Studi sul Cristianesimo Primitivo

Esaltazione senza preesistenza: la cristologia originaria

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Talità kum
view post Posted on 16/3/2016, 11:35 by: Talità kum     +1   +1   -1
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CITAZIONE (JohannesWeiss @ 15/3/2016, 19:23) 
Sono d’accordo con te, mio buon tardivo Talità, che non sia possibile parlare in modo generalizzato di un progresso cristologico lineare ed uniforme

Molto bene. Poiché sei partito subito con l'artiglieria pesante, mettendo una quantità incredibile di carne al fuoco, ho deciso di affrontare questa conversazione cominciando a chiarire i punti generali sui quali ci potremo trovare d'accordo - in modo da approfondire meglio gli eventuali distinguo ed i punti di disaccordo.

Su questa prima citazione ci troviamo d'accordo, a quanto sembra. Vediamo fino a che punto.
Per quanto mi riguarda, il "progresso cristologico lineare ed uniforme" del quale non si può parlare è quello secondo il quale una non meglio identificata "chiesa primitiva" avrebbe predicato un Gesù-Cristo-Messia che si trasformò progressivamente in “un Dio pagano" mano a mano che la dottrina si sviluppava in tempi e luoghi sempre più distanti dall’ambiente palestinese e contaminati dalla cultura greca (questo concetto è ben sintetizzato dal titolo del libro di Casey "From a Jewish prohet to a Gentile God", Westminster John Knox Press, 1992), per cui non ritengo sano considerare la cristologia giovannea come il risultato di uno sviluppo lineare che poggia sui precedenti sviluppi sinottici, influenzata dal pensiero ellenistico delle comunità giudaiche della diaspora. La cristologia Giovannea può avere avuto uno sviluppo separato fondato su un kerigma antico, giudaico, che già afferma la divinità di Gesù (senza per questo essere un Dio pagano).

CITAZIONE
(e del resto possiamo perdonare Dupuis, che sta scrivendo una presentazione sintetica per un volume introduttivo di cristologia).

Dupuis ha scritto una sintesi eccellente. Il problema è che la sintesi rischia di trasformarsi in un paradigma che non tiene conto di importanti dettagli.

CITAZIONE
Sarei tuttavia in disaccordo con l’affermazione secondo cui tutte le cristologie (o semplificando: esaltazione e incarnazione) sono più o meno egualmente antiche.
Questo a mio avviso sarebbe falso. La cristologia dell’esaltazione, al di là delle testimonianze letterarie che abbiamo, è anche dal punto di vista logico la più antica, perché è legata a doppio filo con la morte di Gesù come pretendente messianico e le apparizioni pasquali.

Su questo posso trovarmi d’accordo anch’io. L’argomento del “punto di vista logico” è molto sensato e per me convincente, ma non posso escludere riserve. Innanzitutto perché il mio/nostro punto di vista logico non è necessariamente quello del giudaismo/i dell’epoca, ma soprattutto perché, anche accettando tale processo logico di sviluppo lineare/sequenziale, non saprei dire *quanto tempo* tale sviluppo potrebbe richiedere. Per me potrebbero volerci 5 giorni come 50 anni, a seconda delle categorie di pensiero disponibili. Se l’idea di personificazione di un’entità divina/pre-esistente era già disponibile all’interno del giudaismo negli anni 30-40, è possibile che qualcuno (non tutti) sia giunto assai precocemente a certe elaborazioni cristologiche post-pasquali.

Quindi per me il punto centrale non è capire quale sia il pensiero “più antico”, nel senso del primo pensiero balenato in testa ai testimoni della resurrezione, ma quali cristologie esistessero all’interno della cosiddetta “Chiesa primitiva”. Forse qui servirebbe una digressione per decidere cosa intendiamo per “Chiesa primitiva”.

Per quanto mi riguarda, la chiesa più primitiva possibile può essere considerata quella che venne posta in essere durante il periodo della predicazione apostolica – potremmo dire fino agli anni 50-60 (quando infine morirono anche Pietro, Paolo e Giacomo). In tale “chiesa primitiva” le cristologie potevano essere già piuttosto sfaccettate, e mi sembra che su questo siamo d’accordo.

CITAZIONE
E’ del tutto ragionevole ritenere che i discepoli di Gesù siano giunti prestissimo, praticamente subito, a interpretare le apparizioni del Risorto come segno che Dio aveva vendicato il suo profeta, condannato e irriso come pseudo-messia, costituendolo come figlio di Dio (in senso messianico); conclusione a cui avranno contribuito la rilettura dei Salmi 110 e 2, e forse anche la meditazione sui detti originali di Gesù sul “figlio dell’uomo/simile a uomo” di Dn 7 (con cui non si identificava)che sarebbe giunto presso il trono celeste per ricevere dominio, gloria e regno – avvenimento celeste che avrebbe decretato l’avvento del regno di Dio sulla terra (come ben sai, questo è il modo in cui ritengo che Gesù parlasse del figlio dell’uomo danielico).

Sì, ma ovviamente il punto qui non è ciò che pensava Gesù. Per fare un esempio, se anche Gesù non si fosse identificato con “il figlio dell’uomo” del quale parlava (argomento che di per sé richiede una biblioteca.. o una tesi :) ), ciò non significa che non lo abbiano fatto i suoi discepoli – immaginando quindi un giudice celeste e magari pre-esistente.

CITAZIONE
E da tale fede nell’intronizzazione messianica celeste di Gesù mediante la risurrezione, si dev’essere passati precocissimamente ad attribuire a Gesù lo status “divino” di Kyrios (in senso funzionale: Gesù non è Dio, ma in quanto intronizzato alla destra di Dio è partecipe della signoria universale di Dio) e parallelamente l’attesa della parusia del Kyrios/Figlio dell’uomo (cfr. 1 Cor 16,22; 1 Ts 1,10; Did 10,6; Ap 22,20; detti sinottici sulla parusia del FdU).
Mi sembra evidente che queste diverse linee o sfumature cristologiche, innescate dalla risurrezione/esaltazione di Gesù, siano strettamente legate l’una all’altra, e – trovando conforto, prima ancora che nella logica, nelle testimonianze letterarie antiche che abbiamo su di esse (do per scontato, oltre all'origine pre-paolina di Rm 1,3-4, anche quella pre-lucana della sostanza di At 2,32-36; 5,30-32; 13,31-32) – si può tranquillamente affermare che tutto questo ce l’abbiamo già negli anni 30.

Come ho già scritto, per me questo è un punto di partenza fondamentale. Il fatto che Gesù già possedesse uno status “divino” negli anni 30 (e di questo status ovviamente parleremo) costringe a ripensare i possibili sviluppi cristologici all’interno della “chiesa primitiva”, fondati su categorie del tutto giudaiche.

Sarebbe interessante indagare le differenze tra le diverse cristologie co-esistenti negli anni 30-40, ma non vi è apparente traccia di particolari tensioni cristologiche tra Paolo e Giacomo – mentre abbiamo molte tracce di un’opposizione delle autorità religiose giudaiche nei confronti della chiesa primitiva/nascente (Paolo sia persecutore che perseguitato, Giacomo ed altri lapidati dal sinedrio per trasgressione della Legge, oltre a ciò che troviamo in At. 4:1-22 ; 5:17-42) , forse perché l’accostamento Gesù/Dio si manifestava nelle pratiche devozionali, a partire dalle quali si è verbalizzato e sistematizzato il pensiero cristologico in maniera scarsamente lineare.

Limiti di tempo mi costringono a fermarmi qui.

Ciao (per ora)!
Talità
 
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