Sono di fretta stasera, per il momento rispondo a chi ha scritto le risposte più brevi…
Per SaulnierCITAZIONE
“Quella da te seguita fa di δεύτερον un aggettivo di ἀνεψιὸν, ma altre lo riferiscono a προέθεντο cambiando radicalmente il senso della frase.
Dopo che Giacomo il Giusto aveva subito il martirio per lo stesso motivo del Signore, fu insediato invece come vescovo il figlio di uno zio dello stesso, Simeone, figlio di Cleofa, lo posero tutti come secondo (vescovo), perché era un cugino del Signore.
Si noti che dello stesso può rifersi tranquillamente proprio a Giacomo (cioè figlio di uno zio di Giacomo) che è il soggetto principale della prima parte della frase poiché 'secondo' è riferito al fatto che Simone, figlio di Cleofa, fu il secondo vescovo di Gerusalemme.”
Questa traduzione è grammaticalmente meno immediata e probabile. Essendoci αὐτοῦ e non ekeinou, generalmente si riferisce all’ultimo membro nominato, ergo a κύριος:
Καὶ μετὰ τὸ μαρτυρῆσαι Ἰάκωβον τὸν δίκαιον, ὡς καὶ ὁ κύριος, ἐπὶ τῷ αὐτῷ λόγῳ, πάλιν ὁ ἐκ θείου αὐτοῦ Συμεὼν ὁ τοῦ Κλωπᾶ καθίσταται ἐπίσκοπος, ὃν προέθεντο πάντες, ὄντα
ἀνεψιὸν τοῦ κυρίου
δεύτερον.
Idem per deuteron, che è più prossimo ad anepsion ed è pure nello stesso caso, e quindi assai più probabilmente si concordano questi due termini rispetto ad episkopos.
Inoltre, anche nella tua ipotesi Simone, che nei Vangeli è detto “fratello di Gesù”, sarebbe un cugino (“perché era un cugino del Signore”). Quindi, in una traduzione o nell’altra, abbiamo la conferma da questa antica fonte che uno o l’altro di due persone definite nei Vangeli “fratelli” sono in realtà dei cugini.
CITAZIONE
“Più che affascinante mi pare un nonsense, che ovviamente non si avrebbe se la traduzione corretta fosse quella sopra riportata.”
Non è un nonsense più di quanto lo sia la compresenza del termine “parente” con gli altri termini più specifici in italiano.
Per LuciferoCITAZIONE
“Ma veramente Tertulliano non si limita a dire "semplicemente" questo. Guarda, ti cito direttamente Armand Puig I Tàrrech : "Secondo Tertulliano, in questo passaggio evangelico Gesù «trasferisce i titoli di sangue (transtulit sanguinis nomina)», propri di sua madre e dei suoi fratelli, a quelli che ascoltano le sue parole e che «per causa della fede, si mostrano più vicini a lui» (Contro Marcione 4,19,11). "
“
Non vedo dove sia la differenza, probabilmente non hai capito quel che ho scritto. Tertulliano combatte contro i doceti, i doceti scrivono che siccome Cristo afferma che non ha madre e fratelli allora questa è la prova che la sua incarnazione è un’illusione. A questo punto Tertulliano ribatte che invece i fratelli di Cristo sono effettivamente fratelli di sangue, perché altrimenti non si spiega perché la folla di fuori annunci a Cristo che ci sono sia madre e i suoi fratelli. Poi, e solo poi, Tertulliano passa al II livello, e spiega ai doceti il vero significato delle parole di Gesù, da loro goffamente inteso alla lettera, e cioè che se Gesù nega di avere fratelli non è perché non avesse fratelli di sangue, ma solo perché, come dice anche Armand Puig I Tàrrech, egli considera fratelli a maggior titolo coloro che gli sono compagni nella fede. Ma questo è solo il II passo della ricostruzione tertullianea, e non è a questo passo che si riferiscono i critici della perpetua verginità di Maria, bensì alla prima parte dell’argomentazione, quella in cui Tertulliano contro i doceti per provare la realtà dell’incarnazione afferma che i fratelli di Gesù erano davvero fratelli di sangue. Ma in questa ripresa Tertulliano non va oltre quello che dicono i Vangeli, dice semplicemente che questi fratelli sono fratelli di sangue, non spirituali, ma non dice quale sia il loro reale grado di parentela, perché ogni parente è legato col sangue agli altri, anche i cugini, ed è per questo che nel Vicino Oriente Antico i cugini sono chiamati “fratelli”.
CITAZIONE
“Puoi dedurre da altri passi di Tertulliano che per lui il legame di sangue non indichi altro che una parentela alla lontana?”
Non ho bisogno di dimostrare che la posizione di Tertulliano sia quella che i fratelli sono cugini, mi basta dimostrare che non è possibile dedurre da Tertulliano il suo pensiero, perché riprende solo i termini evangelici. Non mi occorre cioè mostrare che il termine fratelli ha la valenza che gli do io, mi basta far notare che non è possibile scioglierne l’ambiguità. Al negatore della perpetua verginità di Maria, che voglia utilizzare Tertulliano, serve dimostrare che fratello abbia il significato odierno, al difensore della perpetua verginità che voglia respingere l’attacco invece non serve dimostrare che significhi cugino, gli basta, per parere il colpo, mostrare che non è possibile stabilire se significhi cugino o fratello, e in questo modo l’efficacia probatoria di Tertulliano viene parata.
CITAZIONE
“amente dalla lettura più immediata e spontanea del testo, ciò che se ne capisce è appunto che per Tertulliano sua Madre e i suoi fratelli sono veramente sua madre e i suoi fratelli appunto perchè sia sua madre che i suoi fratelli, sono, di pari modo, legati dallo stesso titolo diretto (e non indiretto) di sangue. Tra l'altro, avrebbe poco senso che Tertulliano ci tenesse a sottolineare di come Gesù abbia esteso il suo "legame di sangue" in senso spirituale anche a chi diviene suo discepolo, se questo legame, nel caso di Gesù, era ridotto solo ad un rapporto di parentela "alla lontana". Qui, il sangue, sembra assumere il significato di qualcosa di ben più intimo e profondo che il mero rapporto parentale di cuginanza di primo grado.”
Stai cadendo nello stesso errore di quei protestanti che leggendo il “Chi è mia madre, chi sono i miei fratelli?” rinfacciano ai cattolici che se interpretiamo la frase alla cattolica si dovrebbe tradurre “Chi è mia madre, chi sono i miei cugini”, e in questo modo tutta la forza dell’immagine gesuana perderebbe forza e coerenza. Tu, similmente, dice che l’esempio di Tertulliano ha senso solo se Gesù confronta dei fratelli nel senso odierno con fratelli spirituali, e che non avrebbe senso se si confrontassero cugini carnali con fratelli. In realtà tutta questa obiezione parte da un errore antropologico di fondo, ed infatti la CEI non traduce il passo evangelico rendendo con “cugino”, ma lascia fratello.
Devi fare un piccolo salto antropologico per capire la mentalità semitica: Gesù non parla di cugini, parla di fratelli, anche se quelli che per un semita sono fratelli, dal nostro punto di vista sociale sono invece cugini. Per noi il cugino è un cugino, per il semita quello che per noi è un cugino è un fratello... C'è un motivo se esiste una sola parola semitica per definire quelli che noi chiamiamo fratelli e quelli che noi chiamiamo cugini, e questo motivo è che dal punto di vista della mentalità clanica la famiglia non è altro che un nucleo famigliare base allargato... Gesù in quel passo dunque ha in mente i suoi cugini, ma i suoi cugini nella sua percezione semitica sono suoi fratelli, ed è questo il motivo per cui la frase sta in piedi. Il rapporto di parentela non era concepito come lo intendiamo ora, i "cugini" non esistevano, non perché non ci fossero le persone che noi chiameremmo cugini, ma perché non erano cugini.
Gesù dunque può chiamare fratelli i suoi cugini, e trarne un confronto pregnante tra fratelli carnali e fratelli spirituali, proprio perché per il semita dell’epoca quello che noi chiamiamo cugino era fratello. Anche in ebraico moderno, dove ovviamente non esiste più la base clanica dell’Antico Testamento ed Israele è pienamente occidentalizzato, non esiste una parola per dire cugino e si deve usare la circonlocuzione “ben dod”, “figlio dello zio”.
Tertulliano non fa altro che riprendere il “fratelli” di Gesù e commentarlo.
Per ChimiofalàCITAZIONE
“In Concilio di Constatinopoli, nel 553, stabilisce il dogma della verginità perpepetua di Maria, prima, durante e dopo il parto, dovresti meglio chiarirmi com'è che Rahner (ha ben mostrato cosa?) bypassa l'imene in queste fasi, magari aggiorniamo qualche saggio di ginecologia.
“
Evidentemente tu non sai la differenza tra la dogmatizzazione di una formula e la definizione del suo contenuto. E per questo, sempre calorosamente, ti rimando ai saggi mariologici di K. Rahner.
CITAZIONE
“Guarda che il Simone di cui hai parlato tu è quello che cita Eusebio (riprendendo Egesippo) quindi Simeone bar Cleopa, secondo Egesippo cugino di Gesù e citato nei Vangeli (Egesippo dice che Cleopa era fratello di Giuseppe), questo in Hist. Ecll. III, 11,1, ma è solo lui la fonte di questa informazione.”
Non mi sembra d’aver mai detto nulla in contrario a ciò, ti ho solo scritto, visto che me l’avevi detto, che il Vangelo si limita a darci l’informazione che Simone è un fratello di Gesù.
CITAZIONE
“Come leggi Lc 24, 18; 34; Gv 19, 25?”
Perché Che problemi avrebbero questi versetti?
“
CITAZIONE
Allora di quale verginità di Maria si parlerebbe?
“
Si può parlare anche di una verginità non fisica.
CITAZIONE
“ Queste sorelle sono o no passate al momento del parto dal canale vaginale di Maria? Se sono passate prima di Gesù è chiaro che Maria non era più vergine, se sono passate dopo cade il dogma della verginità perpetua di Maria, “
Non cade un emerito nulla perché nessun dogma stabilisce che la perpetua verginità sia una verginità fisica e non, che so, spirituale.
CITAZIONE
“Se non si dice, perchè dovremmo prendere per oro colato il riporto di Eusebio?”
Non lo si prende per oro colato, è una fonte che si mette insieme ad altre e la si vaglia, come tutti gli indizi.
CITAZIONE
“i, ma è solo lui che trova questo rapporto di parentela, altre fonti che la Chiesa rigetta come abbiamo visto, anche per lo stesso Celso, perché dovrebbero essere meno credibili?”
Celso è inaffidabile perché deforma in aperta polemica satirica il cristianesimo, tutto qui.
Ad maiora