Studi sul Cristianesimo Primitivo

Giacomo 5:4 - Signore degli Eserciti o Signore Onnipotente?

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view post Posted on 21/8/2011, 13:55     +1   -1
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Per me invece è meglio "dell'universo" che "onnipotente", perché se le schiere sono i corpi celesti e tutti gli esseri viventi, come arguiscono gli esegeti dalla collocazione solo nei libri sapienziali dell'appellativo, allora con questo appellativo poetico si vuole solo dire che tutto l'universo è agli ordini di Dio, schierato come fosse una truppa ber ordinata e pronta per questo ad agire ai suoi ordini. E' come se ogni stella, ogni creatura, fosse metaforicamente un soldato agli ordini dell'armonia cosmica che ha schierato YHWH: per questo lo si traduce "dio dell'universo". Sono cose che si sanno da anni. La vecchia Enciclopedia Cattolica americana di inizio '900 già scriveva:

Sabaoth: (In Hebrew, plural form of "host" or "army"). The word is used almost exclusively in conjunction with the Divine name as a title of majesty: "the Lord of Hosts", or "the Lord God of Hosts". The origins and precise signification of the title are matters of more or less plausible conjecture. According to some scholars the "hosts" represent, at least primitively, the armies of Israel over whom Jehovah exercised a protecting influence. Others opine that the word refers to the hosts of heaven, the angels, and by metaphor to the stars and entire universe (cf. Genesis 2:1). In favour of the latter view is the fact that the title does not occur in the Pentateuch or Josue though the armies of Israel are often mentioned, while it is quite common in the prophetic writings where it would naturally have the more exalted and universal meaning.


E' ovvio poi che onnipotenza e violenza non sono sinonimi, ma è il contesto che deve far intuire cosa significhi tale onnipotenza in un brano. Se il brano parla di Dio che fa giustizia, allora è evidente che l'onnipotenza indica appunto che può arrivare dove vuole con la sua mano.
 
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Lucifero ~Sapere Aude~
view post Posted on 21/8/2011, 16:12     +1   -1




CITAZIONE
E' come se ogni stella, ogni creatura, fosse metaforicamente un soldato agli ordini dell'armonia cosmica che ha schierato YHWH

Allora penso che Sabaoth non si possa tradurre sempre e comunque in un unico modo. Come può essere fuorviante ed errato tradurlo sempre con "Eserciti", mi sembra fuorviante ed errato tradurlo sempre con "Universo". Non bisogna commettere l'errore che ogni personaggio della Bibbia abbia in mente la stessa identica cosa di un'altro autore quando parla dei Sabaoth, cosi' l'autore della Genesi può riferirsi alle schiere dell'universo tutte, quello di Samuele agli eserciti bellici militari umani, quello di Isaia o dei Salmi alle milizie celesti angeliche, eccetera eccetera.E' il contesto, sia immediato che culturale in cui è usata l'espressione che fa da padrone per una corretta traduzione di solito. Nel caso specifico di cui siamo trattando, non mi sembra corretto che in Giacomo 5:4 si debba rendere sia con "Onnipotente" o con "Universo" per almeno due buoni motivi:
1) Quella di Giacomo è una citazione dall'AT, in particolare di Isaia, dove il significato di "eserciti" è qui chiaramente bellico e circostanziato infatti la CEI 2008 traduce puntualmente con "Signore degli Eserciti" e non con "Signore dell'Universo", conscia del fatto, come dice egli stessa che "la componente bellica dell’immagine, essenziale alla sua comprensione, fa parte di una concezione più complessa, che resterebbe depauperata e stravolta con una traduzione che la volesse eliminare [...] che comunque non potrebbe essere sostenuta partendo da questa concezione e rivelerebbe del resto una ignoranza del suo significato storico-religioso."
Infatti, coerentemente a questo discorso, l'epiteto greco di Sabaoth in Rm9:29 fu mantenuto proprio in "Eserciti", esattamente come viene tradotto anche nel testo isaiano da cui è tratto.
2) Secondo la dottrina del NT non è che "tutto" l'Universo è al servizio militare di Dio, anzi Dio ha un proprio esercito preciso composto dai suoi angeli (o i suoi santi) con Cristo come capo generale dell'esercito (numerosi sono i brani sia evangelici che epistolari che parlano di questa venuta di Cristo a giudicare e far giustizia assieme alle sue schiere di angeli). Inoltre, penso sia chiaro a tutti che la parola "Universo" in sè nella mente di un fedele qualsiasi, non fa venire manco per sbaglio l'idea di un esercito militare bellico e che dunque, a meno che uno non sia informato sullo sviluppo semantico della parola, non può rendersi conto del reale significato che assume "Universo" in un dato contesto e che non è quello che normalmente crederebbe. Per questo dico che la traduzione di Giacomo 5:4 con "Universo" è fuorviante, perchè il contesto giacomino è esplicitamente guerresco e bellico e la parola "Universo" o "Onnipotente" non rendono bene l'idea che l'originale "Eserciti" riusciva ad evocare. Appropriato tradurre con Universo dove invece la parola eserciti ha una valenza palesmente neutra e non bellica come in Genesi 2:1 per l'appunto. Comunque sia, anche qui, diverse traduzioni moderne, per amore di fedeltà traduttiva rendono comunque con "esercito" o "schiere", senza spingersi oltre nell'elaborazione teologica del termine, che secondo me rischia solo di fuorviare e dare solo il parere personale di alcuni esegeti.

CITAZIONE
In favour of the latter view is the fact that the title does not occur in the Pentateuch or Josue though the armies of Israel are often mentioned, while it is quite common in the prophetic writings where it would naturally have the more exalted and universal meaning.

A questo si può ipotizzare il fatto che ai tempi della formazione della Torah, quello di Israele non fosse ancora un esercito ben definito come nei tempi di Samuele, anche se il titolo, comparendo per la prima volta proprio li' sembra supporre che sia legato in maniera particolare con l'Arca dell'Alleanza. In Giosuè voglio far notare che se è vero che non si parla di Signore degli Eserciti, abbiamo invece un "capo dell'Esercito del Signore" (Giosuè 5), che, o angelico o umano che sia, ci rivela che il particolare della "spada sguainata" ci permette di capire che esso sia un capo militare e dunque di un esercito armato bellicamente. La parola "Universo" sarebbe del tutto inappropriata in questo contesto, giacchè il credente medio, e cioè la stragrande maggioranza della popolazione a cui è destinata la CEI 2008 sarebbe secondo me incapace di capire che quell'Universo includa in sè un'idea bellica e militare che il credente non si immagina nemmeno lontanamente che abbia, abituato com'è a vedere il proprio Dio come un "Dio di Pace" cristiano appunto.

CITAZIONE
E' ovvio poi che onnipotenza e violenza non sono sinonimi, ma è il contesto che deve far intuire cosa significhi tale onnipotenza in un brano. Se il brano parla di Dio che fa giustizia, allora è evidente che l'onnipotenza indica appunto che può arrivare dove vuole con la sua mano.

Si, comunque io non userei termini cosi' blandi come un vago "far giustizia", il Nuovo Testamento usa un linguaggio estremamente violento e sanguinario per descrivere l'Ira di Dio e sovente utilizza espressioni come "fuoco ardente", "vendetta", "tortura", "giorno della strage", immagini di trafiggimenti tramite spade, etc., quindi a voler trasmettere intenzionalmente una vera e propria immagine bellica e guerriera del Dio di Armaghedon. Insomma, Signore degli Eserciti cade proprio a fagiolo e non penso che il credente medio pensando a un "Dio dell'Universo" gli verrebbero in mente tutti questi particolari.


Saluti
 
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view post Posted on 22/8/2011, 08:30     +1   -1
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Comunque sia i fedeli cattolici non devono affatto leggere la Bibbia e capirla "da soli": non è questo il compito della Bibbia nel cattolicesimo, e l'idea che una traduzione da sola debba permettere al fedele di avventurarsi da solo nel testo capendolo in tutti i suoi aspetti, oltre che utopica, non è cattolica. La Bibbia, e dunque anche la CEI, per come è programmata, va letta in seno alla Chiesa, e dunque, o con delle note o con l'aiuto di un sacerdote che spieghino le varie espressioni, così come fa la CEI con quella nota che spiega "Dio dell'universo". Io infatti non appresi questo concetto in qualche maniera esoterica, ricordo ancora che lo lessi la prima volta, ancora al liceo, quando mons. Ravasi teneva una rubrica di spiegazione dalla Bibbia su Famiglia Cristiana.
Che i fedeli cattolici poi non si facciano venire in mente immagini di violenza è sangue pensando alla fine del mondo, va benissimo così, visto che la Chiesa interpreta come coloriture semitiche, e dunque demitizza quella serie di immagini, delle quali a nostro avviso va colto come senso l'impegno e l'impeto di Dio della sua azione, e non una descrizione fisica di come agirà: e, anche questo, rientra nelle prerogative che per la fede del cattolico ha la Chiesa.
Inutile dire poi che non c'è una dicotomia tra Antico e Nuovo Testamento nel linguaggio, perché gli autori del NT leggevano l'AT, quindi "Dio delle schiere" potrebbe comprendere benissimo nel NT tutti gli attributi dell'AT, da degli eserciti letterali, ad ad angeli e creature di tutto il cosmo.

Ad maiora
 
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Lucifero ~Sapere Aude~
view post Posted on 22/8/2011, 09:00     +1   -1




CITAZIONE
Che i fedeli cattolici poi non si facciano venire in mente immagini di violenza è sangue pensando alla fine del mondo, va benissimo così, visto che la Chiesa interpreta come coloriture semitiche, e dunque demitizza quella serie di immagini, delle quali a nostro avviso va colto come senso l'impegno e l'impeto di Dio della sua azione, e non una descrizione fisica di come agirà: e, anche questo, rientra nelle prerogative che per la fede del cattolico ha la Chiesa.

Questo però a discapito del rispetto del testo e delle intenzioni originali dei suoi autori. Come ho già detto prima praticamente tutte le Bibbie cattoliche di questo mondo, compresa la CEI 2008, traducono Sabaoth con "Eserciti", appunto per essere fedele ai modelli culturali conosciuti dagli agiografi e quella di Giacomo 5:4 è una curiosa eccezione che a mio parere non trova giustificante, giacchè:
1) E' presente identicamente nel NT in Rm 9:29, dove qui è stato reso con "Eserciti"
2) Sia Rm 9:29 che Gcm5:4 hanno citato l'espressione dall'identico medesimo libro il ProtoIsaia, dove appunto la CEI 2008 rende fedelmente con "Eserciti" l'espressione.

Quindi apparantemente manca proprio un criterio, un metodo scientifico e una coerenza interna traduttiva che hanno portato quelli della CEI 2008 e propenderei più semplicemente a vederlo come un errore senza crucciarsi troppo nei tentativi di una giustificazione che nessuno può darci se non proprio i traduttori stessi.

CITAZIONE
Inutile dire poi che non c'è una dicotomia tra Antico e Nuovo Testamento nel linguaggio, perché gli autori del NT leggevano l'AT, quindi "Dio delle schiere" potrebbe comprendere benissimo nel NT tutti gli attributi dell'AT, da degli eserciti letterali, ad ad angeli e creature di tutto il cosmo.

Ma il punto è proprio che l'AT non ha un'idea univoca di che cosa siano le "schiere", cosi' se l'autore di Genesi ha in mente l'intero cosmo, Isaia ha invece in mente circostanziati e precisi eserciti bellici, e dunque se gli autori del NT hanno citato da Isaia e non da Genesi è col senso isaiano e non genesiaco che va intesa la parola Sabaoth secondo il contesto bellico e guerresco citato e non semplicemente astronomico con il quale la parola viene utilizzata (senza contare poi che in Gcm5:4 il contesto datoci è proprio esplicitamente bellico e non di tipo astronomico). Queste mi sembrano le basi fondamentali per una corretta esegesi.


Capisco che tu ti difenda con argomentazioni di tipo confessionale e dottrinale, ma capirai che da un punto di vista scientifico non ha valore tutto ciò, perchè altrimenti nemmeno la TNM sarebbe una Bibbia minimamente criticabile in quanto Bibbia confessionale e una traduzione con precisi intenti dottrinali, eppure sappiamo che, per motivi di interesse teologico, la CEI la difendi e la TNM no.


Saluti

Edited by Lucifero ~Sapere Aude~ - 22/8/2011, 10:16
 
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Hard-Rain
view post Posted on 22/8/2011, 11:09     +1   -1




QUOTE
Inutile dire poi che non c'è una dicotomia tra Antico e Nuovo Testamento nel linguaggio, perché gli autori del NT leggevano l'AT

Gli autori del NT interpretavano parti del cosiddetto Antico Testamento o riferivano a Cristo profezie e altri passaggi che altri gruppi di Ebrei (Farisei, Qumraniti, ecc...) intendevano in altro modo.
 
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view post Posted on 23/8/2011, 15:43     +1   -1
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Caro Lucifero, siccome gli unici papiri che amo leggere sogni miei, acconsento volentieri alla tua richiesta di lasciar perdere il versante teologico della questione e di concentrarci su quello filologico, a tal proposito ho tirato fuori addirittura il mio microfono con dettatore dal cassetto perché fa troppo caldo per scrivere.
Il problema è che su sul versante filologico, del quale mi chiedi , Avevo già risposto nel mio primo messaggio. La mia discussione su tale argomento si poteva già trovare espressa dove ti ho detto che non ero d'accordo con la traduzione "onnipotente" e dove ti dissi addirittura che mi sembrava un tentativo da parte del traduttore di disinnescare la pericolosità di un attributo. Siccome ho esplicitamente dato torto alla traduzione di Giacomo della CEI mi sembra evidente che sia infondata la tua accusa che io difenda sempre la CEI a priori perché presuppongo che la Chiesa sia sempre dalla parte della ragione nell'interpretare la Bibbia. Questo tuo fraintendimento non si è reso conto che io avevo specificato chiaramente che non stavo parlando di qualsiasi versetto ma soltanto di quelli dottrinalmente rilevanti. Se è vero che per un cattolico la Chiesa ha sempre ragione, ciò non vuol dire che i traduttori della Chiesa abbiano ragione se rendono dei passi per i quali non esiste alcun parere ecclesiastico. Vale a dire che quando ho parlato della coincidenza tra fede della Chiesa e filologia stavo parlando dei passi del nuovo testamento per i quali esiste appunto un parere della Chiesa, ad esempio il "tu sei Pietro" di Matteo. Ciò era del tutto ovvio anche in relazione al fatto che io avevo già detto che la CEI sbagliava a tradurre Giacomo corna "onnipotente". Siccome non esiste nessun parere della Chiesa su come tradurre quel versetto di Giacomo, è ovvio che non stavo parlando di quella frase, sulla quale mi ero già espresso precedentemente.
Detto questo, vorrei parlare di una faccenda che stata sollevata, cioè quella della manipolazione dei testi e del rapporto di tale manipolazione con la Chiesa. Ribadisco il fatto che se esiste la possibilità di identificare una manipolazione significa che esistono dei testi in maggioranza non manipolati, e che dunque non si può attribuire alla chiesa la concertazione di manipolazioni che invece possono venire dall'iniziativa di singoli. Quanto al perché quei singoli abbiano voluto manipolare dei libri, ciò dipende dal fatto che molto spesso le manipolazioni non sono in senso ortodosso, ma in senso eretico, e quindi queste manipolazioni non dimostrano che la Chiesa avesse difficoltà ad accettare un libro, ma che al contrario alcuni appartenenti a correnti eretiche volessero manipolare i testi in maniera anti-cattolica. Quanto alle manipolazioni che invece sono in senso ortodosso, anche per esse non c'è bisogno di alcuna concertazione ecclesiastica dall'alto, basta semplicemente che una persona voglia rendere un testo ancora più ortodosso di quanto lo sia già, vale a dire inserire la prova di una dottrina cattolica in un testo che non la contiene. Ma il fatto che non contenga la prova di una dottrina cattolica non vuol dire neppure che il testo contenga un'eresia. Può darsi benissimo che un testo fosse già cattolico, cioè accettabile dalla Chiesa così com'era, ma lo si sia voluto migliorare da parte di un singolo. In questo caso tale “miglioria” non dimostra che il testo di partenza creava difficoltà alla Chiesa. Un esempio è quello del comma giovanneo, che nella versione non manipolata non dice nulla di poco ortodosso, e tuttavia la miglioria va a favore della Trinità. Ciò implica che la manipolazione può significare una miglioria non per celare un testo eretico, ma anche per migliorare un testo neutro e già ortodosso. Quanto al comma giovanneo in particolare, questa manipolazione non può essere in alcun modo ascrivibile ad un'azione concertata della Chiesa, infatti la menzione di questo comma manca in tutti i primi grandi concili ecumenici che si occupano della divinità di Cristo, e compare invece per la prima volta a me nota nel 1215 per il quarto concilio ecumenico in Laterano. E siccome ovviamente 1215 gli ariani non esistevano, evidentemente chi l’ha citato non voleva manipolare proprio nulla né falsificare al fine di aiutare a dimostrare qualcosa, semplicemente accettato un testo così come se lo trovava. Ricordo poi che ciò che è citato in un concilio ecumenico è per forza di cose infallibile ed ortodosso, ciò significa che il contenuto del comma giovanneo per un cattolico è vero a prescindere dal fatto che questo comma provenga o meno dal nuovo testamento. Il fatto stesso che stia in un concilio ecumenico infatti lo rende parte della parola di Dio al pari dei Vangeli, visto che la parola di Dio nel cattolicesimo non si riduce al nuovo testamento ma s'allarga anche alle definizioni dogmatiche dei concili ecumenici i quali sono parola di Dio allo stesso modo. In questo senso il comma giovanneo va insieme ad altre citazioni dei padri della Chiesa fatta dei concili ecumenici nelle loro definizioni di fede, che, in quanto citati in questi concili, divengono, almeno per quelle espressioni, infallibili.
Vorrei poi ricordare che sebbene il primo concilio ecumenico che cita il comma giovanneo sia del 1215 la più antica attestazione che mi risulti appartiene alla Vetus Latina del secondo secolo, e che esso è ritenuto non una manipolazione volontaria ma una glossa scivolata nel testo. Vale a dire che mentre secondo i criteri di annotazione moderni se una persona vuole annotare qualcosa di estraneo al testo lo fa o a margine o a piè di pagina, nel mondo antico invece, dove tra l'altro esisteva la scriptio continua, cioè la non separazione di parole e di lettere, i commenti potevano anche venire messi direttamente nel testo, dando per scontato che il futuro copista avrebbe saputo distinguerli dal testo originale perché il brano subiva un'interruzione nella narrazione. Il guaio è quando il caso volle che alcune glosse, cioè alcune note, non interrompessero il discorso ma, per puro caso, si incastrassero sintatticamente bene anche con il testo precedente, rendendole per questo indistinguibili dall'opera che si stava ricopiando. Sicché è probabile che ad un certo punto della tradizione testuale un copista abbia fatto una nota esegetica al passo, spiegandole in maniera trinitaria, e che un copista successivo e sbadato abbia fatto scivolare inavvertitamente questa glossa nel testo originale pensando che fosse davvero di Giovanni. Questa è la maggior parte delle altre manipolazioni non richiedono dunque di postulare la disonestà dei copisti, ma solo la loro distrazione.
Vorrei poi aggiungere che il comma giovanneo farebbe parte della parola di Dio se rientrasse nelle definizioni di fede del quarto concilio in Laterano, ma siccome non capisco delle mie fonti se faccia parte dei canoni dogmatici di tale Concilio, o se invece semplicemente rientra negli atti della discussione dei padri conciliari, il giudizio sull'infallibilità di tale formulazione dovrà essere lasciato sospeso.
 
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Lucifero ~Sapere Aude~
view post Posted on 24/8/2011, 10:31     +1   -1




CITAZIONE
Il problema è che su sul versante filologico, del quale mi chiedi , Avevo già risposto nel mio primo messaggio.

Si. E dunque mi sembra di aver capito (correggimi se sbaglio) che dunque in estrema sintesi la tua opinione è che:
1) Onnipotente è una traduzione errata, ed è meglio Universo, ma ti va benissimo anche Eserciti.
2) il fatto che la CEI 2008 abbia reso esclusivamente Gcm5:4 in maniera diversa da Eserciti, sia un qualcosa che non sei in grado di giustificare e le tue ipotesi a riguardo sono che
a) -Gcm5:4 è un brano liturgico e la modifica serve per non scandalizzare i fedeli che odono la parola "Eserciti"
b) - Che il traduttore che ha tradotto Giacomo abbia un'esegesi completamente differente a tutti gli altri traduttori del comitato che hanno tradotto sempre con Eserciti la parola Sabaoth. Dunque una traduzione diversa per mancanza di coerenza esegetica interna e non per l'applicazione di rigorosi principi filologici.

Corretto?

CITAZIONE
ho esplicitamente dato torto alla traduzione di Giacomo della CEI

No, con questa frase stai ora dando esplicitamente torto. Prima tentavi di giustificare anche quella resa sostenendo che la parola onnipotente può trasmette l'idea che la giustizia di Dio arriva ovunque e che dunque non è da dirsi completamente sbagliata la traduzione.

CITAZIONE
mi sembra evidente che sia infondata la tua accusa che io difenda sempre la CEI a priori perché presuppongo che la Chiesa sia sempre dalla parte della ragione nell'interpretare la Bibbia

Ma tu infatti dai sempre ragione la Chiesa riguardo la sua interpretazione della Bibbia. Se non lo facessi saresti protestante, non cattolico. Se la parola "Onnipotente" non riflette ciò che la Chiesa attuamente insegna sul significato della parola Sabaoth [che tu sostieni sia Universo], come abbiamo visto e ipotizzato non è perchè è l'intera CEI che ha tradotto la Bibbia, sostiene che Sabaoth vada inteso con Onnipotente, ma solo il singolo esegeta isolato che ha tradotto Gcm5:4.

CITAZIONE
io avevo specificato chiaramente che non stavo parlando di qualsiasi versetto ma soltanto di quelli dottrinalmente rilevanti.

Credere che Dio sia un ente bellico che abbia un proprio esercito militare e che realmente alla fine dei tempi, arriverà dal cielo una milizia celeste che sterminerà davvero i peccatori in maniera violenta e sanguinaria, è anch'esso dottrina che si discosta di molto da chi sostiene invece che l'ira di Dio sia solo una metafora spirituale e simbolica che indica esclusivamente l'autoesclusione volontaria da esso. Nel primo caso Dio ha una funzione attiva e predominante, nel secondo caso è completamente passiva e deresponsabilizzante. Sono teologicamente due posizioni opposte e inconciliabili tra loro, Dio non può non agire e agire contemporaneamente. E sono tanti i cristiani convinti che Dio arriverà con un vero esercito celeste e guerriero dal cielo e che non siano semplicemente delle immagini semitiche.
CITAZIONE
Se è vero che per un cattolico la Chiesa ha sempre ragione, ciò non vuol dire che i traduttori della Chiesa abbiano ragione se rendono dei passi per i quali non esiste alcun parere ecclesiastico.

Mi sembra che questo sia uno di quei casi specifici. Se è vero che Giacomo 5:4 è un brano letto nella liturgia, la CEI ha tutti gli interessi non filologicamente e scientificamente sostenuti, per deviolentizzare e degiudaizzare tutti i brani che le fanno comodo. Cosi' se da una parte si salva dallo scandalo teologico non rendendo nel Nuovo Testamento Sabaoth con Eserciti perchè esso sarebbe apertamente in contrasto con il suo insegnamento di vedere il Signore come un "Dio della Pace", da un'altra può permettersi di tradurre la stessa parola con "Eserciti" tutte le altre volte che compare nell'AT (e compreso perfino nel NT in Rm 9:29), per potersi vantare al pubblico di avere una traduzione fedele alla letteralità dei toni delle lingue originali. Insomma, il già citato voler dare sia un colpo al cerchio che uno alla botte.

CITAZIONE
Siccome non esiste nessun parere della Chiesa su come tradurre quel versetto di Giacomo

Ma esiste il suo parere su come debba essere il titolo di "Eserciti" in luogo alla natura di Dio, è questo ciò che conta.
CITAZIONE
Ribadisco il fatto che se esiste la possibilità di identificare una manipolazione significa che esistono dei testi in maggioranza non manipolati

Ho già replicato a quest'obiezione. Noi, non avendo e possedendo gli scritti autografi del NT, ma solo copie, non sappiamo con certezza assoluta quali e quante manipolazioni sono avvenute e quella che conosciamo oggi con il nome di NA27 è solo l'ultima revisione che ne avrà ancora chissà quante a venire aggiornandosi dei progressi e delle nuove scoperte che avvengono di continuo in campo papirologico. E' un eterno "work in progress", che è sostanzialmente fatto di ipotesi e ricostruzioni non di certezze assolute.

CITAZIONE
molto spesso le manipolazioni non sono in senso ortodosso, ma in senso eretico, e quindi queste manipolazioni non dimostrano che la Chiesa avesse difficoltà ad accettare un libro, ma che al contrario alcuni appartenenti a correnti eretiche volessero manipolare i testi in maniera anti-cattolica.

Fai esempi concreti. Erhman nel suo libro testimonia come i copisti hanno manipolato passi che letti cosi' com'erano, davano ragione agli gnostici, agli adozionisti, agli ariani, etc....all'accusa di Celso che denigrava la regalità di Gesù relegandolo a umile carpentiere, Origene ribatteva "da nessuna parte sta scritto che Gesù era carpentiere, ma solo suo padre", scordandosi evidentemente di Mr 6:4 e dando ragione solo a Mt 13:55. E' pienamente documentato dunque che tra i Padri, copisti ed altri esponenti della Chiesa non facessero comodo certi passi dei vangeli secondo come gli conoscevano, interpretandoli o addirittura alterandoli alla radice secondo quanto faceva loro più comodo.
CITAZIONE
la menzione di questo comma manca in tutti i primi grandi concili ecumenici che si occupano della divinità di Cristo

Ma viene usato e citato già da Cipriano e Tertulliano e lo ritroviamo nel Contra Varimadum, forse è citato anche da Agostino. Lo citarono anche i vescovi africani Eugenio, Fulgenzio e Vigilius Tapensis, esplicitamente proprio contro l'arianesimo emergente.

CITAZIONE
E siccome ovviamente 1215 gli ariani non esistevano,

Ma il Comma Giovanneo è nato proprio in un periodo in cui l'arianesimo stava emergendo, quindi il Comma in sè, a prescindere dalle intenzioni del Concilio, ha altissime probabilità di essere stato inserito nel NT (assieme a tutte le altre modifiche antidocetiche, antiadozioniste, etc.) per motivi intenzionali e non semplicemente per sviste di glosse dei copisti.
Inoltre è errato dire che nel 1215 gli ariani non esistevano. Non esistevano come religione organizzata, ma come singoli individui probabilmente ci sono sempre stati. Inoltre non bisogna essere ariani per negare la Trinità, ognuno la può negare a modo credendo nelle più diverse sfumature possibili che possano andare in contrasto con il dogma ufficiale (modalismo, subordinazionismo, bideismo, etc.) Il IV Concilio Lateranense se la prende esplicitamente contro un certo Abate Gioacchino, che stando al Concilio "ha pubblicato contro il maestro Pietro Lombardo sulla unità o essenza della Trinità*" e che dunque da qui ha citato poi il Comma Giovanneo per far valere le proprie ragioni. Dunque questo dimostra che la Chiesa Cattolica ha esplicitamente usato e strumentalizzato il Comma Giovanneo per far valere le proprie ragioni teologiche. E non è nemmeno vero che cita il Comma Giovanneo solo perchè cosi' gli era pervenuto nella Bibbia che leggeva. Era consapevole che fosse una variante testuale presente solo "in alcuni codici" e non in tutti quanti. Dunque il mio discorso fila completamente.

CITAZIONE
Ricordo poi che ciò che è citato in un concilio ecumenico è per forza di cose infallibile ed ortodosso

Non era infallibile ed ortodosso esclusivamente tutto ciò che era specificatamente vincolato sotto la minaccia di anatema? Mi ricordo che in un topic quando ti dissi che era Dogma la verginità perpetua di Maria perchè in un concilio ecumenico compariva l'espressione "chi non crede che la sempre vergine Maria sia madre di Dio, sia anatema", mi rispondesti che solo la definizione conciliare che Maria era madre di Dio era infallibile, non il suo titolo di sempre vergine.

CITAZIONE
il contenuto del comma giovanneo per un cattolico è vero a prescindere dal fatto che questo comma provenga o meno dal nuovo testamento. Il fatto stesso che stia in un concilio ecumenico infatti lo rende parte della parola di Dio al pari dei Vangeli, visto che la parola di Dio nel cattolicesimo non si riduce al nuovo testamento ma s'allarga anche alle definizioni dogmatiche dei concili ecumenici i quali sono parola di Dio allo stesso modo.

Polymetis, non avevi detto che lasciavi perdere di giustificare e difendere il cattolicesimo mettendo in ballo il suo punto di vista con Dio, i Santi, la Madonna, ma avremmo analizzato in maniera critica, analitica e filologica la questione tirando in ballo solo ed esclusivamente criteri scientifici di ciò che oggettivamente (e non "per un cattolico") è scientificamente vero o meno? Dai Ti prego, già su Infotdg e tutti gli altri forum confessionali dici sempre le stesse cose, almeno qui cambia registro....


CITAZIONE
Vorrei poi aggiungere che il comma giovanneo farebbe parte della parola di Dio se rientrasse nelle definizioni di fede del quarto concilio in Laterano

Qui trovi le costituzioni e i canoni dogmatici del suddetto Concilio. Le coordinate te le ho date.



Saluti

__________________________________________________________________________________________
*(Atti del IV Concilio Lateranense II, 1-2)
 
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view post Posted on 24/8/2011, 13:08     +1   -1
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“Si. E dunque mi sembra di aver capito (correggimi se sbaglio) che dunque in estrema sintesi la tua opinione è che:
1) Onnipotente è una traduzione errata, ed è meglio Universo, ma ti va benissimo anche Eserciti.”

Veramente ho detto che onnipotente è errato se il criterio è fare una traduzione letterale. Una traduzione ad equivalenze dinamiche che invece tenti di indovinare il senso dell’espressione renderebbe questa resa legittima. Tutto dipende dal target che si cerca traducendo.

CITAZIONE
“No, con questa frase stai ora dando esplicitamente torto. Prima tentavi di giustificare anche quella resa sostenendo che la parola onnipotente può trasmette l'idea che la giustizia di Dio arriva ovunque e che dunque non è da dirsi completamente sbagliata la traduzione.”

Questo non è un tentare di dare ragione alla CEI, è un dire che anche con quella traduzione il significato del brano è possibile da ricostruire.
CITAZIONE
“Se la parola "Onnipotente" non riflette ciò che la Chiesa attuamente insegna sul significato della parola Sabaoth [che tu sostieni sia Universo]”

Veramente non ho detto che sia sempre universo.

CITAZIONE
Credere che Dio sia un ente bellico che abbia un proprio esercito militare e che realmente alla fine dei tempi, arriverà dal cielo una milizia celeste che sterminerà davvero i peccatori in maniera violenta e sanguinaria, è anch'esso dottrina che si discosta di molto da chi sostiene invece che l'ira di Dio sia solo una metafora spirituale e simbolica che indica esclusivamente l'autoesclusione volontaria da esso. N”

Veramente non vedo come questa traduzione possa confutare chi crede che questo linguaggio sia metaforico. Nulla vieta di tradurre eserciti e di intendere ancora il tutto come metaforico. Il simbolismo usa immagini concrete, a cui poi il lettore dà un significato simbolico, ma l’immagine di partenza resta concreta. Esattamente come i TdG, pur parlando Gesù delle fiamme che avvolgono il ricco epulone, lo interpretano come simbolico. Nessun linguaggio è immune da interpretazione simbolica, sicché ipoteticamente si può interpretare allegoricamente qualsiasi testo e linguaggio. La stessa Chiesa Cattolica parla ancora di fuoco dell’inferno, ma avverte che se ne dà un’interpretazione simbolica. Similmente nulla vieta di tradurre “eserciti” e di dire che è un simbolismo per significare l’irruenza di Dio nella storia.
Ciò fa sì ovviamente che, essendo variabile a seconda dei gusti dei singoli cosa prendere alla lettera e cosa no, la Bibbia da sola sia incapace di fondare qualsivoglia dottrina, perché non sapremo mai quali brani siano da prendere come simboli e quali no. Ed è il motivo per cui il Sola Scriptura è fallimentare.

CITAZIONE
Ho già replicato a quest'obiezione. Noi, non avendo e possedendo gli scritti autografi del NT, ma solo copie, non sappiamo con certezza assoluta quali e quante manipolazioni sono avvenute e quella che conosciamo oggi con il nome di NA27 è solo l'ultima revisione che ne avrà ancora chissà quante a venire aggiornandosi dei progressi e delle nuove scoperte che avvengono di continuo in campo papirologico”

Questa non è un’obiezione, e infatti non capisco in cosa consista. Se di queste ipotetiche future scoperte di manipolazioni non si sa ancora nulla, è un’ipotesi ad hoc congetturare sia che esistano sia il loro numero. Ergo, finché non saltano fuori, la risposta è che ciò che si afferma gratuitamente si può negare gratuitamente.
Inoltre ti illudi se pensi che la prossima edizione del NA risponderà alla scoperta di nuovi manoscritti, al contrario, semmai risponderà al cambiamento delle teorie testuali. Se i manoscritti scoperti sono rimasti gli stessi, non altrettanto invariata è rimasta la nostra conoscenza dei medesimi nel confrontarli al fine di stabilire un più preciso stemma codicum. Tra il NA 26 e il NA 27 ad esempio non è cambiato il testo critico stampato, ma è stato solo ampliato l'apparato delle varianti in nota. Quanto al NA 28 le poche modifiche preannunciate riguardano un ripensamento su alcune varianti già note, che saranno spostate dall'apparato al testo a causa di cambiamenti nella definizione dei rami dello stemma codicum, insieme ad altre varianti che pur non andando nel testo critico verranno giudicate ex aequo con altre. Tali varianti non necessariamente hanno qualche ricaduta dottrinale.

Il fatto stesso che si possa parlare di manipolazione implica sempre che si possa individuare a che punto della nostra stemma codicum appaia una variante. Il Nuovo Testamento è il testo meglio tramandato dell’antichità classica, perché il numero di varianti, che pure sono migliaia, è percentualmente infimo rispetto al numero di manoscritti superstiti, sicché i copisti cristiani con la Bibbia hanno fatto un lavoro migliore di quello di qualsiasi opera classica. “Nessun altro testo greco è tramandato così riccamente e così credibilmente come il Nuovo Testamento” (G. Pasquali, Storia della tradizione e critica del testo, Firenze, Le Monnier, 1952, p. 8).

CITAZIONE
Fai esempi concreti. Erhman nel suo libro testimonia come i copisti hanno manipolato passi che letti cosi' com'erano, davano ragione agli gnostici, agli adozionisti, agli arian”

Il fatto che il passo nella versione per ipotesi filo-eretica stia nei nostri testi critici anziché il passo manipolato dagli ortodossi è già di per se la prova che i manipolatori sono stati minori dei fedeli conservatori.
Inoltre, non esistono passi filo-eretici o filo-ortodossi, esistono solo interpretazioni di un passo filo-eretiche o filo-ortodosse. Per ogni passo del NT apparentante filo-ariano, ad es. “il padre è maggiore di me” detto dal Gesù di Giovanni, si può sempre trovare un’interpretazione ortodossa, ad esempio “qui parla come uomo, e non come Dio”. E dunque, da capo, in realtà questi passi filo-eretici non esistono. Che alcuni li abbiano manipolati non dimostra che questi passi siano davvero filo-eretici ma solo che quei poveretti che li hanno manipolati li ritenevano tali.

CITAZIONE
“all'accusa di Celso che denigrava la regalità di Gesù relegandolo a umile carpentiere, Origene ribatteva "da nessuna parte sta scritto che Gesù era carpentiere, ma solo suo padre", scordandosi evidentemente di Mr 6:4 e dando ragione solo a Mt 13:55. E' pienamente documentato dunque che tra i Padri, copisti ed altri esponenti della Chiesa non facessero comodo certi passi dei vangeli secondo come gli conoscevano, interpretandoli o addirittura alterandoli alla radice secondo quanto faceva loro più comodo.”

Non mi sembra d’aver mai negato questo, ma come ripeto non è possibile fare un passaggio da sviste o manipolazioni di singoli a manipolazioni generalizzate e concertate dall’alto. Origene poi non è esattamente un Padre della Chiesa, ma un eretico, quindi non è un esempio pertinente. Ce ne sarebbero stati molti altri corretti.

CITAZIONE
“Ma viene usato e citato già da Cipriano e Tertulliano e lo ritroviamo nel Contra Varimadum, forse è citato anche da Agostino. Lo citarono anche i vescovi africani Eugenio, Fulgenzio e Vigilius Tapensis, esplicitamente proprio contro l'arianesimo emergente.”

Ciò, da capo, non implica alcuna volontà di manipolazione concertata dall’alto, ma solo l’utilizzo di esso da parte di singoli che lo hanno trovato. Inoltre il numero di coloro che lo citano, è irrilevante se non confrontato prima con il numero di coloro che non lo citano quando avrebbero avuto interesse a farlo.
Se in Occidente forse lo citano Agostino e Tertulliano, ma la cosa non è sicura perché si tratterebbe di citazioni assai libero, in Oriente invece esso non esiste: non che in Occidente abbia una sorte migliore. Cipriano lo cita esplicitamente, ma le centinaia di volumi del Migne vanno ben oltre Cipriano. Nel periodo antico questa variante è decisamente minoritaria.
CITAZIONE
“Ma il Comma Giovanneo è nato proprio in un periodo in cui l'arianesimo stava emergendo, quindi il Comma in sè, a prescindere dalle intenzioni del Concilio, ha altissime probabilità di essere stato inserito nel NT (assieme a tutte le altre modifiche antidocetiche, antiadozioniste, etc.) per motivi intenzionali e non semplicemente per sviste di glosse dei copisti.”

Questo non è logicamente necessario. Dire che il comma giovanneo sorge in concomitanza con l’arianesimo non implica che sia sorto per l’arianesimo. Non scambiamo la contiguità temporale per una connessione causale. Avere un movente in pratica non implica essere colpevoli. Come già detto, è possibile che sia una glossa di un copista, che nel brano vide raffigurata la Trinità, e dunque annotò la cosa (non a piè pagina, ma nel testo, come allora si poteva fare, perché i modi di scrivere le note erano vari e non ancora standardizzati). Anche B. Metzger vi vede in origine una glossa:
“Probabilmente la glossa sorse quando il brano originale era inteso rappresentare la Trinità (quando menziona i tre testimoni: lo Spirito, l'acqua e il sangue), interpretazione questa che può essere stata scritta dapprima come nota marginale che poi è stata inserita nel testo.” (A Textual Commentary on the Greek New Testament, Stuttgart, 1993, ad locum)

CITAZIONE
Non era infallibile ed ortodosso esclusivamente tutto ciò che era specificatamente vincolato sotto la minaccia di anatema? Mi ricordo che in un topic quando ti dissi che era Dogma la verginità perpetua di Maria perchè in un concilio ecumenico compariva l'espressione "chi non crede che la sempre vergine Maria sia madre di Dio, sia anatema", mi rispondesti che solo la definizione conciliare che Maria era madre di Dio era infallibile, non il suo titolo di sempre vergine.”

Non è esatto. Sono infallibili le definizioni di fede dei Concili ecumenici, e dunque da ciò vanno esclude disposizioni transitorie come ad esempio quanta servitù possa avere in casa un chierico e canoni disciplinare simili.
Essendo infallibili le definizioni di fede, l’anatema è un criterio per identificarle, ma non è l’unico. Se l’anatema è una determinazione per via negationis di ciò che non si deve credere, nulla vieta che possa esistere anche una proposizione scritta in positivo, cioè tipo “noi confessiamo solennemente essere dottrina della Chiesa che…” ecc.
Nel caso da te citato, l’anatema c’è, ma l’oggetto della proposizione non è la verginità di Maria ma la sua maternità divina, quindi non è oggetto dell’anatema la negazione della prima ma solo la negazione della seconda.

CITAZIONE
“noltre è errato dire che nel 1215 gli ariani non esistevano. Non esistevano come religione organizzata, ma come singoli individui probabilmente ci sono sempre stati.”

Bisogna vedere cosa intendiamo con arianesimo, perché è un movimento peculiare dell’età tardo-antica che non è riferibile in maniera traslata a tutti quelli che abbiano un parere anche solo lontanamente simile, se non ovviamente parlando per approssimazione, come quando si dice “i TdG sono ariani”. La tua frase è corretta se con arianesimo intendiamo genericamente chi non creda all’uguaglianza ontologica di natura tra il Padre ed il Figlio. Comunque, da capo, non esistevano come gruppo organizzato.
Se l’invenzione di versetto contro un nemico potente ha una sua logica, sebbene non una necessità storica, invece barare contro nemici insignificanti non è così plausibile. Nel XIII secolo gli ariani, se esistevano, erano come gli atei, cioè non rappresentavano nessuno, e dire che la Chiesa possa aver citato di proposito un testo scientemente saputo come falso per contrastare questi esseri insignificanti non è plausibile. Ben altre erano le minacce del periodo, come i movimenti evangelico-pauperistici.

CITAZIONE
“ IV Concilio Lateranense se la prende esplicitamente contro un certo Abate Gioacchino”

Non è “un certo” abate Gioacchino”, è l’abate Gioacchino! Una delle personalità più importanti e visionarie di tutto il medioevo, che aveva re e papi ai suoi piedi.
CITAZIONE
“che stando al Concilio "ha pubblicato contro il maestro Pietro Lombardo sulla unità o essenza della Trinità*" e che dunque da qui ha citato poi il Comma Giovanneo per far valere le proprie ragioni.”

Ma questa citazione del comma non fa parte della definizione del Concilio per far valere le proprie ragioni, al contrario, è l’esposizione di Gioacchino e dell’interpretazione da lui data. E’ Gioacchino che cita il comma, e il Concilio spiega la posizione di Gioacchino. Ma ovviamente non è che citare un eresia all’interno di un testo, per poi prenderne le distanze, implichi che anche quell’eresia sia infallibile. Il Concilio stava semplicemente spiegando la posizione di Gioacchino da Fiore per condannarla, tra l’altro.

CITAZIONE
“Dunque questo dimostra che la Chiesa Cattolica ha esplicitamente usato e strumentalizzato il Comma Giovanneo per far valere le proprie ragioni teologiche”

Veramente no, l’interpretazione del comma riportata è quella di Gioacchino da Fiore.
CITAZIONE
“ E non è nemmeno vero che cita il Comma Giovanneo solo perchè cosi' gli era pervenuto nella Bibbia che leggeva. Era consapevole che fosse una variante testuale presente solo "in alcuni codici" e non in tutti quanti.”

Il discorso riguarda Gioacchino, è lui che fa il discorso sul comma riportato dal Concilio. Ma comunque, sapere che per un passo esistono delle varianti, non implica che Gioacchino sapesse qual era quella corretta. Infatti prima Gioacchino cita quella con “Padre, il Verbo e lo Spirito Santo”, e poi sempre lui aggiunge che però alcune versioni hanno “lo spirito, l'acqua, e il sangue”. Se mette prima la versione con “Padre, il Verbo e lo Spirito Santo” vuol dire che l’abate riteneva corretta questa, e la variante la seconda. Entrambi i testi citati da Gioacchino comunque finiscono con un “questi tre sono una cosa sola.”
La sezione “καὶ οὗτοι οἱ τρεῖς ἔν εἰσι” fa anch’essa parte del tratto espunto dai filologi odierni, quindi Gioacchino cita in entrambe le varianti un testo contaminato.

CITAZIONE
“Polymetis, non avevi detto che lasciavi perdere di giustificare e difendere il cattolicesimo mettendo in ballo il suo punto di vista con Dio, i Santi, la Madonna, ma avremmo analizzato in maniera critica, analitica e filologica la questione tirando in ballo solo ed esclusivamente criteri scientifici di ciò che oggettivamente (e non "per un cattolico") è scientificamente vero o meno”

Guarda che io non sto giustificando niente, sto facendo una constatazione. Dire che il contenuto del comma giovanneo, se stesse nella definizione dogmatica di un Concilio Ecumenico, sarebbe vero a prescindere dalla sua effettiva appartenenza al Nuovo Testamento, non vuol dire che allora per i cattolici il testo va inserito nel Nuovo Testamento, vuol solo dire che è vero quello che il passo afferma, a prescindere dalla sua provenienza. Siccome non sto proponendo di inserirlo del NT, ma stavo semplicemente ricordando che il contenuto di una frase può essere vero a prescindere da dove essa derivi, la filologia non ha nulla da dire su questo problema. Non stavo giustificando un bel niente, stavo solo spiegando che per un cattolico una frase può essere vera a prescindere dal fatto che appartenga o meno al NT, qualora essa rientri nelle definizioni dogmatiche di un concilio ecumenico.
Comunque sia, pare che questa menzione del Comma Giovanneo, almeno quella che mi hai indicato, non rientri nelle definizioni di fede del IV Lateranense, che cita questo comma en passant riferendo per di più una posizione eretica.
Tuttavia esso è teologicamente corretto per un altro motivo, cioè che rientra nella Vulgata sisto-clementina, approvata dall’autorità ecclesiastica. Il che non ci dice nulla sulla correttezza testuale del comma, ma il cattolico ha comunque la garanzia della sua ortodossia.

CITAZIONE
"Fai esempi concreti."

A questo proposito è istruttivo Tertulliano, ancora nel suo periodo cattolico, che parla lui pure di eretici che manipolano la Scrittura:
"Infine, a niente serve questo scontro di Scritture, se non a produrre un rivolgimento di stomaco o di cervello. Questi eretici non accettano alcune Scritture; se ne accettano alcune, non le accettano integre, ma le sconvolgono con tagli e con aggiunte per adattarle al loro sistema. Se, poi, le presentano integre fino a un certo punto, ciò nondimeno le mutano inventando delle interpretazioni opposte alle nostre" (Tertulliano, Contro gli eretici, XV)

Ad maiora
 
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Hard-Rain
view post Posted on 24/8/2011, 13:40     +1   -1




QUOTE
Ciò fa sì ovviamente che, essendo variabile a seconda dei gusti dei singoli cosa prendere alla lettera e cosa no, la Bibbia da sola sia incapace di fondare qualsivoglia dottrina, perché non sapremo mai quali brani siano da prendere come simboli e quali no. Ed è il motivo per cui il Sola Scriptura è fallimentare.

Ma è un criterio, quello simbolico, che lascia alquanto perplessi. In teoria allora qualunque testo potrebbe essere simbolico e si porrebbe il problema di quali criteri adottare per intenderlo correttamente. Anche una biografia che so di Alessandro Magno o una battaglia di Giulio Cesare potrebbero essere interpretati a livello "simbolico". E poi come si fa a stabilire se e quali parti del testo biblico hanno la pretesa di essere simbolici? Siamo noi che lo presupponiamo (parlando ad es. di fiamme, fuoco dell'inferno, ecc...). Chiudo subito l'OT comunque.
 
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Lucifero ~Sapere Aude~
view post Posted on 24/8/2011, 14:57     +1   -1




CITAZIONE
Veramente ho detto che onnipotente è errato se il criterio è fare una traduzione letterale. Una traduzione ad equivalenze dinamiche che invece tenti di indovinare il senso dell’espressione renderebbe questa resa legittima. Tutto dipende dal target che si cerca traducendo.

Ma se dici che dai "esplicitamente torto" alla traduzione CEI come devo interpretare le tue parole? La CEI ha torto nonostante sia una traduzione che non cerca la letteralità ma piuttosto l'equivalenza dinamica corretta? Ed ha torto, nonostante il target a cui è rivolta sono i fedeli che potrebbero scandalizzarsi se odono una parola come "Eserciti" invece di "Onnipotente"?

CITAZIONE
Questo non è un tentare di dare ragione alla CEI, è un dire che anche con quella traduzione il significato del brano è possibile da ricostruire.

Ricostruire in base a cosa? In base alla logica o alle note esplicative? Perchè con le note esplicative possiamo ricostruire pure dalla parola babbo natale, l'importante è che le note esplicative chiariscano con quale senso e significato si vuole trasmettere il suddetto termine.

CITAZIONE
Veramente non ho detto che sia sempre universo.

Non lo hai detto o non lo sostieni?
CITAZIONE
Veramente non vedo come questa traduzione possa confutare chi crede che questo linguaggio sia metaforico.

La parola Eserciti richiama immediatamente alle mente eserciti bellici, mentre la parola Universo annulla l'immagine del tutto. Cosi' se la parola Eserciti non confuta la tesi di chi sostiene che tali Eserciti siano metaforici, la parola Universo (e, in misura minore, Onnipotente) nasce con il preciso intento di confutare e cancellare l'idea o il concetto di eserciti bellici letterali.

CITAZIONE
Esattamente come i TdG, pur parlando Gesù delle fiamme che avvolgono il ricco epulone, lo interpretano come simbolico.

Ma il punto è che proprio tutti gli altri cristiani interpretano quel tormento e quella coscienza del defunto come un tormento e una coscienza letterali. Quindi come puoi ben vedere non è possibile giungere a una conclusione univoca su cosa e quanto debba essere inteso come metaforico e simbolico e quanto come concreto e letterale nella Bibbia e il modo di tradurre le parole tende invece ad "indirizzare" il lettore ad una precisa lettura dottrinale di queste immagini.

CITAZIONE
la Bibbia da sola sia incapace di fondare qualsivoglia dottrina, perché non sapremo mai quali brani siano da prendere come simboli e quali no. Ed è il motivo per cui il Sola Scriptura è fallimentare.

Ma allora i filologi che cosa dovrebbero fare per interpretare correttamente tutti i testi antichi di tutti gli autori di cui ci sono pervenuti? Secondo il tuo ragionamento non dovrebbe avere senso studiare la filologia, perchè ogni tentativo di ricostruire il pensiero di un autore antico, senza un magistero infallibile che ne interpreti correttamente le parole, sarebbe fallito in partenza.
CITAZIONE
Se di queste ipotetiche future scoperte di manipolazioni non si sa ancora nulla, è un’ipotesi ad hoc congetturare sia che esistano

Che esistano non è una congettura, perchè se abbiamo documentate varianti testuali di un medesimo passo che dicono una l'opposto dell'altra, e si tratta di materia di fede che divideva i cristiani di quella data epoca, è evidente che non sono da considerarsi dei semplici errori ma delle vere e proprie manipolazioni intenzionali e volontarie. E che esistano delle manipolazioni volontarie del Nuovo Testamento te lo può confermare qualsiasi studioso e qualsiasi manuale di critica testuale neotestamentaria dunque la tua obiezione che sulle manipolazioni intenzionali non si possa ipotizzarne il numero ma perfino l'esistenza, si basa sul nulla.
CITAZIONE
Inoltre ti illudi se pensi che la prossima edizione del NA

Non ho detto "la prossima edizione". Ma non puoi sapere nemmeno tu tra 3 o 5 secoli come saremo messi nel campo di ricostruzione del Nuovo Testamento. Ma affermare che in base a questo fatto non sappiamo nemmeno che ci siano documentate effettivamente delle varianti testuali intenzionali, mi sembra, con tutto il rispetto parlando, un po' una boiata, assolutamente interessata e non neutrale visto che questo va a sfavore dell'attendibilità dell'autorità cattolica sui testi in questione.

CITAZIONE
Il Nuovo Testamento è il testo meglio tramandato dell’antichità classica, perché il numero di varianti, che pure sono migliaia, è percentualmente infimo rispetto al numero di manoscritti superstiti,

Ma veramente è proprio il contrario, il numero di varianti testuali presente tra i vari manoscritti (come dice anche Erhman) è perfino maggiore al numero di parole stesse presenti nell'intero Nuovo Testamento, casomai quello ad essere percentualmente infimo attualmente è il numero di varianti testuali di carattere dottrinale, ma proprio perchè di carattere dottrinale, il cambiamento di uno solo di quei passi potrebbe stravolere completamente un'intera dottrina e comprensione del pensiero di un dato autore, rendendo queste varianti testuali rilevanti a prescindere dalla quantità numerica in cui ci sono pervenute. Questo è il caso ad esempio, come documenta Erhman, del passo di Ebrei 2:9 che cambia assai il pensiero e le idee teologiche del suo autore a seconda che si accetti la variante testuale "per grazia di Dio" o "senza Dio" del presente testo.

CITAZIONE
“Nessun altro testo greco è tramandato così riccamente e così credibilmente come il Nuovo Testamento” (G. Pasquali, Storia della tradizione e critica del testo, Firenze, Le Monnier, 1952, p. 8).

Questo non contraddice in nessuna maniera il fatto che nonostante sia il meglio tramandato relativamente ad altri testi greci, sia il meglio tramandato come se fosse completamente esente da varianti testuali intenzionali di carattere dottrinale.

CITAZIONE
Il fatto che il passo nella versione per ipotesi filo-eretica stia nei nostri testi critici anziché il passo manipolato dagli ortodossi

Non ho capito di cosa stai parlando. Se ti riferisci a 1Gv5:7-8 il passo non è affatto una versione filo eretica perchè nessun eretico lo ha mai utilizzato per dire cose in contrario alla Chiesa con quel passo. Il passo è, come hai detto prima, neutrale, sicchè senza il comma giovanneo non rende scontenti nè i trinitari e nè gli antitrinitari.
1Gv 5:7-8 non è filo-eretico, trovami un esempio migliore, se esiste.

CITAZIONE
Per ogni passo del NT apparentante filo-ariano, ad es. “il padre è maggiore di me” detto dal Gesù di Giovanni, si può sempre trovare un’interpretazione ortodossa, ad esempio “qui parla come uomo, e non come Dio”.

Si, e infatti quel passo non ha subito varianti testuali rilevanti proprio perchè evidentemente non c'è n'era bisogno in quanto gli esponenti proto-ortodossi avevano già una spiegazione che conciliasse il passo, potenzialmente eretico, con una lettura ortodossa alle loro credenze. Il mio discorso invece verteva proprio su quei passi cui la Chiesa, invece di darne una spiegazione ortodossa, ha preferito eliminarli di sana pianta, o al contrario, di fare delle aggiunte al testo perchè riteneva che il NT non le desse abbastanza esplicitamente ragione su punti fondamentali in cui riteneva invece che dovesse darle esplicitamente ragione, manipolando quindi il pensiero originale dell'autore del testo.

CITAZIONE
non è possibile fare un passaggio da sviste o manipolazioni di singoli a manipolazioni generalizzate e concertate dall’alto.

Se esistono gli elementi per farlo non vedo perchè no, e comunque, la critica testuale ritiene sviste di solito quei casi in cui il testo è palesemente assurdo e corrotto (ad es: Dio che risulta figlio di Aram nella genealogia lucana) oppure scambiando una lettera o parola che è simile ad un'altra, sappiamo invece che non tutti i casi possono essere ascrivibili a semplici e innocenti sviste o glosse scivolate nel testo da parte dei copisti cristiani e infatti abbiamo una certa documentazione di come gli antichi cristiani si lamentassero o venissero accusati dai detrattori dell'ingente numero di varianti testuali di carattere dottrinale presente nei loro testi sacri:

"Alcuni fedeli, come gente che ha bevuto troppo, giungono ad altercare tra loro, e alterare il testo del vangelo, tre o quattro volte o più ancora e cambiar la sua natura per avere la possibilità di difendersi dalle accuse" (Contro Celso 2:27)

"E' noto a tutti che ciò che avete scritto è il risultato di continui rimaneggiamenti alle critiche che vi venivano portate" (Ibidem)

"Le differenze tra i manoscritti sono diventate grandi, per la negligenza di alcuni copisti o per la perversa temerarietà di altri; costoro o trascurano di correggere quanto hanno trascritto, oppure, mentre lo controllano, effettuano aggiunte o cancellazioni a loro piacimento" (Origene, Commento sul Vangelo di Matteo, 15:14)

"Quando i miei fratelli cristiani mi hanno invitato a scrivere loro delle lettere, cosi' ho fatto. Questi apostoli del Diavolo le hanno riempite di zizzania, togliendo alcune cose e aggiungendone altre. Guai a loro! Non sorprende dunque che alcuni abbiano osato corrompere perfino la Parola del Signore, quando hanno cospirato per mutilare i miei umili sforzi" (Dionigi di Corinto, frammenti)

"I copisti trascrivono non ciò che trovano, ma quel che ritengono essere il significato e, mentre tentano di correggere l'errore di altri, non fanno che rivelare i propri." (Girolamo, Epistola 71, 5)


Insomma un problema talmente sentito che perfino in una nota a margine del Codice Vaticano, uno dei più antichi ed autorevoli manoscritti della Bibbia, un copista ebbe il dovere addirittura di dover correggere a un'altro su un passo neotestamentario «Sciocco e canaglia, lascia stare la lezione antica, non modificarla!».

Dunque, quello del fenomeno delle varianti testuali intenzionali, mi sembra ampiamente e storicamente documentato.

CITAZIONE
Origene poi non è esattamente un Padre della Chiesa, ma un eretico, quindi non è un esempio pertinente.

Eretico solo quando fa comodo come ben sappiamo, sappiamo infatti come ne tessi gli elogi sia a lui che a Tertulliano quando c'è il bisogno di dimostrare invece l'eterodossia delle proprie tesi cattoliche e d'altronde nemmeno la Chiesa si disdegna di citarli esplicitamente quando torna utile.

CITAZIONE
Ciò, da capo, non implica alcuna volontà di manipolazione concertata dall’alto, ma solo l’utilizzo di esso da parte di singoli che lo hanno trovato

Mi sfugge il significato della parola "dall'alto" in questo caso. La Chiesa è composta da tutti i singoli membri aderenti mi sembra e rappresentanti autorevoli di essa se non proprio loro, i "vicari di Cristo", chi allora?

CITAZIONE
Se in Occidente forse lo citano Agostino e Tertulliano, ma la cosa non è sicura perché si tratterebbe di citazioni assai libero, in Oriente invece esso non esiste: non che in Occidente abbia una sorte migliore. Cipriano lo cita esplicitamente, ma le centinaia di volumi del Migne vanno ben oltre Cipriano.

Gli utilizzi dimostrano comunque che i rappresentanti ecclesiastici lo utilizzarono e che era una variante conosciuta e circolante in diversi ambienti cristiani proprio in periodo ariano.

CITAZIONE
l’interpretazione del comma riportata è quella di Gioacchino da Fiore.

Hai ragione, sto rileggendo meglio, è cosi.
CITAZIONE
"Infine, a niente serve questo scontro di Scritture, se non a produrre un rivolgimento di stomaco o di cervello. Questi eretici non accettano alcune Scritture; se ne accettano alcune, non le accettano integre, ma le sconvolgono con tagli e con aggiunte per adattarle al loro sistema. Se, poi, le presentano integre fino a un certo punto, ciò nondimeno le mutano inventando delle interpretazioni opposte alle nostre" (Tertulliano, Contro gli eretici, XV)

Si, questo è ad esempio il caso di Marcione. Ma il fatto che anche gli eretici abbiano manipolato i mss (e se ciò è accaduto, noi moderni non ne abbiamo più traccia perchè gli ortodossi non si sono curati di salvare queste varianti), non annulla in nessuna maniera il fatto che lo abbiano fatto pure gli ortodossi (le cui manipolazione ci sono documentate e conservate appunto perchè hanno avuto l'interesse a difendere e preservare tali mss.). Dunque questo non cambia sostanzialmente nulla nei fatti al discorso, perchè se ci sono pervenute varianti testuali e interpolazioni del testo, queste sono state fatte dagli scribi ortodossi, e se ci sono state conservate è perchè evidentemente appoggiavano il contenuto ortodosso e dunque c'era tutto l'interesse per preservarle..


Saluti
 
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Hard-Rain
view post Posted on 24/8/2011, 15:56     +1   -1




QUOTE
Ma allora i filologi che cosa dovrebbero fare per interpretare correttamente tutti i testi antichi di tutti gli autori di cui ci sono pervenuti?

La filologia si occupa di altri problemi, non di interpretare un testo.
 
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view post Posted on 24/8/2011, 16:10     +1   -1
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Mi sembra che il problema della presente discussione nasca da una certa confusione tra il problema filologico e quello esegetico.
Consiglio di tenere il più possibile separati i due problemi e, in questo caso, soffermarsi maggiormente su quello filologico.

Ciao,
Talità
 
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Lucifero ~Sapere Aude~
view post Posted on 24/8/2011, 17:38     +1   -1




CITAZIONE
La filologia si occupa di altri problemi, non di interpretare un testo.

Scusa Hard, sulla Treccani leggo questo come significato primario alla parola filologia:

1. Insieme di discipline intese alla ricostruzione di documenti letterarî e alla loro corretta interpretazione e comprensione, sia come interesse limitato al fatto letterario e linguistico, sia con lo scopo di allargare e approfondire, attraverso i testi e i documenti, la conoscenza di una civiltà e di una cultura di cui essi sono testimoni: f. classica, f. romanza, f. germanica, f. slava, f. semitica, ecc., secondo che oggetto dello studio sia la letteratura e la civiltà del mondo classico, le lingue e le letterature neolatine, quelle dei popoli germanici, ecc.; f. testuale, quella rivolta soprattutto alla ricostruzione critica dei testi.



Che cosa ho detto di difforme dalla definizione enciclopedica? Grazie
 
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Hard-Rain
view post Posted on 24/8/2011, 18:05     +1   -1




Sì ma la definizione primaria di filologia è quella di scienza letteraria (se di scienza si può parlare) che si adopera alla ricostruzione dei testi attraverso la collazione delle copie manoscritte (o anche stampate, esiste infatti anche la filologia delle copie a stampa), mirando ad ottenere un testo il più possibile vicino a quello originario. Quello che vuoi intendere tu più che altro io lo chiamerei "esegesi" che di solito si distingue dalla "filologia" pura. Comunque ci siamo capiti. Per me interpretare cosa volesse dire la parola σαβαοθ in quel verso è più che altro un problema di esegesi.
 
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Lucifero ~Sapere Aude~
view post Posted on 24/8/2011, 18:16     +1   -1




CITAZIONE
Comunque ci siamo capiti. Per me interpretare cosa volesse dire la parola σαβαοθ in quel verso è più che altro un problema di esegesi.

Si, infatti volevo anche rispondere a Talità, che, siccome la domanda ruota sul fatto se sia o meno lecita la traduzione Sabaoth in Onnipotente, la questione verte dunque più che altro a parametri esegetici (anche perchè da un versante strettamente filologico cosi' come impostato da Hard-Rain, la questione credo si possa dire chiusa. Non esistendo varianti testuali che abbiano Pantocrator e anzi non esistendo proprio varianti testuali diverse de Sabaoth in quel versetto, non credo che da un punto di vista filologico si possa dire che Giacomo 5:4 abbia scritto qualcosa di diverso dal testuale e letterale "Eserciti" in quel versetto).


Saluti
 
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97 replies since 17/8/2011, 12:11   4139 views
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