Studi sul Cristianesimo Primitivo

Alle origini della liturgia

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icon1  view post Posted on 2/11/2011, 11:21     +1   -1
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Ciao a tutti,
nei numerosi lavori storici su Gesù e sulle comunità protocristiane noto spesso una certa forma di difficoltà e disagio (nonché di litigiosità) degli autori nel proporre la ricostruzione di determinate prospettive teologiche partendo dal dato storico che emerge dai testi.
Mi sto convincendo sempre più che per risalire storicamente al cuore del culto cristiano e all’origine della teologia (anche di quella cristologia apparentemente “preconfezionata” che troviamo già nelle prime lettere di Paolo) non si possa prescindere dagli spetti liturgici del primo cristianesimo.
Vorrei cioé abbandonare l’idea che qualche raffinato teologo si sia messo a sviluppare chissà quale pensiero fondandolo tout-court su gesti e parole di Gesù. Preferirei ragionare in termini più pratici: la gente comune ha cominciato ad includere Gesù nelle pratiche liturgiche, nei modi che ha ritenuto spontaneamente più opportuni. Da tali pratiche liturgiche si sarebbe quindi sviluppata la riflessione teologica.
Non so quale sia il livello di conoscenza e collaborazione tra storici del cristianesimo e liturgisti (spesso in ambito scientifico si nota scarsa conoscenza reciproca in molti rami di studio), ma ritengo che quello liturgico sia un aspetto assai sottovalutato nella moderna ricerca storica sulle origini del cristianesimo.

In conclusione, vorrei affrontare il tema delle antiche fonti per la liturgia. In particolare, mi affascina il I sec. dC., perché già nel II sec. abbiamo fonti extra-cristiane che testimoniano la consuetudine dei gruppi cristiani in Bitinia a “intonare a cori alterni un inno a Cristo” come se fosse un dio. La storia di questa invocazione del nome, strutturata in inni recitati a cori alterni, credo che possa dirci molto sulla storia del culto cristiano.

Immagino che ogni secolo e ogni regione geografica mostrino usi liturgici differenti, magari accomunati da certe analogie di fondo, ma prima ancora di approfondire certi aspetti mi accontenterei anche di un quadro omogeneo della liturgia antica.

Grazie, ciao!
Talità
 
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view post Posted on 2/11/2011, 12:13     +1   -1
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Avevo accennato a p.Andrew questo tema e posto qui una prima risposta. Il resto verrà via skype, credo.


 
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view post Posted on 2/11/2011, 16:37     +1   -1
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Un grosso ringraziamento. Mi rendo conto che la portata della domanda sia vastissima, ma la risposta è esattamente ciò che cercavo.
Ho già iniziato a pormi alcune questioni:
1. in che misura il vangelo di Tommaso ci parla del rito matrimoniale e perché p.Andrew ci tiene a specificare che per lui "apocrifo" è più sinonimo di "tardo" piuttosto che di "eretico" (piccolissimo accenno di... frecciatina? ^_^ )
2. non avevo mai prestato molta attenzione all'unzione dei malati in Gc 5:14-16 In effetti, è una testimonianza notevole. Data l'origine chiaramente giudeo-cristiana dell'epistola, sto cercando di capire da dove nasca tale pratica dell'unzione - che prevede preghiere "nel nome del Signore" e perfino la remissione dei peccati. Va bene che l'olio era usato quale lenitivo in caso di ferite, ma Giacomo ci parla di una riunione di presbiteri della Chiesa, di invocazione del nome del Signore e di remissione dei peccati.

Potrei anche aprire in thread al riguardo...

Ciao,
Talità
 
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igùmeno Andrea
view post Posted on 2/11/2011, 23:35     +1   -1




Grazie per l'apprezzamento.

Non nel Vangelo di Tommaso ma negli Atti (gnostici) dell'Apostolo Tommaso noi troviamo una descrizione della benedizione di un matrimonio e del talamo, e Kleinheyer ci vede un segno di una forma primitiva cristiana di una celebrazione del matrimonio (probabilmente più antica in circoli gnostici che nelle grandi Chiese).

Gli apocrifi contengono tante cose, ma sono tutti messi nella categoria "apocrifi del Nuovo Testamento" perché non furono considerati come di origine apostolica. Alcuni sono semplicemente tardivi, p. es. il Vangelo agli Ebrei, mentre altri sono gnostici, eretici, fantastici, ecc.

Ho fatto una risposta altrove nel sito sull'unzione dei malati, ma aggiungerei questo: Se non abbiamo molti riti prima dell'8° secolo, abbiamo testimonianze di unzioni dal periodo dei profeti fino al monachesimo dei primi secoli cristiani.

L'olio era visto come un veicolo della grazia di Dio nell'Antico Testamento, indi l'unzione dei profeti e dei re. Il gioco delle parole greche nell'ambito ellenistico (eleon / elaion, pronunciate indenticamente dal 3° secolo prima di Cristo almeno) tra "olio" e "grazia" ha contribuito a questo concetto. Come si vede dalla parabola del buon Samaritano, letto alla prima unzione dei malati, l'olio era anche utilizzato come medicina per calmare le ferite.

Prendendo spunta dal salmo che chiede la moltiplicazione di pane, frumento, vino e olio, si benediceva (e si benedice ancora) questi elementi durante la Litì del grande vespro durante la celebrazione della Veglia Notturna (con il rito della Grande Laura di San Saba, fondata nel 5° secolo), quando si fa una pausa per la restaurazione dei monaci per dare forze per la preghiera notturna seguita dalla Divina Liturgia. L'olio benedetto è utilizzato per l'unzione dei presenti, e Miguel Arranz vi vedeva un rito di assoluzione per poter ricevere la comunione alla Liturgia (non essendovi ancora un rito tassativo di confessione a questo fine).

Così vediamo gli elementi seguenti associati all'unzione sacra dell'olio:
1. grazia
2. guarigione
3. santificazione
4. assoluzione

Tutti questi elementi sono presenti nell'unzione dei malati. Per questo, anche le altre persone presenti ricevono l'unzione quando si celebra il mistero per una persona gravemente ammalata.

Per il resto, vedi la mia altra risposta.

Una domanda: "Giovane donna, àlzati" si dice in aramaico: Talîthâ qûmî. Perché la forma maschile invece di quella femminile (qûm / qûmî)?

Saluti,
ig. Andrea
 
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view post Posted on 4/11/2011, 14:09     +1   -1
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QUOTE (igùmeno Andrea @ 2/11/2011, 23:35) 
Grazie per l'apprezzamento.

Non nel Vangelo di Tommaso ma negli Atti (gnostici) dell'Apostolo Tommaso noi troviamo una descrizione della benedizione di un matrimonio e del talamo, e Kleinheyer ci vede un segno di una forma primitiva cristiana di una celebrazione del matrimonio (probabilmente più antica in circoli gnostici che nelle grandi Chiese).

Grazie per la precisazione, in effetti nel video si faceva riferimento ad un "Vangelo di Tommaso" e non riuscivo a trovarvi indicazioni relative alla celebrazione del matrimonio. Mi stavo così spostando sul "vangelo dell'infanzia di Tommaso", ma comprendo ora che il riferimento era più propriamente agli Atti di Tommaso.

QUOTE
Una domanda: "Giovane donna, àlzati" si dice in aramaico: Talîthâ qûmî. Perché la forma maschile invece di quella femminile (qûm / qûmî)?

A fronte di questa domanda, mi tocca abbandonare temporaneamente la discussione sull'unzione dei malati per soffermarmi sulla questione del mio nick in un breve OT... Quantomeno affinché non sembri che un Admin del presente forum possa aver preso una cantonata nel suo riferimento a Mc 5:41 ^_^
Potrei rispondere scherzosamente dicendo che all'anagrafe sono registrato come "Lorenzo", quindi la forma maschile dell'imperativo strizza l'occhio al mio genere maschile. :B):
Altrimenti posso spiegare che coerentemente al mio ruolo di Admin di un forum di cristianesimo, forum che fa dell'approccio scientifico ai testi la propria linea editoriale, ogni riferimento ai testi del NT non può prescindere dagli studi e dai testi critici che nell'arco di più di un secolo, dal Westcott/Hort al Nestle/Aland, senza trascurare i lavori di B. Metzger e altri, suggeriscono che la lettura da preferire sia proprio ταλιθα κουμ.
Quindi la scelta del nick va interpretata come una forma di rispetto verso gli studi di critica testuale (e di conseguenza verso il testo del vangelo di Marco), in accordo con la nostra linea editoriale. Forse tale scelta porta un pò meno rispetto verso l'aramaico che richiede la "i" e le varianti testuali che la riportano, ma nel mio piccolo tengo la porta aperta alla possibilità che ai tempi di Marco l'ultima "i" non venisse più pronunciata, "assorbita" dall'accentuazione della penultima lettera (così ad es. G. Dalman, "Grammatik des jüdisch-palästinischen Aramäisch", 2te Aufl., Leipzig, 1905, p. 266, n. 1).
Con ciò detto chiudo il doveroso OT e, se qualcuno volesse approfondire, può aprire un apposito thread.

Ciao, buona giornata (dove non diluvia come qui ^_^ )
Talità
 
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igùmeno Andrea
view post Posted on 4/11/2011, 19:52     +1   -1




Ciao Lorenzo :)

Vabbene, senza i riferimenti dotti, possiamo considerare che hai fatto una trasliterazione fonetica piuttosto che ortografica. Effettivamente, nell'aramaico e poco più tardi nel siriaco, l'-i / -y non si pronuncia più, come nell'inno d'ingresso, d'altronde antichissimo, della Liturgia assira "nestoriana", Lakhô Mar(y), "a te, o Signore". Questo spiega perché i manoscritti siano divisi tra kum e kumi.

Spero che non stai nei quartieri bassi di Genova, povera gente! Qui piove un po', ma niente diluvi.

Con la voce delle grandi acque,
ig. A
 
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view post Posted on 4/11/2011, 20:59     +1   -1
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Rimanendo sul tema delle fonti (relativamente ai singoli sacramenti potrà essere utile aprire threads dedicati) posso rivelare ai foristi che p.Andrew è l'autore di un famosissimo articolo su un'antichissima fonte, poi rivelatasi di importanza capitale :

The Oldest "Iadgari", The Jerusalem Tropologion, V-VIII c.
Wade, Andrew. (1984) - In: Orientalia christiana periodica vol. 50 (1984) p. 451-456

Vorrei chiedere dunque all'autore di spiegare ai foristi l'importanza di questo testo (innanzitutto di che si tratta!) e, a distanza di quasi trent'anni, quali prospettive ha aperto questa fonte agli studi liturgici e i passi avanti che sono stati fatti negli studi successivi (Renoux, Jeffrey, Winkler, Frøyshov, etc.).
 
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view post Posted on 4/11/2011, 21:19     +1   -1
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QUOTE (igùmeno Andrea @ 4/11/2011, 19:52) 
Ciao Lorenzo :)


Spero che non stai nei quartieri bassi di Genova, povera gente! Qui piove un po', ma niente diluvi.

Ti ringrazio per il bel pensiero, qui a Genova oggi e' stata una tragedia e grazie al cielo sono al sicuro a casa con moglie e bimbi.
Ovviamente la questione del nick e' ampiamente chiusa :)

Ciao, buona serata
Talita'
 
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Wilding
view post Posted on 9/11/2011, 18:22     +1   -1




CITAZIONE (Talità kum @ 2/11/2011, 11:21) 
In conclusione, vorrei affrontare il tema delle antiche fonti per la liturgia. In particolare, mi affascina il I sec. dC., perché già nel II sec. abbiamo fonti extra-cristiane che testimoniano la consuetudine dei gruppi cristiani in Bitinia a “intonare a cori alterni un inno a Cristo” come se fosse un dio. La storia di questa invocazione del nome, strutturata in inni recitati a cori alterni, credo che possa dirci molto sulla storia del culto cristiano.

Ciao Talità,

Non so se può esserti utile. Ho trovato molto ben fatto un libro di qualche anno fa edito dalle Edizioni Dehoniane, di John Norman D. Kelly, I simboli di fede della Chiesa antica. Nascita, evoluzione, uso del Credo (Napoli, 1987).

Un'opera completa sulla nascita, l'evoluzione e l'uso dei formulari di Credo nei primi secoli della storia della Chiesa, che prende in esame le prime confessioni di fede e il loro rapporto con l'ambiente liturgico, in particolare con i riti battesimali. Molto interessante anche perché, oltre allo studio letterario e storico, esamina anche i contenuti dei formulari. "I Credo della cristianità" dice, "non sono stati mai puri e semplici documenti che richiedono solo di essere suddivisi, catalogati e accuratamente datati, ma anche dei veri e propri manifesti teologici, sorti con significato dottrinale e talvolta profondamente marcati dai segni delle controversie" (pag. XVI).

Un abbraccio
 
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igùmeno Andrea
view post Posted on 9/11/2011, 18:55     +1   -1




Interessante il contributo di Wilding ma forse non del tutto nell'argomento! Infatti non risponde bene alla domanda di Talità, sul culto cristiano nel 1° secolo (di cui sappiamo ben poco). Si può raccomandare Robert Taft, The Liturgy of the Hours in East and West (Collegeville: The Liturgical Press, 1986), prima parte: The Formation of the Tradition (pp. 3-218).
 
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igùmeno Andrea
view post Posted on 9/11/2011, 23:19     +1   -1




Per rispondere alla domanda di Teodoro sullo Iadgari, ci vorrebbe una mezza biblioteca. Potete consultare il pdf di un lavoro che sto scrivendo sull'argomento, scaricabile a

QUESTO LINK

Vi metto comunque in guardia: il lavoro è in processo di redazione. Ci sono molte cose da cambiare o da sviluppare. In particolare, la sezione sulla veglia del Grande Venerdì deve essere riscritta: l'edizione di Metreveli e coautori fa una conflazione di testi che non sono esattamente la stessa cosa. Lo stesso errore si trova nell'edizione del Lezionario di Gerusalemme di Tarchnishvili. Non mi è ancora chiaro quale sia l'ordine più antico tra i vari manoscritti, quindi, attenzione!

Inoltre, vi chiederei di rispettare la mia proprietà intellettuale per quanto riguarda questo lavoro, e di non citarlo senza il mio accordo e in quel case non senza segnalare la provenienza. Grazie!

Edited by Teodoro Studita - 10/11/2011, 08:49
 
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view post Posted on 10/11/2011, 09:05     +1   -1
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CITAZIONE (igùmeno Andrea @ 9/11/2011, 23:19) 
Per rispondere alla domanda di Teodoro sullo Iadgari, ci vorrebbe una mezza biblioteca. Potete consultare il pdf di un lavoro che sto scrivendo sull'argomento, scaricabile a

QUESTO LINK

Vi metto comunque in guardia: il lavoro è in processo di redazione. Ci sono molte cose da cambiare o da sviluppare. In particolare, la sezione sulla veglia del Grande Venerdì deve essere riscritta: l'edizione di Metreveli e coautori fa una conflazione di testi che non sono esattamente la stessa cosa. Lo stesso errore si trova nell'edizione del Lezionario di Gerusalemme di Tarchnishvili. Non mi è ancora chiaro quale sia l'ordine più antico tra i vari manoscritti, quindi, attenzione!

Inoltre, vi chiederei di rispettare la mia proprietà intellettuale per quanto riguarda questo lavoro, e di non citarlo senza il mio accordo e in quel case non senza segnalare la provenienza. Grazie!

Ho messo in evidenza il link perché questo lavoro merita di essere letto e approfondito, non solo per l'altissimo livello, ma per l'interesse di questa fonte.
Spero che i foristi si rendano conto della fortuna di poter accedere a materiale di questo tipo!
 
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11 replies since 2/11/2011, 11:21   509 views
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