CITAZIONE (Xeni @ 23/9/2017, 20:24)
A me pare la conferma che in realtà Cristo è stata una costruzione teologica ed ideologica, ma non storica. Platone non era certo ispirato dallo spirito santo no?
Giusto così di passaggio... Per la prospettiva cristiano cattolica, Platone di sicuro non è canonico. Se sia ispirato, non si sa. I testi biblici sono i testi canonici sulla cui ispirazione la Chiesa assicura sulla base di certe loro caratteristiche (insegnamenti contenuti, uso nei primi secoli, ecc). Questo in nessun modo significa che fuori dal canone non ci siano testi ispirati ad un qualche livello.
Dobbiamo considerare inoltre che l'ispirazione, come spiega bene il teologo Maurizio Flick, non è separata dalla riflessione personale: l'autore ispirato, agiografo biblico o meno che sia, fa una sua riflessione personale, pur con l'assistenza dello spirito, arriva a delle intuizioni, e poi sceglie di comunicarle come gli pare meglio: può scrivere un libro, ma può anche non scrivere affatto, tanto che vi sono elementi di quella che i cattolici ritengono "parola di Dio" che non sono mai stati messi per iscritto in primo luogo.
Infine, è significativo che, stando alla Bibbia stessa, un pagano può profetare. Paolo chiama profeta Epimenide, mentre nel libro dei Numeri abbiamo un pagano, Balaam, considerato nella tradizione un uomo malvagio e stregato per di più, al quale però Dio concede di profetare, gli fa pronunciare una profezia sulla nascita del messia.
Quindi, insomma, se uno proprio volesse dire che Platone era ispirato, chi vuole negarlo non troverebbe proprio alcun elemento per dire il contrario: è un'idea coerente con la Bibbia. Se però sia così, senza una garanzia di canonicità, rimane un'opinione legittima ma teologicamente in dubbio.
Riguardo la traduzione del termine in Platone, "impalato" pare la più naturale. D'altro canto, bisogna dire che neanche la bibbia parla in modo chiaro di una croce. Si parla di stauros. Questo indica generalmente un palo. È infatti noto che le popolazioni della zona, come i babilonesi, praticavano la crocifissione ma su un palo, senza le braccia. Anche se pare che i romani non usassero questo stile di pena ("Crux simplex" dicono alcuni), comunque questo "impalamento" era una crocifissione in uso in tempi più antichi, e da ciò la confusione dei termini. Si capisce allora l'idea della traduzione: abbiamo sempre tradotto nei vangeli come crocifisso quello che a rigore può essere anche il legare ad un palo, Platone probabilmente aveva più naturale pensare all'impalamento in questo senso, e allora anche qui traduco come crocifisso. Però è una scelta discutibile comunque: stauros può essere un palo ma non lo è necessariamente, ha più significati, il fatto che si parli di una croce in senso classico è più probabile, e il voler imporre il crocifisso a Platone semplicemente perché alla sua epoca non poteva pensare a qualcosa di più specifico pure non è necessario.
Edited by LiveALive - 6/8/2021, 12:53