QUOTE (igùmeno Andrea @ 2/11/2011, 23:35)
Grazie per l'apprezzamento.
Non nel Vangelo di Tommaso ma negli Atti (gnostici) dell'Apostolo Tommaso noi troviamo una descrizione della benedizione di un matrimonio e del talamo, e Kleinheyer ci vede un segno di una forma primitiva cristiana di una celebrazione del matrimonio (probabilmente più antica in circoli gnostici che nelle grandi Chiese).
Grazie per la precisazione, in effetti nel video si faceva riferimento ad un "Vangelo di Tommaso" e non riuscivo a trovarvi indicazioni relative alla celebrazione del matrimonio. Mi stavo così spostando sul "vangelo dell'infanzia di Tommaso", ma comprendo ora che il riferimento era più propriamente agli Atti di Tommaso.
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Una domanda: "Giovane donna, àlzati" si dice in aramaico: Talîthâ qûmî. Perché la forma maschile invece di quella femminile (qûm / qûmî)?
A fronte di questa domanda, mi tocca abbandonare temporaneamente la discussione sull'unzione dei malati per soffermarmi sulla questione del mio nick in un breve OT... Quantomeno affinché non sembri che un Admin del presente forum possa aver preso una cantonata nel suo riferimento a Mc 5:41
Potrei rispondere scherzosamente dicendo che all'anagrafe sono registrato come "Lorenzo", quindi la forma maschile dell'imperativo strizza l'occhio al mio genere maschile.
Altrimenti posso spiegare che coerentemente al mio ruolo di Admin di un forum di cristianesimo, forum che fa dell'approccio scientifico ai testi la propria linea editoriale, ogni riferimento ai testi del NT non può prescindere dagli studi e dai testi critici che nell'arco di più di un secolo, dal Westcott/Hort al Nestle/Aland, senza trascurare i lavori di B. Metzger e altri, suggeriscono che la lettura da preferire sia proprio ταλιθα κουμ.
Quindi la scelta del nick va interpretata come una forma di rispetto verso gli studi di critica testuale (e di conseguenza verso il testo del vangelo di Marco), in accordo con la nostra linea editoriale. Forse tale scelta porta un pò meno rispetto verso l'aramaico che richiede la "i" e le varianti testuali che la riportano, ma nel mio piccolo tengo la porta aperta alla possibilità che ai tempi di Marco l'ultima "i" non venisse più pronunciata, "assorbita" dall'accentuazione della penultima lettera (così ad es. G. Dalman, "Grammatik des jüdisch-palästinischen Aramäisch", 2te Aufl., Leipzig, 1905, p. 266, n. 1).
Con ciò detto chiudo il doveroso OT e, se qualcuno volesse approfondire, può aprire un apposito thread.
Ciao, buona giornata (dove non diluvia come qui
)
Talità