Studi sul Cristianesimo Primitivo

Sui limiti dell’apprendimento dell’ebraico moderno in vista di quello biblico.

« Older   Newer »
  Share  
Hard-Rain
view post Posted on 9/2/2012, 14:25 by: Hard-Rain     +1   -1




Non saprei, perchè i parlanti ebraico (moderno) sembrano quasi riferirsi alla normale evoluzione della lingua, rapportandosi all'ebraico biblico e talmudico. Non conoscendo nel dettaglio le problematiche sospendo il giudizio. Del latino sappiamo più o meno come stanno le cose, il greco si parla ancora ma la lingua moderna è ben diversa da quella antica già a partire dal livello morfologico. Bisognerebbe capire, prima, per chi non ha esperienza di ebraico come il sottoscritto, che genere di differenze sussistano e che percentuale rappresentano. Comunque, in generale, ogni lingua è destinata a mutare, anche se i parlanti non si sono estinti: è solo questione di tempo.

QUOTE
la Commedia è scritta nella medesima lingua che parliam
o oggi, senza che vi sia stata una soluzione di continuità, ma solo la normale evoluzione

Penso che per un italiano medio, privo di cultura letteraria, che si trovi davanti il testo e lo legga per la prima volta senza alcuna mediazione (l'insegnante che spiega e contestualizza, per intenderci) vi siano diverse costruzioni e parole poco comprensibili. Anzi, credo che per un ragazzino di prima superiore del giorno d'oggi inizino già a creare difficoltà i Promessi sposi. Ma, appunto, siamo nel campo della normale evoluzione linguistica. Il punto è capire se e come si può parlare di evoluzione linguistica nell'ebraico, che comunque non s'è smesso di parlare, almeno dal periodo masoretico in poi, oppure di ripresa di una lingua in qualche epoca della storia considerata morta.

Edited by Hard-Rain - 9/2/2012, 16:55
 
Top
19 replies since 8/2/2012, 16:26   1684 views
  Share