Numquam nega, raro adfirma, distingue frequenter!Per HardCITAZIONE
“Ma è un criterio, quello simbolico, che lascia alquanto perplessi. In teoria allora qualunque testo potrebbe essere simbolic”
Infatti è quello che ho scritto. Anche una biografia di Alessandro Magno potrebbe essere tutta simbolica. C’è chi potrebbe leggere il suo viaggio in India come un’allegoria di una catabasi agli inferi con annesso ritorno… Chi lo impedisce? Per questo, da capo, il sola scriptura è fallimentare, perché se non c’è un’autorità che ti dica cosa è simbolico e cosa non lo è, nessuno potrà mai stabilirlo con certezza. Ma questa è una divagazione teologica, ovviamente.
“
CITAZIONE
La filologia si occupa di altri problemi, non di interpretare un testo.”
La filologia si occupa indirettamente anche dell’interpretazione di un testo, perché prima di interpretare un testo devi sapere qual è il testo da interpretare. La storia è piena di interpretazioni date su testi criticamente inaffidabili che poi si sono sbriciolate quando ci sia è accorti che le parole su cui si basavano tali interpretazioni non appartenevano al testo ma erano corruttele.
Per Lucifero“
CITAZIONE
Ma se dici che dai "esplicitamente torto" alla traduzione CEI come devo interpretare le tue parole? La CEI ha torto nonostante sia una traduzione che non cerca la letteralità ma piuttosto l'equivalenza dinamica corretta? Ed ha torto, nonostante il target a cui è rivolta sono i fedeli che potrebbero scandalizzarsi se odono una parola come "Eserciti" invece di "Onnipotente"?”
Purtroppo per te la vita non funziona col sistema binario in cui tu cerchi di incasellarla, e la scienze umane sono più sfumate degli aut-aut che tu cerchi di impone loro.
La verità in questo caso cambia a seconda di quali sono i parametri ricercati nella traduzione, sicché una traduzione può essere corretta e scorretta allo stesso tempo, a seconda che sia una traduzione che punta ad essere letterale o che non vuole esserlo. La mia risposta è che quella traduzione non è letterale. Quanto poi a cosa possa voler dire Sabaoth, allora una traduzione libera potrebbe sostenere che per chi la scrive quest’espressione vuole richiamare l’onnipotenza di Dio proprio perché gli eserciti di qualcuno significano il suo potere, e dunque dare questa interpretazione del passo.
La CEI tuttavia non ricerca solitamente un genere di traduzione così libero, che è più tipico della TILC, sicché non c’era alcun bisogno di questa traduzione, che io personalmente avrei evitato.
CITAZIONE
“Ricostruire in base a cosa? In base alla logica o alle note esplicative? “
Ricostruire non l’espressione “eserciti” alla base, ma arrivare a quello che era il significato del brano. Sia nel caso degli eserciti, che della traduzione onnipotente, il significa può essere che Dio alla fine dei tempi avrà la forza per punire i colpevoli. La parola onnipotente è cioè suscettibile di trasmettere lo stesso messaggio che trasmette la parola eserciti.
“
CITAZIONE
Non lo hai detto o non lo sostieni?”
Non l’ho detto né lo sostengo.
CITAZIONE
“La parola Eserciti richiama immediatamente alle mente eserciti bellici, mentre la parola Universo annulla l'immagine del tutto”
Ma questo, da capo, non risponde alla mia domanda. Quale che sia la traduzione, è sempre possibile una interpretazione metaforica, sicché non è la traduzione “eserciti” applicata al giorno del giudizio che può confutare le idee cattoliche al riguardo, né qualsiasi altra traduzione se è per questo.
Non è certo mia intenzione negare che “universo” ed “eserciti” siano due parole diverse, quello che voglio dire è che anche la traduzione “eserciti” non nuocerebbe in alcun modo alla teologia cattolica, perché tutto si può demitizzare, e questo certamente vale soprattutto in casa cattolica dove il magistero si arroga il diritto di essere il solo interprete delle scritture. Stavo cioè commentando queste tue righe: “Credere che Dio sia un ente bellico che abbia un proprio esercito militare e che realmente alla fine dei tempi, arriverà dal cielo una milizia celeste che sterminerà davvero i peccatori in maniera violenta e sanguinaria, è anch'esso dottrina che si discosta di molto da chi sostiene invece che l'ira di Dio sia solo una metafora spirituale e simbolica che indica esclusivamente l'autoesclusione volontaria da esso”
Tu qui stavi rispondendo alla mia affermazione: “io avevo specificato chiaramente che non stavo parlando di qualsiasi versetto ma soltanto di quelli dottrinalmente rilevanti.”
La tua risposta presuppone che sia importante dottrinalmente tradurre con “esercito” anziché “onnipotente”, perché la prima versione implicherebbe un Armagheddon sanguinario letterale. Al che io mi sono limitato a replicare che quali che siano le espressioni impiegate in traduzione, non è vero che esse implicherebbero un’apocalisse sanguinaria reale, perché tutto si può interpretare simbolicamente.
I teologi cattolici sono arrivati ad ipotizzare che la fine del mondo non arriverà mai, e questo ovviamente in aperto contrasto con una lettura letterale della Bibbia, e questo perché hanno ipotizzato che la fine del mondo sia un evento meta-storico già avvenuto, esattamente come la resurrezione. Ma queste al momento sono solo ipotesi al vaglio del magistero, e non voglio complicare il discorso.
CITAZIONE
“Cosi' se la parola Eserciti non confuta la tesi di chi sostiene che tali Eserciti siano metaforici, la parola Universo (e, in misura minore, Onnipotente) nasce con il preciso intento di confutare e cancellare l'idea o il concetto di eserciti bellici letterali.”
Posso concedere, perché l’ho scritto io stesso, che la parola “universo” od “onnipotente” siano più blande. Ma comunque neppure questo escludono del tutto una visione sanguinaria, perché può darsi benissimo che Dio usi questa sua onnipotenza in modo sanguinario. Quindi la traduzione onnipotente non chiude comunque la porta ad una visione sanguinaria in stile geovista, diciamo che né la afferma, né la confuta.
Comunque ribadisco che questa traduzione è una parafrasi alla lontana, e non l’avrei usata, preferendo o “schiere”, o “esercito”, o “universo”.
CITAZIONE
“Ma il punto è che proprio tutti gli altri cristiani interpretano quel tormento e quella coscienza del defunto come un tormento e una coscienza letterali”
Veramente no, anche gli avventisti e tutti i tnetopsichisti (sostenitori della morte dell’anima), come pure i fautori del psicopannichismo (sostenitori del sonno dell’anima), prendono il brano come simbolico.
CITAZIONE
“ali. Quindi come puoi ben vedere non è possibile giungere a una conclusione univoca su cosa e quanto debba essere inteso come metaforico e simbolico e quanto come concreto e letterale nella Bibbia e il modo di tradurre le parole tende invece ad "indirizzare" il lettore ad una precisa lettura dottrinale di queste immagini.
“
Non capisco perché me lo dici, visto che è esattamente quello che sostengo. Se non è possibile giungere ad una lettura univocamente letteralistica o simbolica, allora la traduzione fuoco non può confutare i tnetopsichisti, esattamente come la traduzione “esercito” non può confutare i sostenitori di un’apocalisse non sanguinaria.
Quanto al fatto che le traduzioni indirizzano il lettore, mi sembra una cosa ovvia, che non ho mai negato.
“
CITAZIONE
Ma allora i filologi che cosa dovrebbero fare per interpretare correttamente tutti i testi antichi di tutti gli autori di cui ci sono pervenuti? Secondo il tuo ragionamento non dovrebbe avere senso studiare la filologia, perchè ogni tentativo di ricostruire il pensiero di un autore antico, senza un magistero infallibile che ne interpreti correttamente le parole, sarebbe fallito in partenza
.”
Scusa ma non vedo proprio perché una disciplina dovrebbe essere sensata solo se i risultati della stessa sono sicuri al 100%. Nessuna delle scienze umane garantisce, dopo la svolta ermeneutica, risultati sicuri, sicché è esattamente quello che hai scritto: non è possibile raggiungere alcuna verità definitiva nell’interpretazione di un testo. Ciò non rende vane la filologia e l’ermeneutica, perché sebbene come tutte le scienze umane esse abbiano smesso di cercare la certezza, possono comunque cercare la verisimiglianza, e cioè produrre un sapere probabilistico.
Ovviamente ciò non basta per la religione e i dogmi, i quali richiedono certezze, ed è per questo che chi pretenda di basarsi sulla sola lettura della Bibbia senza l’aiuto sovrannaturale di un magistero infallibile non potrà mai dire perché le sue letture sarebbero infallibili, e dovrà, se è edotto sull’aleatorietà delle scienze umane, dichiarare il suo sapere come solo probabile.
CITAZIONE
“Che esistano non è una congettura, perchè se abbiamo documentate varianti testuali di un medesimo passo che dicono una l'opposto dell'altra, e si tratta di materia di fede che divideva i cristiani di quella data epoca, è evidente che non sono da considerarsi dei semplici errori ma delle vere e proprie manipolazioni intenzionali e volontarie”
Non hai capito niente di quello che ho scritto. Rileggere prego: “Se di queste ipotetiche FUTURE SCOPERTE di manipolazioni non si sa ancora nulla, è un’ipotesi ad hoc congetturare sia che esistano”
Riassumendo: tu avevi scritto che non possiamo sapere se il NT è il testo meglio tramandato dell’antichità perché la continua scoperta di manoscritti ci porta sempre nuove varianti, al che io ho risposto che visto che non sappiamo niente di quelle che saranno le FUTURE SCOPERTE di manoscritti e le varianti che potranno indicarci, è inutile farle pesare in un bilancio, visto che non sappiamo se di queste future scoperte di varianti ce ne saranno, né che entità quantitativa avranno.
Sicché, per valutare se il NT sia il testo meglio tramandato dell’antichità, bisogna rifarci per ora ai dati che abbiamo, e non basarci su ipotetici dati futuri.
CITAZIONE
“E che esistano delle manipolazioni volontarie del Nuovo Testamento te lo può confermare qualsiasi studioso e qualsiasi manuale di critica testuale neotestamentaria dunque la tua obiezione che sulle manipolazioni intenzionali non si possa ipotizzarne il numero ma perfino l'esistenza, si basa sul nulla”
Non avendo io mai scritto nulla contro l’esistenza di manipolazioni intenzionali del NT questa tua critica al mio pensiero è del tutto irrilevante perché non stai criticando alcun mio pensiero. Quella che tu critichi è un’incomprensione del mio pensiero, e non il mio pensiero.
CITAZIONE
“Non ho detto "la prossima edizione". Ma non puoi sapere nemmeno tu tra 3 o 5 secoli come saremo messi nel campo di ricostruzione del Nuovo Testamento.”
Proprio per questo tipo di ragionamento ho risposto che non ci si può basare su delle speculazioni su dati futuri che ancora non esistono né sappiamo se esisteranno. Quello che possiamo fare è valutare ciò che esiste adesso. Nei tribunali l’accusa non può mettersi a dire che l’imputato va giudicato anche sulla base delle future ipotetiche prove che potrebbero sorgere in futuro, né una giuria può basarsi su prove che ancora non conosce né che si sa se esisteranno mai.
CITAZIONE
“ Ma affermare che in base a questo fatto non sappiamo nemmeno che ci siano documentate effettivamente delle varianti testuali intenzionali, mi sembra, con tutto il rispetto parlando, un po' una boiata, “
Sì, è una boiata, e infatti io non l’ho mai scritto.
CITAZIONE
“Ma veramente è proprio il contrario, il numero di varianti testuali presente tra i vari manoscritti (come dice anche Erhman) è perfino maggiore al numero di parole stesse presenti nell'intero Nuovo Testamento”
Non si vede come questo possa confutare la frase di Pasquali secondo la quale il NT è il testo meglio tramandato dell’antichità classica. Infatti non conta per affermare o negare questa frase del Maestro se il numero di varianti del NT sia alto o basso, ma se questo numero di varianti sia maggiore o minore rispetto al numero varianti degli altri testi dell’antichità classica, ovviamente fatta la proporzione tra il numero di manoscritti delle due opere. Le migliaia di varianti attestate per il Nuovo Testamento (circa circa 250.000 in termini assoluti) non sono molte, sono poche, sebbene il numero così alto possa impressionare il profano, perché esse sono da dividere per 5400 testimoni circa. Sicché anche una parola risulta modificata in 1 solo manoscritto su 5400, quella variante fa numero, ma è ovviamente facilmente riconoscibile ed espungibile. E comunque, come ripeto, questo rapporto di 250.000 varianti su 5400 testimoni è minore di quello del numero di varianti che abbiamo in Omero o in Euripide, sebbene occorra fare un rapporto percentuale perché di Omero non abbiamo 5400 testimoni ma solo 645, e dunque abbiamo meno varianti in termini assoluti, ma di più varianti in rapporto percentuale al numero di manoscritti.
Il numero di varianti del NT può impressionare solo chi non abbia un backgroud in filologia classica e si stupisca di questi fenomeni, i quali tra l’altro normalmente non vengono da manipolazioni ma da errori, facilmente riconoscibili tra l’altro con un po’ di allenamento, perché sempre gli stessi (ad esempio eta scambiate per iota, a causa della medesima pronuncia, durante dei dettati).
CITAZIONE
“casomai quello ad essere percentualmente infimo attualmente è il numero di varianti testuali di carattere dottrinale,”
Anche questo è vero, ma oltre ad essere infimo il numero di varianti dottrinali è anche infimo il numero di varianti in sé. La cifra è l’enorme 250.000 varianti, ma, come ripeto, essa è infima se consideriamo che è divisa in 5400 testimoni, e la stragrande maggioranza delle varianti sono errori di copiatura ben riconoscibili. Con 5400 testimoni da incrociare, possono prodursi migliaia di varianti ovviamente, perché basta un solo testimone difforme su una parola per creare una variante.
CITAZIONE
“ ma proprio perchè di carattere dottrinale, il cambiamento di uno solo di quei passi potrebbe stravolere completamente un'intera dottrina e comprensione del pensiero di un dato autore, rendendo queste varianti testuali rilevanti a prescindere dalla quantità numerica in cui ci sono pervenute. “
E’ vero che una variante può compromettere la comprensione del pensiero di un autore, ma a mio avviso i casi sono tre: 1)O la lezione originaria non c’è pervenuta, e dunque neppure abbiamo prove che sia mai esistita, sicché è inutile parlarne perché è solo una congettura che esista. 2)O esistono delle varianti, ma poiché sono minoritarie, è stato possibile ricostruire grazie al confronto dei 5400 testimoni quella originale, e dunque il neotestamentarista sa su quale variante lavorare. 3)Non è possibile scegliere quale delle varianti sia quella originaria perché hanno delle probabilità ex aequo, e allora è davvero il caso di contare quante sono queste varianti, e che peso dottrinale abbiano. Come tu stesso ammettevi, sono di numero infimo.
Tutto ciò, come sempre, può interessare solo un protestante circa l’integrità della sua fede, e non il cattolico. Io stesso avevo usato quest’argomentazione sull’impossibilità di stabilire, a volte, il testo originale della Bibbia in chiave anti-protestante, ed intitolando un 3d “La Bibbia non esiste”. Ecco il link:
http://forum.infotdgeova.it/viewtopic.php?f=21&t=6753&hilit=In questo link, che ti consiglio di leggere perché troverai molte argomentazioni identiche alle tue, mostro come la critica testuale sia la fine del Sola Scriptura protestante. Argomento infatti che se a volte è impossibile stabilire qual era il testo della Bibbia, allora è inutile dire che ci si basa sulla sola Bibbia, proprio perché non sappiamo qual è questa Bibbia. Al che, concludevo, che solo ricorrendo alla Chiesa, cioè ad un’autorità esterna al testo, si può mantenere la fede cristiana, perché la Traditio garantisce la trasmissione della fede a prescindere dall’esistenza della stessa Bibbia. Sicché se una variante può compromettere la nostra interpretazione di Ebrei, il bello è che in casa cattolica la fede sarebbe identica con o senza la lettera agli Ebrei, e si potrebbe fare a meno non solo di quel versetto, ma anche dell’intera lettera. La lettera agli Ebrei che citi come esempio è un caso emblematico, perché è entrata nel canone solo nel IV secolo. La Chiesa esisteva da prima di avere la lettera agli Ebrei nel canone, e quindi non necessita per esistere della lettera agli Ebrei, essendo il Nuovo Testamento solo una trascrizione parziale della catechesi orale della Chiesa.
Per i protestanti invece tutto ciò è distruttivo, perché essi hanno solo la Bibbia, e dunque, se si stabilisce che è impossibile stabilire cos’è Bibbia e cosa no, allora evidentemente salta la loro unica fonte di accesso al pensiero divino: sicché il protestantesimo è impossibile. Chi voglia rimanere cristiano deve necessariamente farsi cattolico, perché senza la Chiesa non è possibile né avere certezza del canone, né avere certezza dell’ortodossia di un passo attualmente stampato nelle nostre Bibbie, visto che domani potrebbe saltare, e ciò è distruttivo per una fede basata sul Sola Scriptura.
Questa appendice teologica, ovviamente, non vuole dimostrare niente a degli atei, ma solo dimostrare come certi argomenti che gli atei ritengono essere anti-cristiani in generale, sono invece solo anti-protestanti, e che fanno invece comodo alla Chiesa. Ho altresì argomentato che Erhman è diventato ateo proprio perché era protestante: credeva alla sola Bibbia, poi, quando ha scoperto che il testo della Bibbia non esiste, ha ovviamente perso la fede perché ha perso l’unico riferimento per accedere alla Rivelazione divina. Ma un cattolico non sarebbe incorso nello stesso problema. Ciò significa altresì che tutti i protestanti che non divengono o cattolici o atei semplicemente non hanno ancora avuto il coraggio di fare le giuste deduzioni che Erhman ha già fatto. A simili conclusioni giunge una recensione del libro di Erhman fatta dal dott. Nicolotti dell’università di Torino, che si possono trovare qui, e nelle quali si sostiene che la causa dell’ateismo dell’autore è stata la sua confessione religiosa di partenza:
http://www.christianismus.it/modules.php?n...article&sid=116Leggo pure che Nicolotti, come qualunque grecista, riporta le medesime argomentazioni che sto utilizzando io a proposito delle varianti del Nuovo Testamento, e usa persino la stessa, citatissima, sentenza del Pasquali:
“I
n pratica, il fatto che il Nuovo Testamento ci sia pervenuto attraverso numerosi manoscritti che attestano lezioni talora divergenti, secondo Ehrman significa non essere in possesso delle parole originali; e il fatto di possedere un testo in greco o in ebraico (lingue a quei tempi comprensibilissime) lo rende più difficilmente ispirato agli occhi di un contemporaneo. Non voglio farmi trascinare anch'io dalla disputa teologica, ma mi sembra che le argomentazioni siano abbastanza semplicistiche.
L'insistenza sul tema delle varianti, che pare funzionale all'argomentazione teologica, rischia di far nascere nel lettore l'impressione che il Nuovo Testamento sia un testo pervenutoci in una forma particolarmente alterata. L'autore fa bene ad informare sull'esistenza delle varianti, ma - forse involontariamente - non si preoccupa di inquadrare il problema in un contesto più ampio. L'esistenza delle varianti e le difficoltà che vanno affrontate per ricostruire il testo originale non sono una particolarità della Bibbia, ma costituiscono la norma per chi si occupa di testi antichi. Qualunque opera antica ci è pervenuta attraverso manoscritti, e ogni manoscritto contiene qualche lezione differente rispetto a quella di altri manoscritti, e compito del critico è scegliere la lezione probabilmente originale. In questo senso la Bibbia non è per nulla differente da qualunque altra opera, sacra o profana, venuta alla luce prima dell'invenzione della stampa. Anzi: per dirla con le parole del più grande filologo classico italiano, Giorgio Pasquali, "nessun altro testo greco è tramandato così riccamente e così credibilmente come il Nuovo Testamento" (Storia della tradizione e critica del testo, Firenze, Le Monnier, 1952, p. 8). Questo aspetto, a mio parere, andava maggiormente sottolineato, per evitare il rischio che un lettore sprovveduto possa persuadersi che la condizione testuale del Nuovo Testamento sia più deplorevole rispetto a quella di altri scritti contemporanei.”
In effetti non so se Ehrman abbia omesso questo confronto con la letteratura classica di proposito, o se davvero non si renda conto del problema. Purtroppo nel mondo anglosassone la gente viene spesso ad occuparsi di scienze bibliche senza avere alcuna formazione classica, sicché c’è gente che impara il greco, la filologia, la storia antica, unicamente focalizzando i suoi studi sul Nuovo Testamento, e così viene loro a mancare tutto il backgroud gli studi umanistici extra-testamentari. Ciò dipende dal percorso di studi: un liceo classico non esiste, e all’università, per l’appunto, i percorsi di lettere classiche e di scienze bibliche sono divisi, cosicché della gente può laurearsi sul greco del nuovo testamento senza aver mai tradotto o studiato il greco omerico. Le uniche due nazioni dove questo orrendo fenomeno non si verifica sono l’Italia e la Germania, che infatti da sempre sfornano i migliori grecisti del mondo, e questo si deve al banale fatto che da noi e presso i teutoni esiste proprio un curriculum classico sin dal liceo, che comprende sia il greco che il latino, facendo sì che nessuno che raramente chi si dà poi alla filologia biblica sia digiuno di classicità greca e latina. I mucchi di errori sul mondo classico che si trovano leggendo i biblisti francesi ed americani non s’incontrano altrettanto sovente negli autori italiani e tedeschi.
CITAZIONE
“Questo non contraddice in nessuna maniera il fatto che nonostante sia il meglio tramandato relativamente ad altri testi greci, sia il meglio tramandato come se fosse completamente esente da varianti testuali intenzionali di carattere dottrinale.”
Non avendo mai io detto che sia esente da varianti intenzionali, questa obiezione non mi tocca.
CITAZIONE
“Non ho capito di cosa stai parlando”
Sto parlando in generale. La tua argomentazione è che ci sono dei testi che, perché favorevoli agli eretici, sono stati a volte ritoccati. Io ho risposto che il fatto stesso che tu sia in grado di riconoscere la ritoccatura distinguendola dal testo originale è la prova che più spesso s’è tramandato il testo originale, e meno spesso la ritoccatura. Nessuno ha intenzione né interesse a negare le manipolazioni intenzionali, quello che sto sostenendo è che si tratta dell’opera di singoli, e infatti il testo non ritoccato resta maggioritario, tant’è che siamo al corrente che esiste, sicché non si può parlare di una manipolazione concertata dall’altro, o di un atteggiamento maggioritario, ma solo per l’appunto dell’opera di singoli.
CITAZIONE
“Si, e infatti quel passo non ha subito varianti testuali rilevanti proprio perchè evidentemente non c'è n'era bisogno in quanto gli esponenti proto-ortodossi avevano già una spiegazione che conciliasse il passo, potenzialmente eretico, con una lettura ortodossa alle loro credenze. Il mio discorso invece verteva proprio su quei passi cui la Chiesa, invece di darne una spiegazione ortodossa, ha preferito eliminarli di sana pianta, o al contrario, di fare delle aggiunte al testo perchè riteneva che il NT non le desse abbastanza “
La mia risposta invece è che non esiste affatto alcuna opera della Chiesa per eliminare questi passi, e che il fatto che esistano delle ritoccature non prova che queste siano opera “della Chiesa”, nel senso di un magistero che ordina tali ritoccature. Qualsiasi ritoccatura può essere opera dell’iniziativa di un singolo, poi inconsapevolmente ricopiata da altri scribi.
Inoltre, da capo, il fatto che ci siano delle ritoccature non vuol dire che la Chiesa sia incapace di dare una spiegazione ortodossa di un passo. Se un manipolatore ritocca un passo perché lo ritiene non ortodosso è un problema suo e della sua ignoranza: nulla vieta che altri pensatori della Chiesa invece sappiano dare benissimo una interpretazione ortodossa del passo originale che invece qualcuno ha preferito manipolare.
Infatti io posso dare una spiegazione ortodossa di qualsiasi passo dell’attuale NA27 edizione, e se ne vuoi una dimostrazione basta che me ne citi uno, affinché io ti produca una spiegazione. Ovviamente la discussione non verterebbe sul fatto che questa spiegazione sia o meno da te trovata plausibile, ma solo sul fatto che tale spiegazione esiste.
CITAZIONE
“Se esistono gli elementi per farlo non vedo perchè no,”
Scusa ma non ho capito la frase. Quali sarebbero gli elementi per sostenere che esista una volontò manipolatoria concertata dall’alto?
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CITAZIONE
comunque, la critica testuale ritiene sviste di solito quei casi in cui il testo è palesemente assurdo e corrotto (ad es: Dio che risulta figlio di Aram nella genealogia lucana) oppure scambiando una lettera o parola che è simile ad un'altra, sappiamo invece che non tutti i casi possono essere ascrivibili a semplici e innocenti sviste o glosse scivolate nel testo da parte dei copisti cristiani “
Ma io non ho mai negato l’esistenza di manipolazioni intenzionali, quello che nego è che siano una volontà della Chiesa concertata dall’alto o una pratica generalizzata, quando invece non si può provare una cosa del genere, essendo l’esistenza di varianti anche ascrivibile al singolo copista e comunque inferiori rispetto al testo maggioritario.
Che un testo abbia una manipolazione implica solo che l’abbia manipolato chi l’ha scritto, ma non prova che questo qualcuno abbia agito per ordine di chicchessia, o peggio di un’autorità ecclesiastica centrale.
Le lamentele dei Padri della Chiesa che citi sul fenomeno di alcune corruttele testuali sono note a tutti, il problema è che esse non dicono niente sulla dimensione statistica del fenomeno. Dire che “alcuni fanno così” non ci dice se questi alcuni siano pochi o molti, e se questi pochi o molti siano un 20% o un 70%. Come sempre fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce, sicché le lamentale sembrano significative solo perché non si conosce l’altra faccia della medaglia, cioè quella della scrupolosa ricopiatura dei testi antichi che la maggioranza dei copisti non si riteneva autorizzata a modificare perché considerata sacra.
CITAZIONE
“Eretico solo quando fa comodo come ben sappiamo, sappiamo infatti come ne tessi gli elogi sia a lui che a Tertulliano quando c'è il bisogno di dimostrare invece l'eterodossia delle proprie tesi cattoliche e d'altronde nemmeno la Chiesa si disdegna di citarli esplicitamente quando torna utile.”
Non è eretico quando fa comodo, ma quando lo è. Origene ha dottrina come l’ apocatastasi esplicitamente condannate da Concili Ecumenici.
Non ho capito la parola “eterodossia”, forse volevi scrivere “ortodossia”, perché diversamente il discorso non quadra.
CITAZIONE
“Mi sfugge il significato della parola "dall'alto" in questo caso. La Chiesa è composta da tutti i singoli membri aderenti mi sembra e rappresentanti autorevoli di essa se non proprio loro, i "vicari di Cristo", chi allora?”
La Chiesa è composta da tutti, ma non si vede cosa c’entri. Che un italiano rubi, e tu possa documentare un furto, non implica che se ne possa dedurre che la maggioranza degli italiani rubi o che lo Stato italiano inciti a rubare. Quello che sto dicendo è che l’operato di singoli copisti non ci dice nulla sulla frequenza di tale operato, né sui mandanti di tale operato: può trattarsi benissimo di iniziative di singoli.
Se come dice il Pasquali il Nuovo Testamento è il testo meglio tramandato dell’antichità greca, si può capire quanto statisticamente insignificanti rispetto al totale siano le manipolazioni, pensando che i testi classici profani non avevano ragione di essere manipolati, in quanto testi non sacri, eppure sono conservati peggio del Nuovo Testamento! Il Nuovo testamento invece ha percentualmente meno varianti dei testi profani, sebbene la gente avesse un maggior movente a manipolarlo, essendo questo testo considerato la parola di Dio. Sicché la malizia di alcuni copisti neotestamentari è stata ampiamente compensata dalla perizia e scrupolosità di altri, la maggioranza.
CITAZIONE
“Gli utilizzi dimostrano comunque che i rappresentanti ecclesiastici lo utilizzarono e che era una variante conosciuta e circolante in diversi ambienti cristiani proprio in periodo ariano.”
E ciò cosa comporta? Innanzitutto circolare in periodo ariano non implica essere usati contro gli ariani. Bisognerebbe analizzare queste occorrenze negli scrittori latini e vedere perché citano questo passo, e se lo fanno in funzione anti-ariana.
Se anche fosse utilizzato in funziona anti-ariana inoltre, nulla prova che sia stato inventato in funzione anti-ariana. Come già detto la contiguità temporale cogli ariani, non implica che sia stato creato pensando agli ariani. Non scambiamo, dunque, la contiguità temporale con la causalità! Sono cose differenti da provare.
Inoltre, come s’è visto, se anche si potesse provare che questo testo è stato inventato di proposito contro gli ariani, lo scarso utilizzo che ebbe in epoca patristica non depone a favore di una manipolazione concertata dall’alto, ma per l’appunto a favore della tesi che la manipolazione sia opera di un singolo e che i più se ne siano ben guardati.
Di quelli che non se ne guardarono invece, e citarono il comma giovanneo, nulla prova che fossero a conoscenza della sua origine fraudolenta.
Ribadisco infine che non c’è nessuna prova dell’origine fraudolenta del comma, potendo trattarsi di una glossa scivolata per errore di un copista nel testo principale.
CITAZIONE
“Dunque questo non cambia sostanzialmente nulla nei fatti al discorso, perchè se ci sono pervenute varianti testuali e interpolazioni del testo, queste sono state fatte dagli scribi ortodossi, e se ci sono state conservate è perchè evidentemente appoggiavano il contenuto ortodosso e dunque c'era tutto l'interesse per preservarle..”
Nessuno nega che esistano varianti frutto di manipolazioni da parte di scribi ortodossi, ma, comunque, il fatto che queste siano riconoscibili come manipolazioni indica che la maggioranza ha invece continuato a tramandare il testo corretto. Inoltre, il fatto che una variante si conservi, per un periodo più o meno lungo di tempo, non implica che ciò avvenga perché “serve”. Infatti nulla vieta di pensare che i copisti che copiano un testo manipolato ignorino che esso è frutto di manipolazione. Sicché trovare testi che copiano una varianti manipolata non prova che tutta la catena di scribi è disonesta, ma solo la disonestà del creatore del codice archetipo con la manipolazione.
Ad maiora