CITAZIONE
“Si. E dunque mi sembra di aver capito (correggimi se sbaglio) che dunque in estrema sintesi la tua opinione è che:
1) Onnipotente è una traduzione errata, ed è meglio Universo, ma ti va benissimo anche Eserciti.”
Veramente ho detto che onnipotente è errato se il criterio è fare una traduzione letterale. Una traduzione ad equivalenze dinamiche che invece tenti di indovinare il senso dell’espressione renderebbe questa resa legittima. Tutto dipende dal target che si cerca traducendo.
CITAZIONE
“No, con questa frase stai ora dando esplicitamente torto. Prima tentavi di giustificare anche quella resa sostenendo che la parola onnipotente può trasmette l'idea che la giustizia di Dio arriva ovunque e che dunque non è da dirsi completamente sbagliata la traduzione.”
Questo non è un tentare di dare ragione alla CEI, è un dire che anche con quella traduzione il significato del brano è possibile da ricostruire.
CITAZIONE
“Se la parola "Onnipotente" non riflette ciò che la Chiesa attuamente insegna sul significato della parola Sabaoth [che tu sostieni sia Universo]”
Veramente non ho detto che sia sempre universo.
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Credere che Dio sia un ente bellico che abbia un proprio esercito militare e che realmente alla fine dei tempi, arriverà dal cielo una milizia celeste che sterminerà davvero i peccatori in maniera violenta e sanguinaria, è anch'esso dottrina che si discosta di molto da chi sostiene invece che l'ira di Dio sia solo una metafora spirituale e simbolica che indica esclusivamente l'autoesclusione volontaria da esso. N”
Veramente non vedo come questa traduzione possa confutare chi crede che questo linguaggio sia metaforico. Nulla vieta di tradurre eserciti e di intendere ancora il tutto come metaforico. Il simbolismo usa immagini concrete, a cui poi il lettore dà un significato simbolico, ma l’immagine di partenza resta concreta. Esattamente come i TdG, pur parlando Gesù delle fiamme che avvolgono il ricco epulone, lo interpretano come simbolico. Nessun linguaggio è immune da interpretazione simbolica, sicché ipoteticamente si può interpretare allegoricamente qualsiasi testo e linguaggio. La stessa Chiesa Cattolica parla ancora di fuoco dell’inferno, ma avverte che se ne dà un’interpretazione simbolica. Similmente nulla vieta di tradurre “eserciti” e di dire che è un simbolismo per significare l’irruenza di Dio nella storia.
Ciò fa sì ovviamente che, essendo variabile a seconda dei gusti dei singoli cosa prendere alla lettera e cosa no, la Bibbia da sola sia incapace di fondare qualsivoglia dottrina, perché non sapremo mai quali brani siano da prendere come simboli e quali no. Ed è il motivo per cui il Sola Scriptura è fallimentare.
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Ho già replicato a quest'obiezione. Noi, non avendo e possedendo gli scritti autografi del NT, ma solo copie, non sappiamo con certezza assoluta quali e quante manipolazioni sono avvenute e quella che conosciamo oggi con il nome di NA27 è solo l'ultima revisione che ne avrà ancora chissà quante a venire aggiornandosi dei progressi e delle nuove scoperte che avvengono di continuo in campo papirologico”
Questa non è un’obiezione, e infatti non capisco in cosa consista. Se di queste ipotetiche future scoperte di manipolazioni non si sa ancora nulla, è un’ipotesi ad hoc congetturare sia che esistano sia il loro numero. Ergo, finché non saltano fuori, la risposta è che ciò che si afferma gratuitamente si può negare gratuitamente.
Inoltre ti illudi se pensi che la prossima edizione del NA risponderà alla scoperta di nuovi manoscritti, al contrario, semmai risponderà al cambiamento delle teorie testuali. Se i manoscritti scoperti sono rimasti gli stessi, non altrettanto invariata è rimasta la nostra conoscenza dei medesimi nel confrontarli al fine di stabilire un più preciso stemma codicum. Tra il NA 26 e il NA 27 ad esempio non è cambiato il testo critico stampato, ma è stato solo ampliato l'apparato delle varianti in nota. Quanto al NA 28 le poche modifiche preannunciate riguardano un ripensamento su alcune varianti già note, che saranno spostate dall'apparato al testo a causa di cambiamenti nella definizione dei rami dello
stemma codicum, insieme ad altre varianti che pur non andando nel testo critico verranno giudicate ex aequo con altre. Tali varianti non necessariamente hanno qualche ricaduta dottrinale.
Il fatto stesso che si possa parlare di manipolazione implica sempre che si possa individuare a che punto della nostra stemma codicum appaia una variante. Il Nuovo Testamento è il testo meglio tramandato dell’antichità classica, perché il numero di varianti, che pure sono migliaia, è percentualmente infimo rispetto al numero di manoscritti superstiti, sicché i copisti cristiani con la Bibbia hanno fatto un lavoro migliore di quello di qualsiasi opera classica. “Nessun altro testo greco è tramandato così riccamente e così credibilmente come il Nuovo Testamento” (G. Pasquali, Storia della tradizione e critica del testo, Firenze, Le Monnier, 1952, p. 8).
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CITAZIONE
Fai esempi concreti. Erhman nel suo libro testimonia come i copisti hanno manipolato passi che letti cosi' com'erano, davano ragione agli gnostici, agli adozionisti, agli arian”
Il fatto che il passo nella versione per ipotesi filo-eretica stia nei nostri testi critici anziché il passo manipolato dagli ortodossi è già di per se la prova che i manipolatori sono stati minori dei fedeli conservatori.
Inoltre, non esistono passi filo-eretici o filo-ortodossi, esistono solo interpretazioni di un passo filo-eretiche o filo-ortodosse. Per ogni passo del NT apparentante filo-ariano, ad es. “il padre è maggiore di me” detto dal Gesù di Giovanni, si può sempre trovare un’interpretazione ortodossa, ad esempio “qui parla come uomo, e non come Dio”. E dunque, da capo, in realtà questi passi filo-eretici non esistono. Che alcuni li abbiano manipolati non dimostra che questi passi siano davvero filo-eretici ma solo che quei poveretti che li hanno manipolati li ritenevano tali.
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“all'accusa di Celso che denigrava la regalità di Gesù relegandolo a umile carpentiere, Origene ribatteva "da nessuna parte sta scritto che Gesù era carpentiere, ma solo suo padre", scordandosi evidentemente di Mr 6:4 e dando ragione solo a Mt 13:55. E' pienamente documentato dunque che tra i Padri, copisti ed altri esponenti della Chiesa non facessero comodo certi passi dei vangeli secondo come gli conoscevano, interpretandoli o addirittura alterandoli alla radice secondo quanto faceva loro più comodo.”
Non mi sembra d’aver mai negato questo, ma come ripeto non è possibile fare un passaggio da sviste o manipolazioni di singoli a manipolazioni generalizzate e concertate dall’alto. Origene poi non è esattamente un Padre della Chiesa, ma un eretico, quindi non è un esempio pertinente. Ce ne sarebbero stati molti altri corretti.
CITAZIONE
“Ma viene usato e citato già da Cipriano e Tertulliano e lo ritroviamo nel Contra Varimadum, forse è citato anche da Agostino. Lo citarono anche i vescovi africani Eugenio, Fulgenzio e Vigilius Tapensis, esplicitamente proprio contro l'arianesimo emergente.”
Ciò, da capo, non implica alcuna volontà di manipolazione concertata dall’alto, ma solo l’utilizzo di esso da parte di singoli che lo hanno trovato. Inoltre il numero di coloro che lo citano, è irrilevante se non confrontato prima con il numero di coloro che non lo citano quando avrebbero avuto interesse a farlo.
Se in Occidente forse lo citano Agostino e Tertulliano, ma la cosa non è sicura perché si tratterebbe di citazioni assai libero, in Oriente invece esso non esiste: non che in Occidente abbia una sorte migliore. Cipriano lo cita esplicitamente, ma le centinaia di volumi del Migne vanno ben oltre Cipriano. Nel periodo antico questa variante è decisamente minoritaria.
CITAZIONE
“Ma il Comma Giovanneo è nato proprio in un periodo in cui l'arianesimo stava emergendo, quindi il Comma in sè, a prescindere dalle intenzioni del Concilio, ha altissime probabilità di essere stato inserito nel NT (assieme a tutte le altre modifiche antidocetiche, antiadozioniste, etc.) per motivi intenzionali e non semplicemente per sviste di glosse dei copisti.”
Questo non è logicamente necessario. Dire che il comma giovanneo sorge in concomitanza con l’arianesimo non implica che sia sorto per l’arianesimo. Non scambiamo la contiguità temporale per una connessione causale. Avere un movente in pratica non implica essere colpevoli. Come già detto, è possibile che sia una glossa di un copista, che nel brano vide raffigurata la Trinità, e dunque annotò la cosa (non a piè pagina, ma nel testo, come allora si poteva fare, perché i modi di scrivere le note erano vari e non ancora standardizzati). Anche B. Metzger vi vede in origine una glossa:
“Probabilmente la glossa sorse quando il brano originale era inteso rappresentare la Trinità (quando menziona i tre testimoni: lo Spirito, l'acqua e il sangue), interpretazione questa che può essere stata scritta dapprima come nota marginale che poi è stata inserita nel testo.” (A Textual Commentary on the Greek New Testament, Stuttgart, 1993, ad locum)
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Non era infallibile ed ortodosso esclusivamente tutto ciò che era specificatamente vincolato sotto la minaccia di anatema? Mi ricordo che in un topic quando ti dissi che era Dogma la verginità perpetua di Maria perchè in un concilio ecumenico compariva l'espressione "chi non crede che la sempre vergine Maria sia madre di Dio, sia anatema", mi rispondesti che solo la definizione conciliare che Maria era madre di Dio era infallibile, non il suo titolo di sempre vergine.”
Non è esatto. Sono infallibili le definizioni di fede dei Concili ecumenici, e dunque da ciò vanno esclude disposizioni transitorie come ad esempio quanta servitù possa avere in casa un chierico e canoni disciplinare simili.
Essendo infallibili le definizioni di fede, l’anatema è un criterio per identificarle, ma non è l’unico. Se l’anatema è una determinazione per via negationis di ciò che non si deve credere, nulla vieta che possa esistere anche una proposizione scritta in positivo, cioè tipo “noi confessiamo solennemente essere dottrina della Chiesa che…” ecc.
Nel caso da te citato, l’anatema c’è, ma l’oggetto della proposizione non è la verginità di Maria ma la sua maternità divina, quindi non è oggetto dell’anatema la negazione della prima ma solo la negazione della seconda.
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“noltre è errato dire che nel 1215 gli ariani non esistevano. Non esistevano come religione organizzata, ma come singoli individui probabilmente ci sono sempre stati.”
Bisogna vedere cosa intendiamo con arianesimo, perché è un movimento peculiare dell’età tardo-antica che non è riferibile in maniera traslata a tutti quelli che abbiano un parere anche solo lontanamente simile, se non ovviamente parlando per approssimazione, come quando si dice “i TdG sono ariani”. La tua frase è corretta se con arianesimo intendiamo genericamente chi non creda all’uguaglianza ontologica di natura tra il Padre ed il Figlio. Comunque, da capo, non esistevano come gruppo organizzato.
Se l’invenzione di versetto contro un nemico potente ha una sua logica, sebbene non una necessità storica, invece barare contro nemici insignificanti non è così plausibile. Nel XIII secolo gli ariani, se esistevano, erano come gli atei, cioè non rappresentavano nessuno, e dire che la Chiesa possa aver citato di proposito un testo scientemente saputo come falso per contrastare questi esseri insignificanti non è plausibile. Ben altre erano le minacce del periodo, come i movimenti evangelico-pauperistici.
CITAZIONE
“ IV Concilio Lateranense se la prende esplicitamente contro un certo Abate Gioacchino”
Non è “un certo” abate Gioacchino”, è l’abate Gioacchino! Una delle personalità più importanti e visionarie di tutto il medioevo, che aveva re e papi ai suoi piedi.
CITAZIONE
“che stando al Concilio "ha pubblicato contro il maestro Pietro Lombardo sulla unità o essenza della Trinità*" e che dunque da qui ha citato poi il Comma Giovanneo per far valere le proprie ragioni.”
Ma questa citazione del comma non fa parte della definizione del Concilio per far valere le proprie ragioni, al contrario, è l’esposizione di Gioacchino e dell’interpretazione da lui data. E’ Gioacchino che cita il comma, e il Concilio spiega la posizione di Gioacchino. Ma ovviamente non è che citare un eresia all’interno di un testo, per poi prenderne le distanze, implichi che anche quell’eresia sia infallibile. Il Concilio stava semplicemente spiegando la posizione di Gioacchino da Fiore per condannarla, tra l’altro.
CITAZIONE
“Dunque questo dimostra che la Chiesa Cattolica ha esplicitamente usato e strumentalizzato il Comma Giovanneo per far valere le proprie ragioni teologiche”
Veramente no, l’interpretazione del comma riportata è quella di Gioacchino da Fiore.
CITAZIONE
“ E non è nemmeno vero che cita il Comma Giovanneo solo perchè cosi' gli era pervenuto nella Bibbia che leggeva. Era consapevole che fosse una variante testuale presente solo "in alcuni codici" e non in tutti quanti.”
Il discorso riguarda Gioacchino, è lui che fa il discorso sul comma riportato dal Concilio. Ma comunque, sapere che per un passo esistono delle varianti, non implica che Gioacchino sapesse qual era quella corretta. Infatti prima Gioacchino cita quella con “Padre, il Verbo e lo Spirito Santo”, e poi sempre lui aggiunge che però alcune versioni hanno “lo spirito, l'acqua, e il sangue”. Se mette prima la versione con “Padre, il Verbo e lo Spirito Santo” vuol dire che l’abate riteneva corretta questa, e la variante la seconda. Entrambi i testi citati da Gioacchino comunque finiscono con un “questi tre sono una cosa sola.”
La sezione “καὶ οὗτοι οἱ τρεῖς ἔν εἰσι” fa anch’essa parte del tratto espunto dai filologi odierni, quindi Gioacchino cita in entrambe le varianti un testo contaminato.
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“Polymetis, non avevi detto che lasciavi perdere di giustificare e difendere il cattolicesimo mettendo in ballo il suo punto di vista con Dio, i Santi, la Madonna, ma avremmo analizzato in maniera critica, analitica e filologica la questione tirando in ballo solo ed esclusivamente criteri scientifici di ciò che oggettivamente (e non "per un cattolico") è scientificamente vero o meno”
Guarda che io non sto giustificando niente, sto facendo una constatazione. Dire che il contenuto del comma giovanneo, se stesse nella definizione dogmatica di un Concilio Ecumenico, sarebbe vero a prescindere dalla sua effettiva appartenenza al Nuovo Testamento, non vuol dire che allora per i cattolici il testo va inserito nel Nuovo Testamento, vuol solo dire che è vero quello che il passo afferma, a prescindere dalla sua provenienza. Siccome non sto proponendo di inserirlo del NT, ma stavo semplicemente ricordando che il contenuto di una frase può essere vero a prescindere da dove essa derivi, la filologia non ha nulla da dire su questo problema. Non stavo giustificando un bel niente, stavo solo spiegando che per un cattolico una frase può essere vera a prescindere dal fatto che appartenga o meno al NT, qualora essa rientri nelle definizioni dogmatiche di un concilio ecumenico.
Comunque sia, pare che questa menzione del Comma Giovanneo, almeno quella che mi hai indicato, non rientri nelle definizioni di fede del IV Lateranense, che cita questo comma en passant riferendo per di più una posizione eretica.
Tuttavia esso è teologicamente corretto per un altro motivo, cioè che rientra nella Vulgata sisto-clementina, approvata dall’autorità ecclesiastica. Il che non ci dice nulla sulla correttezza testuale del comma, ma il cattolico ha comunque la garanzia della sua ortodossia.
CITAZIONE
"Fai esempi concreti."
A questo proposito è istruttivo Tertulliano, ancora nel suo periodo cattolico, che parla lui pure di eretici che manipolano la Scrittura:
"Infine, a niente serve questo scontro di Scritture, se non a produrre un rivolgimento di stomaco o di cervello. Questi eretici non accettano alcune Scritture; se ne accettano alcune, non le accettano integre, ma le sconvolgono con tagli e con aggiunte per adattarle al loro sistema. Se, poi, le presentano integre fino a un certo punto, ciò nondimeno le mutano inventando delle interpretazioni opposte alle nostre" (Tertulliano, Contro gli eretici, XV)
Ad maiora