CITAZIONE (Teodoro Studita @ 27/7/2018, 17:36)
Non rispondo alla delirante pappardella antitrinitaria che segue, in cui purtroppo (e prevedibilmente) cadi nel solito straw-man. Nessuno afferma che l'estensore del vangelo di Giovanni stia affermando l'identità tra la persona di Dio (YHWH) e quella del Logos. Vi si afferma, viceversa, l'uguaglianza di natura = il Logos è "dio" allo stesso modo della persona di Dio (YHWH), come ripetuto ad nauseam nel resto dello stesso vangelo. Anche se questo il consensus degli studiosi è pressoché unanime.
Molto interessanti tutte queste riflessioni filologiche ed è molto importante affermare che l'espressione il "Logos è Dio" sia da intendersi in termini di
natura o qualità della parola, come dire che la parola che si è incarnata è divina ovvero che proviene da Dio come d’altra parte afferma lo stesso prologo di Giovanni.
Dal punto di vista della mistica ebraica, tenendo presente ciò che dice G. Scholem, questo non è affatto un mistero: il filone mistico della creazione, che riprende Genesi 1, si basa proprio sulla potenza della parola di Dio che crea o meglio genera/plasma a partire da un indefinito, un totalmente altro e distinto che Dio ha generato in se stesso (non c'è panteismo ma non c'è nemmeno creazione dal nulla [piuttosto si parla di panenteismo] ... tutto proviene da Dio e a Dio ritorna (
i cieli e la terra sono pieni della Gloria di Dio), monoteismo puro senza alcuna possibile interpretazione dualistica come Dio e Nulla/Dio inferiore) attraverso una contrazione del suo essere, un limitarsi, un ridursi rinunciando a qualcosa del suo essere (tzimtzum). Questo continuo ridursi, limitarsi è un atto d'amore continuo senza il quale il creato sarebbe riassorbito in Dio (d'altra parte l'amore non è mai visto in termini sentimentali/romantici nei testi del Nuovo testamento ... assolutamente giusta la critica dell'ebreo Leo Baeck nei confronti di un certo cristianesimo
romantico ... la massima espressione dell'amore per Gesù consiste infatti nel dare la vita, nel rinunciare a se stessi replicando pertanto la modalità operativa perennemente in atto di Dio).
La parola di Dio plasmando o definendo l'indefinito crea pertanto i cosiddetti archetipi tra cui anche l'uomo primordiale prima del peccato originale, l'Adam Qadmon (c'è un'analoga concezione anche nel mazdeismo antico solo che nel mazdeismo tutto viene visto in termini mentali probabilmente perchè non viene dato peso alla tradizione scritta ma piuttosto alla tradizione orale che quindi si basa sull'esercizio della memoria):
Adamo è dunque tecnicamente figlio di Dio a tutti gli effetti e parola di Dio (divina quindi) incarnata, intendendo per incarnazione il processo generativo della parola fino a qui delineato.
Tuttavia l'Adamo primordiale è molto di più che una semplice creatura ma è fatto ad immagine e somiglianza di Dio: chi osserva l'Adamo primordiale osserva per così dire allo specchio il Creatore
poichè l'uomo archetipo vive o dovrebbe vivere secondo la stessa modalità operativa di Dio e cioè agendo per amore (non sentimento ma modalità operativa!) anche se poi aimè non lo ha fatto o meglio non riesce a farlo.
In termini mistici, non è azzardato, a mio avviso, affermare che l'Adam Qadmon, l'uomo archetipo è in tutto e per tutto simile a Gesù... è uomo ma non è figlio di uomo ed allo stesso tempo è logos divino incarnato... ed è quindi Figlio di Dio in senso stretto.
La nascita verginale di Gesù rafforza in effetti l'idea della figliolanza divina diretta accostando l'uomo Gesù all'uomo archetipo, l'Adam Qadmon, Figlio di Dio nel senso pieno del termine e uomo senza peccato
(si tenga presente inoltre che nell'ebraismo la nuova vita nasce solo dal seme maschile ed il concetto di verginità non è legato all'imene).
Tutti i tentativi di ricondurre la nascita verginale di Gesù ad altri miti medio-orientali sono a questo punto del tutto fuorvianti... e d'altra parte Genesi 1 è spesso citato nel NT come è frequente l'analogia Gesù/nuovo Adamo: ne consegue che la volontà di ritornare ad un tempo/eone prima del tempo storico, prima dell'ingresso del male nel mondo sembra plausibile.
In tal senso Gesù intende collocarsi pertanto in una fase precedente alla consegna della torah, della legge (anche dath riconducibile al data persiano) simbolicamente rappresentata in termini mistici dall'albero della conoscenza del bene e del male:
sembra che l'unico modo per ritornare in questa fase precedente, comporti il seguire una modalità operativa nuova, una nuova halacka che Gesù definisce nei suoi insegnamenti (l'insegnamento di Gesù non rigetta l'istanza etica, anzi la rafforza al punto da interiorizzarla... nell'ottica del "
cuore nuovo e spirito nuovo" di Ezechiele), una modalità che conforma l'uomo sul modello dell'Adam Qadmon (o Gesù stesso che in esso si identifica) al punto tale che chi segue Gesù, chi si fa suo imitatore, diviene anch'egli a tutti gli effetti figlio di Dio, coerede di Cristo ("
A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio").
Il rito del battesimo potrebbe dunque esprimere questa rinascita dall'alto, da Dio stesso... un ritorno nel ventre materno per rinascere figli di Dio.
Soltanto conformandosi a questa nuova halacka scritta nel cuore più che sulla carta (la torah mistica, il fuoco bianco dei mistici ebrei?), l'uomo può vincere la morte ritornando a cibarsi dei frutti dell'albero della vita (simbolicamente la croce di Cristo nell’ottica neotestamentaria). Chi invece resta nella torah (la torah storica testificata ricevuta sul Sinai attraverso la mediazione di Mosè, il fuoco nero), come dirà poi S. Paolo, vive da irredento e morirà. Non conta tuttavia credere a Gesù in senso noetico, conoscitivo o in una qualche altra forma surrogata misterica (questo è invece stata la tentazione o il fraintendimento da Paolo passando ad Agostino ed arrivando a Lutero) ma piuttosto occorre conformarsi/adeguarsi allo stile di vita di Cristo che si identifica in ultima istanza con la modalità operativa perennemente in atto di Dio o
amore di Dio per il quale tutto esiste e senza il quale nulla può esistere (non si dimentichi mai che nell’ebraismo non c’è separazione alcuna tra fede ed opere, tra pensiero ed azione… sono problematiche della riflessione occidentale!).
Per certi versi il segreto più grande della mistica ebraica è che Dio è amore poichè - ripeto - tutto esiste poichè Dio rinuncia a qualcosa di suo in favore dell'opera delle sue mani, della creazione;
l'anima più profonda di Israele è riposta nel desiderio di essere figli di Dio (popolo eletto), desiderio che si realizza attraverso la Legge e la Promessa;
mentre la meta, il fine ultimo di Israele è la redenzione esteriore ed interiore del cosmo intero che si consegue attraverso l'era messianica o il messia venturo (nel mazdeismo invece attraverso il "Perfezionatore" o Saoshyant) e non c'è redenzione interiore senza redenzione esteriore (nel mazdeismo invece c'è un giudizio personale subito dopo la morte ed un giudizio universale finale con la successiva risurrezione dei morti). Sono tutti elementi ben presenti nei testi del Nuovo testamento.
Tutto questa interpretazione è tuttavia possibile solo supponendo che i principi della mistica ebraica fossero già acquisiti in tempi antichi, nel momento della stesura di Genesi.
Scholem in effetti fa risalire tutto al IV a.C., ad un'istituzione composta dagli esuli in ritorno da Babilonia detta "Grande sinagoga", sotto la protezione dei sovrani achemenidi (da cui il forte e sempre più evidente legame col mazdeismo che emerge negli studi degli orientalisti anche se non è corretto parlare di influsso mazdeo in termini di "propaganda mazdea" ma piuttosto di propagazione di elementi culturali o "meme" per imitazione [vedi "Il gene egoista", R. Dawkins]).
Anche il concetto di trinità, pur restando sostanzialmente immutato, risulta a questo punto risignificato e per certi versi più compatibile con l'ebraismo … sempre che si accetti una concezione panenteistica del divino/cosmo (R. Panikkar va in effetti in questa direzione con la sua concezione cosmoteandrica).
Edited by Giosia - 16/5/2019, 11:54Attached Image: Teismo, panteismo e panenteismo