Studi sul Cristianesimo Primitivo

Posts written by Polymetis

view post Posted: 4/1/2021, 12:58     +1Una nuova testimonianza iconografica della croce di inizio III secolo - Archeologia Cristiana
Ieri sera stavo passeggiando ascoltando un podcast di una trasmissione radiofonica dell'emittente francese "France Culture" (diciamo che è l'equivalente di Rai Storia). Vi sono infatti alcuni programmi cui sono affezionato tra cui la serie Chrétiens d'Orient, dedicata alle forme di cristianesimo orientale, ad esempio quello siriaco o copto. In particolare avevo trovato sulla loro app, nella lista delle puntate in archivio, una trasmissione del 2018 che presentava la scoperta di un'iscrizione aramaica da Edessa. La città, che oggi è chiamata Urfa ed è nel Sud della Turchia, fu il punto focale della grande tradizione del cristianesimo siriaco, tradizione cui sono particolarmente affezionato per la bellezza della poesia di Sant'Efrem.

L'ospite della trasmissione, che potete ascoltare cliccando in basso, parlava della scoperta di una nuova iscrizione tombale su mosaico, di cui fornisce come datazione epigrafica il 230-240 d.C. ca., e che a noi interessa perché presenta quattro croci. Se volete sentire la descrizione della scoperta ecco il link della trasmissione (dovete andare a 10 minuti e 40 secondi dopo l'inizio):
www.franceculture.fr/emissions/chr...endre-lhistoire

Mi sono attivato per reperire una foto dell'iscrizione su mosaico ma non ero sicuro fosse già stata pubblicata essendo una scoperta molto recente. Sapendo che il prof. Andrea Nicolotti dell'università di Torino in passato stava scrivendo un libro sulla crocifissione mi sono rivolto anche a lui per sapere se conoscesse qualcosa di quest'iscrizione. Per accelerare la ricerca Nicolotti ha scritto direttamente all'archeologo che era stato intervistato su France Culture, e lui gentilmente ci ha spedito gli articoli che ha pubblicato su questa scoperta.
L'iscrizione recita:

☩ [……. b]r ʿbdw ☩ br mrywn ʿbdt ly byt ʿlmʾ ☩ hnʾ ly wlbny [w]lyrty ☩,

☩ [Io ....], figlio di ʿAbdū, ☩ figlio di Maryun ho fatto questa casa di eternità ☩ per me, per i miei figli e i miei eredi. ☩


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Vi allego una pagine della pubblicazione archeologica da cui è tratta la foto:

A. Desreumaux & M. Önal , « The Translation of Syriac Inscriptions of New Mosaics found in Şanlıurfa/Edessa », in M. Önal, Urfa-Edessa Mozaikleri. Şanlıurfa Büyükşehir Belediyesi, Kültür ve sosyal işler daire başkanlığı, 2017, p. 136.

Ad maiora
view post Posted: 5/8/2018, 08:18     +12Pt 3,10: la terra NON sarà scoperta? - Filologia, Linguistica & Paleografia dei testi cristiani
Com'è noto 2Pt 3,10 viene tradotto in maniere assai diverse dagli studiosi odierni:

C.E.I.:

Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli con fragore passeranno, gli elementi consumati dal calore si dissolveranno e la terra con quanto c'è in essa sarà distrutta.

Nuova Diodati:

Ora il giorno del Signore verrà come un ladro di notte; in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi si dissolveranno consumati dal calore e la terra e le opere che sono in essa saranno arse.

TNM

Tuttavia il giorno di Geova verrà come un ladro, in cui i cieli passeranno con rumore sibilante, ma gli elementi, essendo intensamente caldi, saranno dissolti, e la terra e le opere che sono in essa saranno scoperte.



Alcuni manoscritti, e specificamente i più numerosi antichi e affidabili, riportano che la terra e le opere in essa contenute "saranno scoperte" (εὑρεθήσεται), altri manoscritti riportanoinvece il testo "saranno arse" (κατακήσεται), altri ancora “svaniranno” (ἀφανισθήσονται), altri “saranno trovate dissolte” (εὑρεθήσεται λυόμενα), e ciò solo per dire delle varianti principali.
Il fatto che il testo sia particolarmente martoriato nei manoscritti, e che ci siano sei o sette varianti per questo passo, mostra che il testo così com'è stato tramandato dai manoscritti più antichi non sembrava aver molto senso neppure per i lettori madrelingua. L'ipotesi che si fa solitamente è che "le opere saranno scoperte" sia una sorta di uso di un lessico tecnico-giuridico, ove la terra "sarà scoperta" equivarrebbe a "sarà sottoposta a prova", come un imputato lo è da un tribunale. Il senso è tuttavia congetturale, e non viene recepito da un lettore contemporaneo a digiuno del lessico forense greco.

Negli ultimi 20 anni comunque, visto che il testo greco tràdito ha un senso solo tirandolo per i capelli, alcuni filologi hano congetturato che nella ricopiatura del testo (o forse addirittura nell'autografo) sia stato omesso un "non", oggi non più presente in nessun manoscritto greco superstite. L'ultima edizione del Nestle-Aland, la 28°, riporta dunque: "καὶ γῆ καὶ τὰ ἐν αὐτῇ ἔργα οὐχ εὑρεθήσεται. (non saranno scoperte\trovate)"
Oὐχ a giudizio degli editori è richiesto dal senso, oltre che essere supportato da alcuni manoscritti copti e siriaci. Il testo dunque in origine avrebbe avuto: “la terra e le opere in essa contenute non saranno trovate".

Questa espressione sarebbe un ebraismo (già attestato nel greco dei LXX), giacché il verbo ebraico נמצא (essere trovato) in ebraico viene usato col senso di "esistere", e dunque "non essere trovato" equivale a "cessare di esistere".

Es: "Si volgerà poi verso le fortezze del proprio paese, ma inciamperà, cadrà, scomparirà. " (Dn 11,19), che nella LXX è: "ἐπιστρέψει τὸ πρόσωπον αὐτοῦ εἰς τὸ κατισχῦσαι τὴν χώραν αὐτοῦ καὶ προσκόψει καὶ πεσεῖται καὶ οὐχ εὑρεθήσεται(non sarà trovato)"/ (in eb. יִמָּצֵא)

In questo modo la fine del versetto è coerente con quanto detto all’inizio di esso, infatti esso inizia dicendo che i cieli passeranno e gli “elementi”( στοιχεῖα) saranno dissolti dal fuoco, la conseguenza ovvia è dunque che la Terra, essendo anch’essa composta di “elementi”, sia vaporizzata:

in quel giorno i cieli scompariranno con un gran fragore, ma gli elementi, essendo incandescenti, si dissolveranno, e la terra e le opere che sono in essa non saranno trovate (=cesseranno di esistere).

Questa ipotesi è stata preferita dagli editori del NA28 perché adottandola si spiegano anche tutte le varianti che abbiamo nei manoscritti, le quali invece sarebbero ingiustificabili assumendo come punto di partenza un testo senza il “non”. Qui l’ipotesi ricostruttiva dello stemma delle varianti secondo Gerd Mink che è il principale responsabile del testo delle Lettere cattoliche nel Nestle-Aland.

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“… the ECM records the witnesses of erroneous readings as witnesses for the variants which they represent, albeit defectively. There is even an example where the best witnesses omit a negation (1 Peter 3:10/48-50). Although the preceding passage speaks of the passing away of the heavens, and the dissolution of the elements, and the following verses presuppose the dissolution of heaven and earth (for a new heaven and a new earth are waited for), quite superior witnesses here have the reading ‘the earth and all the works that are therein will be found (εὑρθήσονται [sic; εὑρεθήσεται])’, when logic demands ‘will not be found (οὐχ εὑρεθήσονται [sic])’. The meaning, as a result, is extremely problematic; to my mind the reading does not make sense and must therefore be erroneous. Unquestionably, the hyparchetype of all these witnesses did not have the negation. Now, there are two variants (ἀφανισθήσονται ‘they will disappear’, and κατακαήσεται ‘they will be burned up’), which presuppose and express more graphically a text containing the negation: οὐχ εὑρεθήσονται [sic] ‘they will not be found’. Although it is not preserved in any Greek manuscript, it is probable that the initial text had the negation. Even if these variants which indirectly confirm the negation did not exist, the assumption should still be that the initial text contained the negation required by the sense of the text, even though the negation is not in the graphemic representation of the archetype. To my mind, this is an almost unavoidable conjecture.” (Gerd Mink, Problems of a Highly Contaminated Tradition: the New Testament. Stemmata of Variants as a Source of a Genealogy for Witnesses, in Studies in Stemmatology II (ed. Pieter van Reenen and August A. den Hollander; Amsterdam: Benjamins, 2004), p. 27)

Disponibile qui:

https://books.google.it/books?id=BM7xmX ... &q&f=false

Che ne pensate di questa congettura del NA28? Devo dire che rende perfettamente coerente il passo, che inizia con una dissoluzione degli elementi in pieno stile stoico, parlandoci di una ekpyrosis, e dunque non poteva che terminare con la distruzione della Terra.

Ad maiora
view post Posted: 24/9/2017, 09:31     Quali sono i papiri più antichi dove compare il nome Nazaret? - Filologia, Linguistica & Paleografia dei testi cristiani
Stavo facendo una ricerca per vedere quali fossero le più antiche attestazioni papiracee del nome Nazaret all'interno di una polemica coi soliti "miticisti" che negano l'esistenza della città all'epoca di Gesù. Ebbene inizialmente ho pensato che bastasse prendere le appendici del Nestle Aland 28° edizione, visto che per ogni papiro viene riportato il secolo e l'elenco dei versetti ivi contenuti, ma poi mi sono reso conto che l'approccio era insufficiente, perché magari il papiro conteneva il versetto, ma aveva una lacuna proprio dove doveva apparire la parola che mi serviva.
Mettersi a cavillare se in quei buchi la parola Nazaret ci sia o meno contando sul fatto che ogni riga di papiro abbia lo stesso numero di lettere, e dunque si possa estrapolare cosa c'era nei buchi, è un'argomentazione troppo sofisticata per essere capita immediatamente dalle deboli menti dei miticisti. Motivo per cui sono alla ricerca di papiri di epoca pre-costantiniana dove Nazaret compaia a chiare lettere.
Nazareth ad esempio è attestato nel P.66 del 200 d.C. e nel P. 75 del III secolo, ho controllato personalmente la trascrizione dei papiri.

www.iohannes.com/transcriptions/?witness=P66&language=greek
www.iohannes.com/transcriptions/?witness=P75&language=greek

Se però mi metto a controllare questa roba per tutti i papiri superstiti rischio di perdere un bel po' di tempo, per cui mi chiedevo se qualcuno l'avesse già fatto prima di me, e da qualche parte fosse disponibile una lista delle attestazioni papiracee pre-costantiniane di Nazareth.

Ad maiora
view post Posted: 24/9/2017, 09:01     lettera di Giuda verso 7 - Filologia, Linguistica & Paleografia dei testi cristiani
Devo dire che le traduzioni sono poco letterali. Dove c'è scritto "vizi contro natura" in greco si legge ἀπελθοῦσαι ὀπίσω σαρκὸς ἑτέρας (andare dietro una carne diversa). Gli abitanti di Sodoma infatti tentarono di stuprare, loro che erano umani, degli angeli. E i figli di Dio di Gn 6, interpretati come angeli, similmente hanno infranto questa barriera tra specie, perché si sono accoppiati con donne. Dunque pare che il peccato qui denunziato non sia la semplice fornicazione ma l'unione tra due specie diverse, la commistione tra umano ed angelico.

Ad maiora
view post Posted: 24/9/2017, 08:50     La profezia di Platone? - Teologia e Filosofia
Bisogna innanzitutto capire che in greco c'è scritto ἀνασχινδυλευθἠσεται, ossia "sarà impalato". Non è che sia errato tradurre con "crocifiggere", a patto di ricordarsi che la "crocifissione" greca non era su una croce latina come all'epoca di Gesù, e che dunque nel caso di crocifissi di quest'epoca si parla perlopiù di appesi a dei pali.
Quanto al fatto che Platone fosse ispirato, molti cristiani nei secoli l'hanno creduto, sulla base del versetto giovanneo "Lo spirito (πνεῦμα) soffia dove vuole" (3,8). Francesco Acri, il più grande traduttore di Platone che l'Italia abbia avuto, lo definiva "profeta pagano di Cristo".
Giustino Martire disse che siccome fu Dio ad ispirare molti filosofi pagani, tutto quanto hanno detto di vero appartiene a noi cristiani. I filosofi pagani infatti parlano del Logos, da loro inteso come la ragione cosmica, e siccome Gv 1,1 definisce il Figlio di Dio con l'appellativo di Logos, fu facile a Giustino dedurre che il Logos di cui parlavano i filosofi fosse Cristo stesso senza che essi se ne rendessero conto.
Inoltre non trovo strano che Gesù sia venuto a rispondere alle esigenze dell'uomo di qualsiasi epoca, e che dunque Egli sia una risposta anche al supplizio del giusto che poteva affliggere tanto Platone quanto noi.
view post Posted: 25/9/2014, 12:07     Crucifixion in the Mediterranean World - Recensioni, News, Links e Bibliografie
Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono. (Eb 1,11)
view post Posted: 21/9/2014, 15:50     Tema del II Congresso di Cristianesimo Primitivo forum, L'Aquila, settembre 2015 - Le Giornate di Studi sul Cristianesimo Primitivo
Bellissimo tema, ho studiato a lungo gli scritti dell'imperatore Giuliano e dunque sarebbe una magnifica occasione per riprendere in mano alcune cose.
view post Posted: 21/9/2014, 13:36     Crucifixion in the Mediterranean World - Recensioni, News, Links e Bibliografie
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COOK, JOHN G. Crucifixion in the Mediterranean World

2014. XXIV, 522 pages. WUNT I 327

ISBN 978-3-16-153124-8
cloth € 139.00

www.mohr.de/en/nc/theology/series/d...nean-world.html

Durante la cena dopo il convegno Nicolotti accennò che nella stessa collana in cui Samuelsson aveva pubblicato la sua opera sulla crocifissione qualcuno s'era già dato la pena di rispondergli. L'informazione m'era passata di mente ma è tornata alla mia memoria oggi. Ho cercato sul sito dell'editore e credo di poter arguire con qualche certezza che il libro cui Nicolotti accennava è il tomo di 522 pagine di cui vi ho incollato le coordinate bibliografiche.
Non so a che cosa serva esattamente questo sforzo epico, visto che discutere con coloro che sono malati di scetticismo radicale, e che per rispondere innalzano castelli di ipotesi, è solo una perdita di tempo.
Comunque l'autore di questo testo, la cui collocazione nella stessa collana appare con un implicito segno di risposta, è ben noto. Innanzitutto anche Samuelsson lo citava nel proprio libro, cercando di confutare le sue idee sulla lex Puteolana (e quindi presumibilmente in questo saggio avremo una risposta di Cook), inoltre lo studioso è autore di vari articoli sulla crocifissione che ne hanno fatto uno dei massimi esperti in materia, al punto che Martin Hengel gli chiese di revisionare il suo ormai classico libercolo sull'argomento.
Ovviamente il primo che riesce a procurarselo e leggerlo deve farci una recensione!

Ad maiora

Edited by Polymetis - 6/5/2020, 15:52
view post Posted: 20/9/2014, 14:21     Foto, Video e Altro Congresso 2014 - Le Giornate di Studi sul Cristianesimo Primitivo
Bravissimo il relatore a calamitare l'attenzione col tono chiaro e pacato.
view post Posted: 11/9/2014, 21:37     1° Congresso di Studi Sul Cristianesimo Primitivo - Le Giornate di Studi sul Cristianesimo Primitivo
Altre istruzioni: arrivati di fronte a Palazzo Malcanton Marcorà si possono seguire due vie. A destra si troverà una porta che conduce alla biblioteca, a sinistra invece si va ai dipartimenti, ed è questa via che dovete seguire. Varcate la porta di vetro, vi troverete davanti il banco della reception. Voi girate subito a destra e troverete gli ascensori. Prendeteli, salite fino al quarto piano. Uscite dall'ascensore, vi troverete tra due corridoi. Prendete il corridoio di destra ed andate sino in fondo, l'aula per i seminari è l'ultima.
view post Posted: 11/9/2014, 20:50     1° Congresso di Studi Sul Cristianesimo Primitivo - Le Giornate di Studi sul Cristianesimo Primitivo
Il luogo dove andare indicato con una X

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La strada dalla Ferrovia fino a Palazzo Malcanton-Marcorà (ex-Enel) punteggiata:

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view post Posted: 12/6/2014, 12:48     Road Map del Congresso - Le Giornate di Studi sul Cristianesimo Primitivo
Cari amici, ho appena finito di parlare col direttore del dottorato di Ca' Foscari e con la segreteria per prenotare un'aula. Confermo non solo la location Venezia ma anche Ca' Foscari come sede della nostra giornata di studi.
view post Posted: 25/5/2014, 12:35     Dunque mi presento - Regolamento, Presentazioni, Dialogo con lo Staff
Beh, Pontani per sempre. Ci ho pranzato insieme un paio di settimane fa all’École Normale di Parigi, l’ho trovato del tutto casualmente, e ci siamo lamentati un po’ del deplorevole stato degli studi storico-religiosi a Venezia. Si salva Rigo ovviamente.
view post Posted: 25/5/2014, 10:39     Dunque mi presento - Regolamento, Presentazioni, Dialogo con lo Staff
CITAZIONE
Sono di Venezia (Mestre), ho 26 anni e sono dottorando in filologia greca (ormai al terzo anno).

In questo caso, probabilmente ci conosciamo di vista. Con chi lavori?
916 replies since 23/5/2007