Studi sul Cristianesimo Primitivo

Tiberio ed il senatoconsulto del 35, ilaria ramelli, marta sordi

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Teodoro Studita
view post Posted on 9/5/2011, 10:12 by: Teodoro Studita     +1   -1
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Rinnovando l'invito (eufemismo) a presentarsi come da Regolamento, rispondo per quel che posso.

CITAZIONE
1) La Ramelli e la Sordi hanno pubblicato la tesi sulla rivista Aevum che è una rivista scientifica che applica il ‘double-blind peer review’.

Questo non implica che allora una ipotesi si trasformi ispo facto in un dogma. Penso dunque che possiamo discuterne in tranquillità

CITAZIONE
2) Ci sono ottime ragioni per dire che Tertulliano e le fonti cristiane non avessero alcun interesse a far sapere che già dal 35 l'Impero Romano considerasse fuorilegge i seguaci di Gesù (è la conseguenza logica del no del senato).

Questo lo trovo un argomento molto debole, perché la finalità del V capitolo dell'Apologetico sembra essere quella di mostrare che solo gli imperatori "cattivi" avevano perseguitato i cristiani: nella fattispecie Nerone e Domiziano, mentre Tiberio, che non godeva di una cattiva fama presso i contemporanei, aveva votato favorevolmente a quella sessione del senato. Dunque mi sembra che il criterio dell'imbarazzo qui non funzioni, perché Tertulliano mette in risalto il voto favorevole di Tiberio, non tanto quello sfavorevole del senato. Questo naturalmente non ci dice nulla sull'autenticità della storia, ma pare comunque un po' strano che solo 4-5 anni dopo i fatti (stando alla cronologia di Meier) a Roma si parlasse di un episodio così... marginale. Anche l'invito di Tertulliano «Consulite commentarios vestros» (V,3) la bellezza di centicinquant'anni dopo non mi pare così decisivo.

CITAZIONE
3) Nel caso invece la decisione del Senato venisse considerata da qualcuno una notizia positiva per Cristiani e quindi Tertulliano aveva interesse a farla conoscere (ma ripeto che per me è difficile pensarlo) non si vede perchè ne avrebbe dovuto parlare Porfirio.

Il problema potrebbe essere posto su basi diverse. Porfirio dipende da Tertulliano, e lo usa per i suoi fini, questo non fa problema. Semmai bisognerebbe capire quali siano le fonti di Tertulliano. È vero che essendo un giurista aveva probabilmente accesso agli archivi (o almeno ad una parte di essi), ma è anche vero che potrebbe dipendere da un'altra fonte o financo aver inventato di sana pianta. Nel secondo caso possiamo citare altri esempi analoghi di forgeries in cui eminenti personaggi politici romani vengono dipinti come filo-cristiani: si pensi (nella letteratura apocrifa) ai vari cicli di Pilato o alla corrispondenza spuria tra Paolo e Seneca; nei primi si mette già in buona luce Tiberio, e le fonti di questi apocrifi rimontano perlappunto al II secolo, forse gli stessi citati da Giustino (Ap.I,XXXV,6). Dunque non sarebbe strano che entrambi questi Padri (Giustino e Tertulliano) dipendano da un'altra forgery cristiana perduta e non da una fonte d'archivio di cui avevano diretta conoscenza.

CITAZIONE
4) il F64 Harnack è riportato in Macario di Magnesia; c'è da dire che l'Adversus Christianos di Porfirio non lo conosceremmo senza i brani tratti dagli apologisti cristiani e non vedo motivi per mettere in dubbio proprio questo passo solo perchè dice che subito dopo la morte di Gesù il senato romano condannò i suoi seguaci.

Infatti nessuno lo mette in dubbio. La cosa che mi sembra più verosimile, come già detto, è che Porfirio usi Tertulliano piegandolo ai suoi scopi, esattamente come Tertulliano aveva piegato ai suoi questa fonte a noi ignota su questa famigerata riunione del senato.

Invece mi sfuggono quali sarebbero le "importanti fonti orientali". L'uso del plurale impone che siano almeno due.
Oggi pomeriggio mi vado a guardare comunque questo Aevum 2004,I e ne saprò di più.
 
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31 replies since 8/5/2011, 13:22   3321 views
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