insegnamenti, tutte le storie degli Evangelisti sono ampiamente spiegate e vi si dimostra in maniera chiara chi fu il Cristo e quali furono i suoi seguaci, dove egli nacque, da chi e quando, e perché, come e sotto chi egli fu giustiziato.

Da cui deriva nientemeno che nei soliti ‘arcinoti’ passi del Talmud ci sarebbe la confutazione piena di tutta la storia dei Vangeli.

Extare in Talmudicis libros integros quibus affatim tota Evangeliorum historia improbetur.

E’ sufficientemente chiaro?

Ma proseguiamo..

La mia ipotesi che credo si evinca in maniera chiara da quanto scritto, è che lo Yeshu discepolo di Yeoschuah Ben Perachya non sia un personaggio differente da Gesù il Nazareno, il dio dei cristiani e che queste ‘traslazioni cronologiche’ negli scritti ebraici fossero l’unico mezzo per trasmettere ai posteri israeliti informazioni sul Nazareno evitando che il goy cristiano potesse afferrarne il senso (e agire di conseguenza purtroppo come vedremo...).

Questa naturalmente è la mia ipotesi, si può essere d’accordo o meno, si possono fornire prove in favore o contro, ma le obiezioni che mi propone MsNifelheim mi sembrano senza né capo né coda.

Senza offesa, mi sembrano le domande di qualcuno che non ha compreso assolutamente nulla di quanto scritto e neppure abbia la più pallida idea di quale sia la tesi dell’avversario.

Chiariamoli dunque questi ‘punti oscuri’...

CITAZIONE
CITAZIONE SAULNIER
Nel XII secolo Rabbi Abraham ibn Daud di Granada scrisse un epitomo dello Josippon

CITAZIONE
DOMANDA MSNIFELHEIM
Una fonte recente e attendibile. Solo del XII secolo?

Per inciso quella che MsNifelheim considera una fonte non attendibile perché risalente al XII secolo è una testimonianza a favore dell’esistenza di uno Yeshu vissuto nel I secolo a.C., quindi non a favore ma contro la mia ipotesi.

Tuttavia come già spiegato

CITAZIONE
Fortunatamente i censori che hanno operato sullo Josippon non hanno agito in maniera uniforme.
In effetti Rabbi Abraham ben Mordecai (Farissol, XVI secolo) nel suo trattato polemico in tre libri, Maggers Abraham, al c.70, dice di aver trovato le parole “bajamim hahem...” nel capitolo dello Josippon riguardante Pilato. Giustamente conclude che il Gesù al quale queste parole sono riferite deve aver vissuto ai tempi di Tiberio.

questo passaggio in un esemplare dello Josippon consultato da Farissol era inserito ai tempi di Pilato e non a quelli di Pompeo.

Io considero questa una testimonianza importante poiché riferita allo Josippon, uno scritto che ha subito, in tempi molto più recenti del XII secolo, censure che ci hanno privato di una parte importante della storia del cristianesimo primitivo.

Mi riferisco in particolare all’editio princeps di Mantova la quale contiene riferimenti a dei fatti concernenti i discepoli del Nazareno dei quali altrimenti non avremmo traccia.

In quei giorni, vi furono dei combattimenti e dei dissensi in Giudea tra i Farisei e i ‘briganti del nostro popolo’ che seguivano il figlio di Giuseppe, etc ...[lacuna] Eleazar, che commise grandi crimini in Israele fino a quando i Farisei non l’ebbero vinto.

Discusso qui:

https://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=42232860

La lacuna dello Josippon (ricucita nelle edizioni successive) si ricollega ad una impressionante serie di lacune che io mi rifiuto come studioso (sprovvisto questo è vero di una fede che trasporta le montagne) di attribuire al fato.

CITAZIONE
CITAZIONE SAULNIER
In quei giorni Gesù il Nazareno fu preso. In seguito venne a Damasco Pompeo, a cui Aristobulo mandò una vite d’oro.

CITAZIONE
CITAZIONE MSNIFELHEIM
Stai attento alle fonti che chiami in causa.
Esistevano gli zeloti al tempo di Pompeo? Ti ricordo che precede Giuda il Galileo.... Eppure tu spacci questa fonte per attendibile.

Devo rispondere? :35.gif:

CITAZIONE
CITAZIONE SAULNIER
Tuttavia sotto la nota a margine è possibile leggere ancora una glossa a mano di padre Casimir Oudin (XVII secolo) che scrive

CITAZIONE
DOMANDA MSNIFELHEIM
Tutte fonti recentissime. Una glossa del XVII secolo. Probante, non trovi?

Se non altro dimostra che non tutti i cristiani erano così sprovveduti da lasciarsi ingannare da un errore cronologico (voluto e necessario).

CITAZIONE
CITAZIONE SAULNIER
I difensori dei Giudei dicono che Gesù fu ucciso al tempo del grande sacerdote Giovanni e che quest’ultimo visse più di cento anni prima del Cristo poiché egli esercitò le sue funzioni sotto il regno del re Alessandro (Ianneo) come dice Giuseppe Flavio nel VII libro delle Guerre Giudaiche.

CITAZIONE
DOMANDA MSNIFELHEIM
Ancora una volta: quando nascono gli zeloti?

Ti spiego in parole semplice: il francescano de Bustis secondo una tecnica di confutazione piuttosto comune prima cita gli elementi probanti di una tesi opposta alla sua (quella dei difensori dei Giudei, essendo come è ovvio il buon francescano un accanito antisemita) per poi dimostrare la loro falsità mettendo in luce contraddizioni nei passi successivi.

CITAZIONE
CITAZIONE SAULNIER
risulta da una antica cronaca ebraica che questo Gesù che il Talmud dice esser vissuto ai tempi del grande sacerdote Giovanni e colui che i Cristiani dicono essere vissuto ai tempi di Erode, sono una sola e stessa persona, poiché il Talmud ha avanzato la data di nascita del Cristo affinché la sua morte non possa essere considerata, come fanno i Cristiani, come la vera causa della distruzione di Gerusalemme

CITAZIONE
CONSIDERAZIONE MSNIFELHEIM
Vedo che hai sottolineato quello che ti interessa, dimenticando che altri particolari non combaciano.

Non ho dimenticato proprio nulla, se avessi voluto avrei omesso ‘sbadatamente’ la parte della citazione che non mi faceva comodo (stringendo le dita nello sperare che nessuno avesse in biblioteca l’articolo citato o la rarissima opera di De Bustis).

Ti spiego...
Il francescano De Bustis aveva trovato un’antica cronaca ebraica dalla quale risultava l’identità tra Gesù il Nazareno e lo Yeshu del Talmud e che in questa cronaca era ugualmente affermato che Costantino visse trecento anni dopo il Nazareno, pertanto, ne deduceva De Bustis, la vicenda gesuana era da collocarsi ai tempi di Tiberio e non a quelli di Pompeo e gli ebrei dicono il falso quando affermano che le blasfemie proferite nel Talmud contro Yeshu, sono da riferirsi in realtà ad un altro personaggio.

CITAZIONE
CITAZIONE SAULNIER
Lo zelotismo di Gesù Nazareno ed i cristiani aveva portato Gerusalemme alla sua rovina scatenando la reazione romana sotto Tito ed infine sotto Adriano.

CITAZIONE
CONSIDERAZIONE MSNIFELHEIM
Deciditi: hanno ragione le fonti ebraiche censurate secondo cui i fatti gesuani avvennero 100 anni prima (e quindi non vi è legame con la reazione di Tito) oppure le fonti ebraiche sbagliano e Gesù era uno zelota? In questo secondo caso hai postato dei brani che non ti aiutano a dimostrare l'ipotesi "Gesù=zelota"

Insomma da quanto ho scritto, tu ne hai dedotto che io ritengo i fatti gesuani avvenuti sotto Pompeo.
Sono lusingato ma ti avverto che mi stai confondendo con Sir George Robert Stowe Mead :2019.gif:

CITAZIONE
CITAZIONE SAULNIER
La radice (i Giudei ed il Tempio) va rimossa al fine di uccidere il germoglio (i Cristiani-zeloti)

CITAZIONE
CONSIDERAZIONE MSNIFELHEIM
A parte che questa sarebbe la tua (personalissima) interpretazione, mi spieghi il legame con "I difensori dei Giudei dicono che Gesù fu ucciso al tempo del grande sacerdote Giovanni e che quest’ultimo visse più di cento anni prima del Cristo poiché egli esercitò le sue funzioni sotto il regno del re Alessandro". Altro che germoglio: sarebbero stati una realtà da quasi due secoli.

Ancora? :shutup.gif:

CONSIDERAZIONE GENERALE

Indipendentemente dalle proprie personali convinzioni su questa materia così delicata che, giustamente, possono essere le più disparate, un minimo di onestà intellettuale è condizione necessaria per un confronto costruttivo.

 
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MsNifelheim
view post Posted on 10/8/2010, 10:08     +1   -1




CITAZIONE
CITAZIONE SAULNIER INTEGRA
Nessuno scritto rabbinico avrebbe potuto pervenirci qualora avesse contenuto un riferimento esplicito a Gesù il Nazareno (cioè non ‘traslato cronologicamente’ e non camuffato mediante l’uso di pseudonimi).

CITAZIONE
CITAZIONE SAULNIER INTEGRA
E’ a torto che si dice che il Talmud non contenga la confutazione del Nuovo Testamento, quando tutte le affermazioni, tutti gli insegnamenti, tutte le storie degli Evangelisti sono ampiamente spiegate e vi si dimostra in maniera chiara chi fu il Cristo e quali furono i suoi seguaci, dove egli nacque, da chi e quando, e perché, come e sotto chi egli fu giustiziato

Quale teniamo delle due affermazioni di Saulnier?
CITAZIONE
Ancora una volta MsNifelheim ha troncato ‘sbadatamente’ la citazione

Mentre Saulnier 'sbatamente' è riuscito a dire una cosa e il suo contrario

CITAZIONE
Da cui deriva nientemeno che nei soliti ‘arcinoti’ passi del Talmud ci sarebbe la confutazione piena di tutta la storia dei Vangeli

Nonchè la confutazione piena della ricostruzione di Saulnier

CITAZIONE
Per inciso quella che MsNifelheim considera una fonte non attendibile perché risalente al XII secolo è una testimonianza a favore dell’esistenza di uno Yeshu vissuto nel I secolo a.C., quindi non a favore ma contro la mia ipotesi

Per inciso spiegaci come mai non hai confutato l'esistenza di questo Yeshu

CITAZIONE
Se non altro dimostra che non tutti i cristiani erano così sprovveduti da lasciarsi ingannare da un errore cronologico (voluto e necessario)

Il fatto che l'errore cronologico fosse 'voluto e necessario' è tutto da dimostrare

CITAZIONE
le obiezioni che mi propone MsNifelheim mi sembrano senza né capo né coda

Curioso: è lo stesso che ho pensato io leggendo le tue ricostruzioni storiche

CITAZIONE
Ti spiego in parole semplice: il francescano de Bustis secondo una tecnica di confutazione piuttosto comune prima cita gli elementi probanti di una tesi opposta alla sua (quella dei difensori dei Giudei, essendo come è ovvio il buon francescano un accanito antisemita) per poi dimostrare la loro falsità mettendo in luce contraddizioni nei passi successivi

Strano, sembrava quasi che fossi partito per dimostrare l'esistenza di censure all'interno del Talmud (non a caso il topic è "Yeshu, Yeshua e la censura negli scritti ebraici"), e avessi portato queste tesi come argomentative. Per poi andare a parare dove più ti interessa, questo è ovvio.

CITAZIONE
Insomma da quanto ho scritto, tu ne hai dedotto che io ritengo i fatti gesuani avvenuti sotto Pompeo

Non sei stato così chiaro come credi, da una parte hai portato i presunti riferimenti talmudici censurati , dall'altra non li hai confutati in nessun modo ma ti sei riagganciato alla meglio per sostenere la solita tesi del Gesù zelota.

CITAZIONE
un minimo di onestà intellettuale è condizione necessaria per un confronto costruttivo

Parole sante....

Edited by MsNifelheim - 10/8/2010, 11:30
 
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view post Posted on 10/8/2010, 15:22     +1   -1

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In primis vorrei cogliere ancora una volta l' occasione per ringraziare Saulnier per l' interessantissimo lavoro di approfondimento che sta svolgendo sulle relazioni intercorse fra la vicenda del gesù storico e la "letteratura rabbinica"
Credo si debba oggettivamente riconoscere che sia una tematica di altissima rilevanza e che ha avuto una attenzione relativamente bassa nella discussione generale sulla storia delle origini del cristianesimo. (certamente anche a causa della estrema complessità del soggetto e la problematicità delle fonti documentali)
Sicuramente non sono mancati e non mancano tentativi specialistici rivolti a delineare singoli aspetti di questa "relazione storico-culturale" ma è mia sensazione che se daun lato, molto raramente, hanno raggiunto il grande pubblico, dall' altro per loro stessa struttura non hanno quasi mai inteso dare alla questione un ampio respiro nel tentativo di verificare se le interazioni occorse fra le due "culture religiose" fuoriuscite dalla singolarità gesuana, prima, durante e dopo gli eventi storici (poi teologicamente deformati dalla progressiva incidenza delle costruzioni testuali neotestamentarie) possano dare adito ad una parziale o più radicale rilettura dei reali fatti storici che oggi "conosciamo".

Ciò detto mi sembra evidente, come da me gia sottolineato più volte, che la rilettura di Saulnier, oltre a presentare una mole di informazioni indiscutibilmente interessanti (alcune sono decisamente inedite nel mondo dei forum di settore che spesso si arrovellano su contrapposizioni di elementi decisamente più noti e forse per questo anche più "tritie"), si contraddistingua per il fatto che si propone in quanto tentativo ermeneutico specifico, cioè con un intento di utilizzare su basi ipotetiche questi dati poco battuti, per consolidare una visione altrettanto ipotetica ma sicuramente alternativa della storia delle origini del cristianesimo.

Trovo questo assolutamente legittimo, trattandosi giustamente e vieppiù di un tentativo svolto in un ambito libero e strettamente amatoriale (non specialistico e non accademico) da una persona che rivendica ed esercita semplicemente il diritto di esporre la sua personale visione dei fatti, con l 'ausilio di nozioni ed argomenti non banali e tramite una esposizione accattivante e certamente mai lesiva delle idee altrui, per quanto diverse esse possano essere.

La semplice, ripeto e sottolineo, volontà di sfruttare dei validi spazi di comunicazione interattiva a sfondo non specialistico per condividere con gli altri le risultanze dei propri approfondimenti, e magari (come egli stesso ha scritto recentemente) di misurarne l' eventuale validità nel confronto con il parere di quegli "altri" di cui sopra.

Fatto questo che gli è stato ampiamente riconusciuto, sempre recentemente, dall' ottimo moderatore del forum di Consulenza Ebraica, in seguito a una incredibile, proditoria serie di accuse personali che Saulnier si era visto accollare dal solito improvvido e poco tollerante utente di turno che, evidentemente a corto di argomenti, bene ha pensato di inferire nei discorsi di Saulnier retromotivazioni assurde e davvero fuori luogo.

L 'ottimo Negev. moderatore del forum, che pur a più riprese ha confermato di non condividere nella sostanza la maggior parte delle ipotesi sostenute da Saulnier (o da altri utenti che si muovono su linee assimilabili) non ha esitato a "censurare" quella aggressione intellettualmente e culturalmente inaccettabile, ricordando che quando si espongono le proprie ricerche personali con serenità e nel rispetto dell' altrui parere, non si compie alcunchè di illegittimo, anzi....

Ora assodato che non vi sia (e non vi sia mai stato) in nessuno dei post inseriti da Saulnier, un solo pur piccolo elemento che sia andato in distonia con il principio appena esposto, mi preme esprimere una mia personale ma generale valutazione su questa ultima riflessione da lui inserita, anche e soprattutto alla luce di una reazione che definirei "metodologicamente e dialetticamente scomposta, mal concepita e vanamente irridente"

Molti degli elementi citati dall' ottimo Saulnier mi erano già noti (battiamo evidentemente, e forse non casualmente, le stesse piste anche grazie all'enorme disponibilità che oggi la rete offre a chi vogli spulciare, (o fare le pulci alla), l'enorme mole di documentazione delle piu svariate epoche) alcuni altri mi risultano nuovi.
Trovo dunque particolarmente stimolante quanto propone e indubbiamente intrigante il quadro di insieme in cui, seppur in via ipotetica, tenta di incastonare e "significare" tali riferimenti.
Mi ripropongo , tempo permettendo e comunque con la dovuta calma che su questioni così complesse si rende necessaria, di poter inserire qualche mio personale contributo alla sua elaborazione (che peraltro mi sembra cominci a prendere una sua formale ed organica struttura nell'insieme delle riflessioni fino ad oggi proposte, emerge cioè una linea interpretativa di fondo sulla quale si possa poi ragionare nel merito)

La contingenza però che mi ha motivato in modo speciale ad intervenire scturisce da quello che ho testè definito una risposta "metodologicamente e dialetticamente scomposta, mal concepita e vanamente irridente", che nella sua globalità (e nei singoli elementi) sembrerebbe, di primo acchitto, più una infastidita reazione a una riflessione che in luogo d'essere semplicemente e legittimamente non condivisa (e controargomentata) sia stata indebitamente intesa quale provocazione e in quanto tale tratatta.

Senonchè quelle che a me sono apparse parole prive di senso logico compiuto e chiaramente denotanti una scarsa ed insufficiente lettura/comprensione delle considerazioni proposte da Saulnier nel suo post che quindi ne ha impedito una
critica puntuale degna di tal nome, hanno subito riscosso l' opportuna e rapidissima (io sono troppo lento) controrisposta di Saulnier.

Ebbene non posso che dire che se per il post originale di Saulnier, ribadisco una personale e positiva valutazione e una più che personale sensazione di condivisione, pur in un quadro di rispetto dell 'idea fondamentale di opinabilità che resta sovrano quando si esprimono personali rivisitazioni di vicende storiche,
non posso invece che quotare parola per parola (punteggiatura compresa) quanto Saulnier "è costretto" a replicare alla discutibilissima risposta prodotta.

Non avrei saputo sintetizzare meglio di quanto fatto da Saulnier, le lacune argomentative, le provocazioni sterili, e la generale "manomissione"/incomprensione degli elementi portanti della sua riflessione.

Vedo purtroppo con rammarico che MsNifelheim non ha inteso (o non ha voluto intendere) le ragioni, a mio avviso assolutamente ineccepibili che Saulnier ha lucidamente esposto nella sua risposta, e si lancia in una seconda "esegesi" che ripropone ed amplifica le falle logiche e dialettiche già correttamente segnalategli da saulnier.

Mi limito a segnalare un solo brillante esempio che è poi l'incipit di questo secondo maldestro intervento:

CITAZIONE
CITAZIONECITAZIONE SAULNIER INTEGRA
Nessuno scritto rabbinico avrebbe potuto pervenirci qualora avesse contenuto un riferimento esplicito a Gesù il Nazareno (cioè non ‘traslato cronologicamente’ e non camuffato mediante l’uso di pseudonimi).



CITAZIONECITAZIONE SAULNIER INTEGRA
E’ a torto che si dice che il Talmud non contenga la confutazione del Nuovo Testamento, quando tutte le affermazioni, tutti gli insegnamenti, tutte le storie degli Evangelisti sono ampiamente spiegate e vi si dimostra in maniera chiara chi fu il Cristo e quali furono i suoi seguaci, dove egli nacque, da chi e quando, e perché, come e sotto chi egli fu giustiziato


Quale teniamo delle due affermazioni di Saulnier?

CITAZIONEAncora una volta MsNifelheim ha troncato ‘sbadatamente’ la citazione

Mentre Saulnier 'sbatamente' è riuscito a dire una cosa e il suo contrario

come è possibile non riuscire a comprendere un passaggio cosi elementare riuscendo così a distorcerne a tal punto il senso da accollarnere al titolare una autocontraddizione che non sta... nè in cielo nè in terra...

Come si evince chiaramente dal testo originale e completo di Saulnier, la prima delle due citazioni (portate da MsNifelheim come primo dei due elementi della sbandierata contraddizione) è effettivamente un' assunzione personale di Saulnier che sostiene che:

Nessuno scritto rabbinico avrebbe potuto pervenirci qualora avesse contenuto un riferimento esplicito a Gesù il Nazareno (cioè non ‘traslato cronologicamente’ e non camuffato mediante l’uso di pseudonimi).

Poi Saulnier nel tentare di argomentare e consolidare questo suo assunto personale (che poi non è necessariamente solo suo) cerca di spiegare quali possano essere stati i motivi storici che hanno condotto gli stessi ebrei ad autocensurare la loro letteratura e a titolo di esempio cita documentalmente una direttiva interna al mondo ebraico tesa a censurare per l 'appunto le loro stesse scritture al fine di evitare che i cristiani potessero leggere e contestare passaggi sul cristo che sarebbero stati pericolosamente considerati blasfemi e alibi perfetto per giustificare eventuali ulteriori aggressioni.

a questo punto, e in funzione dell' argomento precedente saulnier giustamente fa notare come Lusitano (e non saulnier direttamente) potesse sostenere (imprudentemente o forse perchè da anticristiano non si voleve porre su una linea di prudenza) quello che secondo MsNifelheim sarebbe il secondo dei due elementi della sbandierata contraddizione

E’ a torto che si dice che il Talmud non contenga la confutazione del Nuovo Testamento, quando tutte le affermazioni, tutti gli insegnamenti, tutte le storie degli Evangelisti sono ampiamente spiegate e vi si dimostra in maniera chiara chi fu il Cristo e quali furono i suoi seguaci, dove egli nacque, da chi e quando, e perché, come e sotto chi egli fu giustiziato

e che invece risulta, nel ragionamento generale (che ovviamente si può condividere o meno) assolutamente logico e lineare.

Vale a dire che, sembra plausibile che Lusitano, ribellandosi al trend generalizzatosi fra gli ebrei che avevano scelto prudentemente di censurare le loro proprie scritture, relegando certe conoscenze/informazioni ad una più sicura trasmissione orale, avesse deciso di affermare con rabbiosa sicumera e conoscendo/avendo accesso a fonti originali non censurate che:

Extare in Talmudicis libros integros quibus affatim tota Evangeliorum historia improbetur

da che risulta, spero definitivamente, evidente che non sussista alcuna contraddizione, alcuna sbadataggine, che non ha alcun senso logico domandare "Quale teniamo delle due affermazioni di Saulnier?", che l'affermazione "Mentre Saulnier 'sbatamente' è riuscito a dire una cosa e il suo contrario" è sicuramente indice di una grave incomprensione del testo di base.

Tutto il resto è un po' inevitabile conseguenza di questo errato approccio alla riflessione altrui e procede "serenamente" attraverso stralci poco avveduti e commenti che conseguentemente "vanno paradossalmente fuori traccia".

Ora dell' onestà intellettuale avete gia parlato entrambi e mi limiterei solo ad aggiungere, a mo' di battuta, che più che "parole sante" si tratterrebbe di "parole laiche"...

Mi preme solo concludere dicendo che le riflessioni come quelle di Saulnier (e mi prendo la briga di aggiungere anche quelle che più sporadicamente tento di inserire personalmente) possono senza ombra di dubbio cosituire dal punto di vista dei contenuti e delle ipotetiche risultanze un enorme cumulo di sciocchezze, ma resta inteso che per smontarle, contestarle, controargomaentarle ecc occorra quanto meno sforzarsi di comprenderne il flusso logico, evitando di trasformarle, attraverso uno scaltro ed insipiente taglia e cuci, in cosa altra da quello che vogliono essere.
buona giornata
Jehoudda



 
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view post Posted on 11/8/2010, 20:17     +1   -1
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אריאל פינטור

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CITAZIONE
L 'ottimo Negev. moderatore del forum, che pur a più riprese ha confermato di non condividere nella sostanza la maggior parte delle ipotesi sostenute da Saulnier (o da altri utenti che si muovono su linee assimilabili) non ha esitato a "censurare" quella aggressione intellettualmente e culturalmente inaccettabile, ricordando che quando si espongono le proprie ricerche personali con serenità e nel rispetto dell' altrui parere, non si compie alcunchè di illegittimo, anzi....

Non esagerare con "l'ottimo" (grazie in ogni caso).
In onore alla sincerità, devo dire che L'eccezionale Saulnier mi ha comunque messo in crisi e non è detto che non modifichi a breve alcune mie posizioni.
Vale la pena anche ascoltare i primi dieci minuti di una lezione online del Rabbino ortodosso Shlomo BeKhor di cui seguo assiduamente l'insegnamento in Torah e Talmud.
Vi sono alcune osservazioni, in questa lezione che mi hanno aperto un po' la mente sulla varietà di opinini rabbiniche in merito (essendo molto correllate ai fondamenti del Talmud), quindi non sono più tanto certo sulle ragioni, riguardo alla scarsità di dati relativi a Gesù.
indubbiamente la censura cristiana ha svolto al sua opera, però non si spiega il perché dell'assenza di questi dati nelle edizioni talmudiche in possesso di Ebrei stanziati in paesi musulmani, dove non ci fu censura

Per comodità riporto quanto ho scritto in uno dei forum ebraici

CITAZIONE
Per coloro che sono appassionati di questo argomento e cioè di posizioni talmudiche rispetto a Gesù e sua madre, segnalo questa lezione di Rav Shlomo Bekhor (Rabbino ortodosso del movimaìento Chabad, talmudista e studioso di Torah.
www.virtualyeshiva.it/
dal titolo
"PERCHE’ L’EBRAISMO NON CREDE NEL CRISTIANESIMO?
Tredici secoli prima dello sua nascita
Moshè ammonisce il popolo sulla fede cristiana!"

Vi è una interpretazione talmudica ad un ammonimento di Moshè rispetto ai falsi profeti, con una interessante spiegazione seconto la Ghematria (numerologia), nei primi dieci minuti dell'MP3
Naturalmente è UNA interpretazione, non "L' Interpretazione" secondo l'Ebraismo.
Il Rabbino fa riferimento a Ieshu , a sua madre ecc.



Edited by Negev - 11/8/2010, 21:56
 
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Saulnier
view post Posted on 12/8/2010, 16:17     +1   -1




Ringrazio innanzitutto jeohudda (e anche Negev) per le parole di stima nei miei confronti e per avermi evitato di sprecare tempo nel proseguire una polemica che evidentemente non avrebbe dato alcun valore aggiunto alla discussione in corso.

cit. Negev
CITAZIONE
Vale la pena anche ascoltare i primi dieci minuti di una lezione online del Rabbino ortodosso Shlomo BeKhor di cui seguo assiduamente l'insegnamento in Torah e Talmud.

La lezione di Rav Shlomo Bekhor proposta da Negev (che ringrazio di cuore) è interessantissima e strettamente correlata al topic in oggetto.

Si tratta di un passo tratto dall'opera di Rabbi Jacob Ben Asher (prima metà XIV secolo), Arba ‘Turim.

L'opera di Rabbi Jacob Ben Asher dopo la sua pubblicazione si meritò le attenzioni del censore, come si può vedere in questa pagina tratta proprio dall'Arba 'Turim

http://www.jewishencyclopedia.com/img_temp...lume3&imgid=557

Ma è di estremo interesse rilevare, secondo quanto ci spiega Rav Shlomo Bekhor, come probabilmente gli stessi ebrei avevano provveduto a eliminare un riferimento a Yeshu e al cristianesimo prima della pubblicazione dell'opera.
Si tratta del commento ad un passo di Deuteronomio (13,2-4):

Qualora si alzi in mezzo a te un profeta o un sognatore che ti proponga un segno o un prodigio

e il segno e il prodigio annunciato succeda ed egli ti dica: Seguiamo dei stranieri, che tu non hai mai conosciuti, e rendiamo loro un culto,

tu non dovrai ascoltare le parole di quel profeta o di quel sognatore; perché il Signore vostro D-o vi mette alla prova per sapere se amate il Signore vostro D-o con tutto il cuore e con tutta l'anima.


Mediante la ghematria, Ba'al ha-Turim identifica il profeta del passo di Deuteronomio con Yeshu, il dio dei cristiani.

Ba'al ha-Turim dice che il valore numerico di בקרבך "in mezzo a' voi" è identico a quello di זוהאשה "questa è la donna", infatti si ha:

beth qoph resh beth kaph = 2 + 100 + 200 + 2 + 20 = 324

zain vav he’ aleph shin he’ = 7 + 6 + 5 + 1 + 300 + 5 = 324

Nei commentari pervenuti, la spiegazione del rabbi finisce in tale maniera lasciando di fatto incompiuto il senso della sua spiegazione.

Come afferma Rav Shlomo Bekhor probabilmente dalla sua spiegazione è stato omesso qualcosa di importante ed ecco cosa...

La parola che segue בקרבך "in mezzo a voi" è נביא, nabi, il profeta ed il valore numerico di questa parola è 63.

nun beth yod aleph = 50 + 2 +10 + 1 = 63

Lo stesso valore di ובנה ovvero "e suo figlio":

vav beth nun he’= 6 + 2 + 50 + 5 = 63

Insomma, "in mezzo a voi un profeta" ha identico valore numerico di "questa è la donna e suo figlio" e sono sempre i numeri ad identificare il profeta (dell'Apocalisse) con Yeshu (il figlio della donna - Myriam).


Ecco dunque identificato il profeta (dell'Apocalisse) del passo deuteronomico

Ba'al ha-Turim ottiene con la Ghematria quello che i Masoreti avevano ottenuto ingrandendo le lettere nun di נצר notzri e la resh di אחר ‘altro’ identificando quindi Yeshu con il dio straniero.

CITAZIONE
indubbiamente la censura cristiana ha svolto al sua opera, però non si spiega il perché dell'assenza di questi dati nelle edizioni talmudiche in possesso di Ebrei stanziati in paesi musulmani, dove non ci fu censura

Negev, sono molto interessato a questo tema.
Vorrei sapere di più riguardo queste edizioni talmudiche in possesso di Ebrei stanziati in paesi musulmani.

So che la prima edizione completa del Talmud Babilonese (editio princeps) fu quella pubblicata dal cristiano Bromberg nel 1520-1523 a Venezia sulla base dell'unico manoscritto completo di questo Talmud (codex munich 95) e che le edizioni successive (in particolare da quella di Basilea del 1578-81 in poi) videro le eliminazioni in serie di numerosi passaggi ad opera dei diversi censori incaricati di 'controllare' l'opera.

Del Talmud babilonese esistono codici più antichi (il codex florence del 1177) ma incompleti ed inoltre alcuni frammenti anche anteriori all'anno mille sono stati ritrovati in una Genizah del Cairo ma non so se siano mai stati pubblicati.

Per quanto riguarda il Talmud di Gerusalemme, anche lì l'editio princeps fu pubblicata a Venezia nel 1523-24 e ancora una volta sulla base di un solo manoscritto (di pessima qualità e pieno di errori) il Codex Leiden. Scal. 3.

Ogni informazione aggiuntiva è benvenuta.
 
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view post Posted on 14/8/2010, 13:53     +1   -1
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אריאל פינטור

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Questa è l'esatta pronuncia:

CITAZIONE
בקרבך "in mezzo a voi

= bechirb'chà
CITAZIONE
זוהאשה "questa è la donna"

= ze ha ishà
CITAZIONE
נביא, nabi,

= navì
CITAZIONE
ובנה

= Uvenà
CITAZIONE
אחר

= Achèr

Quanto sopra è il secondo livello dello studio della Torah, il "Remez", il livello allusivo
(Il primo livello, elementare e letterale è il "p'shat"; il terzo livello è il "darash": omiletico, il terzo livello è il "sod", nascosto, profondo, esoterico).

Vi sono molti "Remez" nel Tanach.
Ad esempio, quando la Torah avverte gli Ebrei delle gravi conseguenze del peccato, soprattutto di idolatria, afferma:
Vi inchinerete al "legno" e alla "pietra"
IL legno: il Cristianesimo
La Pietra: La Mecca
 
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view post Posted on 14/8/2010, 14:49     +1   -1
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LE TRASLITTERAZIONI ...


Sono, in Ebraico, un vero problema :

la ח

io la chiamo het e la traslittero con una semplice h

ma vedo che molti scrivono ch.

per esempio

חֻפָּה

il baldacchino nuziale ,,,, lo traslittero : Huppah ,

ma lo vedo in giro anche come : Chuppah.

Presentare sempre anche il testo Ebraico , ---- se no si finisce facilmente in buca . :B):




zio ot :rolleyes:
 
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view post Posted on 14/8/2010, 16:07     +1   -1
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אריאל פינטור

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CITAZIONE (barionu @ 14/8/2010, 15:49)
LE TRASLITTERAZIONI ...


Sono, in Ebraico, un vero problema :

la ח

io la chiamo het e la traslittero con una semplice h

ma vedo che molti scrivono ch.

per esempio

חֻפָּה

il baldacchino nuziale ,,,, lo traslittero : Huppah ,

ma lo vedo in giro anche come : Chuppah.

Presentare sempre anche il testo Ebraico , ---- se no si finisce facilmente in buca . :B):




zio ot :rolleyes:

La "Het" io la traslittero "ch" perchè altrimenti come traslitterare la "He"?
C' è chi mette una doppia H per la Het e una sola per la h, per sottolineare la differenza di aspirazione che, nel caso della Het, oggi viene pronunciata praticamente come la caf (senza daghesh), ma è sbagliato, infatti gli Ebrei di origine yemenita (o comunque chi viene da paesi di lingua araba) fanno ancora la differenza)
In ,linea di massima la kuf dovrebbe essere trslitterata con Q, la caf con K (se non ha il daghesh) e con Kh (se ha il daghesh), la Het con ch e la He con H
 
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Saulnier
view post Posted on 30/8/2010, 22:09     +1   -1




Per completezza riporto anche in questa discussione alcune osservazioni su Yeshu già postate sul 3d dedicato ai semitismi.

Rabbi Bahya ben Asher ben Hlava, esegeta biblico e cabalista spagnolo del XIV secolo, scrisse un commentario al Pentateuco intitolato Kad ha-Kemah (vedi 1 Re, 17:14-16) in 60 capitoli o discorsi.
Nel primo di questi discorsi in riferimento al passaggio di Salmi 80: 13, il rabbi ci dice:

La lettera Ain è sospesa, perché tali sono gli adoratori di colui che fu sospeso.

Salmi 80:11-15, recita:

Ha esteso i suoi tralci fino al mare
e arrivavano al fiume i suoi germogli.
Perché hai abbattuto la sua cinta
e ogni viandante ne fa vendemmia?
La devasta il porco selvatico
e se ne pasce l'animale del bosco.
Dio degli eserciti, volgiti,
guarda dal cielo e vedi
e abbi cura di questa vigna,
proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato,
il germoglio che ti sei coltivato.



In effetti nel testo masoretico, in Salmi 80:13, vediamo sospesa sopra la riga la lettera ‘ain’ ע della parola ‘porco selvatico’ ed è a questo che intende riferirsi Rabbi Bahya nel suo commento.

Secondo Johann Buxtorf (Commentarius Masorethicus) sospendendo la lettera ע (ain) nella parola ‘porco selvatico’, i masoreti hanno voluto designare il Cristo appeso alla croce, paragonato al porco selvatico che ha devastato la Vigna di Israele.

Gli adoratori di colui che fu sospeso o appeso, sono i cristiani.

Non dimentichiamo infatti che per la tradizione rabbinica il Cristo fu anche Thola, colui che fu appeso.
Il Toledoth Yeshu per questo motivo era anche detto “Maaseh Thola” o “Opera dell’Appeso”


Rimarrebbe da chiedersi, perché ‘appendere’ proprio la lettera ‘ain’?

Io credo che si tratti ancora di un arguto gioco lessicale.

Infatti tra lo Yeshua (ישוע), il Salvatore dei Vangeli e Yeshu (ישו), il Gesù rabbinico, vi è solo una lettera di differenza: la ‘ain’ per l’appunto. Dopo la soppressione di questa lettera dal suo nome, Yeshua per i rabbini divenne Yeshu (ישו), acronimo che sta “Yemach Shmo w’Zikro” ovvero “possano il suo nome e la sua memoria essere cancellati”.

Colui che doveva essere lo Yeshua, il Salvatore del popolo giudaico dal dominio Romano (e dopo la sua morte, grazie all’impostura paolina, anche dei gentili) per la tradizione rabbinica, visto il fallimento della sua missione ‘storica’ e la successiva nascita dell’apostasia idolatrica cristiana, divenne Yeshu, “che il suo nome e la sua memoria siano cancellati”.

La sospensione della lettera ‘ain’ nella Bibbia ebraica diventa, in codice, un riferimento al Dio-Cristo e ai Cristiani.

La chiave per l’interpretazione l’ha svelata Rabbi Bahya nel suo commento.

Se andiamo a cercare le altre lettere ‘ain’ sospese, all’interno del testo masoretico ecco che le troviamo, per due volte, in Giobbe 38:12-15:

Da quando vivi, hai mai comandato al mattino e assegnato il posto all'aurora perché essa afferri i lembi della terra e ne scuota i malvagi? Si trasforma come creta da sigillo e si colora come un vestito. È sottratta ai malvagi la loro luce ed è spezzato il braccio che si alza a colpire.

Le lettere ע (ain) sospese sono naturalmente quelle delle parole רשעים, impios, i malvagi.
Per quale motivo?

"Perché tali sono i cultori dell’appeso" ci dice Rabbi Bahya.

Salmi, 80, 13-15 è un passo fondamentale, sagace risposta ebraica alla parabola dei vignaioli omicidi scritta dagli apostati della Legge (cristiani) contro gli ebrei rimasti fedeli alla Torah:

Matteo, XXI, 33-45:

Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò. Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono. Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?». Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo;dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri?
Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare. Chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà».
Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo; ma avevano paura della folla che lo considerava un profeta.


La Vigna naturalmente è il popolo di Israele (Isaia 5: 5-7) e il suo padrone è il Tetragramma.

Non credo dunque sia necessario spiegare il senso della parabola e i sommi sacerdoti e farisei dimostrano di aver compreso benissimo.

Il Gesù evangelico (Dio ex eventu grazie alla penna dello scriba) rimprovera i giudei di essere restati con la verità contro l’impostura ecclesiastica.
Duemila anni di persecuzioni e censure (si finirà per trattarli da deicidi!) per avere rifiutato di fare Dio e figlio di Dio un Messia fallito (criminale per la lex romana e crocifisso per crimine di lesa maestà), diventato il Dio d'Occidente grazie ad una dolosa mistificazione incomprensibile al goy ma non all'ebreo.

Parlo di impostura perché il profeta Nazareno, doveva essere il Messia di Israele e come tale si era presentato: colui che doveva ripiantare la Vigna del Signore, il suo popolo prediletto, Israele, liberando la sua terra dall’occupazione straniera.

"Getta la tua falce affilata e vendemmia i grappoli della vigna della terra, perché le sue uve sono mature". L'angelo gettò la sua falce sulla terra, vendemmiò la vigna della terra e gettò l'uva nel grande tino dell'ira di Dio. Il tino fu pigiato fuori della città e dal tino uscì sangue fino al morso dei cavalli, per una distanza di duecento miglia.”

La Storia ha sancito il suo fallimento.
Invece di ripiantare la Vigna del Signore, il Nazareno fu la causa della sua devastazione, ‘il porco selvatico’ che ha devastato la Vigna del Signore di Salmi 80:13.
Per quanto crudele il paragone ha la sua ragion d’essere.
D’altra parte, a chi Giuseppe Flavio imputa la distruzione di Gerusalemme?
All’estremismo della setta zelota fondata da Giuda il Galileo e Tacito, in un frammento delle Historiae preservato da Sulpicio Severo, ci dice che Tito con la distruzione del Tempio aveva voluto estirpare l' exitiabilitis superstitio cristiana.

L'interpretazione della 'ain' ingrandita del menzionato passaggio di Salmi potrebbe avere più livelli di interpretazione:

1 livello (superficiale)

Ci si limita a constatare che la lettera ‘ain’ si trova a metà del libro dei Salmi e per tale motivo (quale?) essa viene ‘sospesa’ sulla riga. E’ quanto affermato in Kiddushin 30a.
Rabbi Samuel ben Joseph Strashun (Rashash) ha contato le parole del libro dei Salmi e ha trovato che nella prima metà vi sono quasi 2000 parole in più rispetto alla seconda metà. Da cui si è dedotto che il Kiddushin 30a deve riferirsi alle lettere (ma chi le ha contate?).

2 livello (intermedio)

L’interpretazione di Rabbi Salomon (il famoso Rashi, XI secolo) nel Midrash Tehillim (il Midrash sui Salmi) citato da Buxtorf.
Ci dice che se gli ebrei saranno pii allora la lettera ‘ain’ sarà omessa e i nemici del popolo israelita saranno come il porco marino חזיר מיאר in cui in effetti la lettera ‘ain’ è sostituita dalla ‘aleph’.
Al porco marino non è consentito salire sulla terra (di Israele) e se lo farà sarà destinato a perire e il popolo ebraico sarà salvo.
Al contrario se gli ebrei non saranno degni allora la ‘ain’ sarà presente e i suoi nemici saranno come il porco selvatico חזיר מיער che devasterà la Vigna di Israele.
La lettera ‘ain’ è sospesa, poiché la sua presenza o assenza dipenderà dal comportamento del popolo ebraico. Tuttavia da quello che vedo mi sembra che la trasformazione di ‘porco selvatico’ in ‘porco marino’ non passa per una semplice omissione della lettera ‘ain’ (come nel caso di Yeshua / Yeshu) ma da una sostituzione della lettera ‘ain’ con la lettera ‘aleph’, il che, tutto sommato, rende un po’ forzata l’interpretazione di Rabbi Salomon.

3 livello (profondo)

L’interpretazione fornita grazie alla chiave di lettura fornita da Rabbi Bahya.

Quello che è stupefacente è che queste tre interpretazioni non si contraddicono ma anzi si completano a vicenda.
Kiddushin 30a ci dice anche che la lettera ‘vav’ di ‘gachon’ (Lev. 11:42) o ‘ciò che cammina sul ventre’ (serpente) si trova a metà delle lettere della Torah.
Entrambi questi punti di mezzo individuano un animale che per il popolo ebraico simboleggia il male: il porco selvatico e il serpente.

Restando fedele alla Torah e sfruttando il suo potere, l’ebreo può lacerare (dividere in due) il porco selvatico e il serpente, ovvero le forze del male, simboleggiato dalla posizione che queste due parole hanno nei rispettivi libri (livello 1).

Le conclusioni di Rashi (livello 2) sono analoghe: se gli ebrei resteranno fedeli alla Torah, i loro nemici (simboleggiati dal porco selvatico che con l’alef sosituita alla ‘ain’ diventa ‘marino’) non potranno devastare la Vigna di Israele.

Rabbi Bahja (livello 3) senza contraddire le prime due interpretazioni, va oltre individuando nominalmente i nemici di Israele e il ‘porco selvatico’ che ha devastato la Vigna di Israele.

 
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