Studi sul Cristianesimo Primitivo

Prothesis / Proskomidia, Riti preparatori della Liturgia

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 25/10/2011, 09:59     +1   -1
Avatar

Celebrità

Group:
Administrator
Posts:
3,155
Reputation:
0
Location:
Roma

Status:


Vorrei inaugurare questa sezione-esperimento chiedendo all'Ig. Andrew di illustrarci secondo il metodo della liturgia comparata le differenze che esistono nel rito della Protesi nelle diverse tradizioni liturgiche.

Qualche parola di introduzione, intanto. La Prothesis (o proskomidia in slavonico) è il complesso di riti preparatori alla liturgia eucaristica. Si tratta di un elemento relativamente recente, facendo la sua comparsa intorno all'anno mille.

Su Wikipedia c'è una buona sintesi per capire di cosa stiamo parlando: http://en.wikipedia.org/wiki/Liturgy_of_Preparation

L'unica pubblicazione che conosco in italiano su questo è questa di Mandalà, alquanto datata: http://books.google.pt/books/about/La_prot...id=GVppAAAAIAAJ

A valle di questo discorso vorrei poi presentare un documento poco noto sull'origine di questo rito e la sua sistematizzazione nel Salento bizantino e normanno.
 
Top
view post Posted on 31/10/2011, 20:21     +1   -1
Avatar

Celebrità

Group:
Administrator
Posts:
3,155
Reputation:
0
Location:
Roma

Status:


Una prima risposta di p.Andrew

 
Top
view post Posted on 18/11/2011, 14:38     +1   -1
Avatar

Celebrità

Group:
Administrator
Posts:
3,155
Reputation:
0
Location:
Roma

Status:



Una domanda però. Dici:

CITAZIONE (igùmeno Andrea @ 17/11/2011, 23:05) 
Nei primi secoli in oriente, si utilizzava acqua fervente sia alla Preparazione, sia prima della comunione

Cosa intendi esattamente con "primi secoli"? Quali attestazioni abbiamo di un rito di preparazione più o meno strutturato nei primi secoli che comprendesse l'uso di acqua? Se non ricordo male, infatti, la Protesi è un rituale relativamente recente. Parli forse di fonti indirette che dicono cosa si facesse nello skeuophylakion prima dell'inizio della liturgia?
Grazie ancora

Edited by Teodoro Studita - 18/11/2011, 20:08
 
Top
igùmeno Andrea
view post Posted on 18/11/2011, 15:04     +1   -1




Grazie. Il rito della Proskomidia è relativamente recente nella forma attuale, perché ha conosciuto uno sviluppo importante dal 12° secolo in poi (fino al 15° secolo, grosso modo). Comunque, abbiamo delle descrizioni sommarie di ciò che si faceva nello skevophylakion. Essenzialmente, i diaconi preparavano il pane e il c alice per la celebrazione. Sembra che versavano l'acqua nel vino e che quest'acqua anticamente era fervente.

Ecco qualche estratto delle mie note del corso di Taft nel 1978 al PIO: Nei MSS antichi si dice che la protesi (il rito della preparazione) deve essere svolto nello skevokhylakion, che si trovava fuori della chiesa. Dopo l'iconoclasmo, fu spostato in una delle absidi della chiesa (nel 11° secolo una di queste absidi si chiamava già prothesis).

Nei MSS antichi (Barberini 366), la prima preghiera che appare è la preghiera terminale della protesi (o Theos, o Theos êmwn), quella di offerta. Tale preghiera inoltre fa solo menzione del pane. Ciò fa supporre che il calice venica preparata prima del grande ingresso (cfr. Omelia di S. Evtyhios di Costantinopoli).
- Nei secoli XII-XIV si usa acqua calda nella preparazione dei doni.

La parte della Liturgia dalla Protesi fino alla preghiera sui catecumeni fu aggiunta alle Liturgie di Giovanni Crisostomo e di Basilio copo una storia comune.

Storia:
1. Preghiera o Theos, o Theos hmwn.
2. IX sec. preghiere per tagliare l'Agnello, da Isaia 53 (il servo sofferente). Sappiamo questo prima da traduzioni latine della Liturgia di Germano, 8° sec. Prima si tagliava senza formule di preghiera.
3. X° sec. Costantinopoli: preghiera per ioffertorio e incisione.
 
Top
igùmeno Andrea
view post Posted on 18/11/2011, 15:40     +1   -1




ooops, ho mandato la prima parte prima di correggerla - ovviamente, i diaconi (sembra) mescolavano il calice solo prima del grande ingresso -
Ora continuo:

X° sec. in Italia: offertorio e incenso (usanza locale). Tutto fatto dal diacono. Il diacono non parla a Dio, ma al popolo. La preghiera era letta dal sacerdote

Troviamo le commemorazioni dei vivi e dei defunti in un testo georgiano del sec. IX° della liturgia con rubriche per la preparazione delle offerte dei vivi e defunti.

La commemorazione della Madre di Dio e dei santi appare nel XI° sec.

4. XIII° sec: Concilio di Vladimir: un canone dice che il diacono NON deve compiere la protesi. Dimostra che già nel XIII° sec. era d'uso che il sacerdote facesse il rito della protesi. Il diacono non doveva (più) fare la protesi perché nel frattempo erano subentrati atti sacrificatori e preghiere a Dio che non conveniavo al diacono. In altre chiese (sopratutto quelle periferiche, più conservatrici - legge di Baumstark) era ancora in uso la protesi fatta dal diacono.

Fino al XIII° sec., c'erano diversi riti in giro -
Riti italiani Sicilia, Calabria, parall. al Medio Oriente
Rito di Otranto parall. al Athos.
fino al XV° sec. in Italia troviamo dei MSS con riti molto arcaici. Questo non era necessariamente la pratica. Nei riti più arcaici troviamo una preghiera soltanto.
vedi Sinai gr, MS del 1544: 1 sola preghiera, ma preceduta nel MS da 3 pagini di diataxis della protesi (cioè, libro di rubriche).
Poi venne il rito delle particelle
Dall'inizio, la gente offriva pane
Offerte della gente per i vivi e i morti (ciò non significa che c'era subito il rito delle particelle).

San Giacomo Gerusalemme IX° sec. e CP IX° sec. canone di Niceforo: ci sono offerte per i vivi e i morti.

Le particelle: XI° sec. Sinai georgiano 89, troviamo le particelle seguenti:
1. per i morti; 2. per i vivi; 3. "l'unione" (cioè vino mescolato con l'acqua nel calice); 4. coprire con in veli; 5. la PREGHIERA; 6. incenso. Si trova lo stesso ordine in Italia.

Nel XII° sec. nella lettera del sacerdote Elia di Creta troviamo istruzioni per fare la protesi, circa anno 1120. Cita San Germano, San Basilio e Nicola III (1084-1111).

Nei MSS dell'Athos e del Sinai troviamo uno sviluppo esaggerato con pagine intere di commemorazioni.

Alla fine del XIV° sec. troviamo un rito limitato nella Diataxis di Philotheos, igùmeno della Grande Lavra sul Monte Athos e poi Patriarca di Costantinopoli. Il rito attuale è praticamente quello di Philotheos (anno 1400) Tuttavia, nell'Italia meridionale, anche in libri stampati, c'erano tradizioni particolari.

Sunto storico:

1. offerte dei fedeli all'inizio della Liturgia.
Non vi fu mai nessuna "processione dell'offertorio". è un falso storico basato su una interpretazione sbagliata di un corteo in processione a Ravenna. I doni erano materialmente ricevuti dai diaconi.
2. 8° sec. una preghiera e incensazione.
3. 9° sec. formule profetiche mentre si tagliava l'Agnello.
11° sec. particelle (senza la Madre di Dio e i santi)
5. 11°-12° sec. particelle (Elia di Creta 1120)
6. 14° sec. Diataxis di Philotheos - rito stabilito.

durante tutto questo tempo c'erano evoluzioni diverse in Italia. Otranto aveva un rito di tipo costantinopolitano, molto conservatore.

Nel 12° sec. troviamo una rubrica siculo-calabrese: "dicendo niente" - questo era un tentativo di bloccare le influenze da riti nei quali si cominciava a dire qualcosa. "perché queste sono profezie [Is53] e non preghiere". Poi cominciarono a entrare i riti di Costantinopoli.

In alcuni MSS italiani si trova un'epiclesi consecratoria già nella protesi. È il riflesso di una tradizione popolare che risale al sec. 5 (Teodoro di Mopsuestia, morto nel 428n omelia XV.25 sqq [ed. Studi e Tesi 145, 505s.], dove parla dei doni come se fossero già "consacrati" - questo deve essere iscritto nelle categorie simboliche, non ontologiche). Teodoro di Mopsuestia dice che il grande Ingresso raffigura il corteo funebre di Cristo. I diaconi sono gli angeli che portano il corpo morto di Cristo alla tomba. L'epiclesi dell'anafora è la risurrezione.

Quindi, avevano bisogno di un sacrificio prima del sacrificio; ciò che spiega lo sviluppo dell protesi, portato all'eccesso nell'Italia del sud, ove si trova un'epiclesi di consecrazione esplicita durante la protesi.

Vedi l'edizione italiana del 1601 = Grottaferrata Gamma 53, un rito molto semplice NON dovuta alla latinizzazione, un rito perfettamente "bizantino" locale.

* * *

Il testo già citato del patriarca armeno del 6° sec. (che non voleva mangiare pane lievitato e bere acqua bollente) dimostra l'uso dell'acqua calda già nel 6° secolo, e pare che si mescolava il calice con acqua calda subito prima del grande ingresso.

ig. A
 
Top
view post Posted on 18/11/2011, 15:47     +1   -1
Avatar

Celebrità

Group:
Administrator
Posts:
3,155
Reputation:
0
Location:
Roma

Status:


Nella discussione sugli azzimi hai detto:

CITAZIONE
Il rito della Proskomidia è relativamente recente nella forma attuale, perché ha conosciuto uno sviluppo importante dal 12° secolo in poi (fino al 15° secolo, grosso modo). Comunque, abbiamo delle descrizioni sommarie di ciò che si faceva nello skevophylakion. Essenzialmente, i diaconi preparavano il pane e il c alice per la celebrazione. Sembra che versavano l'acqua nel vino e che quest'acqua anticamente era fervente.

Ecco qualche estratto delle mie note del corso di Taft nel 1978 al PIO: Nei MSS antichi si dice che la protesi (il rito della preparazione) deve essere svolto nello skevokhylakion, che si trovava fuori della chiesa. Dopo l'iconoclasmo, fu spostato in una delle absidi della chiesa (nel 11° secolo una di queste absidi si chiamava già prothesis).

Nei MSS antichi (Barberini 366), la prima preghiera che appare è la preghiera terminale della protesi (o Theos, o Theos êmwn), quella di offerta. Tale preghiera inoltre fa solo menzione del pane. Ciò fa supporre che il calice venica preparata prima del grande ingresso (cfr. Omelia di S. Evtyhios di Costantinopoli).
- Nei secoli XII-XIV si usa acqua calda nella preparazione dei doni.

La parte della Liturgia dalla Protesi fino alla preghiera sui catecumeni fu aggiunta alle Liturgie di Giovanni Crisostomo e di Basilio copo una storia comune.

Storia:
1. Preghiera o Theos, o Theos hmwn.
2. IX sec. preghiere per tagliare l'Agnello, da Isaia 53 (il servo sofferente). Sappiamo questo prima da traduzioni latine della Liturgia di Germano, 8° sec. Prima si tagliava senza formule di preghiera.
3. X° sec. Costantinopoli: preghiera per ioffertorio e incisione.

Ora, abbiamo una fonte degli anni '70 dell'XI secolo, la lettera patriarcale a Paolo di Gallipoli, che sembra sottendere una teologia in cui nella Protesi il calice è il sangue del Cristo morto, che poi diviene "vivo" durante l'anafora. Questo, unito alla mancanza di un riferimento all'acqua calda (si parla di acqua ma non di acqua calda) potrebbe lasciar pensare che in questa fase l'acqua usata nella Protesi fosse fredda. Che ne pensi?
 
Top
a_ntv
view post Posted on 18/11/2011, 16:53     +1   -1




CITAZIONE (igùmeno Andrea @ 18/11/2011, 15:04) 
Grazie. Il rito della Proskomidia è relativamente recente nella forma attuale, perché ha conosciuto uno sviluppo importante dal 12° secolo in poi (fino al 15° secolo, grosso modo). Comunque, abbiamo delle descrizioni sommarie di ciò che si faceva nello skevophylakion. Essenzialmente, i diaconi preparavano il pane e il c alice per la celebrazione. Sembra che versavano l'acqua nel vino e che quest'acqua anticamente era fervente.

Nel rito bizantino (che è solo uno dei riti orientali) il rito della Proskomidia è per la prima volta citato dal Patriarca di Costantinopoli Germano I (713-730) che lo descrive: esso assume un significato simbolico e ha già delle brevi orazioni sul pane (segnato con la croce) e sul calice (vino e acqua): però solo nei secoli successivi esso si arricchisce delle ulteriori preghiere.

Precedentemente, almeno fino al settimo secolo, i doni (pane e vino) erano lasciati (dai fedeli?) in una specie di sacrestia separata (il Skeuophylakion) dove venivano preparati dal diacono (senza alcun particolare rito).
Poi i doni venivano portati sempre dal diacono all'altare con un'importante processione (molto criticata da Eutichio patriarca di Costantinopli nel vi secolo)
San Massimo il Confessore, che pure è una fonte primaria e completa la liturgia del settimo secolo, non parla del rito della Proskomidia né di quello che succedeva nel Skeuophylakion: quindi la preparazione dei doni era solo un servizio pratico eseguito dal diacono.

****
Molto più interessante del rito bizantino della Proskomidia è lo studio dello stesso rito nelle altre tradizioni orientali: in effetti mentre nel rito bizantino la preparazione del pane e del vino è fatta separatamente e privatamente dal prete, nella maggioranza degli gli altri riti tale rituale fa parte della "messa" (scusatemi il termine).

Nel rito siriano e nel rito maronita la preparazione dei doni viene eseguita in due parti: abbiamo il "servizio di Melchisedek" dove si prepara il pane e il vino e il successivo "servizio di Aronne" dove li si incensa, mentre la l'assemblea segue con preghiere (si tipo penitenziale) e canti.

Anche tra i copti (che NON è un rito bizantino) i riti di preparazione del pane e del vino sono assai sviluppati e parte integrante della "messa". In particolare c'è tutto un rito per la scelta del pane, che poi viene portato in processione, come Gesù bambino tra le fasce, per la chiesa e poi deposto sul'altare dove viene eseguito l'"offertorio": tutto questo all'inzio della Liturgia, che poi continua con le letture.

Nel rito caldeo, molto semplice, durante la preparazione il prete versa nell'ordine nel calice: vino-acqua-vino

TEO EDIT: Ho spostato questi ultimi messaggi nel topic sulla proskomidia

Edited by Teodoro Studita - 18/11/2011, 17:26
 
Top
view post Posted on 13/12/2011, 14:50     +1   -1
Avatar

Celebrità

Group:
Administrator
Posts:
3,155
Reputation:
0
Location:
Roma

Status:


A QUESTO LINK il video della mia relazione su una fonte databile al 1074 sull'antico rito della Protesi
 
Top
7 replies since 25/10/2011, 09:59   464 views
  Share