Studi sul Cristianesimo Primitivo

Sui limiti dell’apprendimento dell’ebraico moderno in vista di quello biblico.

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Polymetis
view post Posted on 9/2/2012, 18:04 by: Polymetis     +1   -1
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CITAZIONE
Ma, appunto, siamo nel campo della normale evoluzione linguistica. Il punto è capire se e come si può parlare di evoluzione linguistica nell'ebraico, che comunque non s'è smesso di parlare, almeno dal periodo masoretico in poi, oppure di ripresa di una lingua in qualche epoca della storia considerata morta

Si creano discontinuità in entrambi i casi. Se l'ebraico si fosse continuato a parlare, l'uso l'avrebbe fatto evolvere. Se invece si fosse interrotto il parlato, come sostiene Agnon, sarebbe avvenuto uno scadimento nella trasmissione della conoscenza, dovuta all'assenza di madrelingua, e dunque la lingua resuscitata sarebbe stata solo la comprensione che i grammatici avevano di quella lingua antica.

CITAZIONE
Bisognerebbe capire, prima, per chi non ha esperienza di ebraico come il sottoscritto, che genere di differenze sussistano e che percentuale rappresentano. Comunque, in generale, ogni lingua è destinata a mutare, anche se i parlanti non si sono estinti: è solo questione di tempo.

Bisognerebbe forse capire anche che non è detto che questa percentuale sia calcolabile. Nella misura in cui l'ebraico moderno è la restituzione di quello che i grammatici ebrei capivano dell'ebraico biblico, è ovvio che l'ebraico moderno s'avvicini molto alla comprensione dell'ebraico biblico che essi avevano. ma il punto è questo. la comprensione dell'ebraico biblico che avevano i rabbini nel medioevo e nell'età moderna, corrisponde alla reale lingua biblica così come veniva percepita dai locutori ebrei coevi alla stesura dei vari libri dell'AT?
E' lecito dubitarne. Esattamente come per il latino, i latinisti moderni non sanno il latino bene come lo sapeva Cesare o Cicerone, ma sanno solo quello che ricavano dai testi latini, e dunque quello che noi conosciamo non è il latino come lo conosceva Cicerone, ma il latino di Cicerone così come lo comprendono i nostri grammatici.
Idem per l'ebraico. Se anche fosse per ipotesi identico all'ebraico biblico (cosa non vera perché molti costrutti non si usano più, come il waw inversivo), tuttavia non sarebbe uguale all'ebraico biblico così come era percepito dagli agiografi estensori dei libri biblici, bensì sarebbe uguale all'ebraico biblico così come era conosciuto e capito dai grammatici ebrei dell'Ottocento e di inizio Novecento.
Teo giustamente diceva che la LXX rende alcune parole con significati differenti da quelli che gli ha assegnato la tradizione rabbinica, e che dunque hanno assunto anche in ebraico moderno. Il che significa che o la LXX traduce da un testo diverso (cosa che spesso avviene), o che i LXX non sapevano tradurre, o che il testo da cui traducevano era uguale ma i LXX vi leggono un significato diverso, significato che poi s'è perso nella tradizione rabbinica.



Ad maiora
 
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