CITAZIONE (Teodoro Studita @ 29/1/2016, 16:13)
Toglierei solo "come i testimoni di Geova". Questi ultimi, infatti, hanno una teologia molto precisa sul Figlio: si tratta in sostanza di un angelo, e più precisamente dell'arcangelo Michele, dunque una creatura che presenta alcuni caratteri "divini" (tra molte virgolette) e che agisce come "rappresentante" del solo vero Dio.
Hai ragione, in realtà il "come i testimoni di Geova" era un """""""""""""""come""""""""""""""" tra moltissime virgolette.
Intendevo dire, sostanzialmente, che secondo Erham Paolo vedeva Gesù come un angelo
http://ehrmanblog.org/pauls-view-of-jesus-as-an-angel/ e a mio avviso è un'idea oggi abbastanza superata.
CITAZIONE (Teodoro Studita @ 29/1/2016, 16:13)
Di qui anche la necessità di creare ex novo un vocabolario tecnico per descrivere i problemi. Il Figlio è "Dio" o no? Ad es. i testimoni di Geova sostengono la tesi, completamente astorica, secondo cui per un giudeo-cristiano fosse concepibile pensare ad altri esseri divini oltre a Dio.
Sono completamente concorde anche io su questo. A tal proposito, tempo fa (prima di leggere l'opera di Hurtado) io avevo già maturato l'idea che Gesù fosse considerato Dio dai primi cristiani e non "dio minore" ma proprio Dio.
Nella discussione "gli apostoli e la resurrezione" avevo parlato di questo con Talità e avevo portato come testimonianza la lettera ai Romani, per affermare che Paolo riteneva Gesù Dio incarnato.
La risposta di Talità fu la seguente
CITAZIONE (Talità kum @ 27/11/2015, 19:45)
Passo dubbio, dipende da dove vuoi mettere la virgola. Di certo Paolo considerava Gesù "divino", ma ben difficilmente lo avrebbe chiamato "Dio" - termine che lui utilizzava per il Padre.
In buona sostanza lui pare avallare il ragionamento di Erham sul Gesù "divino" ma che non poteva essere identificato col Dio Creatore. Invece Hurtado pare dimostrare egregiamente (tralasciando il fatto che praticamente tutti i Padri della Chiesa attribuiscono la dossologia della lettera ai Romani al Figlio e non al Padre) che Paolo intendeva Gesù proprio come Dio, senza mai tradire il suo monoteismo.
CITAZIONE (Teodoro Studita @ 29/1/2016, 16:13)
Quindi, da una parte queste comunità intendevano senz'altro il Cristo come Dio (oltre a quanto hai già citato c'è da aggiungere la lettera di Plinio a Traiano), dall'altra non potevano né volevano rinunciare al monoteismo. Di qui a concepire un Dio tri-personale c'è solo voluto il tempo necessario a dotarsi dei mezzi pratici per descriverlo, cioè un lessico e una mente teologica.
Assolutamente, e infatti nella discussione con Talità io sostenevo che, sebbene gli apostoli e i primi cristiani non ragionassero secondo categorie niceane, avessero compreso, passami il termine, "intuitivamente" la consustanzialità del Figlio col Padre alla luce delle esperienze di Resurrezione e magari (questo lo aggiungo io) alla luce di insegnamenti che credettero (dico credettero perché ovviamente la Resurrezione non è possibile affermarla con certezza, storicamente, quello che possiamo affermare è che gli apostoli furono fermamente convinti di aver visto il Cristo Risorto) di aver ricevuto dal Risorto.
E d'altronde questo è l'unico modo per conciliare il loro monoteismo, che non tradirono mai, col loro considerare Cristo come Dio.
Hai detto bene, occorreva il tempo per dotarsi dei mezzi pratici atti a descriverLo, ma l'intima comprensione della consustanzialità del Figlio col Padre possiamo ben dire che l'avevano anche i primi cristiani.
Naturalmente fatemi sapere se ho detto qualcosa di sbagliato.
Edited by Georges Edouard Lemaître - 29/1/2016, 23:06