Studi sul Cristianesimo Primitivo

I fratelli del Signore e la verginità di Maria

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 18/10/2011, 08:23     +1   -1
Avatar

Bibliothecarius Arcanus

Group:
Moderatore
Posts:
759
Reputation:
+6
Location:
Bibliotheca Sancti Petri

Status:


CITAZIONE (Hard-Rain @ 17/10/2011, 14:17) 
CITAZIONE
Non tutto quello che c'è sul catechismo è coperto da dogma, ovviamente.

D'accordo, ma se uno rifiuta qualche proposizione del Catechismo che succede? Qual è l'esatta definizione di cattolico? Sulla base di cosa uno può essere ad esempio scomunicato? E perchè il Catechismo contiene vincoli in più rispetto ai dogmi?

D. Hercsik: Elementi di teologia fondamentale; Dehoniane 2006.

CITAZIONE (Hard-Rain @ 17/10/2011, 14:12) 
CITAZIONE
perdendo la corrispondenza tra verginità fisica e spirituale

Waylander, ma il Catechismo della Chiesa cattolica è vincolate o no per un cattolico?

Vedi il manuale sopra proposto. Si legge facilmente ed è fatto, a mio avviso, assai bene. Detto questo il Catechismo contiene affermazioni appartenenti ai diversi gradi delle qualificazioni teologiche. Così come la Bibbia, anche il Catechismo non è piatto e uniforme.

CITAZIONE
Mi pare che alcune frasi in esso contenute affermino chiaramente che Maria deve essere considerata vergine in senso biologico prima, durante, dopo il parto e per sempre. Se non è così, cioè l'interpretazione non è biologica, ma di altra concezione, che cosa ci dice detto Catechismo?

si parla anche di verginità fisica. Infatti io non sono molto d'accordo con Rahner. Il cattolicesimo preferisce l'et et e anche in questo caso mi sembra l'interpretazione da favorire.

CITAZIONE
CITAZIONE
vi è la tendenza a considerare ciò che è "storico" come "vero".

Personalmente trovo invece preoccupante fare passare per storico ciò che si suppone sia vero senza averne conferme.

mi sfugge cosa dovrebbe significare questa frase.
 
Top
view post Posted on 18/10/2011, 09:29     +1   -1
Avatar

Celebrità

Group:
Administrator
Posts:
2,341
Reputation:
+49

Status:


Buongiorno a tutti. Vedo che la polemica "confessionale" imperversa senza ostacoli.. no surprise, I’d say :-)

In beata solitudine, cerco di fare il punto sui testi più antichi (II secolo) che parlano dei fratellastri di Gesù (step-brothers), o ne presuppongono comunque la tradizione (come già visto per il Vangelo dell'Infanzia di Tommaso, InfGThom). Alla lista di tali testi aggiungiamo anche quelli relativi alla nascita miracolosa, per evidenziare eventuali relazioni tra tali tradizioni.
Molti dei testi che riportano la tradizione dei fratellastri o della nascita miracolosa, riportano anche la discendenza davidica di Maria (per cui Gesù apparterrebbe alla stirpe davidica attraverso Maria, non essendo figlio di Giuseppe), secondo la seguente lista:

Ignazio di Antiochia : nascita miracolosa; discendenza davidica di Maria (Eph. 19:1,Eph. I 8:2; Trall. 9:1; Smyrn. 1:1)

AscIsa: nascita miracolosa; discendenza davidica di Maria (11:2; 11:9-14)

OdSol: nascita miracolosa (19:8-9, cfr. 28:17)

GPet: fratellastri (cit da Origene, Comm. in Matt. 10: 17)

InfGThom: fratellastri (16)

ProtJas: nascita miracolosa; fratellastri; discendenza davidica di Maria

Altri testi del II sec. ci parlano della discendenza davidica di Maria (3 Cor 3:5; Justin, Dial. 45:4; 100:3), ma non entrano nella lista succitata perché non vi è cenno ai fratellastri (centro dell'indagine) o al concepimento verginale.

Per quel che riguarda i testi della lista, il vangelo di Pietro (GPet) - nella parte che conosciamo - sembra vicino alla tradizione dell'Ascensione di Isaia (AscIsa), è quindi possibile che includesse (oltre ai fratellastri citati da Origene) anche la nascita miracolosa e la discendenza davidica di Maria.

Un aspetto abbastanza peculiare dei sei testi che compongono la lista è che hanno certamente, o molto probabilmente, un' origine siriaca: siamo quindi di fronte ad un complesso di tradizioni che rimontano alla Siria dell'inizio del II secolo.

Di nuovo, questo ci lascia nel dubbio per quel che riguarda la storicità: la tradizione dei fratellastri infatti non compare mai da sola, ma - come visto - è accompagnata da tradizioni sulla verginità di Maria (e/o sulla sua discendenza davidica). Potrebbe quindi essere uno sviluppo di tale tema.
D'altra parte, l'antichità di tali testi lascia un minimo di spazio alla possibilità che una certa tradizione storica potesse essere ancora accessibile - seppur commista ad elementi leggendari.

Per corroborare tale ipotesi, bisognerebbe quindi cercare qualche indizio nella tradizione giudeo-cristiana palestinese.

Ma questa è un'altra storia (e appena ho tempo scrivo ancora qualcosa)

Ciao,
Talità
 
Web  Top
Hard-Rain
view post Posted on 18/10/2011, 10:03     +1   -1




Talita, conosciamo questi testi. Il problema è capire la questione della verginità perpetua, αειπαρθενος (αει è un avverbio che in greco significa "sempre"!). I testi che espressamente menzionano dei fratellastri di Gesù figli di Giuseppe (da un precedente matrimonio) ma non di Maria, sebbene non possano escludere tout court che sia scappato qualche figlio di Maria dopo la nascita di Gesù, in quest'ottica sono certamente importanti e interessanti. Ricordo poi che il fatto che Gesù sia chiamato "primogenito" da Luca non è in contraddizione rispetto all'esistenza di altri fratellastri nati in un precedente matrimonio di Giuseppe con altra donna: infatti nella legislazione ebraico-rabbinica si è primogeniti rispetto alla madre e non al padre, pertanto il titolo "primogenito", se Luca ha ragione, ci dice soltanto che Gesù fu il primo figlio di Maria ma potrebbe essere stato l'n-mo figlio di Giuseppe o riconosciuto legalmente da Giuseppe.
 
Top
ditocorto
view post Posted on 18/10/2011, 10:15     +1   -1




QUOTE
La parola "purtroppo", vuol dire che, poiché credo alla perpetua verginità di Maria, sono dispiaciuto dei cattolici che pensano il contrario. Non capisco perché lo definisci segno di arrendevolezza.

Ma questo ''dispiacere'' significa che li ritieni eretici?

QUOTE
Veramente non è una deriva anti-dogmatica, e ho scritto quello che ho scritto, facendo l'esempio di Meier e Barbaglio, proprio per dire che non c'è alcun dogma, o meglio, c'è un dogma, ma non ne è stato definito il contenuto. La formula dogmatica "ante in et post partum" è infatti interpretata diversamente.

Ma da quanto vedo, Polymetis e Waylander ritengono che il contenuto è invece definito (verginità fisica = verginità spirituale) ed essi non sono d'accordo con Rahner, Meier e Barbaglio, o meglio ritengono che il dogma della chiesa sia inconsistente col pensiero di Rahner, Meier e Barbaglio.

Coerenza vuole che se credono nella verginità perpetua di Maria dovrebbero bollare come eretici i tre autori citati. Polymetis puoi esplicitare meglio questo punto per favore?


PS. Per Teo: scusami tanto, ma pensavo che la serietà (di fondo) della domanda censurata avrebbe supplito ottimamente alla presentazione scherzosa.
Se sono ot con queste domande ''confessionali'' forse sarà meglio creare un topic apposito in teologia eppure credo nella possibilità di un rapido chiarimento (posso tenermi per me le dovute conclusioni non preoccuparti :564.gif: )

:2003001.gif:
 
Top
view post Posted on 18/10/2011, 10:45     +1   -1
Avatar

Celebrità

Group:
Administrator
Posts:
3,155
Reputation:
0
Location:
Roma

Status:


Due cose. Qui si parla di Gesù storico, non di dogmatica cattolica del III millennio. E, sebbene ricordi con simpatia il povero Hercsik (il Signore lo abbia in gloria), la sua prospettiva è molto fuori dallo spirito di questo forum. Dunque credo che le dicussioni sulla ereticità di Meier e altre amenità simili non abbiano diritto di cittadinanza né in questa sezione né in altre.

Detto ciò Talità ha fatto un elenco, ma non ha precisato i rapporti di dipendenza di queste fonti. E, poiché buona parte delle fonti extracaniniche citate (tutte?) dipende in qualche modo dai sinottici, vanno esaminate solo quelle fonti che dimostrano di pescare da qualche altra parte, o almeno di sviluppare il tema con elementi nuovi, sconosciuti alla tradizione sinottica. Invito quindi Talità a fare questo lavoro di "pulizia" e, tempo permettendo, di presentare le fonti che rispondono a tali requisiti. Sarà poi interessante ragionare su queste e discutere sulla possibile origine siriaca di tali sviluppi.

EDITO: ho spostato la discussione in Letteratura Cristiana

Edited by Teodoro Studita - 18/10/2011, 13:58
 
Top
view post Posted on 18/10/2011, 10:48     +1   -1
Avatar

Celebrità

Group:
Administrator
Posts:
2,341
Reputation:
+49

Status:


QUOTE (Hard-Rain @ 18/10/2011, 11:03) 
Talita, conosciamo questi testi.

Sì, bé, l'idea era soprattutto quella di metterli in relazione l'uno con l'altro e localizzare una tradizione soggiacente. Visto che queste cose sono evidentemente note ai più, potresti indicarmi qualche testimonianza che rimonti alla tradizione giudeo-cristiana di area palestinese?

QUOTE
Il problema è capire la questione della verginità perpetua, αειπαρθενος (αει è un avverbio che in greco significa "sempre"!).

Mi era completamente sfuggito. Trovandomi nella sezione "Gesù storico, giudeo-cristianesimo e giudaismo del II tempio" ho ingenuamente pensato che si volesse discutere la storicità di determinate tradizioni, così come riportate nel titolo nel thread.
Se così non è, probabilmente il thread va spostato in una sezione più adeguata. Linguistica, se il problema è la traduzione di αειπαρθενος , Teologia se il problema è l'approfondimento dogma, Trash se il problema è la solita brodaglia polemica dove dentro finisce un pò di tutto.

Ciao,
Talità

P.S.: ho visto ora il post di Teo, che condivido. Appena ho tempo faccio un pò di pulizia delle fonti. Ciao!
 
Web  Top
PAS60
view post Posted on 18/10/2011, 15:05     +1   -1




CITAZIONE (-Waylander- @ 18/10/2011, 09:23) 
si parla anche di verginità fisica. Infatti io non sono molto d'accordo con Rahner. Il cattolicesimo preferisce l'et et e anche in questo caso mi sembra l'interpretazione da favorire.

A conferma di quanto dici ho pescato un commento autorevole al significato della verginità di Maria, tenendo conto anche del pensieri di vari Padri: si tratta del Discorso di papa Giovanni Paolo II al Convegno Internazionale di studi per il XVI centenario del Concilio di Capua
vedi www.vatican.va/holy_father/john_pau...o-capua_it.html
In quel Concilio Plenario si esaminò la dottrina di Bonoso che rifiutava la perpetua verginità della Deipara.
Ecco alcuni stralci del discorso, che mi sembrano più opportuni, in base alla discussione attuale:
... Infatti nella complessità dei suoi aspetti, la questione della verginità di Maria, non può essere trattata adeguatamente partendo dalla sola persona di lei, dalla cultura del suo popolo e dai condizionamenti sociali della sua epoca. Già i padri della Chiesa percepirono con chiarezza che la verginità di Maria prima di costituire una “questione mariologica” è un “tema cristologico”. Essi osservavano che la verginità della Madre è una esigenza derivante dalla natura divina del Figlio; è la condizione concreta in cui, secondo un libero e sapiente disegno divino, è avvenuta l’incarnazione del Figlio eterno, di colui che è “Dio da Dio” (Conc. Ecum. Constantinop. I, Expositio fidei CL Patrum seu Symbolum Nicenum-Constantinopolitanum), il solo Santo, il solo Signore, il solo Altissimo (cf. Missale Romanum, Hymnus “Gloria in excelsis Deo”). E conseguentemente, per la tradizione cristiana, il grembo verginale di Maria, fecondato dal Pneuma divino senza intervento di uomo (cf. Lc 1, 34-35), è divenuto, come il legno della croce (cf. Mc 15, 39) o le bende della sepoltura (cf. Gv 20, 5-8), motivo e segno per riconoscere in Gesù di Nazaret il Figlio di Dio. La riflessione sulla maternità verginale di Maria ha consentito a ogni generazione cristiana di dare una compiuta risposta all’interrogativo che percorre da un capo all’altro i Vangeli: “Chi è Gesù?”;...
...Nella confessione di fede nella verginità della Madre di Dio, la Chiesa proclama come fatti reali che Maria di Nazaret:
- concepì veramente Gesù per opera dello Spirito Santo senza intervento di uomo;
- diede alla luce veramente e verginalmente suo figlio, per cui dopo il parto rimase vergine; vergine - secondo i Santi Padri e i Concili che trattarono espressamente la questione (cf. Conc. Roman. Lateran., can. 3: I. D. Mansi, Sacrorum Conciliorum nova et amplissima collectio, X, col. 1151; Conc. Tolet. XVI, Symbolum, art. 22) - anche per quanto concerne l’integrità della carne;
- visse, dopo la nascita di Gesù, in totale e perpetua verginità; e, insieme con San Giuseppe, anch’egli chiamato a svolgere un ruolo primario negli eventi iniziali della nostra salvezza, si dedicò al servizio della persona e dell’opera del Figlio (cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Cost. dogmatica Lumen gentium, 56)...
...L’integrità della dottrina esige che sia messa in luce, con il dovuto rilievo, la “virginitas cordis” di Maria Santissima. Se, per i suoi valori simbolici, è importante la “virginitas carnis”, molto più lo è la “virginitas cordis” della Madre di Gesù. Ella, nella sua condizione verginale, è la nuova Eva, la vera Figlia di Sion, la perfetta Discepola, l’icona compiuta della Chiesa...

Ciao a tutti da Pasquale.
 
Top
Wilding
view post Posted on 18/10/2011, 17:26     +1   -1




CITAZIONE (Hard-Rain @ 18/10/2011, 11:03) 
Il problema è capire la questione della verginità perpetua, αειπαρθενος (αει è un avverbio che in greco significa "sempre"!). I testi che espressamente menzionano dei fratellastri di Gesù figli di Giuseppe (da un precedente matrimonio) ma non di Maria, sebbene non possano escludere tout court che sia scappato qualche figlio di Maria dopo la nascita di Gesù, in quest'ottica sono certamente importanti e interessanti.

Egr. Hard-Rain,
A questo proposito, nel condividere pienamente le Sue perplessità, Le volevo chiedere cosa ne pensa su quanto dice Tertulliano nella sua opera De carne Christi.
La citazione riportata è tratta dall'edizione italiana: "La carne di Cristo" curata da Micaelli Claudio (R.C.S. Libri & Grandi Opere S.p.A., Milano 1997), pagg.: 279-281 (il formato grassetto è mio):

Sezione terza - cap. XXIII: 1-5
1Noi riconosciamo, invece, che si avverano le profetiche parole di Simeone, proferite al cospetto del Signore ancora neonato: "Ecco che costui è stabilito per la rovina e la salvezza di molti in Israele, e come segno di contraddizione". Secondo Isaia, infatti, il segno è quello della nascita di Cristo: "Per questo il Signore stesso vi darà un segno: ecco che la vergine concepirà nel suo seno e darà alla luce un figlio".

2 Riconosciamo, dunque, che il segno di contraddizione è la concezione e il parto della vergine Maria, a proposito del quale questi discepoli dell'Accademia così disquisiscono: "La vergine che non è vergine ha partorito senza partorire". Questo linguaggio, ammesso e non concesso che sia lecito esprimersi in tale modo, sarebbe appropriato, eventualmente, alla nostra dottrina. Maria, infatti, ha partorito ciò che proveniva dalla sua carne, ma non ha partorito ciò che non ha ricevuto dal seme dell'uomo; ella, inoltre, è vergine in rapporto al marito, ma non è vergine per ciò che concerne il parto.

3 Ecco, invece, le vostre assurde conclusioni: colei che ha partorito non avrebbe, in realtà, partorito, perché non è dalla sua carne che ha tratto il figlio; colei che non è vergine è vergine, perché non ha dato alla luce il frutto delle sue viscere. Non ci sogniamo neppure di arrivare a tanta follia. Tra di noi niente è incerto, nessun ragionamento è distorto al fine di sostenere tutto e il contrario di tutto: la luce è luce, le tenebre, tenebre, il "sì" è "sì", il "no" è "no", il resto proviene dal maligno. Colei che ha partorito ha realmente partorito, e se ha concepito vergine è divenuta donna nel parto.

4 E' divenuta tale, infatti, per il fatto stesso che nel suo corpo si è verificata un'apertura. Non comporta alcuna differenza lo stabilire se il vigore dell'uomo è entrato in lei o è uscito da lei: è pur sempre una persona del medesimo sesso che ha aperto il suo corpo. E' a causa di Maria, infine, che è stata scritta per tutte le donne la regola generale: "Ogni maschio che per primo apre la vulva sarà chiamato santo al cospetto del Signore". Quale santità è più vera di quella del santo Figlio di Dio? Chi ha aperto la vulva più di lui, che è venuto alla luce aprendosi un passaggio in una vulva ancora chiusa?.

5 A tutte le donne, del resto, la vulva viene aperta al momento delle nozze. Colei, dunque, che tanto più è stata aperta quanto più era chiusa, dovrà essere definita "non vergine" piuttosto che vergine, essendo divenuta, con una inversione dell'ordine naturale, prima madre che moglie. A quale scopo insistere ancora su tutto cio? E' questo il motivo per cui l'apostolo ha affermato che il Figlio di Dio è nato non non da una vergine ma da una donna: ha riconosciuto che la madre, come avviene nelle nozze, ha subito un'apertura nel suo corpo.

Un abbraccio
 
Top
Hard-Rain
view post Posted on 18/10/2011, 18:11     +1   -1




CITAZIONE
Le volevo chiedere cosa ne pensa

Che Tertulliano pensava a un concepimento soprannaturale (senza intervento di Giuseppe o altro essere umano) ma con rottura dell'imene di Maria al momento del parto, quando nacque Gesù. Di conseguenza Maria secondo questa interpretazione perse la verginità non in seguito ad un atto sessuale ma al parto. Direi che è una posizione apertamente contraria al protovangelo di Giacomo e testi simili, ma non contraria a Matteo e Luca che non entrano in questi dettagli "tecnici" (!).
 
Top
lino85
view post Posted on 21/10/2011, 21:15     +1   -1




Una curiosità sull'uso e il significato in greco antico di "παρθενος" che si può legare all'argomento: questo termine veniva usato nella letteratura di quel tempo solo per indicare la condizione materiale di donna che non ha ancora avuto rapporti sessuali oppure aveva anche il significato di una condizione anche interiore delle intenzioni della persona? Ad esempio una ragazza che è stata costretta ad avere un rapporto sessuale e che prima di tale momento non ha ancora avuto rapporti nè voleva averli perchè lei preferiva vivere in quel modo poteva essere definita anche dopo quell'evento una "παρθενος"?

Ho l'impressione, anche se non sono esperto di greco, che potesse esistere anche questo significato di "vergine nelle intenzioni interiori" e che tale accezione si potesse usare anche quando la verginità fisiologica fosse andata perduta per cause eccezionali al di fuori di un normale rapporto sessuale consensuale fra i coniugi. Naturalmente bisognerebbe cercare nella letteratura sia cristiana che pagana del tempo per indagare su tale tema.

Ciao.
 
Top
view post Posted on 22/10/2011, 08:54     +1   -1
Avatar

Celebrità

Group:
Member
Posts:
1,826
Reputation:
+7

Status:


CITAZIONE
Ho l'impressione, anche se non sono esperto di greco, che potesse esistere anche questo significato di "vergine nelle intenzioni interiori" e che tale accezione si potesse usare anche quando la verginità fisiologica fosse andata perduta per cause eccezionali al di fuori di un normale rapporto sessuale consensuale fra i coniugi. Naturalmente bisognerebbe cercare nella letteratura sia cristiana che pagana del tempo per indagare su tale tema.

Parthenos indica la giovinetta, e siccome tutte le giovinette dovevano arrivare per motivi di onore illibate al matrimonio, il termine è diventato interscambiabile con "vergine"
Quanto a quello che tu scrivi, una volta avevo letto qualcosa di simile in R. Laurentin:
"Inoltre il termine greco partheons (vergine) non ha nulla di pregnante. Dina, la figlia di Giacobbe, è detta "vergine" dopo essere stata violentata. Sichem dice a suo padre Camor: "Prendimi in moglie questa vergine" (Gn 34,4)" (René Laurentin, I Vangeli dell'infanzia di Cristo, Cinisello Balsamo, 1986, Paoline, p. 547)

Ho controllato però il testo greco, e non c'è parthenos: "εἶπεν δὲ Συχεμ πρὸς Εμμωρ τὸν πατέρα αὐτοῦ λέγων: Λαβέ μοι τὴν παιδίσκην ταύτην εἰς γυναῖκα"

O Laurentin è allucinato, o c'è qualche variante nel testo greco.

Ad maiora
 
Top
Hard-Rain
view post Posted on 22/10/2011, 12:44     +1   -1




CITAZIONE
questo termine veniva usato nella letteratura di quel tempo solo per indicare la condizione materiale di donna che non ha ancora avuto rapporti sessuali oppure aveva anche il significato di una condizione anche interiore delle intenzioni della persona?

Si potrebbero fare moltissimi esempi tratti dagli autori coevi al NT. παρθενος è tipicamente la ragazza (generalmente giovane) prima del matrimonio, che tipicamente nelle culture del tempo, non solo quella ebraica, arrivava illibata al matrimonio: non posso non pensare subito ad Euridice, che Plutarco chiama proprio “παρθενος” riferendosi al periodo in cui non era ancora sposata (coniugalia praecepta, 48) ma che in tutto il resto del trattato è una γυνη, ovvero una "donna" con senso di "moglie". Poi c'erano le vergini "sacre" o altre categorie speciali di donne, sempre chiamate παρθενος. Nell'immaginario collettivo, comunque, la παρθενος era la giovane ragazza in età pre matrimoniale, non una fanciulla o ragazzina ma una già in tipica età da matrimonio e prossima al matrimonio. In realtà il senso della giovinezza era diverso da quello della nostra società moderna e variava da cultura a cultura, per esempio secondo i trattati rabbinici si diventava 'almah (termine grosso modo equivalente al greco παρθενος) a dodici anni e mezzo. Giacchè parliamo di sfuggita di ebraismo, è bene tenere in mente che sposare una ragazza vergine e giovane era un fatto ambito, costava soldi e veniva definito in base a contratti specifici di promesse matrimoniali: ma non tutti gli ebrei sposavano ragazze vergini, non esisteva un obbligo, vi erano infatti anche donne vedove e persino divorziate (ripudiate dal marito per qualche motivo) che si risposavano e non erano più vergini. Secondo quanto riportato nella Masechet Ketubot, comunque, erano più comuni i matrimoni con le vergini e meno comuni quelli con le donne divorziate o con le vedove: questo prova che indubbiamente nel mondo ebraico del tempo la condizione di verginità all’atto del matrimonio era comunque segno di prestigio sociale. Ad ogni modo vi sono casi tratti dal greco biblico ed extra biblico in cui una giovane ragazza chiamata παρθενος viene ad es. violentata, perdendo così la verginità, e la si continua a chiamare παρθενος: si tratta di un incidente di "percorso", una disgrazia non prevista. Quello di Maria è un tipico incidente di percorso: era una tipica παρθενος che si avviava come tutte le ragazze al matrimonio, solo che prima di arrivarvi ci fu l'intervento dell'angelo e il concepimento miracoloso (secondo l'agiografo). Se ciò sia vero o sia una ipotesi redazionale è impossibile da stabilire. Può darsi che realmente Maria ebbe Gesù da una relazione illegittima o da una violenza o da chissà cosa, forse il padre non lo riconobbe o morì, e poi l'agiografia successiva abbia concepito il mito della nascita miracolosa. L'unico dato interessante, penso, sul piano storico, è che QUALCOSA dovette succedere all'atto del concepimento di Gesù. Che cosa sia successo rimane un dato abbastanza oscuro.

per Polymetis

CITAZIONE
Ho controllato però il testo greco, e non c'è parthenos: "εἶπεν δὲ Συχεμ πρὸς Εμμωρ τὸν πατέρα αὐτοῦ λέγων: Λαβέ μοι τὴν παιδίσκην ταύτην εἰς γυναῖκα"

O Laurentin è allucinato, o c'è qualche variante nel testo greco.

Trascrivo il testo nella traduzione C.E.I. 1974 e riporto le parole significative per il nostro discorso nella versione greca dei LXX:

Gen. 34:1-4 [1] Dina, la figlia (ebr.: bath-lê’âh; LXX: θυγατηρ) che Lia aveva partorita a Giacobbe, uscì a vedere le ragazze del paese. [2] Ma la vide Sichem, figlio di Camor l’Eveo, principe di quel paese, e la rapì, si unì a lei e le fece violenza. [3] Egli rimase legato a Dina, figlia di Giacobbe; amò la fanciulla (ebr.: na’ara; LXX: παρθενος) e rivolse parole di conforto alla fanciulla (ebr.: na’ara; LXX: παρθενος) stessa. [4] Poi disse a Camor suo padre: «Prendimi in moglie questa ragazza (LXX: παιδισκη)»

Pertanto Laurentin avrebbe dovuto fare riferimento al v. 3, dove Dina è chiamata per due volte παρθενος sebbene sia già stata violata. L'esempio è classico, probabilmente Laurentin non si è curato di verificare il testo prima di scrivere il suo esempio (errore grossolano!). Notare che il testo ebraico in questo caso non utilizza almah' (più vicino al greco παρθενος) ma il termine più generico na'ara.

Edited by Hard-Rain - 22/10/2011, 20:57
 
Top
view post Posted on 22/10/2011, 22:11     +1   -1
Avatar

Celebrità

Group:
Member
Posts:
1,826
Reputation:
+7

Status:


CITAZIONE
Pertanto Laurentin avrebbe dovuto fare riferimento al v. 3, dove Dina è chiamata per due volte παρθενος sebbene sia già stata violata.

Bastava leggere la riga sopra dunque... Mi sono concentrato su un versetto ignorando il contesto. La fretta gioca brutti scherzi.

Ad maiora
 
Top
cerini_pablo
view post Posted on 31/10/2011, 19:06     +1   -1




Personalmente una cosa che stupisce è che Maria sia vergine e non ... sterile .
Nell' antico testamento il segno distintivo delle madri di alcuni personaggi notabili è la sterilità e non la verginità , che per quanto ne capisco di religioni mi ricorda più uno stile greco-romano.

CITAZIONE (Saulnier @ 5/12/2010, 22:49)
L'impressione è che sia stato l'ascetismo il vero nemico della famiglia carnale del Cristo.
Tertulliano non aveva problemi nel credere che Maria fosse stata un'onesta madre di famiglia pur credendo fermamente nella concezione virginale di Gesù.

E la verginità di Maria è anche nel Corano , che è sicuramente una religione più per padri di famiglia che per monaci.

CITAZIONE (Hard-Rain @ 14/12/2010, 20:21)
mi preme soltanto sottolineare che l'autore di questo testo, pur portando avanti un racconto in cui Gesù nasce in modo miracoloso e non viene concepito a seguito di un rapporto tra Giuseppe e sua moglie, dal punto di vista linguistico comunque dice che Gesù era "figlio di Giuseppe secondo la carne", senza alcun problema.

:2029.gif:
 
Top
73 replies since 5/12/2010, 22:49   3356 views
  Share